I “derivati-Swap”? Altra brutta tegola per il Comune di Osimo.

Le  leggerezze della giunta delle Liste Simoncini&Latini in tema di swap e finanza derivata non hanno fine. Un problema che diventa ogni giorno sempre più insidioso. Scelte operate con una facilità estrema e che rischiano di mettere in seria difficoltà le casse comunali. Un errore compiuto con una imperdonabile superficialità. Ma non è solo Paola Andreoni a dirlo: è la stessa giunta che con un provvedimento del 24 marzo 2010 ( delibera di Giunta n° 87) fa marcia indietro e prova a porre rimedio all’errore. Cinque anni: tanto la giunta ci ha messo per capire che il contratto di finanza derivata è una scommessa persa in partenza.
Le responsabilità politiche delle liste Simoncini&Latini sono evidentissime, così come l’ostinazione nel voler difendere le proprie scelte. Un anno fa la situazione era già chiara e la sottoscritta ha, in più occasioni, anche con interrogazioni e mozioni, evidenziato i rischi dell’operazione.
Andiamo con ordine.
Nel 2001 il Comune stipula un primo Contratto Collar Swap con l’Unicredit Banca MobiliareS.p.A. con il quale ha coperto il rischio di tasso sul proprio indebitamento con durata fino al 31 dicembre 2011 su un importo di euro 7.745.859,00 ( delibera di Giunta n° 199 del 12/6/2001 e determina dirigenziale n° 149 del 25/7/2001). Questo contratto determina che in base all’andamento sul mercato dei tassi di interesse sui mutui accesi, l’Ente guadagna (se scendono) o perde soldi (se salgono).
Nel 2004 la giunta Latini&Simoncini dà il via alla prima operazione di ristrutturazione del debito con la delibera 313 del 21/12/ 2004. I numeri sono chiari: due identiche operazione di swap per un totale di 31milioni di euro, operazioni fatte con la Ubm Unicredit, durata fino al 31 dicembre 2018. La delibera viene successivamente definita nelle sue clausole con la determina dirigenziale n° 491 del 27/12/2004.
Un affare per la giunta, che ha potuto beneficiare subito del bonus iniziale derivato dal contratto che serve solo per addolcire l’amara pillola. Ogni contratto derivato, infatti, insieme alla intera somma impegnata gira a chi lo sottoscrive una sorta di bonus. Il problema è che poi alla fine si paga sempre ed il conto è salato. Ma, allora, nel 2004 tutto era chiaro e semplice: poche pagine di delibera per dire che è un “affare” e dunque bisogna cogliere al volo l’ offerta della banca che si era prodigata a proporre un piano vantaggiosissimo.
E la giunta nel 2004 fa di più, tra le varie cose autorizza il direttore dell’area finanziaria il rag. Alfio Camillucci, a sottoscrivere l’accordo, la conferma del contratto e persino “la dichiarazione di operatore qualificato”. Quella dichiarazione,  non è un aspetto secondario: è la condizione necessaria senza la quale i contratti derivati possono essere dichiarati nulli. Il codice, infatti, prevede la piena coscienza da parte del soggetto contraente perché chi stipula un contratto deve poter conoscere ogni aspetto. Con la firma del direttore di area del Comune,  dice sostanzialmente: “noi Comune abbiamo capito tutto perché siamo in grado di comprendere, abbiamo le conoscenze per comprendere”. Tutto chiaro e vantaggioso.
Il gruppo consiliare del Partito Democratico – anche alla luce di inchieste contabili che si andavano ad aprire in tutt’Italia – cominciò un anno fa a lanciare i primi allarmi: “siamo sicuri che il Comune è davvero un operatore qualificato? “, “siamo sicuri che questa operazione finanziaria porterà benefici all’indebitamento del Comune ? ”
Volle vederci chiaro. Iniziammo a richiedere la documentazione sui contratti swap sottoscritti e presentammo una mozione nel merito, bocciata dalla maggioranza, e diverse interrogazioni. Ma le liste cittadine, allora e in tutte le occasioni, continuano a ripetere e a rispondere ai nostri dubbi assicurando che l’operazione è pienamente vantaggiosa e nel pieno rispetto delle regole, e che i vantaggi per le casse del Comune si tramutano in centinaia di migliaia di euro di interessi attivi. Poi qualche dubbio sorge.
Prima la sezione regionale della Corte dei Conti che segnala al Comune il pericolo di una ipotizzata perdita, invitandolo ad una costante “azione di monitoraggio sugli strumenti di finanza innovativa”.
Finalmente a fine anno del 2008 anche la Giunta inizia a prendere coscienza della situazione e a preoccuparsi. Con delibera di Giunta n°440 del 23/12/2008 dichiara battaglia alla banca colpevole di aver fatto sottoscrivere un contratto al Comune per nulla vantaggioso. Conferisce incarico professionale ad un legale per cercare appigli per recidere il contratto stipulato con l’Unicredit Banca, confermando le conclusioni da noi sempre sostenute secondo le quali il Comune non avrebbe mai dovuto azzardare operazioni finanziarie tanto rischiose. Costo dell’incarico legale € 12.000,00.
E torniamo ad oggi, cosa fa la Giunta? Con una delibera sostanzialmente dichiara di voler sciogliere il contratto swap. Ma come, non era vantaggioso?
Il tempo, dunque, porta consiglio e la Giunta delle liste Simoncini&Latini prova a chiedere alla Banca  (delibera di Giunta n° 87 del 24 marzo 2010) – dopo aver verificato che l’azione legale è impraticabile –  la conclusione dell’operazione anzitempo.
Tutti i contratti possono essere conclusi prima della loro naturale scadenza: c’è da chiedersi a quale prezzo? C’è da aspettarsi l’amara sorpresa di una pesante penale ?
In conclusione è evidente la responsabilità politica della maggioranza per una scelta sbagliata che ha esposto il Comune di Osimo a un rischio le cui stime non sono ad oggi facilmente quantificabili entro i prossimi otto anni. A sottoscrivere questi contratti di finanza derivata fu la stessa maggioranza di oggi, sotto l’egida dello stesso gruppo che ha guidato e che guida attualmente la città. Fu un’operazione fatta con soldi pubblici solo per avere liquidità immediata, senza pensare al futuro e senza avere le competenze necessarie. Successivamente la maggioranza non ha voluto riconoscere l’errore, andando avanti per inerzia, fino a quando la Corte dei Conti non ha preso posizione sulla situazione che si era venuta a creare, non risparmiando alla maggioranza le stesse critiche che in precedenza avevamo mosso noi.
Un ‘operazione condotta senza una reale esigenza di copertura del bilancio, fatta unicamente per ricavare l’utile derivante dalla speculazione sugli interessi dei primi anni. Contratti di swap sottoscritti con leggerezza, poca competenza e non tenendo neppure conto dei notevoli rischi evidenziati in calce ai contratti dalla stessa Consob.

Paola Andreoni capogruppo consiliare del Partito Democratico

Una Risposta

  1. E stai a vedere che al comune di Osimo viene concessa l’uscita anzitempo dal contratto swap e senza penali!
    In tal caso come correntista dell’Unicredit scriverò e chiederò anch’io alla Banca, come pari trattamento, il passaggio automatico delle condizioni contrattuali del mio mutuo da variabile a fisso senza penali e senza aggravi di spesa e a tasso migliore. Fatemi sapere a quali referenti dell’Unicredit mi devo rivolgere.

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