La bandiera nera di un governo in agonia

di Eugenio Scalfari • 31-Lug-2011 Il Paese deve affrontare un mare sempre più tempestoso con al governo un gruppo di naufraghi su una zattera senza timone né timoniere.
Bisogna evitare che le banche italiane, solide e liquide, siano considerate una propaggine del nostro debito pubblico. Bisogna evitare che il nostro Paese conquisti sui mercati agli occhi degli investitori e delle forti mani della speculazione la palma della fragilità a causa di un quadro politico logorato dal suo maxi-debito pubblico e da una malattia ormai strutturale qual è quella della debole crescita.
 Queste parole i nostri lettori le conoscono ormai a memoria per averle lette infinite volte su queste pagine, ma quella qui sopra riportata è una citazione: le ha scritte ieri il direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, nell’articolo di fondo del suo giornale. È il giornale della Confindustria e Napoletano non è certo un giornalista di sinistra e tuttavia sono nette e impietose e altrettanto impietoso è il seguito dell’articolo. A nostro avviso sono l’esatta rappresentazione dello stato d’animo dei cosiddetti ceti moderati che ormai non esprimono più soltanto disagio ma una vera e propria disperazione.
Un’altra prova di quella disperazione ce la fornisce Sergio Romano in un articolo sul Corriere della Sera con il quale risponde alla lettera che Giulio Tremonti gli aveva indirizzato per giustificarsi sulla questione dell’appartamento a lui affittato dal suo amico e collaboratore Marco Milanese. Romano non è certo un bolscevico, ma l’asprezza del tono e il merito dei suoi giudizi nei confronti del ministro dell’Economia sono tali che Berlusconi l’avrebbe sicuramente ascritto alla genia del Comintern se non fosse che il Cavaliere è animato da un vero e proprio odio verso il suo ministro che vorrebbe veder morto ma del quale non può disfarsi senza mettere a repentaglio il suo governo sempre più traballante.
Questo complicatissimo rapporto, politico e psicologico, tra il presidente del Consiglio e il suo superministro dell’Economia è un altro dei tanti nodi che costringono il nostro Paese ad una assoluta immobilità salvo i pochi provvedimenti che servono a mettere al riparo Berlusconi dalle sentenze della magistratura. Se cade Berlusconi cadrebbe anche Tremonti che dopo lo scandalo Milanese (che tende ad allargarsi giorno dopo giorno) non ha più alcuna “chance” di potergli succedere a Palazzo Chigi. Ma se cade Tremonti comincerebbe a sussultare l’intero edificio governativo. Perciò “simul stabunt, simul cadent” con gli effetti che questa convivenza forzosa proietta sul governo: un gruppo di naufraghi su una zattera senza timone né timoniere.
Il Paese deve affrontare un mare sempre più tempestoso in queste condizioni, dove ad una situazione economica obiettivamente difficilissima si affianca una crisi di credibilità che coinvolge con la stessa intensità il “premier” e il superministro, avvinghiati l’uno all’altro dall’odio e dall’istinto di sopravvivenza.
                                                          * * *
Ma perché le banche italiane, solide e solvibili come abbiamo più volte scritto, sono ritenute “propaggini del debito pubblico” e ne sopportano ogni giorno le conseguenze sui mercati finanziari? Al punto di registrare una capitalizzazione di Borsa che in situazioni normali stimolerebbe numerosi tentativi di Opa nei loro confronti?
Secondo stime ufficiali la percentuale dei titoli di Stato nel loro portafoglio e in quello di privati cittadini e imprese italiane affidabili raggiunge il 56 per cento mentre la percentuale dei titoli del nostro debito in mani straniere non supera il 44, un rapporto che dovrebbe evitare la qualifica di “propaggini”.
Purtroppo però le cose non stanno propriamente così. Da un rapporto analitico della Morgan Stanley i titoli italiani in mano a istituzioni, banche e investitori stranieri ammontano a 790 miliardi contro 787 in mano a banche, imprese e investitori italiani. Il rapporto sarebbe dunque del 50 per cento. Ma, osserva la Morgan Stanley, se si aggiungono ai detentori stranieri anche i titoli intestati a italiani ma gestiti dall’estero, la quota “straniera” sale al 56 per cento del totale. Questa proporzione è del tutto anomala ed accresce il rischio che i fondi monetari e le banche d’affari internazionali vendano titoli italiani per alleggerire i portafogli e sostituirli con “asset” più affidabili. Sorge la domanda del perché l’affidabilità dei titoli italiani sia diminuita. Molto dipende dal nostro “spread” con il Bund tedesco che viaggia ormai dai primi di luglio intorno ai 300 punti-base e nelle ultime settimane si colloca al di sopra dei 330.
In più la situazione politica italiana è giudicata universalmente volatile, la credibilità del governo è minima, il tasso di interesse delle nostre emissioni è salito al 6 per cento e tale sarà in autunno quando il Tesoro dovrà emettere una massa notevole di titoli. In queste condizioni l’onere del debito pubblico a carico del Tesoro si è già mangiato un terzo della manovra appena votata dal Parlamento. La crescita è zero. Le previsioni della Confindustria parlano addirittura di un Pil negativo nel 2012.
Speriamo forse che i mercati dormano sonni tranquilli fino alla fine dell’anno?
                                                       * * *
È evidente che queste analisi tecniche e politiche che servono a spiegare le reazioni negativi dei mercati finanziari si intrecciano con la questione morale. Il declino della moralità pubblica è ormai un dato oggettivo, testimoniato dalle iniziative della magistratura inquirente e da quella giudicante. Coinvolgono il presidente del Consiglio, il ministro Romano, il deputato Papa, il deputato Milanese, il giudice Capaldo, l’ex capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, Adinolfi. Lambiscono Giulio Tremonti. Investono anche l’ex capo della segreteria di Bersani, Filippo Penati. Le reazioni di Bersani e del Pd sono state molto ferme. Manca la sospensione di Penati dal partito. Abbiamo già scritto che a noi sembra necessaria e urgente. Ma sull’altro lato dello schieramento i comportamenti sono ben diversi e le iniziative legislative sono vergognose, tanto più perché rappresentano il solo soprassalto di vitalità di un governo morente. Processo lungo e prescrizione breve: questi sono gli scatti del governo. Sembrano gli ultimi segnali, più automatici che vitali, d’un corpo che si disfà. Il Presidente Napolitano è ben consapevole di quanto sta accadendo. Ha incontrato tutte le parti sociali firmatarie del documento che invoca “discontinuità”. Ha incontrato i partiti di maggioranza e quelli di opposizione. Aspetta che anche Bossi si metta a rapporto. Ma il clima è estremamente pesante.
Enrico Berlinguer, nel luglio del 1981, descrisse la questione morale che stava erodendo lo Stato. Abbiamo rievocato giovedì scorso la sua intervista a “Repubblica” e il significato che ebbe allora la sua denuncia. Oggi tuttavia la condizione della moralità pubblica è molto più grave. Il malaffare di allora serviva a pilotare consensi ai partiti; quello di oggi serve invece a procurare benefici personali a chi inalbera la bandiera del Re. Ricordiamo ancora le parole della Minetti quando aspettava una candidatura al Parlamento che fu poi trasformata nella sua partecipazione al consiglio della Regione lombarda: “Potrei rendere gli stessi servizi a Lui e pagherebbe lo Stato”.
Hanno privatizzato i benefici pubblicizzando la corruzione: questi sono i frutti avvelenati del berlusconismo. Nel contratto con gli italiani stipulato a “Porta a Porta” nel 2001 non erano previsti ma aveva già avvelenato le radici del partito azienda dalle quali è nata la Seconda Repubblica.
L’intreccio è dunque perverso: questione morale, questione politica, errori e manchevolezze d’una manovra finanziaria che ha il solo effetto di comprimere il potere d’acquisto del ceto medio-basso, penalizzando consumi e investimenti. In realtà l’anomala accoppiata Berlusconi-Tremonti dovrebbe andarsene a casa lasciando al Capo dello Stato il peso delle necessarie decisioni. Ogni indugio aumenta il costo che peserà sulle spalle degli italiani.

La battaglia della terra, Un interessante articolo sulla questione FOTOVOLTAICO sui terreni agricoli e Impianti Biogas piaga osimana e non solo

di Carlo Petrini • 29-Lug 2011 Il boom delle energie rinnovabili spinge molti agricoltori a cambiare mestiere. E i campi diventano centrali per fotovoltaico e biogas. Agricoltura industriale. Riflettiamo sull´ossimoro. In suo nome, l´uomo ha pensato di poter produrre il cibo senza contadini, finendo con l´estrometterli dalle campagne. Oggi siamo addirittura arrivati all´idea che possano esserci campi coltivati senza produrre alimenti: agricoltura senza cibo. Agricoltura che, se si basa soltanto sul profitto e sulle speculazioni, riesce a rendere cattivo tutto ciò che può essere buono: il cibo, i terreni fertili (che sono sempre meno), ma anche l´energia pulita e rinnovabile. Come il fotovoltaico, come il biogas.
S´è già parlato di come l´energia fotovoltaica possa diventare una macchina mangia-terreni e mangia-cibo. Se i pannelli fotovoltaici sono posati direttamente a terra e per grandi estensioni essi tolgono spazi alla produzione alimentare e desertificano i suoli fino a renderli inservibili. Allora bisogna dirlo chiaro: sì al fotovoltaico, ma sui tetti, nelle cave dismesse, lungo le strade. No a quello sul terreno libero.
Adesso poi è il momento delle centrali a biogas che sfruttano le biomasse, vale a dire liquami zootecnici, sfalci e altri vegetali. Questi materiali si mettono in un digestore, qui si genera gas che serve a produrre energia elettrica e ciò che avanza – il “digestato” – adeguatamente trattato poi può essere utilizzato come ammendante per i terreni. Questi impianti sarebbero ideali per smaltire liquami (problema annoso di chi fa allevamento) e altri rifiuti biologici, integrando il reddito con una produzione di energia che può essere utilizzata in azienda o venduta. Se sono piccoli o ben calibrati rispetto al sistema chiuso dell´azienda agricola funzionano e sono una benedizione – esattamente come può fare il fotovoltaico sul tetto di un capannone o di una stalla. Ma se c´è di mezzo il business, se si fanno sotto gli investitori che fiutano affari e a cui non importa che l´agricoltura produca cibo e che lo faccia bene, allora il biogas può diventare una maledizione. Sta già succedendo in molte zone della Pianura Padana, soprattutto laddove ci sono forti concentrazioni di allevamenti intensivi. È una cosa che stanno denunciando alcune associazioni ambientaliste a livello locale e per esempio da Slow Food Cremona mi segnalano che nella loro provincia ormai la situazione è sfuggita al controllo. Tant´è vero che hanno chiesto alla Provincia una moratoria sull´installazione e autorizzazione di nuove centrali a biogas.
Che succede? Molti agricoltori, stremati dalla crisi generalizzata del settore, si trasformano in produttori di energia, smettendo di fare cibo. In pratica, si limitano a coltivare mais in maniera intensiva per farlo “digerire” dagli impianti a biogas. C´è anche chi lo fa solo in parte, ma sta di fatto che tutto quel mais non sarà mangiato dagli animali e quindi indirettamente neanche dagli umani. Gli investitori li aiutano, a volte li sfruttano. Esistono soccide in cui gli agricoltori sono pagati da chi ha costruito l´impianto per coltivare mais: sono diventati degli operai del settore energia, altro che contadini. Tutto è cominciato nel 2008 con la finanziaria che prevedeva un nuovo certificato verde “agricolo” per la produzione di energia elettrica con impianti di biogas alimentati da biomasse. Impianti “piccoli”, di potenza elettrica non superiore a 1 Megawatt. Ma 1 Mw è tanto: ciò ha incentivato il business, perché a chi produce viene riconosciuta una tariffa di 28 cent/kWh, circa tre volte quanto si paga per l´energia prodotta “normalmente”.
Ecco allora che il sistema degli incentivi, cui si uniscono quelli europei per la produzione di mais, ha fatto sì che convenga costruire impianti grandi e costosi (anche 4 milioni di Euro), che possono essere ammortizzati in pochi anni. Soltanto nel cremonese nel 2007 c´erano 5 impianti autorizzati, oggi sono 130. E lì oggi si stima che il 25% delle terre coltivate sia a mais per biogas. In tutta la Lombardia si prevede che entro il 2013 dovrebbero esserci 500 impianti. Ci sarebbe da riflettere su quante volte un cittadino che versa anche le tasse arrivi a pagare quest´energia “pulita”, ma l´emergenza è di altro tipo: così si minacciano l´ambiente e l´agricoltura stessa.
Primo e lapalissiano: si smette di produrre cibo per produrre energia. Secondo: la monocoltura intensiva del mais è deleteria per i terreni perché deve fare largo uso di concimi chimici e consuma tantissima acqua, prelevata da falde acquifere sempre più povere e inquinate. Senza rotazioni sui terreni si compromette la loro fertilità e si favorisce la diffusione di parassiti come la diabrotica, da eliminare con un´ulteriore aggiunta di antiparassitari. Se il mais non è per uso alimentare, poi, sarà più facile mettere due dosi di tutto invece di una, senza farsi tanti scrupoli. Terzo: chi produce energia coltivando mais può permettersi di pagare affitti dei terreni molto più alti, anche fino a 1500 euro per ettaro, il che crea una concorrenza sleale nei confronti di chi invece ne ha bisogno per l´allevamento. È lo stesso fenomeno che si è creato con i parchi fotovoltaici, dunque sta piovendo sul bagnato. A chi alleva servono terreni soprattutto per rientrare nella “direttiva nitrati”, che dovrebbe regolare lo smaltimento dei liquami in maniera sostenibile. Chiedete ai contadini e agli allevatori: i terreni non sono mai stati così costosi come oggi, e per un´azienda che già subisce i danni di un mercato drogato da speculazioni e imposizioni di prezzi bassi da parte del sistema distributivo può voler dire soltanto una cosa, la chiusura.
Ma andiamo avanti. Quarto: gli impianti stessi, quelli da 1 Mw, sono grandi strutture e per costruirle si consuma terreno agricolo sacrificandolo per sempre. Quinto: ci sono già le prime voci sulla nascita di un mercato nero di rifiuti biologici, come gli scarti dei macelli, venduti illegalmente per fare biogas. Non andrebbero mai utilizzati come biomasse, perché ciò che avanza dalla “digestione” poi viene sparso per i campi come ammendante e in questi casi oltre a inquinare potrebbe anche diffondere malattie.
Il problema è la scala. Diciamo chiaramente che in sé il biogas da biomasse non avrebbe nessun difetto. Ma se è realizzato a fini speculativi ed è sovradimensionato, se fa produrre mais al solo scopo di metterlo nell´impianto, se fa alzare i prezzi del terreno, lo consuma e lo inquina, allora bisogna dire no, forte e chiaro. Da questo punto di vista sarà bene che le amministrazioni (comunali per impianti piccoli, provinciali per quelli più grandi) comincino a valutare i fini reali degli impianti prima di concedere autorizzazioni, e sicuramente questi problemi andranno affrontati e debellati con la nuova PAC, la politica agricola comune, che si è iniziata a discutere a Bruxelles.
Da un punto di vista umano capisco gli agricoltori che hanno intravisto con il biogas un modo per risalire la china di un´agricoltura industriale sempre più in crisi. Ma sono sicuro che ci sono altri modi di fare agricoltura, più puliti, diversificati, che puntano alla vera qualità. Questa agricoltura può essere molto remunerativa e dare futuro ai giovani, mentre è soprattutto quella di stampo industriale che sta collassando. Inoltre, prima o poi gli incentivi finiranno. Il biogas con grandi impianti è una pezza sporca che alcuni stanno mettendo alla nostra agricoltura malata, ottenendo l´effetto di darle così il colpo di grazia. Sarà molto difficile tornare indietro: i terreni fertili non si recuperano, le falde s´inquinano, la salubrità sparisce, chi fa buona agricoltura è costretto a smettere a causa di una concorrenza spietata e insostenibile. Agricoltura industriale, che ossimoro.

Quanto costa vivere a Osimo

Quanto costa vivere a Osimo di Paola Andreoni per la Meridiana del 29 luglio 2011
Le difficoltà economico finanziarie in cui versa il Paese si sono riflesse in maniera marcata sulla gestione Simoncini-Latini che ha dimostrato la più totale incapacità a intraprendere quelle politiche che il difficile momento suggeriva. Prendiamo in considerazione il costo dei servizi. In riferimento a questo, le scelte effettuate per il 2011 dall’’Amministrazione Comunale rappresentano per i cittadini un ennesimo salasso di cui le famiglie si accorgeranno a settembre, alla ripresa dell’attività scolastica. Tenuto conto delle tasse che i cittadini pagano, si può affermare, con piena cognizione di causa, che, con l’Amministrazione delle liste civiche,  vivere ad Osimo costa veramente molto di più. Infatti, oltre al “caro” irpef, che per gli osimani ha già raggiunto l’aliquota più alta, continua con Simoncini&Latini il caro tariffe. Per portare un esempio, è sufficiente fare riferimento alla tariffa dei rifiuti, che, dopo l’impennata del 16% dello scorso anno, continuerà ad aumentare per un valore medio del 6,16 %. E l’aggravio inciderà maggiormente su chi vive da solo: per questi, infatti, le bollette potranno aumentare da 3 a 10 €.   Anche gli asili nido, in Osimo, costeranno di più, in particolar modo le strutture gestite dalla Asso. Per il “Cullaverde” di San Biagio, che passerà sotto la gestione Asso, le tariffe per i nuovi iscritti, comprensive di 20 pasti, aumenteranno di circa 50,00 €, passando da 265,18  a 324,00 € per fascia oraria (7,30-13,00).
Aumenteranno, secondo i valori istat, anche le mense, il trasporto scolastico, l’assistenza domiciliare agli anziani, i centri aquilone e il centro diurno per disabili. Inoltre, rispetto al 2010,  è stato azzerato il fondo garanzia per le famiglie, previsto per un importo pari a 25.000 € e destinato a sostenere coloro che versano in particolari difficoltà economiche.
Il PD, in sede di bilancio, aveva posto al centro della discussione proprio il costo, a carico delle famiglie,  delle mense e degli  altri servizi, mettendo in evidenza come, sotto l’amministrazione delle Liste Civiche, le tariffe non avessero fatto altro che subire, negli anni,  continui aumenti. Inoltre  il PD aveva fatto notare come le tariffe, stabilite in misura uguale per tutti, non tenessero conto dei diversi redditi delle famiglie e non rispondessero,dunque, alle vere necessità di coloro che si trovano in difficoltà. Purtroppo, ad Osimo,  molti nuclei familiari sono costretti a rinunciare a tali servizi proprio per l’alto costo. Invitammo i nostri amministratori a tenere conto di tale realtà, ma l’Amministrazione Comunale, sorda alle proposte costruttive del PD, approvò tutti gli aumenti delle tariffe e fra questi anche quelle delle mense e del trasporto. Credo che i dati si commentino da soli e non corrisponde certo al vero che l’Amministrazione, per via delle ristrettezze economiche, abbia fatto della politica del sociale una priorità. Si apprende dalla stampa di questi giorni come ci sia un tentativo da parte di Simoncini di rivedere a ribasso alcune tariffe, seguendo proprio i suggerimenti del PD. Speriamo che questa volta l’Amministrazione Simoncini&Latini non si fermi ai proclami estivi, ma  faccia seguire ai medesimi atti concreti finalizzati  ad un effettivo abbassamento delle tariffe.
                                                        ************
Intanto, il Consiglio Comunale sembra si sia trasformato in un libro dei sogni. Infatti si discutono  più che altro  atti di indirizzo per progetti che, seppur buoni nella sostanza, probabilmente saranno destinati a permanere sulla carta. Mi riferisco al progetto di social housing, al progetto del parco naturalistico lungo il fiume Musone, un’idea che viene per l’ennesima volta riproposta, anche se con una veste diversa, al “quoziente Parma”, che dovrebbe prevedere agevolazioni delle tariffe per le famiglie numerose, nonché ai vari ordini del giorno che hanno tanto il sapore di propaganda politica per le liste civiche, ma che sono destinati a incidere poco sulla vita sociale della nostra città.
Ciò che, invece, dovrebbe essere discusso in Consiglio Comunale, in quanto  di sua propria competenza, sono ad esempio le linee d’indirizzo che riguardano le Società Partecipate. Siamo, infatti, venuti a conoscenza che il Sindaco ha inviato ad ogni Società Partecipata delle schede contenenti indirizzi strategici per l’anno 2011, indirizzi  sulla cui attuabilità lo stesso  Sindaco, ad una mia interrogazione con risposta scritta, ha dichiarato l’esistenza di un contraddittorio con i Presidenti delle società stesse. Ma c’è di più: alla mia richiesta di accesso agli atti per conoscere il contenuto di tali indirizzi strategici, il Sindaco ha risposto che la divulgazione degli stessi avrebbe potuto comportare pregiudizio all’azione dell’Amministrazione Comunale, negandomi dunque il diritto di accesso. Credo che a questo punto ogni possibile commento sia superfluo: i fatti da me esposti sono quanto mai eloquenti e la dicono lunga sul modo trasparente di gestire la cosa pubblica delle liste civiche e dell’amministrazione Simoncini-Latini. Ad ogni buon conto la questione verrà discussa nei prossimi Consigli Comunali grazie alle interrogazioni e alla richiesta presentata dal gruppo consiliare   del PD di invitare gli stessi Presidenti delle Partecipate a   relazionare sull’andamento delle società e dei servizi da queste gestiti. 
 
Paola Andreoni 
capogruppo PD Osimo

è domenica

L’albero

L’albero non rifiuta riparo neppure all’uomo che viene a tagliarlo.                                                                                                          

  (detto buddista )

Interrogazione: immotivato diniego all’accesso agli atti al consigliere comunale, in ordine agli indirizzi strategici trasmessi alle società partecipate del Comune di Osimo per l’anno 2011

Alla  c.a.    Sig.  Presidente del Consiglio Comunale
Alla  c.a.    Sig.   Sindaco     Comune di Osimo 
                                         

INTERROGAZIONE della  Consigliere
PAOLA ANDREONI

Oggetto:  immotivato diniego all’accesso agli atti al consigliere comunale, in ordine agli indirizzi strategici trasmessi alle società partecipate del Comune di Osimo per l’anno 2011

La    sottoscritta consigliere comunale, Paola Andreoni

Visto che l’amministrazione comunale con nota inviata il 12/2/2011 alle società partecipate ha indicato, per ognuna delle società, le linee guida e gli indirizzi strategici da seguire per l’anno 2011;
Viste le competenze in merito spettanti al Consiglio Comunale;
Visto che non è stato dato seguito alla richiesta di accesso agli atti che la sottoscritta ha rivolto all’Amministrazione al fine di avere copia della nota di cui sopra con le relative schede allegate;”,  
                                                           Interroga il Sindaco
                                                               per conoscere
1.  per conoscere gli indirizzi strategici, riportati nella suddetta nota, indicati dall’Amministrazione Comunale per ognuna delle società partecipate ;
2. per conoscere i presupposti, le motivazioni e gli scopi che hanno determinato tali indirizzi;
3. per conoscere le  motivazioni che hanno spinto l’Amministrazione Comunale a non farne partecipe il Consiglio Comunale stesso, come recita il TU ordinamento degli EE.LL – Dlgs. 267/2000 –  all’art. 42 Attribuzioni dei consigli   punto  g),  che attribuisce al Consiglio comunale la competenza in ordine agli  indirizzi da osservare da parte delle aziende pubbliche e degli enti dipendenti, sovvenzionati o sottoposti a vigilanza./2011   
Osimo lì, 29  giugno 2011                                                       
                                                          Il  consigliere  comunale
                                            capogruppo  del Partito Democratico
                                                                 Paola Andreoni

Interrogazione: indirizzi politici-gestionali impartiti dall’Amministrazione Comunale di Osimo alla società partecipata Park.O. spa per l’anno 2011.

Alla  c.a.    Sig.  Presidente del Consiglio Comunale
Alla  c.a.    Sig.   Sindaco     Comune di Osimo 
                                         

INTERROGAZIONE della  Consigliere
PAOLA ANDREONI

Oggetto:  indirizzi politici-gestionali  impartiti dall’Amministrazione Comunale di Osimo alla società partecipata  Park.O. spa per l’anno 2011.
La    sottoscritta consigliere comunale, Paola Andreoni

Venuta a conoscenza che l’Amministrazione Comunale con nota del 12/2/2011 inviata alla società Parko spa, società partecipata dal Comune di Osimo, ha indicato, fra gli altri, anche i seguenti indirizzi per l’anno 2011:
1) “ Riduzione in termini di chilometraggio del trasporto pubblico locale, eliminando corse con scarso numero di utenti”;
2) “Utilizzo voucher per sostituzione personale”;
3) “Progetti investimenti su ampliamento maxiparcheggio e trasformazione ex cinema Concerto in parcheggio a pagamento”;  
                                                           Interroga il Sindaco
                                                               per conoscere
1) Per conoscere in relazione all’indirizzo “ Riduzione in termini di chilometraggio del trasporto pubblico locale, eliminando corse con scarso numero di utenti” se sono state assunte determinazioni a tal riguardo da parte della società Parko spa,  in caso di risposta sia affermativa che negativa  si chiede di conoscere i contenuti delle determinazioni  e le motivazioni che le supportano;
2) Per conoscere in merito all’indirizzo “Utilizzo voucher per sostituzione personale” le determinazioni assunte e gli scopi che si intendono raggiungere con questa nuova modalità organizzativa; nel caso in cui non sia stata assunta tale determinazione si chiede di conoscerne le motivazioni;
3) Per conoscere in merito all’indirizzo “Progetti investimenti su ampliamento maxiparcheggio e trasformazione ex cinema Concerto in parcheggio a pagamento” le determinazioni assunte o in procinto di assumere da parte del CdA della Parko spa.   
Osimo lì, 27 giugno 2011                                                       
                                                          Il  consigliere  comunale
                                            capogruppo  del Partito Democratico
                                                                 Paola Andreoni

Interrogazione: determina di liquidazione n° 01/000670 del 31/5/2011, liquidazione di un primo contributo straordinario, per l’anno 2011 in favore della Associazione “Noi Anziani di Osimo”.

Alla  c.a.    Sig.  Presidente del Consiglio Comunale
Alla  c.a.    Sig.   Sindaco     Comune di Osimo 
                                         

INTERROGAZIONE della  Consigliere
PAOLA ANDREONI

Oggetto:  determina di liquidazione n° 01/000670 del 31/5/2011,  liquidazione di un primo contributo straordinario, per l’anno 2011 in favore della Associazione “Noi Anziani di Osimo”.
La    sottoscritta consigliere comunale, Paola Andreoni

Con riferimento all’atto di determina di liquidazione del Dirigente del Dipartimento Affari Generali n° 01/000670 del 31/5/2011  concernente la liquidazione di un primo contributo straordinario, per l’anno 2011 in favore della Associazione “Noi Anziani di Osimo”,  
                                                           Interroga il Sindaco
                                                               per conoscere
1. Le motivazioni poste alla base di detto contributo di € 40.000,00;
2. Una dettagliata ed analitica relazione di tutte le attività sociali svolte, e  solo genericamente menzionate, e di utilità sociale poste in essere dalla detta Associazione “Noi Anziani di Osimo”; 
3. Un rendiconto di come vengono impiegate tali somme;
4. Le motivazioni per le quali sono state richieste tali ingenti somme – con gli estremi dell’istanza, l’indicazione del numero di protocollo e della data;
5. La verifica della sussistenza dei presupposti che legittimano tale contributo;
6. Quale sarà l’ammontare complessivo previsto del contributo straordinario per l’anno 2011 a favore Associazione “Noi Anziani di Osimo”, dal momento che la determina parla di “.. un primo contributo”;
7. Trattandosi di un contributo straordinario, a quanto invece assomma l’ammontare del contributo ordinario per l’anno 2011;
8. Gli importi dei contributi elargiti a favore di detta Associazione “Noi Anziani di Osimo”, a titolo di contributo straordinario e ordinario per gli anni 2008, 2009 e  2010;
9. Il numero delle persone che compongono l’ Associazione “Noi Anziani di Osimo” ed i nominativi di chi sono i destinatari delle spese  a fronte delle quali vengono percepiti i contributi da parte di detta Associazione;
10.  Il nominativo del legale rappresentante dell’ Associazione “Noi Anziani di Osimo” e del beneficiario del mandato di pagamento a seguito della determina di liquidazione n° n° 01/000670 del 31/5/2011   
Osimo lì, 20 luglio 2011                                                       
                                                          Il  consigliere  comunale
                                            capogruppo  del Partito Democratico
                                                                 Paola Andreoni

Due notizie dal Palazzo che non posso lasciar passare senza commenti

Due notizie che arrivano dal Palazzo del Comune di Osimo,  a  firma delle Liste “Latini&Simoncini”:

  PROPOSTA DI MODIFICA DEL PIANO REGOLATORE        
  Nel prossimo consiglio comunale verrà presentata una proposta di modifica al piano regolatore per valorizzare il territorio agricolo.
In questo modo si intende preservare la città da interventi che potrebbero rivelarsi invasivi.

… che potrebbero rilevarsi invasivi ” . Ma come prima le Liste hanno voluto a tutti i costi ampliare e cementificare  oltremisura  la città e ora, solo oggi ( finalmente! ) si accorgono di quello che hanno combinato “… modifica per preservare la città da interventi che potrebbero rilevarsi  invasivi” .
Tutte le rimostranze  fatte in Consiglio Comunale dal PD e dagli altri gruppi di minoranza, tutte le iniziative e contestazioni pubbliche promosse dai vari Comitati Cittadini ( primo fra tutti il CODAT sempre duramente attaccato da Latini e soci), con questa “autoproposta” di modifica, oggi trovano fondamento, giustizia e verità.
Ricordo inoltre che questo Piano Regolatore promosso e voluto a tutti i costi dall’ “allora e diciamo attuale sindaco” Latini è attualmente 
in attesa del pronunciamento  del TAR in quanto contestato dalla Provincia perchè deliberato senza  i vincoli e le limitazioni imposte dell’organo territoriale di controllo.
Le Liste alla guida della città  riconoscono oggi pubblicamente di aver sbagliato, quello che hanno approvato  è un Piano Regolatore troppo invasivo per la nostra città

Tutti coloro che, come me,  hanno a cuore Osimo, le nostre colline e il nostro Paesaggio  non possono che  essere   felici  di questo pur tardivo ravvedimento, ma scusate:  quanto tempo inutilmente  si è perso, quanti soldi publici inutilmente si sono sperperati  per il lavoro  dei professionisti che hanno redatto un PRG oggi sconfessato, quanti soldi pubblici  inutilmente si sono spesi  per avvocati per difendere l’indifendibile davanti al TAR, quanti soldi sono stati fatti pagare ai cittadini proprietari terrieri costringendoli a pagare l’Ici su terreni messi prima edificabili e ora di nuovo agricoli.

Paola

——————————————————-

 CASE AGLI ITALIANI       
L’Amministrazione Comunale ha rinnovato il progetto delle case agli italiani, un intervento resosi ancor più necessario in questo delicato momento di recessione. Altri 6 utenti saranno quindi selezionati attraverso un apposito bando pubblico di prossima pubblicazione.

 Ho massimo rispetto per tutte le posizioni e per tutte le idee, che ognuno può esprimere nei suoi spazi, nei suoi giornali, nell’ambito dei propri amici-sostenitori, fra i suoi fan,   nel suo blog personale.
Ma  se le idee  o  proposte per la città vengono riportate in un contenitore  pubblico e  se espresse nella veste  istituzionale che si ricopre, allora  ci sono regole che devono essere rigorosamente condivise e rispettate: la correttezza,   il rispetto di tutti i possibili interlocutori, la verità  e la legalità .   

Le premesse per dire che ritengo questo post – scritto dal Sindacodal titolo ad effetto  ” case agli italiani”   –  inopportuno,e  grave la circostanza  che sia stato  pubblicato nel blog istituzionale del Comune di Osimo.

L’intenzione della Giunta di pubblicare un bando pubblico che  escluda  dalla partecipazione  tutti gli stranieri, anche se comunitari credo non risponda ai principi di legalità,  ho forti dubbi in merito, credo si tratti di un atto palesemente “discriminatorio” contrastante  con la normativa nazionale vigente.
Quanto brevemente e inopportunamente pubblicato è anche un messaggio offensivo verso gli osimani. Osimo anche in tempi  difficili come quelli che stiamo passando e che i nostri genitori e nonni hanno già vissuto,   ha sempre coltivato i valori della libertà, della democrazia, della convivenza, del confronto con culture, religioni, tradizioni diverse dalle nostre. Valori che sono alla base della Costituzione italiana.
Questo messaggio – “case agli italiani” – ( forse per il sindaco ad effetto ai fini di un facile  consenso elettorale)  mi ha anche ferita personalmente  perchè è stato pubblicato a pochi giorni da una tragedia avvenuta in Norvegia, paese  che io non considero “straniero”, che ha colpito giovani democratici che hanno un credo, quello di vivere in una società che non demonizza o emargina l’altro da sé, giovani che si battono  perché un essere umano non venga discriminato per il colore della propria pelle o per la sua fede religiosa, giovani che credono negli ideali di tolleranza ed antirazzismo.

In un  periodo storico difficile, in cui la profonda crisi sociale porta avanti disvalori, ansie e paura del prossimo futuro , chi guida una città non deve alimentare  spirali di intolleranza, ma invitare al rispetto ed “educare” alla civile convivenza.

Alle  richieste legittime dei cittadini per la necessità di una casa,  per un aiuto economico un Sindaco può e  deve dare risposte,    investendo più risorse nell’edilizia sociale per avere così più case da mettere a disposizione di tutti coloro che ne hanno  necessità, tagliando  dal Bilancio ogni possibile spesa non necessaria e destinando più  risorse per aiuti economici  in favore delle famiglie. 
Un percorso complesso e  troppo difficile  ?  Senza dubbio,  ma credo  l’unico percorribile .

Paola

Confindustria e sindacati chiedono misure anticrisi, il Governo risponde con il “processo lungo” !

Le parti sociali allarmate per l’andamento dei mercati finanziari, per i dati sulla disoccupazione e sulla ripresa che ancora tarda ad arrivare chiedono misure contro la crisi, il Governo risponde con il ‘processo lungo’ !
     Mentre l’Italia cola a picco il premier ordina ai suoi di portare avanti la legge sul “processo lungo” che di fatto farà andare in prescrizione tutti i processi che lo riguardano ma che scatenerà anche una reazione a catena che coinvolgerà milioni di procedimenti penali. 
     Ma che gli importa a Berlusconi del Paese e della Giustizia ?  Lui non governa per gli italiani ma solo per se stesso. L’ha dimostrato in più di una occasione in tutti questi anni in cui il popolo italiano ha dovuto subire questo flagello.
Ma quando arriverà il capolinea  per Berlusconi?

Paola

Se vuoi salvare il mare, non andare solo al mare Sabato 30 luglio: a Recanati (dalle ore 16,30 alle ore 19 si raccolgono le firme per la petizione contro il rigassificatore nel Conero.

Se i politici  ( di qualsiasi schieramento) – eletti per curare e tutelare la nostra salute, il nostro territorio e i nostri diritti – non ci pensano, perchè distratti o presi a curare altri interessi, tocca a noi cittadini, al nostro senso e dovere civico difendere il nostro PAESAGGIO e il nostro ambiente. 

Paola

Ricordo inoltre che è nato il “Comitato Nazionale Contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi”. Come prima iniziativa pubblica del Comitato Nazionale: si è levato un appello forte ed apartitico al Governo e a tutto il Parlamento, perché facciano rispettare la nostra Costituzione ed i diritti dei cittadini frodati, ingannati e danneggiati da questa maxi-speculazione della Green Economy Industriale in atto. Il gruppo, nato su facebook (http://www.facebook.com/groups/192311587488270), ma già attivo anche nella varie realtà  territoriali, ha ormai raggiunto e ampiamente superato la simbolica soglia “dei 1000” iscritti, nonostante si sia costituito solo da pochissimi giorni! Vi è un malumore dilagante, enorme, in tutta la Nazione, da un capo all’altro della penisola e sulle sue isole, che sta trovando così sfogo e forme di coordinamento ed organizzazione, attraverso il canale iniziale del social network di internet facebook, per reagire contro l’occupazione e sfruttamento dei terreni verdi e/ agricoli  per la Green Economy Industriale. Vi invito ad aderire anche per il tramite indirizzo facebook di  Nadia Bartoli.

La questione riguarda anche le nostre colline marchigiane terribilmente devastate da questa nuova speculazione industriale.

 

 

A quando il processo giusto ?

  Nitto Francesco Palma è il nuovo ministro della Giustizia in sostituzione di Angelino Alfano.
Ebbene! Avremo ancora leggi ad personam come scriveva il povero Angelino?
Sarà Palma prono al suo “benefattore” e gli favorirà vie di fuga dai suoi processi?
 Intanto oggi il governo pone al Senato la fiducia sul processo lungo. 
 Tra processo lungo e breve mai un processo giusto!…

 

Paola

Salviamo i siriani scomparsi!

Il figlio sedicenne di Muntaha è stato prelevato durante una manifestazione pacifica dalle forze di sicurezza siriane. Muntaha ha trascorso le ultime otto settimane alla ricerca di suo figlio, sfidando gli avvertimenti del regime siriano che anche l’altro suo figlio sarebbe “scomparso” se lei avesse continuato con la sua ricerca. La nostra azione urgente può aiutare suo figlio e le migliaia di scomparsi siriani.

Dal mese di marzo quasi 3000 persone sono state prelevate dalle forze del regime e scomparse in prigioni sconosciute. La comunità internazionale si è fatta sentire, ma ha fatto troppo poco per fermare questo attacco. L’India, il Brasile e il Sud Africa hanno legami stretti con la Siria e potrebbero fare pressione perché una delegazione internazionale in difesa dei diritti umani ritrovi i dispersi e riunisca le famiglie oggi spezzate.

La nostra enorme comunità globale può costringere i leader chiave ad agire ora, facendo pressione sulla Siria perché permetta a una delegazione internazionale di cercare le migliaia di dispersi. Firma la petizione: sarà consegnata attraverso i media più importanti al mondo, fra cui il Times of India, il Guardian, CNN e Der Spiegel.

 

Un cantante da ricordare

Grazie Pierangelo Bertoli per tutto ciò che di bello ha scritto e ci ha donato.

Paola

Diritto di voto agli stranieri residenti: un segno di civiltà e integrazione per i tanti immigrati presenti nella nostra Regione

     E’ partito  dalla Regione Toscana  il progetto (e mi risulta che abbia ad oggi aderito solo  la Regione Emilia Romagna)   per una proposta di legge in cui si chiede l’ introduzione del diritto di voto ai cittadini immigrati alle amministrative.
     In base a questo  disegno di legge si concederebbe,  a tutti gli stranieri e agli apolidi , la possibilità di eleggere e anche di essere eletti, per le elezioni locali, vale a dire le consultazioni per l’elezione del consiglio comunale e del sindaco, consiglio provinciale e presidente della provincia, consiglio regionale e presidente della giunta regionale.
 La proposta di legge si richiama  alla Convenzione di Strasburgo, sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, che prevede – per i cittadini stranieri e gli apolidi residenti in Italia come negli altri Stati membri -,   il diritto di elettorato attivo e passivo per le elezioni locali.
 Condizioni per esercitare il voto sono: 1) la residenza da almeno 5 anni, 2) la titolarità della carta di soggiorno o di permesso di soggiorno, 3) l’assenza delle condizioni previste come causa di esclusione del cittadino italiano dall’elettorato.

Mi auguro che anche la Regione Marche condivida ed aderisca a tale progetto di proposta di legge .

Paola

Produttività e qualità della vita: si possono CONCILIARE

    Se siete titolari di un’azienda, di un’impresa o di una ditta , questa pagina è dedicata a voi.
 C’è una legge che mette d’accordo produttività e qualità della vita: la legge 53/2000.
Aumentare la produttività dei propri dipendenti e renderli più felici non è frutto di una magia ma della capacità di andare incontro alle esigenze di tutti. Dal 2000 esiste una legge che finanzia le aziende che riescono a riorganizzare il proprio lavoro attraverso l’utilizzo di forme di flessibilità.
 Affrontare i temi della conciliazione puo’ essere un vantaggio per le imprese.
Essere sereni sul lavoro induce a dedicarsi ad esso con passione e impegno. Conciliare la vita e il lavoro significa liberare la propria mente da impossibili intrighi organizzativi per mettere energia e pensiero sul proprio lavoro, facendo diminuire in modo sensibile il fenomeno dell’assenteismo.
Vengono definite aziende family friendly, sono le imprese che tra i propri obiettivi pongono quello  di essere più “a misura delle famiglie”, agendo ad esempio sugli orari di lavoro, sulla flessibilità, sulla offerta  di servizi che aiutano i dipendenti a conciliare tempi di lavoro e impegni personali o familiari. L’impresa family friendly si comporta in modo socialmente responsabile verso il territorio in cui opera, ma persegue anche i  propri obiettivi produttivi, perchè conciliazione significa anche personale meno assente e più motivato…
Come si fa.
La Legge 53 del 2000, all’articolo 9 e recenti modifiche prevedono un interessante sistema di incentivazione a fondo perduto per le aziende che intendono attuare programmi articolati di riorganizzazione del lavoro sulla base dei nuovi strumenti di flessibilità che oggi sono disponibili e già largamente utilizzati dal mercato: turni  flessibili, orari prolungati, part-time.
L’ammontare massimo dei finanziamenti può arrivare fino a 1 milione di Euro per azienda.
A chi rivolgersi.
E’ possibile scaricare modulistica e Guida per la presentazione dei progetti ex art. 9 Legge n° 53/2000  dal sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel quale si trovano maggiori approfondimenti: http://www.lavoro.gov.it/

E il nostro Comune ( inteso come liste che governano la città), l’Assessore alle politiche familiari stanno facendo qualcosa per promuovere questa legge e le opportunità che offre in termini di conciliazione  dei tempi di lavoro con le esigenze della famiglia?
Come al solito, non si vede nulla in città, le aziende e le famiglie sono lasciate sole. Eppure basterebbero poche idee e proposte,  anche a costo zero:
si potrebbe ( e sarebbe il caso dire ” si dovrebbe ” ) offrire un servizio vero e proprio di aiuto alla conciliazione attraverso lo strumento del notiziario comunale e/o in via on line tramite il  sito comunale, riportando: cosa offre il territorio e il comune di Osimo alle mamme, ai papà, alle donne, alle aziende.  Insomma, un modo per vedere di sciogliere i nodi della vita quotidiana in tema di conciliazione dei tempi.
si può sensibilizzare la cittadinanza del territorio sulle potenzialità dei progetti di conciliazione;
si  può offrire un servizio ai privati e alle aziende in grado di informare sui temi della conciliazione e sui contributi della legge 53/2000 e sulle modalità di accesso a tali contributi;
si possono mettere in rete e socializzare alcuni progetti  aziendali che già sono partiti, verificando le modalità di svolgimento e i risultati che si stanno conseguendo, ecc….

 

Cordoglio per il militare ucciso

Mi auguro che i soldati italiani in missione sentano sempre il sostegno del Paese. Di fronte alla quarantunesima vittima italiana in Afghanistan non possiamo che unirci in un abbraccio sincero ai familiari e ai commilitoni del  militare caduto. Il Parlamento dovrà esaminare il decreto di rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero. Auspico che sia l’occasione per un confronto serio sulle finalità e gli strumenti della nostra presenza in quel teatro difficile, fuori da propaganda e strumentalizzazioni. Che il Governo e la maggioranza, confermi gli impegni assunti di fronte alla comunità internazionale anche per quanto riguarda la cooperazione economica e civile, componente essenziale delle nostre missioni.

La vicenda è davvero curiosa e vale la pena di essere raccontata.

 

           

              

 

COMUNICATO STAMPA  PD OSIMO

 Osimo lì, 26 luglio 2011  di Mauro Pellegrini

La vicenda è davvero curiosa e vale la pena di essere raccontata.

Un gruppo consiliare del Comune di Porto Recanati, socio anch’esso di Astea s.p.a.,  presenta una mozione in cui si impegna il Sindaco della città  a richiedere ad Astea di revocare l’atto deliberativo con la quale sono stati adeguati i compensi ai componenti del cda, sostenendo che il compenso del Presidente Astea s.p.a. è passato da 33.000 a 48.000, quello del Vice Presidente da 9.300 a 24.500, e quello dei consiglieri da 7.300 a 11.000 euro.

Anche ad Osimo la consigliere del PD Argentina Severini si accorge di questi numeri, e muove una garbata critica circa  l’opportunità di tali aumenti in un frangente di grave crisi economica quale quello che lo Stato e le famiglie italiane stanno attraversando.

Apriti cielo! Interviene sulla stampa un comunicato stampa dell’Astea, firmato niente meno che da “Ufficio stampa- Gruppo Astea”, in cui si fanno da un lato considerazioni  opinabili, dall’altro affermazioni gravi.

Da che l’Astea  esiste in città,  mai  si era permessa nella sua storia si usare frasi del tipo “sarebbe auspicabile da parte di forze politiche che si vogliono definire responsabili, fornire proposte concrete e non sterili polemiche“.

Comprendiamo la sete di poltrone delle liste civiche e il vecchio vizio di  voler occupare tutte le società pubbliche secondo la più vecchia e deprecabile logica della partitocrazia, ma che ora si arrivi ad usare una società pubblica comunale “di peso” come l’Astea per fare la lezioncina  al maggior partito di opposizione della città come ci si comporta per essere accreditati come forza politica responsabile, è davvero una caduta di stile grave e deprecabile.

Mi piace inoltre ricordare che di fronte ad alcune critiche assai più dure rivolte nel  passato all’Astea, mai il precedente amministratore delegato, dott. Giuseppini, si era permesso di usare toni simili; ma già, dimenticavamo, ora il ruolo tecnico e non politico di amministratore delegato, (come scrive l’Astea facendoci crepare dalle risate) è ricoperto dal noto professionista delle liste civiche Giancarlo Mengoni.

Avete capito tutti bene? Ma rileggiamo insieme il passo del comunicato stampa dell’Astea: “del tutto fuorviante e non pertinente  è l’indicazione della somma  di euro 48.000 annui percepiti dal Presidente, in quanto tale importo è la sommatoria tra quanto percepito come presidente e la carica non politica in capo al medesimo di amministratore delegato.(!!!)

Ma non è finita qui perchè l’ufficio stampa dell’Astea ci regala altre perle di saggezza: ci spiega infatti che per la carica tecnica di amministratore delegato il compenso è legato ad una indennità di risultato: in sostanza, per come ricordo che il meccanismo sia congegnato, è sufficiente che l’Astea faccia utili! Ma possiamo seriamente  chiamare questo meccanismo “indennità di risultato”?

E’ serio pensare che un gestore del servizio pubblico di acqua, luce, gas e  rifiuti, in regime pressocchè  di monopolio se si eccettua il gas, non faccia utile?

A forza di considerare l’amministratore un tecnico anche quando così non è, anche altre società osimane hanno iniziato a prendere questa piega: infatti nella  Park. O. il Presidente ora è anche amministratore delegato e pertanto il c.d.a. gli ha assegnato un compenso maggiore.

Di fronte a questi garbati  rilievi che ci paiono di assoluto buon senso, le Liste civiche intervengono con  il solito polverone tirando in ballo, ma non si capisce a che proposito,  le indennità di componenti di due distinte società (una di rilevo provinciale e una di ambito regionale) dei consiglieri Andreoni e Pugnaloni. In verità la cosa si capisce e come: quando non si sa cosa rispondere,  conviene buttarla in “caciara”, come si dice in gergo romano.

Infine un’ultima osservazione: i comunicati stampa delle liste civiche escono sempre non firmati: gradiremmo che qualora il consigliere Dino Latini scrivesse di suo pugno questi comunicati stampa, usasse la cortesia di apporre la sua firma. Comprendiamo la sua opportunistica e camaleontica  politica che in Regione lo porta a stare ben stretto in maggioranza con il PD, mentre a livello locale riserva  al PD tutt’altro trattamento, ma questi sono problemi suoi. Se, come le liste civiche scrivono nei numerosi manifesti 6×3 che affiggono in città, il Partito Democratico e il centro sinistra sono così nefasti, perchè il consigliere regionale dell’API non esce dalla maggioranza?

 
Il segretario  PD  Osimo
   Mauro Pellegrini

Eurodeputati, Parlamentari e Consiglieri Regionali: Italiani i più pagati d’Europa

Quale può essere il compenso appropriato per i parlamentari italiani che, come è noto, sono i più pagati d’Europa (vedi Corriere della Sera)? Un criterio equo può essere quello di commisurare lo stipendio dei parlamentari al benessere economico dei propri cittadini, vale a dire uno stipendio rapportato a quelli che sono i soldi che porta a acasa un impiegato o un operaio italiano.

 Anche negli altri Paesi europei è questo il criterio che si utilizza per remunerare l’attività del Parlamentare e dei Consiglieri Regionali. E allora che si provveda al più presto a prendere misure adeguate. Aspettiamo fatti naturalmente e non le solite belle buone intenzioni

Seguono gli stipendi – riportati dal Corriere della Sera –  dei  parlamentari europei. Da precisare che i dati sono riferiti al giugno 2005  e quindi inferiori agli attuali.

Ne risulta che un eurodeputato italiano percepisce in un mese (12.007,03 euro) quasi quanto un lèttone prende in un anno.

Italia 144.084,36 euro
Austria 106.583,40
Olanda 86.125,56
Germania 84.108
Irlanda 82.065,96
Gran Bretagna 81.600 euro
Belgio 72.017,52
Danimarca 69.264
Grecia 68.575
Lussemburgo 66.432,60
Francia 62.779,44 euro
Finlandia 59.640
Svezia 57.000
Slovenia 50.400
Cipro 48.960
Portogallo 41.387,64
Spagna 35.051,90
Slovacchia 25.920 euro
Rep. Ceca 24.180
Estonia 23.064
Malta 15.768
Lituania 14.196
Lettonia 12.900
Ungheria 9.132
Polonia 7.369,70 euro

Da rilevare che un eurodeputato italiano percepisce in un mese (12.007,03 euro) quasi quanto un lèttone prende in un anno.

Credo che sia ora di intervenire su questi incomprensibili   privilegi e vale lo stesso discorso per il Parlamento e per i Consiglieri Regionali.
Aspetto che anche Latini pubblichi i propri redditi così come dovrebbero fare tutti gli eletti, gli amministratori pubblici e i vari funzionari.

Paola