Renzi riesce dove altri hanno tentennato e rimandato: Il PD ha aderito al PSE:

PSEFinalmente anche  il PD  aderisce al PSE (Partito Socialista Europeo) con “121 sì, un voto contrario (Beppe Fioroni), due astenuti su 125 presenti”.
Un bravo a Renzi che è riuscito dove altri, per primo Veltroni, non sono mai arrivati nell’impresa di far  collocare con chiarezza i democratici italiani nel Parlamento Europeo.
E oggi inizia il congresso del PSE a Roma.
Paola

Chi tace sta zitto: L’Amore al tempo dei CINQUE STELLE.

“L’Amore al tempo dei Cinque Stelle”. 

1939647_1421077041473297_82329509_ndi Luca Lanari
( chi tace sta zitto )

Due bellissime foto della Storia della scuola osimana

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Sai de Osimu se…

Oggi il prof. Franco Graciotti ha pubblicato su fb due bellissime immagini, che qui ripropongo, ognuna accompagnata da un  commento 
scuo 65456Su la Tore de Pisa,1955, i maschietti de le Magistrali, el Vescovo e Pangrazi. Le solite facce da ciambotti meno Carlo Gobbi che pare Little Tony e Franco Del Prete co’ lo sguardo fregarolo… ” ( Franco Graciotti )

scuolak45Le Magistrali in gita a Lerici (1955). C’è el Vescovo, Galliano Pangrazi e na mucchia de futuri maestri e maestre che ntei cinquant’anni dobo hanne sdirozzato mezza Osimo!
…Sono passati 60 anni e qualche nome mi sfugge, anche perchè alcuni/e non erano osimani. Comunque Fra le ragazze riconosco: Rossana Prosperi, Franca Costantini, Elia Giuliodori,  Sandra e Aide Alessandrini, una Parini, Marcella Feliziani, Santarelli, Matia Pia Dall’O, Ilda Belli, Titina De fraia e la sorella. Tra i maschi, di Osimo, Leonardo Pallotta, Carlo Gobbi, Oriano Guzzo, Adalberto Minucci, Franco Del Prete e il sottoscritto. on riesco a ricordare il nome del frate che insegnava lettere. 
( Franco Graciotti ) 

Come sottolinea il prof. Graciotti questi, allora, giovani studenti delle Magistrali sono diventati gli educatori e seminatori dei saperi nella nostra città.
Ognuno di loro avrà portato  il proprio metodo, qualcuno ispirandosi a Danilo Dolci, altri avranno sperimentato le teorie di Alberto Manzi e qualcuno avrà fatte sue le idee di  don Lorenzo Milani, ma tutti  li ricordiamo ed immaginiamo animati dalla stessa  passione e pazienza. I nostri Maestri … e oggi, la storia continua.
Oggi, la Scuola è sempre più ricca di strumenti tecnologici, dotata di  nuovi più raffinati metodi di formazione –  ma sempre grazie ai suoi “maestri”  – continua ad avere  la stessa ed unica finalità: insegnare a pensare.
Grazie Maestri e grazie al prof. Franco Graciotti per aver rammentato  i nomi di alcuni educatori che hanno fatto la storia della scuola della nostra città.
Paola

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L’attenzione alla Scuola

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E’ con il “batticinque” che Renzi pensa di ricostruire la Scuola pubblica Italiana ?

Apprezzo la grande attenzione che il primo Ministro Renzi ha deciso di dare alle politiche per la scuola. C’è da chiedersi però perchè non passare immediatamente dalle parole ai fatti? Ci sono già , ad esempio, depositate nelle Regioni i progetti presentati dalle amministrazioni per accedere ai 150 milioni di euro messi a disposizione dal Decreto del Fare.
Sono progetti immediatamente operativi finalizzati per la messa in sicurezza delle scuole ma, ad oggi, non finanziati perché le risorse a disposizione erano scarsissime. Per dar seguito ai buoni propositi del neo governo Renzi si potrebbero far partire da subito “mettere in  cantiere” questi progetti,  tutti mirati a garantire la salute di studenti e lavoratori, a partire dagli interventi di bonifica dell’amianto.
Partire subito da quello che c’è già , a che serve  girare per le Scuole e chiedere ai ragazzi per quale squadra di calcio sono tifosi? Accanto alla messa in sicurezza, si potrebbe poi cominciare ad uscire dalla logica dell’emergenza e puntare a costruire nuove scuole o a rendere quelle esistenti più moderne, dotate di strutture al passo con i tempi come osserviamo, girando per l’Europa, stanno facendo tutti gli altri Paesi.
Il nostro Paese ha bisogno di una nuova scuola per nuovi cittadini
Paola

Chi tace sta zitto: Nuovo governo Renzi.

Nuovo governo Renzi . 

6fdi Luca Lanari
( chi tace sta zitto )

Nella giornata in cui nasce il “governo presuntuoso di Renzi”, la notizia è il ritorno di BERSANI.

bERSANI 8574In momenti così incerti il ritorno alla Camera di un Bersani ormai ristabilito dal malanno di inizio gennaio riempie il cuore e dà un filo di speranza. La politica ha ancora bisogno della sua umanità. Soprattutto una politica che ha anch’essa bisogno di guarire.
Un grande abbraccio, Pierluigi!

“Anche la politica deve guarire”. La prima intervista a Pier Luigi Bersani dopo l’operazione

Pier Luigi Bersani_dopo la guarigione  intervista di Claudio Sardo a Pier Luigi Bersani (l’Unità, 23 febbraio 2014)

Pier Luigi Bersani sta bene. È dimagrito ma l’ho visto mangiare con appetito, rendendo il giusto onore a quegli straordinari tortelli piacentini fatti in casa. Sulla testa sono ormai pallidi i segni dell’operazione che ha bloccato la sua emorragia cerebrale: bisogna cercarli per riconoscerli. Gli sono pure ricresciuti i capelli (dove possono). Da quella drammatica mattina del 5 gennaio non ha più fumato: «Nessuno me lo ha imposto, ma visto che c’ero…». Il suo volto, le reazioni, lo sguardo sono quelli di sempre. E così la voglia di scherzare, che penso sia diventata per lui una sorta di autodisciplina, un modo per darsi un limite, per non prendersi mai troppo sul serio.
I collegamenti con Roma tornano a farsi giorno dopo giorno più intensi, soprattutto attraverso il telefonino che ronza nonostante la moglie Daniela fulmini quell’oggetto con gli occhi. La passione per la politica resta per lui una carica vitale. S’arrabbia nel parlare delle cose che non gli sono piaciute in questi giorni, a partire dai modi con i quali Renzi ha scalzato Letta e imposto, con la forza, il suo governo senza aver dato una spiegazione compiuta…
(continua a leggere)

Eugenio Scalfari: Recondita armonia di bellezze diverse

giornale La Repubblicadi Eugenio Scalfari, 23 febbraio 2014. Era molto ardito quel fantasioso pittore che amava la bruna, sognava la bionda e intanto cospirava con i repubblicani per buttare giù il Papa.
La scorsa settimana ero abbastanza triste per il modo inconsueto e molto crudele col quale la direzione del Pd aveva sfiduciato Enrico Letta. Mi venne in mente la canzone jazz americana “Stormy Weather”, tempi bui, e la citai nel mio articolo domenicale e nel titolo. Ma oggi è diverso. Oggi, sia pure con qualche cautela, dobbiamo festeggiare l’ascesa al potere di Matteo Renzi, il rilancio in programma della crescita economica, dell’occupazione, dei giovani, il compimento della riforma elettorale, la diminuzione delle tasse, la riforma della pubblica amministrazione, la semplificazione cioè la modernizzazione dello Stato e il prolungamento della vita del governo fino al termine naturale della legislatura nell’aprile del 2018.
È lungo quest’elenco, anche solo a snocciolarne i titoli. Ricordo che Letta fu contento perché per esporre il suo programma, che la direzione del Pd neppure esaminò, aveva scritto 54 pagine. Ma qui, per illustrare quello di Renzi, ce ne vorrebbero almeno 500. Per ora non ci sono, anzi non ce n’è neppure mezza. C’è soltanto l’elenco dei titoli che abbiamo sopra elencato, c’è un doppio criterio che Renzi ha ribadito più volte venerdì nelle sue dichiarazioni successive alla nomina ricevuta dal Capo dello Stato e cioè: concretezza e trasparenza. E c’è anche la tempistica: sei mesi per la legge elettorale, che invece fino all’altro ieri sembrava doversi collocare entro questo mese ed è stata, giustamente, agganciata alla riforma del Senato che richiede una legge costituzionale e una maggioranza comprensiva di Berlusconi.
Gli altri obiettivi invece saranno “avviati” e in buona parte effettuati entro quattro mesi, uno al mese cominciando dal lavoro e dall’occupazione. No, non state sognando, la tempistica indicata da Renzi è proprio questa: un mese per risolvere quei problemi (quasi secolari). Quattro problemi, quattro mesi e il pranzo è servito. E noi dovremmo festeggiare? Un governo di otto donne e otto uomini, il premier più giovane della storia italiana a partire dal 1861. Un altro esempio di grande gioventù per la presa del potere (ancora molto più giovane di lui) fu quello di Lorenzo il Magnifico, anche lui di Firenze, ma erano altri tempi. Anche Napoleone arrivò al vertice più o meno sui trent’anni e non parliamo di Alessandro Magno. Ma erano appunto tempi diversi.
Tra i moderni in Italia, abbiamo un campione; perciò in alto i calici. Personalmente purtroppo ho il divieto medico di bere alcol perciò – il presidente del Consiglio mi scuserà – brinderò alla salute sua e del governo da lui formato con una Coca light. Spero ne sarà ugualmente contento.
Ci sono però in più due punti che vorrei precisare prima di analizzare la situazione attuale del nostro Paese. E sono questi. Il direttore della Stampa, Mario Calabresi, riscontra nel nuovo governo e in Renzi che lo presiede una leggerezza che gli ricorda il Calvino delle Lezioni americane e ne trae ottimi auspici. Non so quanti siano i membri del nuovo governo che abbiano letto le Lezioni americane. L’amico Calabresi, che formula quell’auspicio, certamente le conosce ma ha dimenticato di dire che il personaggio che Calvino indica come la personificazione della leggerezza che lui intende era – pensate un po’ – Guido Cavalcanti. Francamente non pare che Renzi abbia qualche affinità con Cavalcanti. Ezio Mauro nel suo editoriale di ieri giudica Renzi un po’ bullo. È chiaro che con Cavalcanti non ha nulla a che fare.
La seconda affermazione si rifà a una dichiarazione del neo-premier subito dopo l’investitura ricevuta al Quirinale. Ha detto testualmente: “Il mio governo è il più di sinistra degli ultimi 30 anni”. Dice così ma non sembrerebbe. Personalmente, se dovessi dare un attributo, direi che è un governo pop. Forse la sinistra è diventata pop. Non so se sia un progresso. Speriamo di sì.
***
Una novità c’è sicuramente: questo non è più un governo del presidente della Repubblica, come accadde con Monti e con Letta. Questo nel bene e nel male è il governo di Renzi e del suo partito. Napolitano l’ha nominato e non poteva far altro visto che il partito di Renzi ha la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato dove la maggioranza assoluta viene raggiunta con i voti di Alfano e dei pochi senatori centristi.
Ma c’è un’altra maggioranza della medesima importanza sulla quale né la legge elettorale né le riforme costituzionali potrebbero esser fatte ed è quella stipulata, con “piena sintonia”, con Forza Italia di Silvio Berlusconi, il quale ha manifestato ampia adesione all’incarico che Renzi ha ricevuto.
Al punto che ieri il Cavaliere avrebbe espresso apprezzamento per la nomina della Guidi allo Sviluppo economico e comunicazioni, vantandosi di avere un ministro pur stando all’opposizione. C’è un problema per il premier e non è da poco. Anche perché tutto è confermato da una cena avvenuta lunedì a casa di Berlusconi, con la Guidi e suo padre tra gli invitati.
Ci sono dunque due maggioranze che per ora sostengono il nuovo governo, le quali però – è bene averlo presente – non vanno d’accordo tra loro perché Berlusconi, se solo potesse, vorrebbe distruggere Alfano e reciprocamente. Renzi e il suo partito sono perciò il perno che usa a proprio beneficio questa dicotomia. Durerà fino al 2018 o si sfascerà prima? Molto dipenderà anche dall’esito delle elezioni europee ma soprattutto dai risultati che nel frattempo il nuovo governo otterrà in materia economica.
Napolitano non aveva altre soluzioni, ma alcuni elementi della situazione dipendono pur sempre da lui. Per esempio lo scioglimento delle Camere; per esempio l’approvazione preventiva dei decreti e la promulgazione delle leggi o il loro rinvio al Parlamento nei casi di dubbia costituzionalità. Insomma ha ripreso un ruolo non più determinato dall’emergenza, anche se l’emergenza c’è ancora ma con caratteristiche diverse.
Con intelligenza e coraggio del quale è giusto dargli atto, Renzi ha detto che i rischi d’un insuccesso ci sono ma bisognava correrli ed ha aggiunto che lui e il suo partito ci mettono la faccia; se sbaglieranno pagheranno. Si è però scordato di aggiungere che se sbaglieranno pagherà anche il Paese e sarà esattamente il Paese a pagare il prezzo più alto.
In quel deprecabile caso, che dobbiamo tutti cercar di scongiurare, ciascuno operando responsabilmente nel campo che gli è proprio, quali sono le alternative? Solo il populismo dilagante?
Quello è certamente il pericolo da scongiurare, ma ce n’è un altro che a mio avviso è più concreto: se Renzi dovesse fallire noi saremo commissariati dall’Europa con tutte le conseguenze del caso; ma avremo anche contribuito col nostro fallimento a danneggiare fortemente l’Europa nella sua evoluzione. Il nostro continente diventerebbe irrilevante nell’economia globale con tutte le conseguenze del caso. La faccia di Renzi è a rischio e questo è il suo coraggio, ma se solo fosse questo ce ne potremmo tranquillamente infischiare. Il rischio è in realtà terribilmente più elevato ed è opportuno esserne consapevoli.
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C’è un punto che resta assolutamente oscuro: fino a cinque o sei giorni prima del pronunciamento della direzione del Pd che abbatté Letta e votò per il nuovo governo, Renzi aveva confermato che mai e poi mai avrebbe messo fuorigioco il governo esistente, almeno fino alla conclusione del semestre italiano di presidenza europea. Non sosteneva che quel semestre fosse di grande importanza (anche Berlusconi la pensa così, ma Renzi ora su questo punto ha completamente cambiato idea) ma lui comunque non sarebbe intervenuto e si sarebbe unicamente occupato del partito, cosa che era di grande importanza e ci aveva preso gusto a portarla avanti.
Proprio in quei giorni, cioè un paio di settimane fa, a me capitò di partecipare nella trasmissione di Lilli Gruber ad un dibatto con Delrio che non conoscevo ma sapevo bene chi fosse.
Delrio, su domanda della Gruber e anche mia, ribadì che Renzi non pensava affatto a sostituire Letta e che lui era dello stesso parere e l’aveva consigliato a mantener ferma quella posizione. Ricordo che Delrio era ministro del governo Letta.
Accadde invece che a pochi giorni di distanza anche Delrio abbia cambiato radicalmente opinione e sia stato tra i più fidati dei luogotenenti del leader a spingerlo verso la presa del potere a Palazzo Chigi. In quei giorni Delrio era in predicato per assumere la guida dell’Economia, del quale non risulta abbia particolare esperienza.
Come si spiega questo improvviso cambiamento, talmente sorprendente che, quando avvenne e ancora fino a venerdì scorso, Renzi non aveva affatto formato la squadra di governo e si aggirava tra i nomi di Montezemolo, Baricco, Farinetti, Guerra, Boeri, Moretti ed altri che alla fine sono risultati indisponibili? Che cosa ha spinto Renzi e Delrio a “metter la faccia” loro e quella dell’intero Paese?
Io non so dare alcuna risposta e neanche Renzi la dà. Dice che la situazione era divenuta insostenibile. Perché? E perché non se n’era accorto nei quattro o cinque giorni prima della direzione del partito? Mi sorge un dubbio: forse aveva capito che la situazione congiunturale stava migliorando e che a metà agosto si sarebbe consolidata la fine della recessione con i primi effetti positivi e con il relativo successo di Letta. Questa prospettiva avrebbe messo lui in una posizione secondaria, perciò non c’era tempo da perdere.
Capisco che questa ipotesi è maliziosa, ma altre non ne vedo e voglio ricordare che Renzi aveva riferito anche a Napolitano le sue intenzioni di non insidiare il governo esistente. Questo rinnova la domanda: perché il neo-premier ha cambiato idea?
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Il problema che adesso si pone (e dovrebbe esser risolto entro un mese stando alla tempistica renziana) è, per dirla in breve, un abbattimento sostanziale del cuneo fiscale o di qualche provvedimento che gli somigli, la ripresa dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione verso aziende creditrici, la ripresa degli investimenti; il tutto insieme ad una diminuzione del debito pubblico e della pressione fiscale sulle fasce povere della popolazione.
Sono gli stessi temi reclamati da Squinzi e dalla Confindustria i quali, però, alle domande rivoltegli, non hanno mai indicato le coperture che rispettino il limite del 3 per cento del deficit, ricordato da Visco a Renzi nel colloquio di tre giorni fa come asticella invalicabile.
Da calcoli fatti da attendibili osservatori le cifre necessarie oscillano tra i 50 e i 70 miliardi. Ma quand’anche ci si limitasse allo strettissimo necessario facendo passare degli straccetti di carne per bistecche alla fiorentina, ce ne vorrebbero come minimo 40. Da prendere attraverso la spending review. Tagliando gran parte delle inutili sovvenzioni ad imprese del tutto improduttive se ne tirano fuori una trentina e un’altra decina tassando le rendite finanziare. Ma per realizzarle se ne parla alla fine dell’anno perché la bacchetta magica Renzi e Delrio non ce l’hanno.
Avevano detto un mese. Ben che vada ce ne vorranno otto di mesi anche se si aggiungesse – come pure sarebbe necessario – un’imposta edilizia con andamento decisamente progressivo per far fronte agli esodati e ai lavorati delle imprese messe a secco dai tagli della spending review. Il compito spetta al ministro del Tesoro Padoan, il solo ministro che a bocca storta Renzi ha dovuto accettare dal fermo suggerimento di Napolitano.
Purtroppo lo stormy weather permane. Al più ci si può consolare con la “Recondita armonia di bellezze diverse” cantata da Mario, il protagonista della Tosca, come apertura dell’opera. Era molto ardito quel fantasioso pittore che amava la bruna, sognava la bionda e intanto cospirava con i repubblicani per buttare giù il Papa. Alla fine fu fucilato e gettato nel Tevere. Segno che troppe cose insieme non si possono fare.

Sandro PERTINI

I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi,
di onestà, di coerenza e di altruismo.

 Sandro Pertini

Pertini Sandro

nell’anniversario della morte, 24 febbraio 1990.

Ma gli italiani vogliono l’acquisto di strumenti di guerra o assicurare la piena garanzia del diritto alla salute ?

F35-Nel prossimo triennio il governo italiano spenderà quasi 2 miliardi di euro per l’acquisto dei caccia F35, mentre la Legge di stabilità 2014 ha tagliato gli stanziamenti per il Servizio sanitario nazionale di 1 miliardo e 150 milioni di euro negli anni 2015-2016. È quanto denuncia il dossier “Caccia F35, la verità oltre l’opacità”, presentato  martedì 18 febbraio, presso la sede della Fondazione Basso, a Roma, dai promotori della campagna “Taglia le ali alle armi”.
Secondo il rapporto, infatti, ad oggi sono stati già spesi 3,4 miliardi di euro per l’acquisto dei primi caccia destinati all’Italia e per la realizzazione del programma, ma altri 10 miliardi sono la cifra necessaria per portare a termine il programma d’acquisto fino al 2026. Nei prossimi tre anni, però, se fosse confermato l’acquisto da programma, la spesa ammonterebbe a 1.950 milioni di euro, in media 650 milioni l’anno. Secondo i promotori della campagna, però, c’è ancora tempo e modo per destinare tali risorse ad altri capitoli di spesa, senza incorrere in penali per la fuoriuscita dal programma Joint Strike Fighter.
Secondo il dossier, il costo per ogni F35 si aggira intorno ai 135 milioni di euro, ma il vero prezzo da pagare lo mostra il confrontato con quanto si potrebbe fare con la stessa cifra in altri ambiti. Con le stesse risorse, spiega il dossier, è possibile:
retribuire oltre 5mila ricercatori per un anno;
mettere in sicurezza 135 scuole;
comprare 21 treni per pendolari per un totale di oltre 12mila posti a sedere;
avviare 20mila giovani al Servizio civile nazionale.
Non solo. Secondo il dossier, il costo di un F35, è pari:
alla spesa necessaria per la garanzia di 33.750 borse di studio di 4mila euro per gli studenti universitari;
la costruzione di 405 nuovi asili capaci di accogliere 12.150 bambini creando al contempo 3.645 nuovi posti di lavoro;
l’accoglienza dignitosa di 10.567 richiedenti asilo per un anno.
Un confronto, quello presentato nel rapporto, che in tempi di crisi mostra tutta la sua drammaticità.
In particolare con lo stanziamento medio annuale previsto per i prossimi tre anni di 650 milioni di euro si potrebbero creare 26mila posti di lavoro qualificati o rispondere al disagio abitativo con politiche di recupero dell’edilizia residenziale pubblica. Per Grazia Naletto, portavoce di “Sbilanciamoci!”, si tratta di un confronto stridente. «Ci sembra che queste siano proposte di impiego di risorse pubbliche che vanno in una direzione molto più attinente a quelle che sono le vere esigenze del Paese.

Su questo strumento di morte vedremo come si muoverà il nuovo governo, sperando in un cambiamento di rotta.
Paola

Un governo che mi sembra non dica nulla di nuovo: stessa alleanza, stessi problemi.

Spiace dirlo, ma il governo targato Matteo Renzi, delude subito  le mie attese. Anche il nuovo che si vuole rappresentare sa di vecchio. La squadra scelta dall’ex sindaco di Firenze, è infarcita di politici scelti con il manuale Cencelli. E’ figlio della spartizione tra i partiti e nei partiti. Scorrendo i nomi si capisce, quanto sia grave la crisi che attraversa anche il Pd. Tutti ci auguriamo che il nuovo governo faccia bene, ne va del futuro del nostro Paese.
Le premesse non sono tra le migliori. Spero di sbagliarmi ma nutro forti dubbi. L’esuberanza non basta, e tanto meno l’eloquio fluente del fiorentino. Ora bisogna passare ai fatti. Vedremo.
Un ultimo appunto: l’esclusione di Emma Bonino  e di Cécile Kyenge.
La prima probabilmente paga l’appartenenza ad un minuscolo raggruppamento. La seconda forse, per il “coraggioso” Renzi, era diventato un nome troppo ingombrante e l’ha esclusa su indicazione degli alleati di destra.
Di fronte ai neoMinistri, i nomi della Bonino e di Cécile Kyenge restano, a mio modo di vedere,  dei Giganti.
Grazie Cécile Kyenge per quanto hai fatto e mi auguro che continuerai, da parlamentare e nel PD,  la battaglia per rendere questo Paese più civile.

L’ultima volta ✿⊱✿⊱

 

    Una nota per ogni domenica

                                                                                       

                                                                                        –

               –

Buona Domenica,  con una stupenda  canzone 
e con le immagini di un bellissimo film ( “dieci inverni”). Grazie Francesco

” L’Ultima Volta ” ‪✿⊱✿⊱‬

…Ovunque un qualcosa lasciato al domani 
un’attesa di sogno e di oscuro 
un qualcosa di incerto e insicuro.

…quando il giorno dell’ultima volta 
che vedrai il sole nell’albeggiare 
e la pioggia ed il vento soffiare 
ed il ritmo del tuo respirare 
che pian piano si ferma e scompare.✿⊱✿⊱

Un abbraccio Paola

Sai de Osimu se: la Scuola

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Sai de Osimu se…

continua  nella rete a riaffiorare i vecchi ricordi e le foto della storia di Osimo, dei modi di dire, e delle memorie  legate ad alcuni personaggi più caratteristici della nostra città.
Propongo al numeroso gruppo di faiceBucchiani , e non solo,  di tirare fuori dai nostri  cassetti – per  condividerle insieme – le foto degli anni della scuola e raccontare dei Maestri, dei professori e dei nostri compagni di scuola.
Ricordare la nostra SCUOLA osimana, i nostri compagni con i quali abbiamo condiviso anni di emozioni e di spensieratezza. Ricordare, anche per ringraziarli,  il maestro o il professore che ci ha insegnato l’italiano, la matematica ecc. ma che ci ha insegnato anche cosa è la vita e che cosa significa vivere.
Un ringraziamento, un vero e proprio omaggio ai nosri Maestri e una “rimpatriata” con i compagni di banco.
Questa l’idea che propongo, dalla quale  potrebbe scaturire una mostra di foto e racconti che ripercorre i passi, come un viaggio, della scuola osimana. Aspetto vostri scritti e foto.

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11.
I  racconti della scola osimana:
Una foto che sembra uscita fuori dal libro di Edmondo De Amicis: i ragazzi della V^ elementare 1936-37
I personaggi hanno altri nomi, non sono: Bottini Enrico,  Coraci  il calabrese sempre vestito di nero, Coretti quello sempre allegro, figlio del rivenditore di legna, e che arriva a scuola stanco morto per aiutare il Padre. Crossi  quello con i capelli rossi, che ha un braccio paralizzato, e, che aiuta la mamma che fa l’erbivendola, mentre  il padre è in carcere ma lui non lo sa, gli hanno detto che è in America. Derossi Ernesto il primo della classe, però generoso, che  aiuta chi non è in grado di fare il compito in classe. Franti, il più discolo e indisciplinato della classe sovente cattivo. Garoffi il commerciante nato che  raccatta ogni cosa. Garrone,  il più buono ed è anche il più forte fisicamente, enorme di statura; tutti lo rispettano ma è anche bravo in aritmetica. Nelli,  il povero gracile gobbino,  protetto dal generoso Garrone che sarà suo vicino di banco. Nobis Carlo,  il signorino, gelosissimo di Derossi, . Precossi Pietro il figliuolo del fabbro ferraio, quello piccolo, smorto, e sempre malaticcio, Rabucco Tonino chiamato il Muratorino, figlio di muratore. Robetti Giulio il piccolo eroe.
Ma le loro storie saranno state simili, sono gli scolari della V^ elementare dell’anno scolastico 1936/1397 della vecchia scuola Santa Lucia del centro di Osimo. Il maestro si chiamava Emilio Nicolini, insegnante che formò una generazione di ragazzi osimani. Questi i nomi dei ragazzi, oggi anziani e purtroppo molti di loro non più vivi.

classe 1936_1937

(clicca sulla foto per ingrandirla)

Re RobertoBattaglia AngeloPolinori GiuseppeSalomoni FedericoEspositi FrancescoBrandoni SilvioVescovo LuigiPesaresi AlbertoCeroli PieroAndreani DinoAndreoni Fausto ( mio padre), Streccioni FaustoDuranti OrlandoColtrinari GiuseppeEusebi AntonioAntonelli MarioRagnini FerdinandoPugnaloni Mario,Graciotti EmilioBelelli AntonioSantarelli ArmandoCanonico Antonio,Antonelli EnricoPolacco  SinibaldoTesta ClementeCapogrosso DanteFagioli AntonioMosca VinicioMarconi CesareBelli AntonioCedrati AlbertoGasparetti VastoMontesi Primo e Marinelli Piero.
Come i personaggi del libro cuore chissà quante belle storie si celeranno dietro i volti sorridenti di questi giovani osimani, chissà quali erano i loro nomignoli, quali mestieri facevano i loro padri, dove i percorsi della vita li hanno indirizzati…. ( Paola Andreoni )
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1937-39 insegnante Natalini Dardani Re. Alunne: Gina Caporaletti, Lidia Stronati, Aldina Cupido, Maria Antonelli, Maria Badaloni, Giannina Pirani, Lina Marra, Delia Polenta, Elvira Morresi, Giuseppina Strappati, Maria  Rossini, Ersilia Maggi ……

zia Lidia 1937

zia Lidia alunni 1 classe 1937_1938

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Se ginnastica alle medie te l’ha fatta Pesarini !! A me me l’ha fatta Lombardi ,ogni volta che lo vedo penso :ma quanti cacchio de anni ha so vecchio io ? Lu me pare sempre uguale ! e perchè Pesarini ?? ancora dà le cighe dentro la scuola guida ? bisognerebbe studiarli , avranno il gene dell’immortalità.
Pesarini avea importado dall’ ameriga il beseboll a scola  ( by Valerio Pietroselli, Roberto Tozzo, Sergio Spilli )
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Fine anni 50 elementari alla Pieta’ ( Valerio Pietroselli ) …
Scuola 10Massimo Belfiori è, per caso, quello in piedi alla dx della colonna? ( Argentina Graziosi)
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… j anni de recubero scolastigo, li ‘ndavi a fa da Don Geronzi!!!! E beadi chi c’avea i quadrì ( by Argentina Severini)
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Chi e annati a scola alla caio se ricordera’ della Romiti
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5^ elementare, anno 1950, del maestro Santarelli. Il 3° da destra in seconda fila è zio Alessandrini Nazzareno. Chi erano gli altri giovani studenti ?

(inviata da Alessandrini Nazzareno)
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il Maestro Milò!!!, il Maestro Boccetti, i maestri Minucci
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Anno scolastico 1957-1958. Insegnante Alda Lillini. Gilberto Grottini, Romano Sacco, Giuseppe Guercio, Sandro Fanesi, Enzo Cesarini, Rodolfo Graciotti, Claudia Trucchia, Sandro MarinelliCesare Bellucci, Emilia Turicchi, Loretta Caporalini, Ivana Pallotta, Pino Attili, Ombretta Carlini, Mario Scarponi, Margherita Graciotti, Rita Stronati, …….

Zia Rita

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….scuola della Pieta’….IV elementare con la mitica Maestra Gioconda Mondaini ( Gino Graziosi)
1901830_470996783028901_1261326208_n…..inimitabile Maestra Mondaini…!!! (Mary Baiocco)
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Se andavi a scola in piazza e quando c’avevi il compito in classe, prima d’entrà andavi a pregà  giù la cappella de San Giuseppe , col fojo protocollo ‘ntè le mà. (by Maria Pia Palmieri)
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3^ elementare Santa Lucia – 1966 –

Immagine1C’era stata da poco l’alluvione a Firenze e a scuola abbiamo avuto per alcuni mesi un compagno nuovo ( il ragazzo senza grembiule). La sua famiglia aveva perso tutto  a causa della  piena dell’Arno, il padre aveva fatto il militare con il mio. E’ stato ospite da noi per alcuni mesi. Con il grembiule azzurro che si allacciava dietro con i bottoni, il colletto bianco inamidato “che glje se daa na ‘inamidada per fallo sta più teso se no era moscio” e il fiocchettino rosso che per non farlo sfilacciare veniva ogni tanto bruciacchiato “FIARATO”: Roberto Limosini, Massimo  Carletti, Corrado  Colonnelli, Cucchiarì piccolo, Armandì, Renato Curina, Strappato, Sandro Pangrazi, Paolo Brugè, Gna al secolo Roberto  Piangerelli, Danilo Feliciani, Giorgio Morroni, Sergio Berlardinelli, io, Celestino Andreucci, Turiddu  al secolo Salvatore Ingargiola, Graziano Mezzelani, Mosca e Silvano Baffetti figlio del profumiere ( recurdato da Cilè il fijo de Stronato il fornaciaro)
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domadina fago seghì e vago gio pel corso sà lia ( Cinzia Guerrini ) … oddio giuppè il corso nun era il caso !!!! la notizia rivava a casa prima de te!!!! ahahahah ( Patrizia Zacconi)
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Scuola Media Caio Giulio Cesare, 1970 circa. La classe, evidentemente, era tutta maschile. E chi se lu ricurdaa?! ( Claudio Pierucci)
1489072_10202312217799768_19248433_n… ma quello a sinistra di Camei mi ricorda qualcuno….Pasqualini settebellezze? Pole esse? (Antonella Marchegiani) … claudio, sei il primo al centro a sx? ( Simonetta Antonelli)… sci, oh. m’hai rcunosciudo! ( Claudio Pierucci ) … ci sono pure PULCE ovvero Rosati Roberto ma ci sno anche Spinaci Pesaresi, ne conoscio multibé ( Giuseppe Saluzzi ) … Io ero molto preso dal tessuto dei miei pantaloni… ( Marco Mignanelli ) … magari! Mi ricordo poco di quegli anni, ma non dimentico il prof. Bortolotti che si alzava in piedi dietro la cattedra e urlava, rivolto di solito ad Alberto Leonardi “Fuoriiiiiiiii! Ulli, ulli, chi li ha fatti li trastulli!” ( Claudio Pierucci ) Il prof. Bortolotti in dimenticabile professore di matematica della Caio ( Andreoni Paola) … E pensare che ora faccio lo stesso mestiere del prof. Bortolotti! ( Claudio Pierucci ) … Però non hai come allievo Biagio. ( Claudio Montecchiani)… Me pare che c’e’ pure Schenio, al secolo Pesaresi Eugenio il primo in basso a sinistra…e’ lu uguale ‘mpaccado ..(Sergio Spilli )
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Questa foto e’ stata fatta quando avevo 8 anni in colonia a Senigallia..chi si riconosce?:(Flavia Guercio)
1901954_644623078930231_432604579_n.. anziana sci ma rincojonita no èèèèèèèèè!!!! (Flavia Guercio )

… e la storia continua
Paola

La Lega del Filo d’Oro: 50 anni di attenzione a chi è in difficoltà

I 50 anni della Lega del Filo d’Oro, il lavoro dell’associazione, nata in Osimo grazie all’impegno ed alla sensibilità di tanti giovani volontari osimani, raccontato in un video

Accolto ricorso in Appello: Il Consiglio di Stato dichiara l’ illegittimità della prosecuzione delle attività di realizzazione e di esercizio, nel Comune di Osimo, dell’impianto di produzione di energia elettrica da FER.

Accolto ricorso in Appello: Il Consiglio di Stato dichiara l’ illegittimità della prosecuzione delle attività di realizzazione e di esercizio, nel Comune di Osimo, dell’impianto  di produzione di energia elettrica da FER.
Segue l’ordinanza del 19 febbraio 2014.

N. 00798/2014 REG.PROV.CAU.

N. 07009/2013 REG.RIC.

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REPUBBLICA ITALIANA

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

sul ricorso in appello nr. 7009 del 2013, proposto dai signori Franco CAPOMAGI, Tito PICOTTI, Claudio NOTTI, Massimo RICCI, Giorgio VALENTE, Maurizio GENERI, Giovanni MARCELLI, Flavio CARDINALI, Francesco SANÒ, Dalvasio LAMPA, Lucia RE, Fabio MEZZELANI, Giovanni IBBA, Sabrina GARILLI, Monica POIANI, Tiziana PICCIRILLI, Ilaria SILVESTRINI, Delio PERGOLESI, Alessandro BABINO, Maria Grazia GIULIODORI, Fedriano ROSSI e dalla COUNTRY HOUSE AIRONE e da B & B HAMMAM, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro tempore,rappresentati e difesi dagli avv.ti Maurizio Discepolo e Lucia Ferroni, con domicilio eletto presso il primo in Roma, via Conca d’Oro, 184/190, pal. D,

contro

– la REGIONE MARCHE, in persona del Presidente pro tempore, rappresentata e difesa dagli avv.ti Paolo Costanzi, Pasquale De Bellis e Michele Romano, con domicilio eletto presso quest’ultimo in Roma, via D. Morichini, 41;
– il COMUNE DI OSIMO, in persona del Sindaco pro tempore, non costituito;
nei confronti di
– AZIENDA AGRARIA GREEN FARM DI LEOPARDI DITTAJUTI & C., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avv.ti Andrea Calzolaio e Federico Tedeschini, con domicilio eletto presso quest’ultimo in Roma, largo Messico, 7;
– PROVINCIA DI ANCONA, in persona del Presidente pro tempore,rappresentata e difesa dall’avv. Claudia Domizio, con domicilio eletto presso l’avv. Giovanni Bonaccio in Roma, piazzale Clodio, 56, piano IV, int. 8;
– ARPAM – DIPARTIMENTO PROVINCIALE DI ANCONA, in persona del legale rappresentante pro tempore, non costituita;
– CORPO FORESTALE DELLO STATO – COMANDO PROVINCIALE DI ANCONA e COMANDO PROVINCIALE DEI VIGILI DEL FUOCO DI ANCONA, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro tempore, e MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI, in persona del Ministro pro tempore, rappresentati e difesi ope legis dall’Avvocatura Generale dello Stato, domiciliati presso la stessa in Roma, via dei Portoghesi, 12;
per la riforma
della sentenza nr. 301/2013 del T.A.R. delle Marche con cui è stato respinto il ricorso promosso dai ricorrenti per ottenere l’annullamento: dell’autorizzazione exart. 12 del d.lgs. nr. 387/2003 rilasciata con decreto del Dirigente della P.F. Autorizzazioni Energetiche della Regione Marche nr. 22/CFR del 20 aprile 2012 all’azienda agricola Green Farm di Leopardi Dittajuti s.s. per la realizzazione nel Comune di Osimo di un impianto di produzione di energia elettrica da FER della potenza di 990 KW, nonché delle relative opere connesse, come da progetto presentato con domanda del 20 dicembre 2011 ed aggiornato con successive integrazioni tecniche; del verbale della conferenza di servizi del 14 febbraio 2012 e della correlata attività istruttoria; del certificato di assetto territoriale rilasciato in data 13 gennaio 2012 alla società contro interessata dal Comune di Osimo – Ufficio Dipartimento del Territorio; di tutti gli altri atti presupposti, inerenti e consequenziali; nonché per ottenere l’integrale risarcimento di tutti i danni arrecati ai ricorrenti in conseguenza degli atti e dei provvedimenti impugnati per la denegata ipotesi che fossero adottati atti consequenziali attuativi del progetto proposto dalla società contro interessata, sia per deprezzamento delle loro proprietà che per il pregiudizio all’integrità psico-fisico personale, nell’importo da quantificare in corso di procedura.
Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;
Visti gli artt. 98 e 59 cod. proc. amm.;
Visti gli atti di costituzione in giudizio della Regione Marche, dell’Azienda Agraria Green Farm di Leopardi Dittajuti & C., della Provincia di Ancona e delle Amministrazioni statali;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Vista la domanda di sospensione dell’efficacia della sentenza del Tribunale amministrativo regionale di reiezione del ricorso di primo grado, presentata in via incidentale dalla parte appellante;
Vista l’ordinanza di questa Sezione nr. 4184 del 23 ottobre 2013, con la quale è stata accolta la domanda cautelare formulata dagli appellanti, e la successiva istanza di esecuzione formulata da questi ultimi ai sensi dell’art. 59 cod. proc. amm.;
Relatore, alla camera di consiglio del giorno 18 febbraio 2014, il Consigliere Raffaele Greco;
Uditi l’avv. Discepolo per gli appellanti, l’avv. Domizio per la Provincia, l’avv. Romano per la Regione e gli avv.ti Calzolaio e Tedeschini per la società appellata;
Rilevato che, al di là del dispositivo dell’ordinanza nr. 4184 del 2013, dal tenore testuale della motivazione emergeva chiaramente l’avviso della Sezione nel senso dell’illegittimità della prosecuzione delle attività di realizzazione e di esercizio dell’impianto per cui è causa in assenza di previo esperimento della V.I.A., ritenuta nella specie necessaria (sia pure nei limiti della sommaria delibazione propria della fase cautelare);
Rilevato, altresì, che il bilanciamento fra gli interessi implicati nel giudizio risulta esser stato già compiuto in tale sede, conducendo alla prossima fissazione dell’udienza di merito, oggi invocata dalle parti appellate ma trovante la propria ragion d’essere proprio nella concessione della tutela cautelare chiesta dagli appellanti;
Ritenuto che ogni altra valutazione, in ordine alle circostanze di fatto e di diritto su cui le parti appellate sono tornate nella presente fase processuale, risulta già compiuta dalla Sezione in sede di adozione della citata ordinanza nr. 4184 del 2013, di modo che nulla si ritiene di dover qui aggiungere al riguardo;
Ritenuto, pertanto, che l’istanza va accolta con l’espresso ordine alle parti appellate di astenersi da qualsiasi attività comportante l’ulteriore prosieguo della realizzazione e/o dell’esercizio dell’impianto per cui è causa (fermo e impregiudicato, come è ovvio, l’iter procedimentale della V.I.A. nel frattempo chiesta dalla società odierna appellante, che non è però sufficiente a legittimare ad oggi l’operatività dell’impianto, in considerazione della nota e consolidata giurisprudenza – anche europea – che non ammette una V.I.A. ex post);

P.Q.M.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) accoglie la domanda degli appellanti, nei sensi di cui in motivazione.
Condanna la Regione Marche e la società Green Farm, in solido, al pagamento in favore degli appellanti delle spese relative alla presente fase del giudizio, che liquida in complessivi € 5.000,00; compensa le spese nei confronti della Provincia di Ancona e delle Amministrazioni statali, in considerazione della posizione “neutra” da queste assunte nella presente fase processuale.
La presente ordinanza sarà eseguita dall’Amministrazione ed è depositata presso la segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 18 febbraio 2014 con l’intervento dei magistrati:

Paolo Numerico, Presidente
Sandro Aureli, Consigliere
Raffaele Greco, Consigliere, Estensore
Fabio Taormina, Consigliere
Andrea Migliozzi, Consigliere

Il Movimento 5 Stelle continua nella sua politica del “farsi fuori”.

Il Movimento 5 Stelle ha miliardi di ragioni ma la prepotenza e il comportamento tenuto oggi da Grillo, all’incontro con Renzi, è da censurare.
Grillo si è presentato ad un incontro con il presidente incaricato, ha blaterato per dieci minuti e poi se ne è andato. Doveva essere un colloquio con un incaricato del Presidente della Repubblica, detestabile quanto si vuole ( già su questo blog ho espresso le mie perplessità su tutta questa vicenda) ma non l’ha lasciato parlare. Ha detto che lui non e’ democratico, ma questo si sapeva,  fa e disfa, ma di concreto non combina niente.
Rimango sempre dell’idea che questo Paese potevamo cambiarlo con Bersani, se a suo tempo il M5S si fosse reso disponibile a “sporcarsi le mani”, invece il nulla assoluto.
Grillo si è rilevato,  un demagogo senza arte ne parte, e oggi ha proprio sbagliato e alla fine il M5S  continua nella sua linea di farsi fuori.
Paola

Chi tace sta zitto: Papa Francesco “Si può uccidere anche con le parole”.

Papa Francesco “Si può uccidere anche con le parole”. 

PAPA FRANCESCO CHIACCHIERE VIGNETTAdi Luca Lanari
( chi tace sta zitto )

Sforziamoci di essere gentili per quanto possibile

Chi di Voi non riceve a casa telefonate promozionali da parte di operatore di call-center, anche nelle ore più impensabili e spesso mentre siamo a tavola con  la nostra famiglia.  E’ un disturbo e mi rendo conto, anche,  che ricevere quattro telefonate uguali al giorno non aiuta a essere educati nelle risposte… Ma sforziamoci di essere  gentili ricordiamoci che dall’altra parte del filo del telefono c’è sempre una persona che lavora per pochi euro al mese e spesso è un lavoro di ripiego dettato dalle necessità. Sfoderiamo  tutta la nostra pazienza  e comprensione pur nella risolutezza delle risposte.

CallCenterA riguardo pubblico una lettera inviata  qualche giorno fa ai giornali,  da una di queste operatrici che ci aiuta a capirese non avevamo  capito già:

Ti scrivo perchè “finalmente” ho trovato lavoro e che lavoro; insomma uno di quei call center enormi. 170 postazioni, dove si vendono vini, olio, assicurazioni, telefonia e quant’altro; io sono stata presa per la vendita di quest’ultimo servizio, dopo una settimana di corso ovviamente non pagata e un esame scritto e prova di due ore in cuffia.
Potrei dire che è meglio che niente anche perchè in giro non c’è nulla. Infatti c’è pieno di laureati da quanto ho capito.
Non ho un vero e proprio fisso, o meglio i miei 320 euro sono correlati al conseguimento di 800 contatti utili (chiamate sopra il minuto) nel mese. Ovvio che non ho nessuno strumento per controllare quanti sono quelli da me fatti. E questo penso che sia legale purtroppo.
Se devo dirla tutta, non si è capito se i 320 euro siano lordi o netti e/o fissi o strettamente collegati al raggiungimento degli 800 contatti utili in un mese; resta il fatto che tutti i nuovi assunti si stanno rendendo conto che è un obiettivo impossibile da realizzare.
Per farti un quadro più completo ti racconto meglio. Ho fatto un colloquio, solo perchè ho esperienza, infatti la mia amica che era venuta con me, non l’hanno chiamata. Nel colloquio di gruppo ero con altre 5 ragazze, e la responsabile ci ha fatto delle domande sia scritte che orali sul perchè volevamo lavorare li, cosa mi aspettavo dall’azienda e le principali caratteristiche che deve avere un buon venditore. Dal colloquio sono stata selezionata solo io.
Al corso, non pagato, eravamo in 10. L’insegnante ( differente da chi ci ha fatto il colloquio) era tutt’altro che brava, ci trattava come numeri, dicendocelo in faccia che tanto via uno, ce n’erano altri 1000.
Ha urlato in faccia a due ragazze ( arrivate in ritardo) dicendo che se fosse stato per lei, le avrebbe cacciate seduta stante ( tutto ciò davanti a tutti). Tanto è che una ragazza si è messa a piangere. Poi guardava sempre quasi tutti con il sopracciglio alzato, e se qualcuno commentava qualcosa di non propriamente giusto lei si teneva la testa tra le mani e se ne usciva con battute del tipo: gli tagliate le corde vocali? la prossima volta ti tiro un calcio negli stinchi.
Il primo giorno infatti continuava a dire vediamo quanti ne rimangono domani, vediamo chi resiste. Il terzo giorno uno ha mollato. Il quarto giorno c’è stato un test con due ore di chiamate, con lei che ascoltava tutti e prendeva appunti, e ho visto che si è messa di fianco ad un ragazzo con la testa tra le mani. Povero. Questo ragazzo poi non l’ha preso.
Poi 7 pagine di domande aperte su tutto il programma. Da 9 ne ha selezionati 6. Alla fine ci ha fatto firmare il contratto, dicendoci che l’operatore è perseguito per legge penalmente in caso di denuncia e che noi dobbiamo sostenere le spese legali e che in caso di vincita del cliente avremo la fedina penale sporca.
Al che io ho chiesto come sia possibile, dato che dopo la nostra attivazione c’è sempre il controllo ( un ulteriore chiamata) da parte del callcenter. Ovviamente non mi ha risposto ma ha sviato la mia domanda.
Questa cosa delle fedina penale sporca, mi ha subito allarmato perchè sono all’inizio, ma in ogni caso non ho trovato corretto che nel colloquio e/o durante i cinque giorni di corso, non si sia mai menzionata questa cosa. Sempre che sia vera, poi…
Il primo giorno, mi sono più rimbambita sia per i fax che entravano ad un volume da stordimento sia per i vaffanculo che mi prendo dalle persone che chiamo; una chiamata era a volume bassissimo una altra altissimo, un continuo così.
E pensare dopo le spese degli spostamenti, per carità 3 euro, le orecchie pesanti, i vaffanculo presi, potrei anche non vedere neanche i 320 euro.

P.S. Perchè noi poveri operatori dobbiamo in pratica fare pubblicità gratis a queste grandi compagnie? E’ ovvio e normale che molti ascoltando o sentendo per l’ennesima volta il marchio e magari il prezzo in 20 secondi di telefonata, si incuriosiscono, ma poi si informano ed attivano attraverso altri canali.
Perchè per questo servizio io non dovrei avere almeno un misero fisso vero e proprio? Pagano fior fior di soldi l’attore o il cantante per 30 secondi di pubblicità e rientrano sfruttando giovani e adulti (perchè nel call center c’è anche gente che avrà sui 60 anni ).
Che poi sono quasi sicura che il call center ha dei bonus in base a quanti contatti fa, il problema che avendo tantissimi operatori li raggiunge sicuramente senza difficoltà e a noi invece ci viene dato un obbiettivo impossibile…