Ricorre oggi, lunedì 8 agosto, la “Giornata Nazionale del Sacrificio del lavoro italiano nel mondo”, istituita dalla Presidenza del Consiglio del Ministri nel 2001.
Era l’8 agosto 1956, uno scoppio nella miniera di carbone del “Bois du Cazier”, nel sobborgo operaio di Charleroi in Belgio, provocò l’incendio in uno dei pozzi ove perirono 262 minatori, di cui ben 136 connazionali. A quel bilancio di vite vanno aggiunti gli altri 600 e più che persero la vita in varie miniere belghe dal 1946 in poi.
A partire dalla memoria di quell’evento drammatico, la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita il primo dicembre 2001, intende rendere omaggio a tutti gli italiani caduti sul lavoro in Patria e all’estero, che hanno contribuito alla crescita economica, sociale e culturale del Paese.
Anche il nostro territorio è sempre stato ricco di emigranti: persone che hanno lasciato la loro terra d’origine per raggiungere i luoghi in cui c’era lavoro per aiutare le proprie famiglie. Molti di loro hanno pagato con la propria vita, il sacrificio più grande, per dare un minimo di benessere ai propri figli, per dare futuro alla rinascita economica delle nostre terre.
Storie che non vanno mai dimenticate ma che vanno riproposte alla nostra memoria come momento per ritrovare nel loro sacrificio ed esempio i valori dell’unità nazionale ma anche uno stimolo e la forza a guardare il futuro con più fiducia.A questo riguardo c’è un’altra storia che vorrei qui ricordare, la storia di un osimano, un sacerdote, studioso e musicista, p.Carlo Rossini, che dedicò tutti i suoi proventi all’istituzione di un’opera educativa a favore degli emigranti e dei loro figli.
Noi questo istituto ad Osimo lo chiamiamo “il San Carlo”. Quanti giovani sono passati in questo collegio-scuola. Tanti figli di emigranti che scelsero di rimanere in Italia, nella nostra città, sotto la guida dai frati scalabriniani, invece di seguire i loro genitori emigranti all’estero. Molti di quei ragazzi sono diventati qualificati operai, bravi professionisti, avvocati, insegnanti.
Nella commemorazione di questo giorno mi piace ricordare la figura di questo sacerdote così illuminato e i tanti ragazzi del “San Carlo” e le loro storie di figli di emigrati.
Paola
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