Non è più senatore

Berlusconi non è più senatore, definitivamente fuori dal Parlamento e incandidabile per almeno i prossimi 6 anni.
C’è da esultare ? Non credo proprio. Innanzitutto perché l’ex-senatore  continuerà la battaglia per i propri interessi personali, e riuscirà sicuramente  ad influenzare negativamente l’opinione pubblica, perché il berlusconismo è così penetrato nel tessuto sociale italiano, come dimostra la manifestazioni di piazza di oggi a Roma.  Ci vorranno anni perché i danni causati vengano risistemati.
3ZG568EE2O403Questa vicenda, inoltre,  ha dato dimostrazione che non siamo un Paese normale, dove un condannato per frode fiscale (uno dei reati più infamanti) si permette di attaccare e offendere le istituzioni, trovando consensi e credibilità, in tante persone.

Perchè Berlusconi non è stato nominato senatore a vita ?

Sembrerebbe si siano chiesto, quelli del PDL, come mai Napolitano non ha considerato il pregiudicato Silvio Berlusconi nel poker dei nuovi Senatori a vita!
Il signore di Arcore ha, secondo quelli del PDL, molti pregi che possono competere con i quattro designati, di cui, però, ricordo giusto qualche piccola nota.
senatori a vitaClaudio Abbado: maestro d’orchestra, rappresentante mondiale della cultura italiana nel mondo della musica classica. Dalla Scala al Berliner Philarmonker, promotore della musica e dei giovani in tutto il mondo.
Carlo Rubbia: premio Nobel per la fisica, prosecutore – nel settore della fisica quantistica e delle alte energie – della grande tradizione italiana che trovò in Enrico Fermi il suo antesignano.
Renzo Piano: un monumento all’architettura contemporanea, chiamato ad occuparsi, anche tenendo conto delle problematiche della sostenibilità, delle vicende dell’interazione uomo ambiente.
Elena Cattaneo, un’autentica luminare nella ricerca sulle cellule staminali, una ricercatrice di fama e prestigio mondiali.

Effettivamente, si chiedono tutti perchè il Cav. non sia stato preso in considerazione…
Paola

P.S. Riporto il  link  di un contributo di Michele Serra, che sottolinea altri aspetti che vi invito a leggere.

Non potrebbe svolgere neanche le funzioni di amministratore del condominio

La Riforma della disciplina del condominio negli edifici, entrata in vigore il 18 giugno 2013, introducendo l’art. 71-bis delle disp. att, c.c., ha stabilito che non possono svolgere l’incarico di amministratore di condominio coloro che siano stati condannati per delitti contro la PA, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, il patrimonio ed ogni altro delitto non colposo punito con reclusione non inferiore nel minimo a due anni e nel massimo a cinque anni. La perdita in corso di incarico di questo requisito di incensuratezza comporta la cessazione dell’incarico.

Berlusconi 875

Non è ridicolo pensare che attualmente Berlusconi non potrebbe neppure fare l’amministratore di condominio mentre  pretenderebbe di continuare a fare l’amministratore del Paese!!

Spero che si ponga presto fine a questa indegna situazione che è solo causa di discredito dell’Italia.

Berlusconi ad Arcore (la vignetta di Staino)

Staino 10

Bersani è la scelta giusta: è quanto hanno chiesto alle primarie e chiedono oggi gli elettori del PD

Bersani Grillo BerlusconiL’intervista di oggi sul Corriere della Sera di Franceschini e le ultime uscite di Renzi non mi sono piaciute. Sono d’accordo che bisogna dialogare con tutti ci mancherebbe. Leggo però dietro questi autorevoli interventi,  il tentativo per preparare un cambio di rotta nella strategia del partito. Incredibile, proprio in questo momento. Cioè nel momento in cui Berlusconi è nell’angolo e i grillini si stanno sfaldando.
Un governo con Berlusconi?? Ma si rendono conto di quello che dicono Renzi e Franceschini?? Dopo tutto quello che in questi anni il cavaliere ha fatto e disfatto, dopo gli scandali, i parlamentari comprati, i bunga-bunga, le leggi ad personam, la gentaglia avida di cui si è circondato e che ci ha spogliato, dopo che in 20 anni di governi è riuscito solo a mandare in rovina il paese, noi dovremmo fare un governo con lui ??
Grillo non aspetta altro che il governassimo per ricompattarsi. Sono fermamente convinta che la via tracciata da Bersani sia quella giusta e l’unica possibile. La strada di Bersani è quella  in cui si ritrovano, come me,  la maggior parte degli elettori del partito, il resto è noia e notte per il PD e per il Paese.
Paola

Chiediamo al nuovo Parlamento che venga finalmente applicata la legge 361 del 1957, in modo che Berlusconi non abbia più nessuna immunità di impunità

E’ convocato per domani, quindici marzo,  il nuovo parlamento. C’è un  appello lanciato on line sul sito della rivista Micromega  affinché  sia dichiarata, nella prima seduta, l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi  ai sensi della legge 361 del 1957 sui titolari di concessioni televisive e della legge Mammì:  L’iniziativa ha superato le 150.000 mila sottoscrizioni. Le tv e i giornali (tranne Repubblica e Il Fatto quotidiano) continuano a rimuovere l’iniziativa: tocca a Noi farci “mass media” di questa campagna, attraverso le nostre mailing list, i contatti facebook, twitter e ogni altra forma di comunicazione.

giornale MicroMegaSegue il testo dell’APPELLO che ha come primi firmatari e promotori: Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame e Barbara Spinelli.

IL TESTO DELL’APPELLO
Berlusconi non era e non è eleggibile. Lo stabilisce la legge 361 del 1957, che è stata sistematicamente violata dalla Giunta delle elezioni della Camera dei deputati. Nel 1994 (maggioranza di centro-destra) e nel 1996 (maggioranza di centro-sinistra, primo governo Prodi), un comitato animato da Vittorio Cimiotta (“Giustizia e libertà”) e composto da Roberto Borrello, Giuseppe Bozzi, Paolo Flores d’Arcais, Alessandro Galante Garrone, Ettore Gallo, Antonio Giolitti, Paolo Sylos Labini, Vito Laterza, Enzo Marzo, Alessandro Pizzorusso, Aldo Visalberghi, e sostenuto da una campagna stampa del settimanale “l’Espresso”, organizza i ricorsi dei cittadini elettori, ricorsi che vengono respinti dalla Giunta delle elezioni della Camera (con l’unico voto in dissenso dell’on. Luigi Saraceni, che il centro-sinistra non confermerà nella Giunta del 1996) con la motivazione che l’articolo 10 comma 1 della legge dichiara in effetti che non sono eleggibili “coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”, ma che “l’inciso ‘in proprio’ doveva intendersi ‘in nome proprio’, e quindi non applicabile all’on. Berlusconi, atteso che questi non era titolare di concessioni televisive in nome proprio”.
Palese interpretazione da azzeccagarbugli, poiché come scrisse il presidente emerito della Corte Costituzionale Ettore Gallo “ciò che conta è la concreta effettiva presenza dell’interesse privato e personale nei rapporti con lo Stato”.
Tanto è vero che la “legge Mammì” del 6 agosto 1990, n° 223 sulla disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato stabiliva all’art. 12 il “Registro nazionale delle imprese radiotelevisive” e all’art. 17 comma 2 precisava che “qualora i concessionari privati siano costituiti in forma di società per azioni ecc. … la maggioranza delle azioni aventi diritto di voto e delle quote devono essere intestate a persone fisiche, o a società ecc. … purché siano comunque individuabili le persone fisiche che detengono o controllano le azioni aventi diritto al voto”.
MicroMega decide perciò di riprendere quella battaglia di legalità ormai ventennale attraverso due iniziative: un appello di un gruppo di personalità della società civile, sui cui raccogliere on line le adesioni di tutti i cittadini (con l’obiettivo di migliaia e migliaia di firme), e il fac-simile del ricorso, che potrà essere attivato da ogni elettore del collegio senatoriale per il quale opterà Berlusconi. Nell’ultimo giorno valido (20 giorni a partire dalla proclamazione degli eletti), MicroMega organizzerà la consegna di massa dei ricorsi alla Presidenza e alla Giunta delle elezioni del Senato.
Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli

FIRMA ANCHE TU PER CACCIARE BERLUSCONI DAL PARLAMENTO (facendo applicare la legge 361 del 1957), cliccando qui.

Io l’ho già fatto:
firma n° 154385 Paola Andreoni, e ho aggiunto il seguente commento: Per far ritornare ad essere  il nostro, un Paese normale. Un Paese dove i posti letto negli Ospedali vengono tagliati, creando disagi e fatiche, ma non per “qualcuno”.

Che vergogna

Tribunale MilanoSiamo passati dal  “siete circondati” del M5S ad “assediamoli” del Pdl: in Germania li chiamano con lo stesso appellativo a  Grillo e a Berlusconi. L’indegna gazzarra organizzata oggi dagli “onorevoli” del Pdl, con la marcia sul Tribunale di Milano a difesa del loro “malato immaginario” (a proposito: ci sono malati di uveite che vanno tutti i giorni a lavorare, senza essere “costretti” ad essere ricoverati in una suite di 200 mq), mette in evidenza come le istituzioni e l’Italia siano in questo momento sotto assedio da parte di malaffare, ipocrisia, populismo, pressapochismo ed egoismo: sarà dura uscirne, se nessuno ci viene in soccorso.  Nella foto, dall’alto del Tribunale, Falcone e Borsellino osservano costernati la scena: che vergogna !

I passi di Berlusconi

Il centrodestra è in pieno stato confusionale, con Berlusconi che non si capisce cosa intenda fare: prima si candida come premier del centrodestra criticando aspramente Monti, poi offre il posto allo stesso professore e infine ipotizza come leader il segretario (personale) Alfano.
Ma ormai nessuno lo vuole (a parte il suo harem, la Santanché ed Emilio Fede): per prima l’Europa, che vede il suo ritorno come una minaccia e poi i diversi componenti del suo partito oltre la Lega.  La cosa brutta è che insieme al centro destra, Berlusconi sta portato alla rovina purtroppo anche l’Italia. Mi auguro che questa volta gli italiani non si lascino abbindolare dalle false promesse su ipotetiche cancellazioni di tasse o dalle solite promesse elettorali di fatto improponibili.

Anche nel nostro piccolo ci sono novità, il consigliere comunale in Regione evidentemente per  valutate convenienze elettorali si è tolto la scritta “API”, mettendone una nuova “liste civiche nazionali”. Le solite furberie della vecchia politica in cerca di nuove poltrone.

Paola

La ritirata di Silvio

Non ripresenterò la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol“. Queste le parole all’interno del comunicato con cui Silvio Berlusconi annuncia di non volersi ricandidare alle prossime elezioni.
Dietro a questa decisione , nelle righe del comunicato, si legge la sconfitta, quella di un leader che si rende conto che la sua figura non trova più il favore degli italiani.
Forse è la fine di un’era: dopo Bossi, dopo Formigoni, ecco anche il Cavaliere mollare. Speriamo sia davvero così.

Ciao Silvio, se davvero te ne vai, non ci mancherai. E purtroppo, ci ricorderemo ancora di te per molto tempo per i danni morali, sociali, economici che ci hai lasciato.

Paola

Berlusconi: “tutti mi vogliono”.

Berlusconi come Figaro – il barbiere di Siviglia –  sostiene che lo vogliono tutti, che tutti gli chiedono insistemente di ricandidarsi per le prossime elezioni.

In una intervista al quotidiano francese Liberation il cavaliere, in merito alla sua probabile ricandidatura alle elezioni 2013, confida: «Tutto il partito, a cominciare dai deputati, mi chiedono di tornare per beneficiare della mia popolarità in campagna elettorale. Non ho ancora deciso ma una cosa è sicura: sono al servizio del mio Paese».

Per dirla alla Totò: c’è da scompisciarsi dalle risate. Incredibile la dichiarazione  sulla propria virtuosa disponibilità al bene del paese.

Rieccolo

Ma a chi potrà far sorridere questa volta ?

Se vi sembrano uguali….

 

Da Mario Monti lo scudo anti-spread.
Da Berlusconi lo scudo per i capitali esportati illegalmente all’estero.

Detto da lui…

Ve lo ricordate? La persona di cui si ride nel filmato è la stessa (“il leader dei moderati” che vuole il ritorno alla lira o la Germania fuori dall’euro) che oggi chiede a Monti di esigere rispetto dalla Merkel per l’Italia.

Sono i nostri amari ricordi (che speriamo rimangano tali e sempre più lontani).

Chi il GATTO e chi la VOLPE ?

Bossi e Berlusconi ieri alla Camera

 
 
  BOSSI:  ” BERLUSCONI MI HA CONVINTO

Condono, così diventa la canzone di Tiziano Ferro ( Perdono)

Se è vero ciò che affermava Seneca, “Le idee migliori sono proprietà di tutti”, quelli della trasmissione “Un giorno da pecora” sono unici e  piacevoli “vulcani” di proposte ironiche e carine. Oggi hanno rivisitato la canzone di Ferro, che è diventata “Condono” con protagonista il premier Berlusconi.

B. è un Mussolini fallito di Giorgio Bocca

B. è un Mussolini fallito di Giorgio Bocca pubblicata da L’Espresso Povera Italia  il giorno giovedì 18 agosto 2011  
Quando si racconterà la storia dell’Italia sotto il Cavaliere si vedrà che c’erano tutte le premesse di una dittatura. E’ mancata solo la violenza fisica sui dissidenti, sostituita con l’intimidazione mediatica
Perché la maggioranza degli italiani, anche conservatori, vota contro Silvio Berlusconi, contro la sua democrazia autoritaria? Perché dopo anni di rassegnazione riscopre la politica e l’adopera per porre fine a un regime che non ha neppure la giustificazione dell’efficienza? Perché il tiranno non ha saputo, non ha potuto fare di quello strumento decisivo del potere che è il terrore la certezza dei sudditi di essere dentro il tritacarne poliziesco.
 
Berlusconi non ha saputo o voluto essere un dittatore sanguinario, torturatore, feroce. Ha pensato di poter sostituire i plotoni d’esecuzione con il fango della diffamazione e le persuasioni della corruzione, che gli fosse più facile devastare la faccia, la reputazione dei suoi concorrenti al potere che mettere in piedi il pesante apparato della repressione poliziesca. Non neghiamogli un naturale rifiuto per la violenza bruta, per la macelleria sociale, per i lavori forzati, i gulag. Il che non esclude la violenza, la volontà di ferro di distruggere gli avversari: il caso Boffo è esemplare. Boffo è stato eliminato non con le pallottole ma con la diffamazione.
 
Come dittatore di nuovo tipo Berlusconi ha usato le armi di cui era ben fornito: il denaro e la stampa gialla. Era dagli anni Venti, dalla nascita del fascismo, che un aspirante tiranno preferiva la diffamazione dell’avversario all’intimidazione fisica. Arrivato alla proprietà di molte reti televisivi e di un quotidiano nazionale Silvio è stato il primo a scoprire che il gossip, l’informazione mondana, i retroscena sessuali potevano essere una formidabile arma politica deterrente e distruttiva. Come si era impadronito della televisione, della pubblicità e delle loro seduzioni senza la minima preoccupazione culturale e morale, senza il minimo timore di cosa ne pensassero gli altri, i moralisti, gli intellettuali, famiglie a lui estranee, Berlusconi è diventato il signore dei telegatti televisivi e della stampa colorata o rosa o gialla, o per corrompere o per diffamare.
 
Chiunque al mondo avesse avuto come lui la capacità e la fortuna di diventare un grande editore si sarebbe preoccupato di fare informazione di prestigio, avrebbe avuto come modelli “Le Monde” o il “New York Times”. Ma lui, che prima di tutto è uomo di successo, ha preferito da subito fare dei suoi giornali qualcosa di simile a se stesso, pronto a rintuzzare il minimo attacco avversario, ripagarlo con diffamazioni senza misura, prolungate per giorni e settimane, su tutto ciò che di abusivo e di illegale potevano aver fatto i concorrenti o anche non aver fatto, bastava che fosse credibile che lo avessero fatto.
 
La storia italiana politica o economica, come si era formata nella Repubblica democratica, non era una villanella senza peccato, esente da tutte le tentazioni connesse all’informazione, l’unico mondo in cui il fantastico e il falso possono sostituirsi al vero e al serio. La tentazione è forte e il sistema pubblicitario la moltiplica, ma in quella stampa, persino nel periodo fascista, esisteva un minimo di educazione, di civile convivenza: nessuno si è mai sognato nella Repubblica italiana di attaccare Togliatti per la sua relazione extraconiugale, e indiscrezioni sugli amori altrui erano rare e contenute.
 
Con Silvio e il bunga bunga l’elogio del piacere della prostituzione diviene imperante, asfissiante. Dicono di Berlusconi che sia malato di sesso. Certo appartiene a quella specie umana che non sa parlare di altro, pensare di altro, quelli che il sesso lo portano in fronte.
 
Una conferma che lascia sbalorditi: ricevendo a Roma il primo ministro israeliano Netanyahu, Berlusconi a un certo punto si è voltato verso un grande quadro e ha detto “questo è il bunga bunga del 1811, quello è Mariano Apicella e quell’altro sono io”, indicando due personaggi. L’imbarazzato Netanyahu ha fatto un sorriso di circostanza. E arrivando a Palazzo Chigi Silvio aveva fermato il corteo per salutare una bella ragazza.

A quando il processo giusto ?

  Nitto Francesco Palma è il nuovo ministro della Giustizia in sostituzione di Angelino Alfano.
Ebbene! Avremo ancora leggi ad personam come scriveva il povero Angelino?
Sarà Palma prono al suo “benefattore” e gli favorirà vie di fuga dai suoi processi?
 Intanto oggi il governo pone al Senato la fiducia sul processo lungo. 
 Tra processo lungo e breve mai un processo giusto!…

 

Paola

La politica estera del nostro Governo

“Io sono legato da amicizia vera con il presidente egiziano Mubarak, con il presidente libico Gheddafi e con il presidente della Tunisia Ben Ali e cerco di essere da stimolo per lo sviluppo della democrazia “.

Silvio Berlusconi – nella conferenza stampa di fine anno.

Eh sì: un vero en plein. Intanto l’amico Putin pare stia facendo gli scongiuri…

Paola