“Imparavo finalmente, nel cuore dell’inverno, che c’era in me un’invincibile estate” (Albert Camus, Ritorno a Tipasa.1952).
Mi sembra la cosa giusta, porre i versi di questa poesia, all’inizio del racconto della storia di Lida, Mirella e Renata. Una dichiarazione luminosa, una magnifica resa a quel nucleo vitale che irriducibilmente ognuno di noi possiede, malgrado il tempo, gli anni, i dolori, le fatiche, il grigiore a volte abbacinanti della vita. Il destino di tre donne diverse e lontane che si intreccia tra loro.
Quella di Renata, Lida e Mirella è la storia di tre persone straordinarie con alle spalle situazioni difficili da gestire che hanno voluto stare unite, condividere, aiutarsi a vicenda, una testimonianza – la loro – di come l’unione fa la forza.
Renata Barbarotti Saporiti, Lida Ceriscioli e Mirella Diomira Casari, tre donne coraggiose che hanno scelto Osimo come luogo della loro conquista costante di autonomia e di piena realizzazione. Tre donne con alle spalle storie di “barriere” e di pregiudizi che il destino ha voluto, nel suo misterioso disegno, far incontrare ed unire per un grande legame di amicizia e di solidarietà. Tre donne provenienti da luoghi diversi: Renata romana, Lida maceratese e Mirella – la più giovane- della bassa padana; con percorsi di vita completamente diversi ma unite nella loro vicenda personale a causa della cecità.
***
Renata, la più grande delle tre, classe 1905 nativa di Roma, cieca dall’infanzia a causa di una malattia genetica, si era diplomata in Pianoforte al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Una donna forte abituata a “sbattere contro i muri” e contro le avversità, dal carattere gioviale, diretto e affabile, come quello tradizionale dei romani, del quale aveva conservato le espressioni lessicali più tipiche, ed anche il coraggio e la determinazione. Amava dire: “Vedo solo con il cuore, ma niente può fermarmi”. Dopo anni di insegnamento della musica nelle scuole speciali per ciechi, lascia Roma e si trasferisce con il marito, Giulio Saporiti ( anche lui musicista) nella provincia di Varese a Gorla Minore. Ma, come nelle parole del poeta: “la vita è davvero conosciuta solo da quelli che soffrono, e incontrano le avversità”. Dopo pochi anni di matrimonio Renata, ancor giovane, si ritrova vedova e sola. Sopportando le avversità ritorna ad insegnare pianoforte e non paga, apre e gestisce, in collaborazione con il Mac ( Movimento Apostolico Ciechi), un pensionato a Milano in via Romussi per le persone cieche e sole. Da Milano si trasferisce a Bologna nella struttura “Fusetti” del Mac, un pensionato per persone cieche gestito dalle suore canossiane. Qui Renata pensava di concludere la sua esistenza nel conforto della benevole assistenza delle suore ma, così non è andata.
Lida è nata a Loro Piceno il 29/3/1926, in una famiglia di poveri contadini, anche lei cieca fin da piccolina ha vissuto la maggior parte della sua vita in Istituti. Prima a Spoleto dove ha appreso il mestiere di lavoratrice a maglia e uncinetto, e poi a Bologna, in un istituto gestito da suore canossiane, dove ha continuato a lavorare come ricamatrice ed anche in una nota fabbrica di camicie. Lavoro e vita comunitaria in istituti amorevolmente assistite da religiose, un destino comune a tante persone cieche.
Mirella è nata e cresciuta a Volta Mantovana il 06/07/1948, anche lei appena nata viene colpita dalla cecità. Anche per lei, pur se confortata dall’amore e dalle premure dei suoi, e delle sorelle, si aprono già all’età di 5 anni le porte del collegio, al fine di avere una educazione, ed imparare tutti quei strumenti che aiutano le persone senza vista a poter leggere, scrivere, imparare una professione. Anche Mirella, appena ventenne, sceglie di vivere nell’Istituto per donne cieche a Bologna. Una scelta obbligata, confortevole e rassicurante ma i “sogni” erano altri.
Le tre donne, per i misteriosi disegni che il destino sempre riserba, si incontrato e si conoscono a Bologna nell’ istituto per cieche gestito dalle suore canossiane. E’ in questo luogo, dove sono amorevolmente servite e trattate, che maturano l’idea di una vita diversa, fuori dall’Istituto. Una vita sullo stile di una famiglia, dentro la città, con una propria casa da accudire, e un luogo dove, ai propri interessi e lavoro, abbinare faccende e gesti quotidiani come: fare la spesa, preparare il pranzo, lavare i piatti, fare la lavatrice e le pulizie di casa. Una vita con le preoccupazioni, le scadenze, gli “alti e i bassi”, di una normale famiglia.***
Il progetto di famiglia-convivenza, da sogno ideale pian piano si materializza e prende forma. Giorno dopo giorno, il progetto fa rinascere nelle tre donne cieche l’entusiasmo di una nuova vita, e Osimo, la nostra città, rappresenta il luogo prescelto per questa “boccata di ossigeno”, o meglio il luogo dell’indipendenza.
Osimo era, ed lo è ancor di più oggi con la realizzazione delle nuove strutture, la città sede della Lega del Filo d’Oro, l’Associazione che grazie ai suoi progetti permette a ragazzi privi di vista e/o con altre gravi menomazioni sensitive, di diventare più indipendenti, che vuol dire diventare “grandi” e riuscire in qualche modo a cavarsela da soli.
Lida, Renata e Mirella dopo aver conosciuto don Dino Marabini, Sabina Santilli ma anche Iride di Milano ed altre amiche che con coraggio e determinazione avevano deciso di uscire da “ovattati” istituti per iniziare esperienze di autonomia. Scelgono di venire a vivere ad Osimo per aiutare idealmente la lega del Filo d’Oro in questo suo progetto educativo e diventare anche loro – in quella che diverrà per oltre 10 anni la loro casa famiglia – un esperimento e una speranza da proporre a tutte quelle persone cieche che fino ad allora non avevano, in Italia, altre prospettive di vita, fuori da strutture protette.
Il 9 settembre 1974, Lida, Renata e Mirella lasciano l’Istituto per cieche di Bologna e iniziano la loro avventura di vita comune nella loro casa presa in affitto nel centro della frazione di Santo Stefano di Osimo, vicino la piccola chiesetta parrocchiale, non lontano da via Montecerno, la sede della Lega del Filo d’Oro.
Sostenute nel loro progetto dalla Lega del Filo d’Oro ed aiutate da tanti volontari come Daniela Pirani, Rossano Rotoloni, Fiorella Pirani, Rossano Bartoli e Dino Marabini, solo per menzionarne qualcuno, le tre donne lavorano, partecipano alla vita associativa della Lega, promuovendo iniziative e favorendo il contatto con i tanti cieco-sordi presenti, spesso in condizioni di isolamento e solitudine, in tutta italia.
In particolare Renata diventerà l’anima del giornalino associativo e bollettino ufficiale delle Lega del F.d’O., “Trilli nell’Azzurro”, di cui curava personalmente e con grande impegno fisico la stampa in braille ( ancor prima che uscissero, le funzionali stampanti braille che oggi consentono la stampa in codice braille, su carta, di un qualsiasi testo in formato elettronico).
***
Tutto facile ? Assolutamente no – come mi racconta Mirella – tanti i disagi e gli ostacoli affrontati quotidianamente ma anche la felicità per l’acquisizione giorno dopo giorno di competenze ( anche nelle piccole cose come: lavare i piatti, fare la lavatrice, cucinare ed invitare gli amici, fare le pulizie) che ha permesso alle tre coraggiose donne di fare grandi conquiste e pian piano di cavarsela da sole.
Da Santo Stefano la “piccola famiglia: Renata, Lida e Mirella” si trasferisce al centro di Osimo, in via Campana. Qui troveranno un appartamento più confortevole, la possibilità di meglio usufruire dei servizi pubblici con indipendenza, l’autonomia di muoversi per Osimo per andare a fare spesa, andare alla Messa senza dipendere da alcuno. In particolare, per Mirella la grande conquista di poter andare a lavorare in Comune ( dove nel frattempo era stata assunta lasciando il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Ancona e dove per anni ha svolto le mansioni di centralinista) a piedi, attraverso i vicoli di Osimo munita solo del suo bastoncino bianco, del suo sorriso e di una buona dose di coraggio e determinazione.
Ad Osimo si moltiplica la rete delle relazioni, la loro casa in via Campana diviene punto di riferimento di volontari che sempre più numerosi frequentano ed aiutano o per meglio dire “partecipano alla vita” delle tre donne: Maria Blasi, Iole Rossi, Vittoria e Pia Petrini, Guido De Nicola ( presidente della Lega del Filo d’Oro), le sorelle Bartelloni, il gruppo delle terziarie francescane e tanti giovani come Anna Maria Bartoli, MariaPia Pierpaoli, Mariella Bevilacqua, Marcello Mosca, Maria Teresa Bartolini, ecc.
***
Nel frattempo Renata, donna eclettica dai mille interessi e infinite risorse, dalla spontanea simpatia, continua la sua infaticabile “missione” di contatti con i soci sordo cieche della Lega, oltre a coltivare i suoi interessi: la musica con il suo inseparabile pianoforte e lo studio dell’Esperanto, la lingua creata dal polacco Ludwig Zamenhof per la comunicazione internazionale, di cui Renata è stata una delle massime esperte nazionali ( segnalata dalla IABE per la sua attività di promozione) curandone anche la pubblicazione di alcuni libri in Braille per l’apprendimento di questa lingua da parte delle persone prive di vista.
Lida dolcissima donna ed eccellente cuoca, assume, di fatto, la guida della casa anche per via del suo carattere pratico, divenendo la riservata ed umile preziosa padrona ed economa della casa. Non solo brava cuoca, Lida, aveva le mani d’oro, era una eccellente ricamatrice, e trovava anche il tempo da dedicare all’Ordine Terziario e al Mac ( Movimento Apostolico Ciechi) di cui diviene la responsabile regionale.
Mirella, la giovane del gruppo, ha seguito sempre con entusiasmo l’affettuosa guida delle sue due amiche, raccogliendone i consigli per vivere con gioia giorno dopo giorno, con il suo mondo di interessi ed abitudini, “il sogno della normalità”. Un percorso che porterà poi Mirella a coronare con il matrimonio, il 5 luglio 1987, la storia d’amore con Mario ed altre impegnative sfide come l’adozione di Rodney. Mirella ha inoltre, rivestito per diverso tempo ( dal 14 aprile 1984 al 7 aprile 1990) il ruolo di membro del CdA della Lega del F.d’O.
Renata che va ricordata anche per essere stata una delle socie fondatrici e componente del Consiglio di Amministrazione della Lega del Filo d’Oro, ricoprendo altresì l’incarico di Vice Presidente dal 20 dicembre 1964 al 4 gennaio 1975 e Presidente della benemerita associazione osimana nel periodo dal 4/1/1975 al 27/4/1975, morirà il 20 giugno 1985.
Mirella con Mario andranno a vivere in via della Pietà, mentre Lida, malgrado le insistenze di Mirella che la voleva con lei e Mario, decide di trasferirsi a Macerata dove ha vissuto serenamente, in un appartamento al centro storico, fino al termine dei suoi giorni: il 18 febbraio 2013.***
Una bella storia di luce oltre il buio quella di queste tre donne di cui la nostra città è stata testimone e parte attiva offrendo servizi e tante persone volontarie che hanno condiviso e reso possibile questa esperienza “straordinaria” che per un cieco vuol dire la normalità che fa l’eccezione.
Tre donne coraggiose che con la loro testimonianza hanno incoraggiato altre esperienze simili in tutta Italia. Tre cieche che rompendo consuetudini e schemi – mettendosi alle spalle l’inevitabile dose di vittimismo – non sono volute “stare al loro posto”, non hanno voluto accettare il loro limite come naturale, ma hanno puntato in alto, ad una vita pienamente vissuta, ad una conquista di autonomia possibile ad un sogno senza buio.
Grazie Renata, Lida e Mirella a nome di tutte le persone che vi hanno conosciute ed alle quali avete dato un grande esempio e testimonianza. Osimo e i suoi volontari sono stati con voi.
**
***La Presidente del Consiglio Comunale
*****prof.ssa Paola Andreoni
***
***
***
Filed under: articoli giornali ed interventi | Tagged: #OSIMANI, Andreoni Paola la presidente del Consiglio Comunale di Osimo, Anna Maria Bartoli, Daniela PIRANI, Dino Marabini, Fiorella Pirani, Gorla Minore, hashtag Osimani, Lega del Filo d'Oro, Lida Ceriscioli, Marcello Mosca, Maria Teresa Bartolini, MariaPia Pierpaoli, Mariella Bevilacqua, Mirella Diomira Casari, Paola Andreoni, Renata Barbarotti Saporiti, Renata Barbarotti Saporiti_Lida Ceriscioli_Mirella Diomira Casari, Rossano Bartoli, Rossano Rotoloni, storia di Osimo, Trilli nell'Azzurro | Leave a comment »