Lo stile del PD. Le bugie di Simoncini-Latini

Il Partito democratico vuole fare politica trattando le problematiche e le questioni che riguardano la città e i cittadini e su queste vuole confrontarsi. Pertanto utilizzerà solo a questo scopo lo spazio riservato sul sito del Comune.

Non scenderà allo stesso livello delle liste civiche che continuano su un sito istituzionale a fare  attacchi di basso profilo, anche personali, dimostrando di non essere capaci di riconoscere il valore che in un paese democratico ricopre l’opposizione. Noi ci batteremo per questo.

Il dopo campagna elettorale e le bugie di Simoncini-Latini

Iniziano amare sorprese per gli osimani. Dopo le promesse fatte durante la campagna elettorale dall’accoppiata Simoncini-Latini arriva il momento della verità.

1)      Caso Robur: Simoncini non è stato in grado di trovare gli sponsor promessi ai tifosi durante la campagna elettorale ed è sempre più reale l’ipotesi che la squadra di pallacanestro si ritroverà a partecipare ad un campionato più modesto a livello dilettantistico.

2)      Caso Progetto anziani: all’indomani delle elezioni viene sospeso per mancanza di fondi il progetto anziani che li vedeva impegnati, dietro un modesto corrispettivo, in attività di supporto presso alcuni uffici amministrativi e in alcuni servizi.  Simoncini non conosceva la situazione contabile del Comune durante la campagna elettorale che lo ha invece visto promettere occupazione a chiunque?

3)      Caso Direttore Generale: di fronte alla crisi economica che coinvolge anche le famiglie osimane, Simoncini  invece di garantire fondi di solidarietà per chi si viene a trovare senza reddito, si preoccupa di garantire, con il suo primo atto di Giunta e con una modifica del regolamento, il posto a Latini da Direttore generale (dal costo compreso tra 5000 e 10000 € al mese per cinque anni) figura ormai superata dalla normativa per comuni come Osimo ( di 30000 abitanti) e di cui la nostra città non necessita. A necessitarne semmai è proprio il solo Sindaco Simoncini.

4)      Caso Scuole: la nuova scuola  di San Sabino inaugurata da Simoncini prima della campagna elettorale non sarà utilizzata per i bambini della scuola d’infanzia di San Sabino che continueranno ad andare a scuola ad Osimo, ma per accogliere l’asilo nido di Collefiorito .

5)      Caso nomine nelle società: di fronte ai criteri di competenza e professionalità richiesti per le nomine in importanti società controllate dal Comune, si apprendono dalla stampa nominativi che poco hanno a che fare con capacità manageriali capaci di guidare simili società ma che invece rispondono solo al criterio della spartizione delle poltrone.

6)      Caso politiche giovanili: soltanto ora si viene a sapere che l’accesso gratuito al nuovo impianto di skate park di via Vescovara, inaugurato in piena campagna elettorale da Simoncini, era limitato soltanto al periodo della campagna elettorale. Ora i giovani che lo vorranno utilizzare dovranno pagare.

7)      Caso trasparenza: perché il Sindaco Simoncini non ha permesso la designazione e la nomina nel collegio dei revisori dei Conti di un componente rappresentante la minoranza? Che cosa aveva da temere?

 

 

Obiezione alla legge-sicurezza: una iniziativa dei religiosi.

Vi giro questo invito uscito poche  ore fa che riprende indicazioni presenti anche nelle nostre recenti iniziative. Un bel segnale. Paola Andreoni

Sempre piu’ numerosi sacerdoti, religiosi e suore si dichiarano obiettori di coscienza della ”cosiddetta legge – sicurezza” che, a loro avviso, ”sta gia’ ottenendo risultati amari su una fascia sempre piu’ grande di poveri”. Tra i nomi mons. Giovanni Nervo, gia’ direttore della Caritas italiana, padre Alex Zanotelli, don Albino Bizzotto, fondatore dei ”Beati i costruttori di pace” e Arturo Paoli. ”E’ importante e urgente, a botta calda, proporci non come oppositori politici, ma come portatori di una necessita’ pastorale e civile, dichiarandoci obiettori di coscienza” sostengono in un appello da poco diffuso e gia’ con numerose adesioni ”Come scelta e impegno di vita siamo stati chiamati e mandati a dare ed essere buona notizia per i poveri. La legge – sicurezza, emanata dal Governo in questi giorni, discrimina, rifiuta e criminalizza proprio i piu’ poveri e i piu’ disperati. Riteniamo strumentale e pretestuosa la categoria della clandestinita’ loro applicata. E’ lo Stato che rifiuta il riconoscimento” si legge nell’appello. ”Per chi perde il lavoro a causa della crisi, e’ lo Stato che induce alla clandestinita’, decidendo arbitrariamente l’interruzione della regolarizzazione. Di null’altro sono colpevoli queste persone se non di essere troppo bisognose. Per lo Stato italiano oggi e’ questo che costituisce reato”.
I primi firmatari dell’appello dicono di sentirsi incoraggiati ”in questa decisione, non solo in riferimento alla fede, ma anche come comuni cittadini, in ottemperanza alle leggi sottoscritte e vincolanti per lo Stato italiano:
dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, alla Convenzione sullo stato dei rifugiati, alla Convenzione sui diritti dell’infanzia e alla nostra stessa Costituzione, che questa legge – sicurezza non ha tenuto in considerazione”.  
 
Di seguito le prime adesioni: don Albino Bizzotto, mons. Giovanni Nervo, don Gianfranco Zenatto, don Romano Frigo, don Maurizio Mazzetto, don Giuliano Giacon, suor Lucia Bizzotto, don Tiziano Dal Soglio, don Umberto Sordo, don Fernando Comi, don Agostino Rota Martir, fra Ettore Marangi, fra Francesco Zecca, padre Fabrizio Valletti, don Pierpaolo Peron, fra Salvatore Mancino, don Giordano Remondi, don Romeo Penon, don Franco Scarmoncin, fra Antonino M. Clemenza, fra Jacopo Pozzerle, don Adriano Peracchi, don Fulvio Falleni, don Fernando Fiscon, padre Gabriele Ferrari, don Giorgio De Checchi, padre Filippo Rota Martir, don Giovanni Cecchetto, don Giacomo Tolot, padre Adriano Sella, padre Diego Pelizzari, suor Donatella Lessio, padre Giovanni Piumatti, padre Giorgio Antonino Butterini, don Severino Alessio, fra Simone Bauce, don Lorenzo Baccin, padre Giorgio Padovan, padre Filippo Ivardi, padre Rosario Giannattasio, padre Antonio Germano Das, padre Nicola Colasuonno, padre Alberto Lanaro, padre Piergiorgio Lanaro, padre Giuseppe Veniero, padre Luigi Zucchinelli, don Antonio Pizzuti, padre Antonio Trettel, don Luca Facco, don Gianfranco Formenton, padre Gianalfonso Oprandi, don Giuseppe Zanon, padre Giovanni Gargano, padre Francesco Lenzi, padre Primo Silvestri, padre Loris Cattani, padre Gino Foschi, padre Franco Bordignon, padre Luigi Lo Stocco, don Gianni Gambin, fra Alberto Maggi, don Matteo Menini, padre Antonio Santini, padre Giampietro Baresi, Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani del Brasile Sud, don Luigi Tellatin, padre Rino Benzoni, Direzione Generale dei Missionari Saveriani, padre Valentino Benigna, Comunita’ delle Suore delle Poverelle di S.Chiara a Vicenza, padre Livio Passalacqua, don Biagio Podano, suor Debora Contessi, don Mario Costalunga, don Rocco D’Ambrosio, don Daniele Vencato, suor Gigliola Tuggia, suor Ornella Ciccone, suor Giordana Bertoldi, don Emanuele Benatti, suor Maria Teresa Ricci, suor Liliana Aquilina, suor Giuliana Tosetto, fratel Arturo Paoli, padre Angelo Cupini, suor Maria Pia Bizzotto, suor Tina Primon, don Fabio Ferrari, padre Alex Zanotelli, don Felice Tenero, don Andrea Turchini, don Gianmario Baldassarri, don Cristian Squadrani, suor Graziella Grazian, suor Maria Regina Ranzato, don Erminio Pozzi, padre Paolo Costantini, don Paolo Farinella, don Antonio Ruccia, don Tarcisio Giungi, don Alessandro Crescentini.

Ha detto di non essere un “santo”.

La prepotenza del potere non ha più limiti. Berlusconi dice: “Non sono un santo, l’avrete capito tutti”, il riferimento è al “sex-gate”, dunque una mezza ammissione rispetto a quanto finora negato. Questo signore dovrebbe vergognarsi di esaltare comportamenti lontani da quei valori cattolici dei quali si proclama difensore. In qualsiasi altro paese del mondo sarebbe stato mandato a casa con il marchio dell’infamia. Qui invece siamo al “machismo” al potere, alle battute sessiste, al dileggio delle regole e delle istituzioni. Per l’Unto del Signore non ci sono mai problemi, la sua popolarità cresce a dispetto dei sondaggi, la crisi che non c’era è stata superata brillantemente e fregnacce varie. Purtroppo per i giovani precari, i disoccupati e la maggioranza dei lavoratori italiani la realtà è ben diversa. Secondo il rapporto del Cnel entro fine anno si conteranno 540mila disoccupati in più. Nel settore scuola la Flc-Cgil ha stimato che saranno 6.570 i docenti precari della scuola secondaria di primo grado che nel prossimo anno scolastico rischiano concretamente di rimanere senza lavoro. Il peggio non è passato, e presto il governo dovrà guardare in faccia alla crisi e allora non basteranno più le battute, l’ottimismo e le barzellette.

Le cose che più ti segnano la vita

savonarola5Poche sono le cose che ti segnano veramente la vita e una di queste è sicuramente l’elastico delle mutande troppo stretto. Buon mare e buon riposo a tutti, da lunedì riprendiamo ad indignarci per le sorti di questo nostro povero Paese nazionale e locale.

                        Savonarola

VOGLIAMO ANCORA INDIGNARCI malgrado il silenzio della Tv di Stato

Non voltiamoci dall’altra parte
 Caro direttore, le cronache di questi giorni raccontano di un paese che non reagisce ai gravi comportamenti del presidente del Consiglio. Non esiste nessun Paese al mondo che tolleri le menzogne dei propri governanti.
Siamo un caso unico. Sono state davvero poche le voci che hanno cercato di non far passare il tempo per evitare che l’assuefazione addormenti la coscienza pubblica.
Sì, in questo momento noi crediamo che occorra uno scatto d’orgoglio di tutti gli italiani che pensano che la menzogna sia un danno al paese e alla sua credibilità. Se Berlusconi sia un santo o no interessa davvero poco.
Qui si parla di una questione politica e le domande che emergono impongono risposte non equivoche. Si può impunemente mentire al paese? Si è messa a rischio la sicurezza nazionale? Quanto si sono sovrapposti gli interessi privati alle funzioni pubbliche? Le questioni sono decisive. Riguardano la credibilità delle istituzioni e l’autorevolezza della classe dirigente.
Non è superfluo ricordare quanto impone l’articolo 54 della nostra Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Quello che emerge dalle inchieste giudiziarie non può essere considerato il fatto personale di un “utilizzatore finale”. Coinvolge tutti e non può essere accantonato dalla politica. Soprattutto dal Partito Democratico.
Ecco perché invitiamo il nostro partito a utilizzare le sue feste e le sue iniziative per rilanciare nel paese una profonda riflessione sui danni che sta provocando il Presidente del Consiglio. In questo momento tutti coloro che vogliono bene al nostro Paese, in qualsiasi formazione militino, devono trovare il coraggio di non girarsi dall’altra parte.

Rita Borsellino     David Sassòli     Debora Serracchiani    Luigi Zanda
(24 luglio 2009)

http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391098

ex palazzo Viglietti…….sempre più in alto.

Parafrasando Titti con la sua famosa esclamazione:”Mi è semblato di vedere un gatto”, direi che della nuova costruzione in Piazza Rosselli dell’ex Palazzo palazzo VigliettiViglietti si potrebbe dire: “Mi sembra una roba esagerata rispetto alla vecchia costruzione”. Non lo dico solo io ma credo che tutti gli osimani si stanno ben rendendo conto che lì non si è ricostruito, ma lì in pieno centro storico si è SPROPOSITATAMENTE INGIGANTITO. Con la allegata interrogazione consiliare chiedo pubblicamente una risposta precisa da parte dell’ amministrazione delle liste civiche. Ricordo che sono loro che sono stati chiamati a guidare questa città, che rilasciano le autorizzazioni e che sono loro i responsabili dei controlli circa eventuali abusi edilizi. Aspettiamo risposte precise e speriamo non ci dicano anche in questo caso che la colpa è della Provincia, della Regione, dell’ASUR,  del Centro Sinistra, di Prodi, di Niccoli e/o della sottoscritta Paola Andreoni.

Paola 500

Alla  c.a.    Sig. Presidente del Consiglio Comunale
Comune di Osimo

INTERROGAZIONE

Oggetto:  lavori Palazzo Viglietti       
   
La   sottoscritta consigliere comunale, Paola Andreoni
                                                              premesso
– che è evidente a tutti i cittadini osimani la difformità dell’opera attualmente in corso di ristrutturazione – sia in ordine al volume che all’altezza – con quello che era la precedente volumetria del palazzo ex Viglietti;
– che dal blog istituzionale del Comune di Osimo del 27 giugno 2009  a firma del Sindaco, si apprende che l’Amministrazione Comunale ha avviato una verifica sui lavori attualmente in corso a Palazzo Viglietti e ciò per accertare la conformità delle opere in corso di esecuzione con i relativi atti di approvazione;
– che sempre dal blog istituzionale del Comune di Osimo a firma del Sindaco, si apprende che diversi concittadini hanno effettuato diverse segnalazioni a riguardo
                                              Interroga il Sindaco per conoscere

1) I titolari, i professionisti responsabili a vario titolo e l’impresa realizzatrice dell’intervento edilizio in corso all’ex  Palazzo Viglietti;
2) La natura e le prescrizioni del permesso a costruire   rilasciato dal Comune di Osimo per i suddetti lavori e l’indicazione delle varie autorizzazioni ad oggi rilasciate;
3) Lo stato dei controlli e verifiche  e quanto al momento accertato da parte dell’Amministrazione Comunale;
4) Se l’Amministrazione Comunale abbia o meno adottato provvedimenti in merito alle eventuali difformità riscontrate e l’esito dell’iter delle varie procedure intraprese in sede di autotutela
Osimo lì, 21 luglio 2008          
La consigliere  comunale   capogruppo del Partito Democratico
Paola Andreoni

Una repubblica ancora piena di misteri di stragi.

“Occorre ritrovare la volontà collettiva di fare verità e giustizia, a cominciare dalle stragi di mafia, perché senza questa volontà collettiva, come dimostra la storia dell’antimafia, neanche la magistratura riesce a scoprire la verità. Tutti i momenti nei quali si sono raggiunti dei risultati sul piano giudiziario sono stati momenti di conquista collettiva, il frutto di un ampio movimento di opinione, di pressione. Senza volontà collettiva non c’è verità e giustizia; senza verità e giustizia siamo di fronte a una società che non ha futuro”. Salvatore Borsellino

.. costruire con le parole e le idee un AVVENIRE MIGLIORE ……

Cari Amici,
Voglio ringraziarvi ancora una volta per il vostro affetto, la vostra vicinanza e il vostro sostegno che sempre mi avete dato durante tutta la campagna elettorale. Se ho deciso di continuare l’impegno in Consiglio Comunale è  per l’entusiasmo con cui mi avete seguito e per le  idee che mi avete regalato.
A elezioni finite, penso  che questo dialogo non va assolutamente interrotto. 
Per prima cosa, visti anche i buoni risultati di ascolto e di partecipazione, ritengo che la piazza virtuale del  blog “con Paola Andreoni“, debba continuare ad esistere e ad essere il nostro spazio di incontro, confronto e discussione.
In attesa dei giusti rinnovamenti del sito e del blog che vede attualmente – anche in questo periodo di vacanza – la frequentazione di circa 300 visitatori giornalieri, rinnovo a tutti Voi, in base alle Vostre competenze e professionalità, l’invito a partecipare in modo attivo alla discussione e promozione del blog, questo ci permetterà di continuare il dialogo iniziato in campagna elettorale, con l’ambizione di estendere la discussione a tanti altri “naviganti” osimani.
 Sarà un modo semplice e, spero, gradito di continuare a scambiarci opinioni nella massima trasparenza.
Certo questo è un blog “partigiano” che trova collocazione ed ha affinità elettive  verso  i militanti  del Partito Democratico, dell’UDC e dell’IdV e con chiunque si batte lealmente per la libertà contro le ingiustizie e le disuguaglianze.  Tuttavia con onestà intellettuale il blog – che è sotto la mia diretta responsabilità – ha  sempre dato e continuerà a dare ospitalità a chi ricerca il dialogo indipendentemente dal colore politico di appartenenza.
La mia e nostra aspirazione (o utopia) è costruire con le parole e le idee un avvenire migliore. Ci stiamo provando….
Paola Andreoni

OPINION COLPO: ospedale di rete all’Aspio

Hospital SpringfieldLo scribacchino gobbo delle Liste Civiche, a discolpa dell’operato dell’Amministrazione Comunale sulla questione ospedale di rete, ha citato addirittura Andreotti per aprire un articolo sull’argomento. D’altronde se la Città di Osimo ha insignito Andreotti del premio S. Giuseppe da Copertino per la cultura, un motivo ci sarà.
Questa citazione è il frutto di una vasta ricerca, erano infatti circa due quelle da vagliare, e fra tutte queste ce n’era solo una da scegliere. Un lavoro immane, che solo la pazienza certosina di uno scribacchino gobbo poteva sobbarcarsi.
Alla fine, dopo aver scartato a malincuore “il potere logora chi non ce l’ha”, è stata scelta quella secondo la quale Andreotti era solito dire che, a parte le guerre puniche, gli venivano addossate le responsabilità di qualunque cosa accadesse nel Paese.
Aveva ragione Andreotti a dire così, perché essendo stato lui condannato con prescrizione per mafia, a ragione può essere considerato corresponsabile di qualunque cosa accadesse nel Paese. Cos’è infatti, se non la mafia, la causa di tutto ciò che è accaduto e accade nel nostro Paese?

Colpoditacco

Domanasera porta i dolci e non dì gniente a zia Maria !

savonarola5Quando Zio Tarquì mi   chiama per invitarmi a cena per la sera seguente, valutando l’opportunità di prendere i dolci, ho chiesto: <“Per caso zia Maria ha fatto la torta?”>. Lo zio si è risentito e mi ha risposto: “Disgraziato, per chi ci hai preso, la nostra è una famiglia seria, certe cose non le facciamo” e mi ha chiuso il telefono in faccia!  Ho intuito che ci doveva essere stato un malinteso e quindi mi sono recato immediatamente da lui per chiarire l’equivoco. Lo zio, che mi vuole bene, anche se visibilmente incacchiato mi ha fatto accomodare e alla mia richiesta di spiegazioni mi ha tirato fuori un quotidiano del giorno prima. Titolo dell’articolo:  <Le “torte” a Palazzo Grazioli >. Lo zio ha chiarito subito, <“qui c’è scritto chiaro e tondo che quando uno dice torta si capisce che sta parlando di orge, nipote mio, sia chiaro che qui a casa mia, né zia Maria né io abbiamo mai fatto di queste cose, e anche se quell’avvocato di cui parlava il giornale  preparava le torte per Berlusconi, con certe cose non ho niente a che fare” >.
Pare, infatti, dalla lettura dell’articolo, che nella residenza del Cavaliere Smascherato, si tenessero festini a luci rosse. Ho chiarito allo zio che non mi era mai passato per la testa il pensiero che lui fosse implicato in queste cose. Allora zio Tarquì si è confidato: < “È che nei paraggi, da quando si è saputo che alle “torte” ci andavano le escort, tutti hanno pensato a me, visto che sono l’unico che ha ancora una Ford Escort ” >.
Vagli a spiegare al parente che per escort oggigiorno non s’intende più il vecchio modello della Ford ma una “accompagnatrice”  d’alto bordo. Per essere più credibile l’ho portato a casa mia ed ho preso il dizionario Zanichelli (Zingarelli) edizione 1995, che riporta: “Voce inglese,  scorta, accompagnatore.” Lo zio si è convinto che la sua macchina non c’entrasse nulla, tuttavia voleva capire meglio che caspita di accompagnatore fosse quella barese che era andata a casa di Berlusconi  (Silvio, tessera P2 n° 1816) e che la prima volta non aveva combinato niente, mentre la seconda volta aveva combinato e anche registrato quello che combinava.
Allora ho preso allo zio il Chamber Twentieth Century Dictionary, il quale, alla voce escort, semanticamente riporta lo stesso significato dello Zanichelli. Ma il Chamber è l’unico Dizionario che io conosca a fornire l’etimologia: Escort deriva dal francese escorte, che a sua volta proviene dall’italiano scorta, scorgere, che deriva dal latino ex,  “da”, e “corrigere”, “drizzare, mettere sulla retta via”. Zio Tarquì, che stupido non è, ha capito subito: <“Dunque si tratta di signorine che hanno il compito di farlo drizzare al Cavaliere? E non potevano dirlo mprima mprima che si trattava di zoccole?”>. Ora che lo zio ha le idee più chiare e l’equivoco è chiarito,  essendo entrambi più rilassati, chiedo allo zio di cosa ne pensi della vicenda delle escort, delle ripercussioni  e dei personaggi implicati. Zio Tarquì, guardandosi intorno per accertarsi che non ci ascoltasse nessuno, mi confida che:
<“ Una volta io sono andato con la Escort, nel senso della Ford, verso Palombina. Sbagliando strada mi sono trovato sulla “lungomare” dalle parti di Marotta, e ho trovato tre escort,  ma io non lo sapevo che erano escort, io ero convinto che si chiamavano ancora zoccole. Queste si sono avvicinate alla macchina e mi hanno cominciato a dire se volevo andare con loro. Io a zia Maria gli voglio bene e non mi sarei mai permesso di andare con quelle signorine a fare le torte,  però mi pareva brutto a mandarle via così, senza manco un complimento e allora sono rimasto a parlare un poco con loro ”>.  Al che lo zio abbassa ancora la voce e aggiunge: <“Non vuoi che nel frattempo arriva la polizia e mi fa un cazziatone dicendo che mo mi arrestano, mi fanno la multa, spediscono le fotografie a casa che poi mia moglie mi fa un mazzo tanto e tante altre cose. Dice che questa è la legge che ha voluto il governo per aumentare la sicurezza”>.
A questo punto Zio Tarquì sbotta: “ A me, che quelli che comandano vanno a zoccole e le chiamano Ford escort, non me ne frega niente. Ma che poi devono fare le leggi che ci fanno un mazzo tanto mentre quegli altri che ci vanno gniente …..… mi girano proprio i marroni, e che cacchio! ”>.
Chiedo dunque allo zio: < “Ma è proprio sicuro che a Palombina avevi sbagliato strada? Non è che sulla lungomare c’eri andato apposta?” >. Lo zio mi guarda con aria di sufficienza ma anche di complicità e mi congeda dicendomi: < “Ragazzì stà dà bardascio, dommanasera porta i dolci, e sta um’po’ zitto, nun dì gniente a zia Maria” >.

“giovanotto, domani sera porta i dolci e non dire niente a zia Maria”

                        Savonarola

Retribuzioni trasparenti, ma non per tutti..

Brunetta, anche se poco simpatico   ai  dipendenti pubblici, è tra i promotori di una novella legislativa che, tra l’altro,  contiene disposizioni sulla trasparenza delle retribuzioni dei dirigenti e sui tassi di assenza e di maggior presenza del personale, obbligando le pubbliche amministrazioni a pubblicare nel proprio sito internet anche le retribuzioni annuali dei dirigenti e dei segretari comunali e provinciali.  Parlar di soldi forse è poco elegante, ma serve a far riflettere.

Sul sito istituzionale del Comune di Osimo si scopre che il Dirigente più  “costoso” è il dott.ing. Frontaloni Ermanno che nell’anno 2008, è a quota 99.531,46 euro, di “retribuzione” . E’ seguito a ruota dalla dott.ssa  Lucia Magi Dirigente del  Settore Affari Generali con 78.402,09 euro. Più distanziati gli altri dirigenti: l’ing. Roberto Vagnozzi con € 61.471,00 e l’ing. Mauro Mancini con €  37.500,00 mentre il Segretario generale,  dott.ssa Sabbatini Stella è a quota € 80.153,87.
Visto che la legge è ispirata alla trasparenza, ogni lettore può trasparentemente esprimere un proprio convincimento.  Ad esempio mi chiedo come mai la retribuzione dell’ing. Frontaloni è così elevata dato che presta la sua attività di Dirigente presso il nostro Comune limitatamente ad alcuni giorni della settimana. L’avevo chiesto anche alla precedente amministrazione con una interrogazione ricevendo una risposta molto evasiva.

Un altro neo: non si comprende, visto che la pubblicazione di questi dati costituisce un preciso obbligo per gli Enti locali ( Legge 69/2009 ), come mai manchi all’appello il dirigente responsabile del Settore Finanze e Tributi, forse non ha autorizzato  la pubblicazione dei dati o scopriamo solo oggi che il Comune di Osimo non ha un dirigente del settore Finanze e Tributi.  Strano perchè tracce del “dirigente del dipartimento delle Finanze”  si possono rinvenire facilmente in tutte le delibere in ordine al parere contabili delle stesse, nei decreti di liquidazione, nella sottoscrizione di dati contabili del Comune di Osimo ed inoltre con apposita delibera lo stesso  – Alfio Camillucci – è stato nominato responsabile di vari tributi del Comune di Osimo.
Forse i Dirigenti del Comune di Osimo non sono tutti uguali, anche per quanto attiene la trasparenza?

Un altro neo: le cifre di sopra possono sembrare molto elevate,  soprattutto se si pensa ai tanti che oggi  non riescono  a sbarcare il lunario,  ma nulla di paragonabile al costo che il Comune di Osimo andrà a  sopportare se il nuovo sindaco persisterà con l’idea del direttore generale (beneficiario l’ex sindaco Dino Latini), iniziativa che costerà alle tasche dei cittadini osimani  cifre assolutamente non sopportabili per un comune come il nostro di poco superiore ai 30.000 abitanti.

Il “RE” è cotto

Per la prima volta da quando Berlusconi è al governo la fiducia degli italiani, nella sua persona e nel suo operato, scende sotto il 50%. Ad attestarlo è un sondaggio di Ipr Marketing. Una sfiducia che tocca anche i ministri del Pdl, sempre meno popolari. Il “presunto”successo del G8 a guida italiana non ha cancellato lo scandalo delle escort e delle veline. Proprio oggi l’Espresso ha pubblicato sul suo sito internet altri nastri degli incontri tra Berlusconi e la Berlusconi 75D’Addario, smentendo così i sodali del Cavaliere, sempre pronti a negare anche l’evidenza. E poi la crisi economica, tutt’ altro che superata, ma sempre più grave, in cui il governo si limita ad un efficientismo di facciata e ai grandi proclami, regolarmente disattesi.
Mi auguro che a fronte di un presidente del Consiglio ormai screditato ed incapace di far uscire l’Italia dal baratro in cui l’ha cacciata, l’opposizione ( PD, IdV ..)  sia compatta e che le prime loro preoccupazione  siano non le guerre interne, i congressi e le ostilità contro i movimento di Beppe Grillo, ma di tornare a parlare di lavoro, diritti, giustizia e libertà.

Sono una costituente del Partito Democratico, cerco di capire quanto propongono i vari candidati in gioco per la segreteria, per fare la mia scelta consapevole ed utile al fine di avere un PD forte e pronto a governare il Paese. Una raccomandazione, se ce ne fosse bisogno, a tutti i candidati: il problema non è Di Pietro, Beppe,  ma Berlusconi e le istanze della destra che rappresenta.

OPINION COLPO: Robur Osimo, time out.

La notizia di una Robur costretta a gettare la spugna è un’occasione troppo ghiotta per non approfittarne e vendicarsi quindi di tante cattiverie sparse da chi, in campagna elettorale, voleva far credere che con l’elezione a Sindaco di Paola Andreoni si sarebbe celebrato il funerale della nostra squadra di basket e quindi dello sport più seguito nella nostra città.
homer45Già immagino il corteo mediatico, scortato dai pasdaran del latinismo, che avrebbe lambito i vicoli più nascosti della nostra città, come un liquido che penetra in tutte le fessure con effetto dirompente.
Il commento di Massimo è fin troppo “signorile”, ci sarebbe di che vendicarsi dopo aver ingoiato tanti rospi, e invece sapete che vi dico? La vendetta è una parola troppo forte per poter essere assimilata come una caramella che addolcisce il palato e lo spirito, la vendetta è contraria agli insegnamenti dei nostri nonni che dicevano “chi più giudizio ha più ne adopera”, la vendetta è una parola che evoca comportamenti e scenari che porterebbero la nostrà città ad un clima da guelfi e ghibellini, e questo non ce lo possiamo permettere.
Ma poi, dico io, volete mettere la soddisfazione di essere noi semplici cittadini a dare il buon esempio sopperendo alla mancanza di buon esempio “istituzionale”?

Colpoditacco

Il blog si allarga

Paola 500Cari lettori ed amici,  come avrete notato  “con Paola Andreoni” si sta arricchendo di nuove voci e tanti altri giovani sono pronti a collaborare con il blog. Il mio e nostro unico scopo rimane quello di fare informazione e dire la nostra opinione – ognuno con il suo linguaggio – sui fatti rilevanti del momento.  Il  blog vuole essere un impegno quotidiano, uno spazio di confronto – partendo dalla mia elezione al Consiglio Comunale – per una opposizione partecipata.
E’ un blog “partigiano” che trova collocazione ed ha affinità elettiva  verso  i militanti  del Partito Democratico, dell’UDC e dell’IdV e con chiunque si batte lealmente per la libertà contro le ingiustizie e le disuguaglianze.  Con onestà intellettuale ho sempre dato e continuerò a dare ospitalità a chi ricerca il dialogo indipendentemente dal colore politico di appartenenza.
La nostra aspirazione (o utopia) è costruire con le parole e le idee un avvenire migliore. Ci stiamo provando….

Un libro che vi consiglio

L’ho appena terminato di leggere, scritto da questa donna straordinaria per il coraggio e la determinazione, che le sono costate la vita. 

Un piccolo angolo d’inferno di Politkovskaja Anna.
Racconta di bambini che passano i loro vuoti pomeriggi a raccontarsi, seduti all’ombra delle macerie, storie di uomini misteriosamente scomparsi. Madri che in affannose corse contro il tempo bussano alle porte dei villaggi in cerca di denaro per riscattare i figli dalle mani di un esercito di aguzzini. Un popolo intero umiliato da anni di privazioni, violenze e indifferenza. Questa è la Cecenia, un Paese tenuto accuratamente lontano dai riflettori dove “la tortura è la norma, le esecuzioni senza processo sono routine e le razzie e i saccheggi un luogo comune”. Una terra battuta dalla guerra, minacciata dal fuoco delle sanguinarie milizie indipendentiste e messa ancor più in pericolo da un esercito corrotto, complice e profittatore di uno spietato disegno politico. E la vittima di tanta cruda insensatezza non è un’astratta entità statale ma una popolazione inerme, costantemente sotto minaccia, privata del diritto e della dignità. Inviata sul campo dal settimanale di ispirazione liberale “Novaja Gazeta”, Anna Politkovskaja ha avuto il coraggio di rompere il silenzio svelando al mondo gli orrori della Cecenia, senza censure né remore nell’accusare Putin e nel parlare di genocidio. Per anni la sua voce è stata l’unico filo di collegamento tra quelle terre dimenticate e il resto del mondo.

Siamo sicuri?

savonarola5Una ronda non fa primavera.

 

 

                           Savonarola

Presentata la mozione consiliare ANTI-RONDE

Per evitare che nella nostra città vengano realizzate le ronde di cittadini, i gruppi consiliari del  Partito Democratico e della Sinistra e Libertà hanno presentato una mozione da discutere e votare in aula. Il provvedimento impegna il sindaco e la giunta a non avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per il controllo del territorio e a considerare la sicurezza dei cittadini come diritto inalienabile la cui tutela è compito primario e ineludibile dello Stato e delle forze dell’ordine. Con la mozione si chiede anche di esprimere questo orientamento al Prefetto e al comitato per l’Ordine pubblico e la sicurezza. Si chiedono inoltre  interventi  sulla strada dell’inclusione sociale, del dialogo interculturale e della democrazia partecipata, promuovendo la creazione di spazi di confronto e di conoscenza reciproca tra italiani e stranieri e favorendo l’impegno attivo e solidale dei cittadini.

Da parte di tutti i consiglieri firmatari della mozione – Andreoni P., Bernardini D., Cardinali F., Pugnaloni S., Severini A. e Franchini F – si afferma la considerazione che ” il tema della sicurezza e’ delicatissimo e tocca tutti ma va affrontato con responsabilita’ e consapevolezza e non attraverso le ronde.  Questo e’ un compito delicato, che lo Stato ha demandato alle forze dell’ordine alle quali devono andare piu’ fondi, piu’ personale e piu’ sostegno. La segnalazione dei problemi alle forze dell’ordine e’ gia’ un dovere civile dei cittadini, e non servono le c.d. ronde”.

Testo della MOZIONE:

oggetto:  Il Comune di Osimo  non si avvarrà della collaborazione di associazioni tra cittadini  non armati per il controllo del territorio”.

 I sottoscritti Consiglieri Comunali del Partito Democratico e della Sinistra e Libertà, propongono la seguente mozione da inserire, all’Ordine del Giorno della prossima riunione del Consiglio Comunale.
                                                                premesso
 che la sicurezza è un diritto inalienabile dei cittadini ma la sua tutela è compito primario e  ineludibile dello Stato e delle Forze dell’Ordine;

 che il Disegno di Legge n. 733-b del 2 luglio 2009, presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri (Berlusconi), dal Ministro dell’Interno (Maroni) e dal Ministro della Giustizia (Alfano) approvato dal Senato della Repubblica il 5 febbraio 2009 modificato dalla Camera dei deputati il 14 maggio 2009 e definitivamente approvato dal Senato nella seduta del 2 luglio 2009 avente ad oggetto “disposizioni in materia di sicurezza pubblica” prevede all’art. 52 che “Gli enti locali, previo parere del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, sono legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare agli organi di polizia locale, ovvero alle Forze di polizia dello Stato, eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale.”;
                                                               considerato
 – che l’obiettivo della sicurezza e della tranquillità sociale non può essere raggiunto mediante l’opera delle associazioni tra cittadini non armati, cioè attraverso l’affidamento del controllo del territorio a formazioni private di cittadini col rischio di avviare un processo di indebolimento del ruolo e delle funzioni dello Stato in materia di difesa della legalità e di ordine pubblico;
 – che tale misura inutile e di facciata, che mira a garantire la sicurezza dei cittadini a costo zero, danneggia l’immagine delle nostre città, alimenta il clima di paura e di xenofobia dovuto anche all’amplificazione strumentale da parte dei mass media di alcuni fatti di cronaca che vedrebbero protagonisti negativi solo gli stranieri;
– che tale soluzione del governo contrasta con il principio di neutralità che viene garantito dalle forze di polizia: le prime avvisaglie organizzative testimoniano infatti che c’è il fondato rischio che le cosiddette “ronde” siano promosse o ispirate da determinate forze politiche;
– che Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, nonostante le condizioni di difficoltà e di limitazione della loro operatività dovute ai tagli delle risorse imposti in questi anni, riescono ad assicurare sul territorio un apprezzabile servizio;
– che tale misura è ritenuta da tutti i Sindacati di Polizia e dal COCER dell’Arma dei carabinieri impraticabile e inconciliabile con l’impianto di sicurezza che si è dato il nostro Paese ed è considerata d’intralcio e di appesantimento per il lavoro stesso delle forze dell’ordine. In particolare, il Sindacato Autonomo di Polizia esorta i Sindaci delle grandi città a non mettere a repentaglio con tale utilizzo la vita dei cittadini;
– che l’Unione Camere Penali Italiane si oppone anch’essa alle “ronde” sottolineando che la sicurezza pubblica va tutelata con grande rigore e nel rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà costituzionali, con una presenza forte ed efficace delle istituzioni, degli organi di polizia e di prevenzione, con l’uso intelligente del potere esecutivo sul territorio senza cedere a scorciatoie semplificanti e senza far velo di principi dello Stato di diritto;
 – che anche l’Associazione Nazionale Magistrati ha ribadito che il fondamentale dovere civico dei cittadini sia quello di denunciare i fatti di reato come prevede il Codice e testimoniare nel processo, e come fondamentale per la tutela dell’ordine pubblico sia l’attività delle forze di polizia.

Tutto ciò premesso e considerato
propongono
che il Consiglio Comunale
impegni Sindaco e Giunta

 1) a non avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per il controllo del territorio – come previsto dal Disegno di Legge n. 733-b definitivamente approvato dal Senato nella seduta del 2 luglio 2009  all’art. 52 – e a considerare la sicurezza dei cittadini come diritto inalienabile la cui tutela è compito primario e ineludibile dello Stato e delle Forze dell’Ordine;
 2) a rappresentare tale orientamento a S.E. il Prefetto, al Comitato Provinciale per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza ed alle Forze dell’Ordine – Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza – presenti nel territorio comunale;
 3) ad attivare politiche ed iniziative di inclusione sociale, di dialogo interculturale e di democrazia partecipata, promuovendo la creazione di spazi di confronto e di conoscenza reciproca tra italiani e stranieri e favorendo l’impegno attivo e solidale dei cittadini. Nella consapevolezza che l’Ente Comunale non si occupa di ordine pubblico e che il suo spazio di intervento è quello della prevenzione;
 4) Ad operarsi per aumentare le risorse da destinare alla Polizia Municipale favorendo, con una maggiore presenza nei quartieri, la fattiva collaborazione tra cittadini e Forze dell’Ordine al fine di garantire la tranquillità e favorire la coesione sociale.
Osimo il 13 luglio 2009

  I consiglieri  comunali :   Paola Andreoni, Daniele Bernardini, Flavio Cardinali,  Simone Pugnaloni,  Argentina Severini,  Federica Franchini

City Manager ad Osimo: la città ne può fare a meno !!

La telenovela city manager in Osimo, sta diventando davvero insopportabile! Da un lato lascia trasparire l’incapacità di Simoncini di governare Osimo senza l’ormai troppo ingombrante figura del suo predecessore. Da Simoncini è lecito aspettarsi un sussulto di dignità e di autonomia dal suo predecessore. Ciò sta di fatto paralizzando l’attività amministrativa di Osimo. E’ ormai un mese che Simoncini è stato eletto e l’unica cosa che ha fatto è una delibera su misura per spianare la strada a Latini per l’incarico di city manager. Con tutti i problemi che Osimo ha, questo non solo appare assurdo ma è assolutamente inaccettabile! Come pure è inaccettabile, di questi tempi, lo sperpero di denaro pubblico per la figura di un city manager in città delle dimensioni di Osimo. Se Simoncini vuole al suo fianco Latini non si capisce perché non l’abbia nominato assessore, i cui compensi sono indubbiamente inferiori a quelli di un city manager, con indubbio risparmio di oneri per la città. Simonicini dia un segnale di sobrietà, dimostri di non voler sperperare inutilmente il denaro pubblico, e si preoccupi dei problemi di Osimo liberandosi una volta per tutte dalla morsa del suo predecessore.