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Il 2 giugno 1946 il suffragio universale e l’esercizio dell’elettorato passivo portarono per la prima volta in Parlamento anche le donne. Si votò per il referendum istituzionale tra Monarchia o Repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente che si riunì in prima seduta il 25 giugno 1946 nel palazzo Montecitorio.
Su un totale di 556 deputati furono elette 21 donne: 9 della Democrazia cristiana, 9 del Partito comunista, 2 del Partito socialista e 1 dell’Uomo qualunque.
Alcune di loro divennero grandi personaggi, altre rimasero a lungo nelle aule parlamentari, altre ancora, in seguito, tornarono alle loro occupazioni. Tutte, però, con il loro impegno e le loro capacità, segnarono l’ingresso delle donne nel più alto livello delle istituzioni rappresentative.
Donne fiere di poter partecipare alle scelte politiche del Paese nel momento della fondazione di una nuova società democratica.
Per la maggior parte di loro fu determinante la partecipazione alla Resistenza. Con gradi diversi di impegno e tenendo presenti le posizioni dei rispettivi partiti, spesso fecero causa comune sui temi dell’emancipazione femminile, ai quali fu dedicata, in prevalenza, la loro attenzione.
La loro intensa passione politica le porterà a superare i tanti ostacoli che all’epoca resero difficile la partecipazione delle donne alla vita politica.
“Le 21 donne alla Costituente”
Adele Bei
Bianca Bianchi
Laura Bianchini
Elisabetta Conci
Maria De Unterrichter Jervolino
Filomena Delli Castelli
Maria Federici
Nadia Gallico Spano
Angela Gotelli
Angela M. Guidi Cingolani
Leonilde Iotti
Teresa Mattei
Angelina Livia Merlin
Angiola Minella
Rita Montagnana Togliatti
Maria Nicotra Fiorini
Teresa Noce Longo
Ottavia Penna Buscemi
Elettra Pollastrini
M. Maddalena Rossi
Vittoria Titomanlio
Buona Festa della Repubblica a tutti noi cittadini italiani e a quanti hanno scelto il nostro Paese come speranza per un futuro migliore.
Questo 72° anniversario della Repubblica Italiana sarà, quanto mai oggi, occasione per ricordare e riscoprire alcuni valori che troppe volte rischiamo di dare per scontati: primo fra tutti la libertà, insieme ad altri diritti fondamentali e inalienabili che essa sottende. Altro valore è il rispetto della Costituzione, che è figlia di quella decisione presa tra il 2 e il 3 giugno del ’46. E con la Costituzione il rispetto verso le istituzioni che ci rappresentano indipendentemente dalle nostre opzioni ideali e dalle scelte elettorali.
Un grazie particolare al nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Paola
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