Il Mondo chiede ai potenti attenzioni per l’ambiente

Mentre da noi le televisioni ci propinano il “chiacchiericcio” del presidente del consiglio, il Mondo si è mobilitato contro il cambiamento climatico.  Il 21 settembre a New York milioni di persone hanno sfilato contro i pericoli causati dal cambiamento climatico, e altrettante persone hanno manifestato a Parigi, Londra, Berlino, Bogota, Delhi e Melbourne.
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Convocazione Consiglio Comunale: Martedì 30 Settembre 2014 alle ore 15,30

MARTEDI’  30  Settembre 2014 –  alle ore 15,30   CONSIGLIO COMUNALE

Convocazione seduta del Consiglio Comunale per il giorno: martedì 30 settembre 2014
Il Consiglio Comunale è convocato in sessione ordinaria presso la Sala Consiliare del Palazzo Municipale per il giorno giovedì 30 settembre 2014  alle ore 15:30 per la trattazione degli argomenti di cui all’allegato ordine del giorno e proposte di deliberazione.

1)..Comunicazioni del Sindaco.
2) Salvaguardia equilibri del Bilancio di Previsione 2014 – Art.193 del D.Lgs. n.267/2000 –Verifica dello stato di attuazione dei programmi e del permanere degli equilibri generali di Bilancio ed approvazione variazioni conseguenti.

IL PRESIDENTE del CONSIGLIO COMUNALE
F.to Paola Andreoni

per seguire il Consiglio Comunale in diretta audio
dalle ore 15.30  di MARTEDI’  30  SETTEMBRE  2014

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Domani direzione del Partito Democratico sul Jobs Act: mi auguro …

art18Domani direzione del Partito Democratico , all’ordine del giorno la  discussione sulla modifica dello Statuto dei lavoratori e in particolare dell’articolo 18. Matteo Renzi ha preannunciato  un “cambiamento violento“.
Mi auguro che non sia così e che all’interno del Partito, ci sia dialogo tra maggioranza e minoranza, e che magari venga coinvolta pure la base per discutere di un punto importante e basilare su cui già in passato il PD ha preso precise posizioni.
Perché gli elettori e gli iscritti democratici vengono prima dei contentini da dare all’Ncd di Alfano di Sacconi e di Brunetta.

Paola

Eugenio Scalfari: C’è solo acqua nella pentola che bolle sul fuoco

giornale La Repubblicadi Eugenio Scalfari, • 28-Set-14. Intanto la pentola d’acqua comincia ad evaporare. C’è una massima di Giordano Bruno, citata martedì scorso da Michele Ainis sul Corriere della Sera, che serve egregiamente come epigrafe a queste mie riflessioni domenicali. Dice così: “Non è cosa nova che non possa esser vecchia e non è cosa vecchia che non sii stata nova”. E c’è un’altra massima, in questo caso del nostro Presidente della Repubblica in un suo recente intervento, così formulato: “Non possiamo più esser prigionieri di conservatorismi, corporativismi e ingiustizie”.
Infine mi si permetta di citare me stesso in una trasmissione televisiva guidata da Giovanni Floris e in un articolo precedente. Avevo scritto e detto che ” Matteo Renzi ha da tempo messo a bollire una pentola d’acqua ma finora non ha mai buttato nulla da cuocere“. Continuava a pensare che in quattro mesi avrebbe rifondato lo Stato non solo dando inizio alla riforma del Senato e alla legge elettorale ma cambiando anche la giustizia civile e penale, i rapporti tra Stato e Regioni, semplificato la Pubblica amministrazione, saldato tutti i debiti che essa ha presso imprese e Comuni. Visto che la tempistica dei quattro mesi (nella quale aveva più volte ripetuto di impegnare la propria faccia) non poteva funzionare, ha ripiegato sui mille giorni, aggiungendo a quel minestrone già annunciato il problema della crescita economica, la ripresa del lavoro specie quella dei giovani, la fine del precariato e la riforma radicale del sistema del welfare.
Intanto la pentola d’acqua (che è in sostanza il favore dell’opinione pubblica e dell’appoggio parlamentare) cominciava ad evaporare.
E comunque non avrebbe potuto cuocere tutto in una volta quell’immensità di problemi che si erano già presentati fin dai tempi di Aldo Moro quando lui e Berlinguer avevano realizzato un’alleanza tra i due partiti per risolvere i problemi di rifondazione dello Stato valutando che il tempo necessario sarebbe stato almeno di dieci anni.
Queste sono le epigrafi che illustrano l’attualità della quale è mio compito occuparmi.
* * *
Domani, lunedì, Matteo Renzi, nella sua duplice veste di segretario del partito e presidente del governo, spiegherà alla direzione del Pd quali sono i problemi (già sopra indicati) che costelleranno i mille giorni che rimangono fino al termine della legislatura. Poi si voterà e i parlamentari dovranno attenersi a quanto la maggioranza avrà deliberato.
In realtà questa norma non esiste in nessuno statuto di partito. I parlamentari dissenzienti hanno pieno diritto di presentare emendamenti alle leggi proposte dal governo e addirittura di votare contro. Non si tratta di obiezioni di coscienza ma di diritti politici i quali trovano la loro tutela nell’articolo della Costituzione che sancisce la libertà del mandato parlamentare. Questo possono fare i membri delle Camere, sia con voto palese sia con voto segreto.
La tecnica elettorale che meglio tutela quelle libertà è il collegio uninominale, con o senza ballottaggio al secondo turno. Ma questo sistema del ballottaggio, che è il più perfetto per costituire una maggioranza parlamentare rappresentativa al tempo stesso della governabilità e della rappresentanza del popolo sovrano, è stato confiscato da tempo dalle segreterie dei partiti col sistema delle liste ed anche con quello eventuale delle preferenze. In un Paese di lobby e di mafie le preferenze sono quanto di peggio si possa concepire.
Incoraggiano negoziati piuttosto loschi e il voto di scambio il quale se provato è addirittura un reato previsto dal codice penale. Quindi la legge ideale sarebbe il collegio uninominale con ballottaggio al secondo turno tra i due meglio arrivati, ma mi sembra che le maggioranze esistenti sia sulla carta e nella realtà non sono di questo avviso.
Il Capo dello Stato ha anche indicato nel discorso di saluto al nuovo Csm e al vecchio che se ne va censure verso le correnti che dividono la magistratura e che diminuiscono la sua credibilità specie quando si tratta di nominare magistrati a nuovi incarichi o trasferirli come punizione o sottoporli a procedimenti disciplinari. Tutte cose necessarie e giustissime purché ciascuno dei magistrati che partecipa a queste procedure si dimentichi della sua appartenenza ad una associazione il che purtroppo non sempre avviene.
Concludo questa parte del mio ragionamento con una visione molto scettica di quanto accadrà nei prossimi mesi. L’Italia otterrà la flessibilità di cui ha estremo bisogno soltanto se e quando avrà portato avanti alcune riforme economiche che aumentino la competitività e la produttività del sistema. Mescolare queste riforme con tutta la massa di problemi elencati da Renzi significa aver perso (o non avere mai avuto) il ben dell’intelletto.
Mario Draghi ha già dato e ci darà nei prossimi giorni (non solo all’Italia ma all’Europa) tutto l’appoggio monetario e la liquidità che riesce ancora a tenerci a galla. Il tasso di cambio è già sceso all’1,27 nei confronti del dollaro e di molte altre monete. Ne deriva un appoggio concreto all’esportazione e alla domanda. Purtroppo la domanda interna, nonostante il famoso e ultra-lodato provvedimento degli 80 euro mensili al ceto medio-basso non ha minimamente spostato in alto i consumi. Quelli al dettaglio, che costituiscono il grosso di questo “fondamentale” dell’economia, sono diminuiti tra il 2013 e il 2014 dell’1,50 per cento nell’ultimo dato fornito dall’Istat. Chi ci ha messo e continua a metterci la faccia dovrebbe averla persa da un pezzo.
* * *
Aspettiamo dunque i responsi della Commissione di Bruxelles e delle riunioni dei capi di governo per vedere come saranno giudicate le misure che nel frattempo avremo avviato (sempre se qualche cosa si avvierà). E aspettiamo la legge di stabilità che è il documento essenziale sul quale l’Europa giudica i Paesi membri e quindi se stessa.
L’interesse dell’Italia dovrebbe essere quello di rafforzare i poteri del Parlamento europeo, della Commissione e della Banca centrale per avviarsi sulla strada d’una Federazione.
Non mi pare che il nostro governo abbia questo in mente. Mi pare anzi che veda il centro del problema negli Stati nazionali i quali, qualora non cedano sovranità al sistema europeo e non rafforzino i poteri di rappresentanza del Parlamento, saranno sempre più degli staterelli, capaci forse di vendere i loro prodotti e trarne qualche profitto.
Si stanno affermando due fenomeni contrapposti ma allo stesso tempo analoghi: si accresce la spinta verso poteri globali e sorgono esigenze di spezzettare gli Stati nazionali. La voglia di referendum da un lato l’emergere di potenze continentali dall’altro, dovrebbero imprimere a Paesi come il nostro di scegliere il ruolo che fu indicato per primo da Ernesto Rossi e poi dal manifesto di Ventotene redatto dallo stesso Rossi, da Altiero Spinelli, da Colorni e da altri confinati o imprigionati dalla dittatura fascista.
Pochi sanno e pochissimi ricordano questa tradizione che fu uno dei suggelli della sinistra liberal-socialista italiana.
Ho letto con interesse l’articolo di mercoledì scorso del direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli. È un attacco in piena regola non tanto contro la politica di Renzi quanto sul suo carattere e il suo modo di concepire la politica.
Debbo dire: mi ha fatto piacere che anche il Corriere abbia capito che il personaggio che ci governa è il frutto dei tempi bui e se i tempi debbono essere cambiati non sarà certo quel frutto a riuscirci.
Il frutto dei tempi ha le caratteristiche del seduttore e noi, l’Italia, abbiamo conosciuto e spesso anche sostenuto molti seduttori. Alcuni (pochissimi) avevano conoscenza dei problemi reali e la loro seduzione ne facilitava la soluzione. Altri – la maggior parte – inclinavano verso la demagogia peggiorando in tal modo la situazione.
Aldo Moro si alleò con Enrico Berlinguer che era già uscito dal comunismo sovietico, e previde che per rifondare lo Stato ci sarebbero voluti almeno dieci anni di alleanza tra le due grandi forze popolari del Paese.
Dico questo pensando al tema dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Fu introdotto dall’allora ministro del Lavoro socialista Giacomo Brodolini membro d’un governo di centrosinistra presieduto appunto da Moro. La giusta causa per licenziare: prima lo si poteva fare a discrezione del “padrone”. Dopo fu la giusta causa una difesa da questa discrezionalità priva di motivazione, che avrebbe dovuto essere provata dall’imprenditore di fronte al giudice del lavoro. Il dipendente non perdeva infatti soltanto il salario ma anche la dignità di lavorare.
Adesso si dice che la giusta causa è già stata ridotta dalla Fornero a “discriminazione” ma la giusta causa è sempre stata una discriminazione e se licenzio un dipendente solo perché ha gli occhi azzurri o mi è antipatico o piace a mia moglie o è pigro, questo in alcuni casi è giusto in altri no.
Penso che bisognerebbe conservarlo l’articolo 18 così inteso e riconoscerlo anche ai lavoratori impiegati in aziende con meno di quindici dipendenti; penso anche che i precari che dopo un certo numero di anni ottengono il contratto a tempo indeterminato, abbiano anch’essi quella tutela.
Si dice però, anche da autorevoli fonti internazionali, che la giusta causa o discriminazione che sia costituisca un ostacolo contro l’aumento della competitività. Ammettiamo che sia così e poiché la competitività è una condizione per attirare investimenti, allora bisogna abolire l’articolo 18 per tutti e sostituirlo con tutele economiche e sistemi di formazione per favorire nuovi reimpieghi. L’America è su questo terreno il Paese più moderno e più reattivo che conosciamo.
Ma le risorse da mobilitare sono molto più cospicue di quelle di cui si parla. Non si tratta di due o quattro miliardi; per compensare chi perde il lavoro ce ne vogliono a dir poco dieci volte tanto e il periodo di sostegno non può essere limitato ad un anno.
L’abolizione dell’articolo 18 si può fare soltanto se compensa il lavoro con l’equità che deve essere massima se è vero che la nostra Costituzione si basa sul lavoro e questo dovrebbe essere l’intero spirito della nostra Repubblica.
I ricchi paghino, gli abbienti paghino, i padroni (con le loro brache bianche come cantavano le leghe contadine ai primi del Novecento) paghino e le disuguaglianze denunciate da Napolitano diminuiranno. Una politica di questo genere, quella sì ci darebbe la forza di indicare all’Europa il percorso del futuro.
Caro de Bortoli, sai quanto ti stimo e ti sono amico e quanto ho apprezzato il tuo articolo di mercoledì scorso. Ma permettimi di ricordarti che su questi temi il Corriere della Sera ha sempre rappresentato l’opinione e gli interessi della borghesia lombarda. Ha reso molti servizi agli interessi del Paese quella borghesia, sempre che il primo di quegli interessi fosse il proprio. Oggi non è più così. Bisogna ricreare una sinistra che riconosca le tutele anche ai cetibenestanti ma metta in testa quelle dovute ai lavoratori. A me non sembra che Renzi sia il più adatto e Berlusconi il suo migliore alleato. Ma questo è solo un aspetto del problema Italia. Gli altri sono ancora più impegnativi e vanno messi sul tavolo con tenace franchezza.

Evento 'Il Cortile dei Giornalisti'

Cordoglio per la morte del giovane Indrit Kapxhiu

L’ improvvisa tragica scomparsa del giovane Indrit Kapxhiu, vittima di un incidente stradale,  ha colpito tutti noi che conosciamo la sua bella famiglia.
Un dolore composto ma straziante, quello dei genitori, parenti ed amici confortato da tanti  gesti di vicinanza e di solidarietà da parte della comunità albanese e da parte di tante famiglie osimane.
Alla famiglia del giovane Indrit, a tutta la comunità albanese presente nella nostra città, un abbraccio e i miei più sinceri sentimenti di cordoglio anche a nome di tutta la comunità osimana.
Paola Andreoni

Non conoscono decenza: Buongiorno di Massimo Gramellini).

Ecco chi sono i  ” nostri  alleati ” di Governo a cui il Capo di Governo PD  si preoccupa di dare contentini.

giornale La Stampa BuongiornoNon conoscono decenza  da “Il Buongiorno della Stampa ” di Massimo Gramellini, La Stampa del 24/09/2014

Due senatrici e altrettanti senatori del partito senza elettori di Anonimo Alfano hanno presentato un ordine del giorno che per la sua sfacciataggine meriterebbe di essere promosso a ordine del secolo. Con una prosa strepitosamente democristiana, la banda dei quattro chiede di «valutare l’opportunità di consentire, in via eccezionale e straordinaria, con una norma di natura transitoria la possibilità…» vabbè, tagliamo corto: vogliono il vitalizio anche in caso di scioglimento anticipato della legislatura. Il Razzi di Crozza (ma persino quello vero) al confronto è un apprendista. Dopo lo smascheramento della furbata a opera dei Cinquestelle, il coordinatore del Ncd (Non conoscono decenza) è stato costretto a cascare dal pero e a ritirarla, con l’aria offesa di chi non ne sapeva niente.

Si tratta del professor Quagliariello, uno dei «saggi» di questa Repubblica di sventati. Pare sia rimasto basito davanti a una simile esibizione di sfrontatezza, così lontana dalle abitudini parche e riservate degli alfanoidi. Deve essergli sfuggito che alla Regione Lombardia un solo partito non ha votato l’abolizione dei vitalizi ai consiglieri: il suo.

Ma torniamo al quartetto delle meraviglie – Esposito, Langella, Chiavaroli e Bianconi – due uomini e due donne, perché anche la faccia tosta ha diritto alle quote rosa. In fondo si battono per il benessere e l’avvenire dei loro seguaci: se stessi. Perché trovare qualcun altro che li voti, la prossima volta, sarà dura.

Convocazione Straordinaria Consigli Comunali: Martedì 23 Settembre e Giovedì 25 Settembre 2014 alle ore 15

MARTEDI’  23  Settembre 2014 –  alle ore 15,00   
e
GIOVEDI’  25  Settembre 2014 –  
alle ore 15,00   

Convocazione seduta del Consiglio Comunale per  i giorni: martedì 23 settembre 2014  e giovedì 25 settembre  sempre alle ore 15,00
Il Consiglio Comunale è convocato in sessione straordinaria presso la Sala Consiliare del Palazzo Municipale il 23 e il 25 settembre.
L’ordine del giorno prevede l’audizione degli amministratori delle società partecipate e controllate del Comune di Osimo che relazioneranno sulla situazione gestionale, organizzativa e finanziaria delle medesime società .

***
MARTEDI’  23  Settembre 2014 –  alle ore 15,00   CONSIGLIO COMUNALE

Audizione degli amministratori delle soc.partecipate e controllate del Comune di Osimo, relazione sulla situazione gestionale, organizzativa e finanziaria delle società:

  • ASTEA Spa
  • Astea Energia Spa
  • Astea Servizi Srl
  • Geosport Srl

Parteciperanno e relazioneranno:

1) Il Presidente Soc. ASTEA Spa,  sig. Mario Berrè;
2) L’Amministratore Delegato Soc. Astea Energia Spa, sig.Fabrizio Micozzi;
3) L’Amministratore Unico Soc. Astea Servizi Srl, sig. Emanuele Vitali;
4) L’Amministratore Unico Soc. Geosport Srl, sig.ra Monica Santoni.
***

GIOVEDI’  25  Settembre 2014 –  alle ore 15,00   CONSIGLIO COMUNALE

Audizione degli amministratori delle soc.partecipate e controllate del Comune di Osimo, relazione sulla situazione gestionale, organizzativa e finanziaria delle società:

  • IM.OS. srl
  • Park.O. Spa
  • Conerobus  Spa
  • Azienda Speciale A.S.S.O.
  • Azienda Pubblica dei Servizi alla Persona Grimani Buttari
  • Fondazione Osimana Padre Bambozzi

Parteciperanno e relazioneranno:

1) L’Amministratore Unico Soc. IM.OS. Srl,  sig. Luca Giuliodori;
2) L’Amministratore Unico Soc. Park.O. Spa, sig. Lanfranco Migliozzi;
3) Il Presidente Azienda Speciale A.S.S.O.,  sig. Fabio Marchetti;
4) Il Presidente Soc. Conerobus Spa,  sig.  Muzio Papaveri;
5) Il Presidente Azienda Pubblica dei Servizi alla Persona Grimani Buttari, sig. Enrico Canapa;
6) Il Presidente Fondazione Osimana Padre Bambozzi , sig.ra Laura Cionco.

IL PRESIDENTE del CONSIGLIO COMUNALE
F.to Paola Andreoni

per seguire il Consiglio Comunale in diretta audio
dalle ore 15.00  di MARTEDI’ 23 SETTEMBRE  2014

dalle ore 15.00  di GIOVEDI’  25  SETTEMBRE  2014

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Articoli correlati:
–  Seduta Straordinaria del Consiglio Comunale: audizione dei Presidenti sull’andamento delle società partecipate, delle aziende controllate e delle Istituzioni

Sull’art. 18 il PD deve ritrovare la giusta rotta: stare dalla parte dei lavoratori dialogando con il sindacato

art18Non sono affatto convinta che la crisi economica più drammatica dal dopoguerra che sta vivendo l’Italia, sia per colpa delle norme che regolano il mercato del lavoro ? Non sono piuttosto altre le cause ?
E’ singolare che si proclami di voler combattere una disuguaglianza – fra lavoratori protetti e non protetti – mettendo tutti nella stessa condizione di subire ingiustizie…
Un Partito che si rifà a Berlinguer  ad Aldo Moro e De Gasperi, che si ispira agli esempi di Sandro Pertini, della resistenza, della dottrina sociale della Chiesa, che si richiama ai valori del sindacalismo di Di Vittorio, della solidarietà , della condivisione e della giustizia sociale non può mettersi  contro i lavoratori ed i loro rappresentanti.
Se vogliamo continuare a chiamarlo Partito Democratico, il suo segretario non può   rinunciare a lottare per togliere le sacche di ingiustizia sociale presenti nel Paese come  l’evasione fiscale, le pensioni d’oro, i privilegi inaccettabili e gli stipendi d’oro dei parlamentari e dei consiglieri regionali per poi accanirsi contro gli statali, gli infermieri, i vigili del fuoco o contro le conquiste di protezione sociale dei lavoratori e delle donne.
Spero che il PD sappia ritrovare la giusta rotta.

Il gioco della vita ….

 

    Una nota per ogni domenica

                                                                                       

                                                                                        –

               –

Buona Domenica a tutti Voi.
che seguite i Vostri sogni della vita.
Ai tenaci, ai testardi, agli ostinati a chi cade e poi si rialza

a chi prova sempre e a chi non molla mai !
Accompagnati dalla musica e dalle belle parole di Ivano Fossati


…Sarà la vita
che monta e poi riscende,
tutto questo splendore trasparente,
luce elettrica che dopo il buio sempre si accende
.

Un abbraccio Paola

A Rosario Livatino, non un giudice ragazzino, ma un grande uomo

La mattina del 21 settembre 1990 veniva ucciso Rosario Livatino.  Una figura umana e professionale di grandissimo valore, non per niente la Mafia per arrestare l’impegno dell’incorruttibile magistrato decise di eliminarlo.

Domenica 21 settembre la VII Giornata Nazionale sulla SLA in 8 piazze delle Marche

infophoto_2014-01-07_132702439_high_20112013_11621538-634x396I volontari di AISLA saranno in 120 piazze italiane (tra cui Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino) per far conoscere la Sclerosi Laterale Amiotrofica e raccogliere fondi per l’assistenza dei malati, che in Italia sono oltre 6.000, e per la ricerca su questa patologia ad oggi ancora senza cura.

L’iniziativa nelle piazze prende il nome di “Un contributo versato con gusto”: a fronte di un’offerta minima di 10 euro sarà infatti possibile ricevere una bottiglia di vino Barbera d’Asti DOCG, prodotto nelle cantine di Portacomaro e Montegrosso d’Asti.

I fondi raccolti nelle piazze nella Giornata Nazionale sulla SLA del 21 settembre sosterranno l’Operazione Sollievo il progetto grazie a cui AISLA dà sostegno alle famiglie che affrontano la malattia.

Grazie all’Operazione Sollievo, avviata nel 2013, l’associazione ha potuto, ad esempio, sostenere economicamente le famiglie che hanno avuto bisogno di una badante per garantire assistenza continua a domicilio alla persona con SLA, oppure acquistare o noleggiare strumenti importanti per migliorare la qualità della vita dei malati come materassi antidecubito, sollevatori e comunicatori, i dispositivi tecnologici che permettono alle persone con SLA di comunicare anche nelle fasi più avanzate della malattia.

Nella  nostra Regione  AISLA sarà presente in 8 piazze:

Ancona – Piazza Cavour
Ascoli Piceno – Piazza del Popolo
Fano (PU) – Corso Matteotti (Palazzo Gabuccini)
Numana (AN) – Piazza del Santuario
Pesaro – Piazza del Popolo
Porto S. Elpidio (FM) – Via indipendenza (angolo via Battisti)
Porto San Giorgio (FM) – Piazza della Stazione
Sirolo (AN) – Piazza Vittorio Veneto

Aisla

Fino al 21 settembre inoltre sarà attivo il numero 45502 cui è possibile donare 2 euro con un sms ( da tutti i cellulari Tim, Vodafone, Wind, Tre, Poste Mobile, CoopVoce e Nòverca ) oppure 2 o 5 euro da rete fissa ( Telecom Italia, Infostrada e Fastweb ) per sostenere la ricerca sulla SLA*: i fondi in particolare serviranno per dare vita al progetto della prima Biobanca nazionale dedicata alla SLA, in grado di raccogliere un numero ampio di tessuti e campioni biologici e di rendere quindi più efficace il lavoro dei ricercatori.

La Giornata Nazionale sulla SLA nasce per ricordare una data storica, il 18 settembre 2006, quando i malati di SLA scesero in piazza a Roma per chiedere al Ministero della Salute precise garanzie sul diritto alla cura e all’assistenza.

Il 2014 è stato un anno particolarmente difficile per le persone con SLA e le loro famiglie: si sono infatti ridotte Le risorse per il sostegno all’assistenza domiciliare dei malati, provenienti dal Fondo per la non autosufficienza del Ministero della Salute. Ad erogare queste risorse, inoltre, non sono state solo le Asl, come in passato, ma anche i Comuni. Ciò ha reso più complessa la richiesta dei contributi da parte dei malati anche perché in diversi casi i requisiti economici fissati per avere diritto ai fondi sono stati troppo severi e hanno escluso anche persone non abbienti.

La Giornata Nazionale sulla SLA ha ricevuto il Patrocinio della Presidenza della Repubblica e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e sarà realizzata anche grazie al contributo di Fondazione Cassa di Risparmio d’Asti, della Camera di Commercio Asti e del Consorzio Tutela Vini d’Asti e Monferrato.

AISLA Onlus nasce nel 1983 con l’obiettivo di diventare il soggetto nazionale di riferimento per la tutela, l’assistenza e la cura dei malati di SLA, favorendo l’informazione, la ricerca e la formazione sulla malattia e stimolando le strutture competenti a una presa in carico adeguata e qualificata dei malati. L’Associazione attualmente conta 60 rappresentanze territoriali in 19 regioni italiane .

Civiche Benemerenze 2014

1297-benem2014L’Amministrazione comunale di Osimo allo scopo di sostenere e sviluppare il dovere civico nel suo senso più ampio, rende testimonianza indicando alla pubblica riconoscenza l’attività di cittadini, enti, associazioni ecc. che con opere, atti, eventi doti e virtù personali o associative nel campo sociale, culturale,del lavoro, sportivo ed economico, nonché con atti di particolare rilievo ed abnegazione, abbiano apportato prestigio alla comunità osimana dimostrando particolare dedizione e senso civico.
Dopo aver assegnato la cittadinanza onoraria a ferragosto al musicista  Franco Cerri, la commissione  per l’assegnazione delle Civiche Benemerenze – anno 2014, composta : dal Sindaco, dall’Assessore alle  Attività Culturali Mauro Pellegrini, dall’Assessore Daniele Bernardini, dal consigliere di maggioranza Pasquinelli Fabio, dal  consigliere di minoranza Antonelli Sandro e dalla sottoscritta Paola Andreoni quale Presidente del Consiglio Comunale, ha deciso di assegnare le seguenti civiche benemerenze per l’anno 2014:

Civiche Benemerenze 2014

Orlando Duranti
Maria Letizia Gardoni
I maestri del covo di Campocavallo

Premio una vita per il lavoro

Silvano Carnevali
Giancarla Lombardi

Premio Giovani Osimani nel Mondo

Martina Pirani
Laura Torriani

Riconoscimento alla memoria

prof.ssa Loredana Loretani
Giuseppe Martini

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I “GIUSTI” osimani 2014.  Congratulazioni ai nuovi insigniti delle benemerenze civiche e un ringraziamento per quello che hanno fatto e continuano a fare per la comunità di Osimo. Un GRAZIE a nome di tutta la città.

………….prof.ssa Paola Andreoni
Presidente del Consiglio Comunale di Osimo

Festeggiamenti San Giuseppe da Copertino 2014

Osimo si prepara a vivere le celebrazioni in onore di San Giuseppe da Copertino. Ecco il programma completo con gli appuntamenti liturgici e folkloristici.

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Ore 8 prima campana, tutti a scuola. Buon inizio d’anno a tutti con l’ augurio di trovare una scuola “meravigliosa”.

anno-scolastico-2013-141° giorno di Scuola, quante le   emozioni  e tante le ansie.  Inizia la scuola ed è come se si rimettesse in moto  l’intera comunità, tante sono le figure che ruotano intorno al mondo  della formazione.
Ma al centro ci sono sempre loro: i nostri bambini e le nostre bambine, quelli piccoli e piccolissimi che si accingono ad uscire per la prima volta dall’ambito familiare, i ragazzi e le ragazze che frequentano le scuole e gli Istituti superiori del nostro Comune.
In  loro riponiamo la fiducia e la speranza  che riescano  a cambiare il nostro Paese, ancora sotto l’effetto della crisi, ponendo le basi per un futuro nuovo e migliore e confidiamo che attraverso il loro impegno, il loro talento, i loro saperi essi riescano a dare un contributo forte al rinnovamento ed allo sviluppo dell’Italia, oltre che a realizzare sogni ed aspirazioni.

Auguri  ragazzi  non ascoltate chi parla della vostra  inutilità, da  Voi potranno venire idee e stimoli per il futuro  perchè  solo  Vostro sarà il futuro.

Auguri a tutti i colleghi insegnanti, ai dirigenti e a tutto il personale della scuola. Solo con il nostro  impegno e passione, malgrado le incertezze sulle annunciate   novità normative ed il persistere del blocco contrattuale,  riusciremo ad assicurare  gli elementi decisivi per la formazione e per la crescita dei nostri ragazzi in un ambiente dove si respiri la  gioia, la meraviglia e il gusto di imparare.

Auguri a tutte le famiglie osimane, al loro importante impegno  nel sostenere e stimolare i loro figli indicando, quali modelli positivi, l’impegno,  il lavoro, l’attitudine, la curiosità e l’interesse ad apprendere.

Un invito all’amministrazione comunale,  a tenere alta l’attenzione e l’investimento sulla scuola, cuore pulsante della nostra città e grande contenitore di futuro per la nostra collettività.
Buon anno scolastico e buon lavoro a tutti noi !

Paola Andreoni Presidente del Consiglio Comunale di Osimo

Eugenio Scalfari: In casa Cupiello il presepio di Renzi piace a pochi

giornale La Repubblicadi Eugenio Scalfari, • 14-Settembre- 2014. Il boy-scout post-ideologico della provvidenza ( mi permetto di aggiungere una mia personale nota: “Non tutti i boy-scout sono uguali al sig. Renzi!).
L’incontro informale dei ministri finanziari di tutti i Paesi europei, voluto da Renzi a Milano e concordato di comune accordo, per l’Italia si è aperto in un modo e si è chiuso in un altro. Questa è la vera novità che va registrata e che ha profondamente modificato la situazione in cui ci troviamo. Renzi direbbe che è cambiato il verso, ma questa volta non lo dirà perché il verso che è venuto fuori è esattamente l’opposto di quello che il nostro presidente del Consiglio aveva vagheggiato e disegnato nella sua mente da parecchi mesi come obiettivo di primaria importanza e d’un esito già raggiunto attraverso una serie di colloqui preliminari da lui svolti tra Bruxelles, Parigi, Berlino, Roma.
È insomma accaduto l’opposto e la sostanza è stata cambiata da vari episodi, battute, sortite su Twitter e conferenze stampa più o meno ufficiose con varianti riportate dal circuito dei media televisivi e giornalistici.
La situazione è ormai chiara e si può riassumere così: l’Italia dovrà avviare alcune riforme che l’Europa ritiene indispensabili.
Il testo e il calendario delle predette riforme, che regolano il lavoro, la competitività e la produttività, la semplificazione delle procedure sia della pubblica amministrazione ministeriale sia della giustizia civile sia la formazione e la scuola, dovrà esser sottoposto alla Commissione di Bruxelles dal prossimo mese d’ottobre e da quel momento sottoposto ad un monitoraggio che culmini in giugno e si chiuda nell’autunno del 2015.
Se l’Italia avrà adempiuto ai suoi impegni, la Commissione concederà una notevole flessibilità finanziaria, ma non prima di allora, salvo qualche briciola per alleviare la tensione sociale.
Nel frattempo però si dispiegherà in pieno la politica di liquidità della Banca centrale, con l’obiettivo di combattere la deflazione, portare il tasso d’inflazione verso l’1,5 per cento, il tasso di interesse delle banche a un livello compatibile e più basso di quello attuale, il tasso di cambio dell’euro nei confronti del dollaro verso l’1,20 per cento in modo da favorire le esportazioni.
Naturalmente anche la Bce monitorerà attraverso le banche il rispetto degli impegni e l’approvazione delle riforme concordate con la Commissione.
Non è una cessione di sovranità ma qualche cosa che le somiglia poiché sia la Commissione sia la Banca centrale sono affiancate nel monitoraggio e ciascuna ne trarrà le conclusioni e le conseguenze.
Come si vede, tutto ciò è esattamente l’opposto di quello che Renzi aveva immaginato. Non ci sarà la flessibilità se non dopo le riforme ritenute necessarie e solo in questo modo si potranno combattere i tempi bui che stiamo attraversando. Le implicazioni sulle parti sociali saranno numerose e preoccupanti. Il look è cambiato come vuole l’Europa e non come Renzi sperava.
Le ragioni sono evidenti e le aveva anticipate il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in un suo intervento del 25 marzo scorso. Ne riporto qui la frase iniziale che in poche righe chiarisce la sostanza dei tempi bui che stiamo attraversando: ” La strada dell’integrazione europea è lunga e difficile, non è un percorso lineare, si procede spesso a piccoli passi ma a volte con strappi vigorosi. L’introduzione dell’euro è stato uno dei questi strappi e ci ha fatto compiere un passo deciso, ma non ha certo portato il cammino a compimento. L’euro è una moneta senza Stato: di questa mancanza risente. Le divergenze e le diffidenze che ancora caratterizzano i rapporti tra i Paesi membri indeboliscono l’Unione economica e monetaria agli occhi della comunità internazionale e a quelli dei suoi stessi cittadini. Questa incompletezza, insieme con la debolezza di alcuni Paesi membri, ha alimentato la crisi dei debiti sovrani dell’area dell’euro. Per l’Italia la soluzione di riforme strutturali che consentano un recupero di competitività è un passaggio essenziale per il rilancio del Paese. Gli interventi da attuare sono stati da tempo individuati e vanno effettuati al più presto”.
Ho già ricordato che queste parole sono state dette da Visco il 25 marzo scorso. A volte chi tiene le manopole della politica non ricorda o neppure conosce il contesto in cui opera. Molti dei nostri guai derivano da questa ignoranza che determina scelte del tutto diverse da quelle che sarebbero necessarie.
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Nella famosa commedia napoletana “Natale in casa Cupiello” Eduardo lancia la frase ormai diventata famosa: “‘O presepe nun me piace”, e la fa dire con cattiveria.
A quell’epoca dalle case di Firenze in giù l’albero di Natale era del tutto sconosciuto. I regali si facevano nel giorno dell’Epifania e il Natale era soltanto una festa religiosa. Il presepio era il solo gioco ammesso e noi bambini passavamo i giorni a prepararlo. Piaceva a tutti, piccoli e grandi. Ma a casa Cupiello no, a Eduardo no.
Perché?
Perché la concordia nella famiglia, ostentata dinanzi al presepio, era fasulla, covava conflitti, interessi contrastanti, bugie, torti fatti o subiti, prevaricazioni.
Oggi il presepio è tornato di moda nella politica, ma a molti non piace. Il 25 maggio numerosi italiani hanno votato Renzi nelle elezioni europee, dandogli un’altissima percentuale di consensi e molta forza all’interno e all’estero. Ma sono passati appena quattro mesi e la fiducia nel giovane leader si è alquanto erosa: il 70 per cento degli elettori teme che il Paese non ce la faccia a superare la crisi, il 90 per cento si attende molti e sempre meno sopportabili sacrifici. Infine la fiducia nel leader è scesa per la prima volta passando dal 74 al 60 per cento. È ancora molto alta ma il verso, come direbbe lui, è cambiato e non è da escludere che nelle prossime settimane scenda ancora di più.
Le ragioni ci sono. La pressione fiscale rilevata dalla Banca d’Italia, tra il 2013 e il 2014 è aumentata dal 43,8 al 44,1 per cento. Per erogare a 10 milioni di cittadini un bonus di 80 euro al mese le tasse sono aumentate per 41 milioni di contribuenti. Il governo ha fatto molti annunci e molte promesse ma ha realizzato assai poco. Secondo il capogruppo dei senatori di Forza Italia, Renato Brunetta, il tasso di realizzazione delle promesse di Renzi oscilla tra il 10 e il 20 per cento.
Analoghe conclusioni le ha fatte il vicepresidente della Commissione di Bruxelles, Jyrki Katainen e abbiamo visto che d’ora in poi le riforme saranno monitorate dalla Commissione e dalla Bce. L’obiettivo è agganciare la flessibilità necessaria a rilanciare la crescita, la competitività e l’equità sociale, ma nel frattempo i sacrifici non diminuiranno e qualcuno anzi aumenterà almeno fino alla metà del 2015. Tra questi c’è perfino l’ipotesi di abolire l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, cioè il divieto di licenziamento senza giusta causa. Il concetto di giusta causa verrebbe anch’esso abolito per legge conservando soltanto come ragione ostativa (naturalmente da documentare) la discriminazione.
Non sarà un’impresa facile anche se molti la ritengono necessaria per aumentare la competitività. Sergio Cofferati, all’epoca segretario generale Cgil, radunò al Circo Massimo e in tutte le strade adiacenti oltre due milioni di lavoratori provenienti da tutta Italia e bloccò la riforma che anche allora sembrava necessaria agli imprenditori. Probabilmente oggi uno scontro del genere sarebbe molto agitato mentre allora fu pacifico quanto fermissimo nel procedere ad oltranza se la riforma non fosse stata impedita. Ci sono altri modi di procedere per adeguare gli impegni suggeriti (ma a questo punto direi imposti) dall’Europa e dalla Bce? Ci sono. Riguardano anche i lavoratori dipendenti ma non soltanto e non soprattutto. Riguardano in prima linea il capitale e i suoi possessori, riguardano la finanziarizzazione delle aziende, riguardano nuovi progetti, nuovi prodotti, nuove tecnologie e nuovi investimenti. Riguardano la diminuzione delle diseguaglianze e lo sviluppo del volontariato produttivo oltre che quello assistenziale. Riguardano nuove energie, e la lotta all’evasione senza sconti.
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Ma che cos’è oggi il Pd ? Questa è la domanda di fondo che bisogna porsi nel momento in cui la ribellione dell’Europa mediterranea è rientrata di fronte all’accordo della Germania con la Spagna, all’enigma scozzese che, se vincessero i “sì” alla separazione, metterebbe a rischio l’adesione alla Gran Bretagna all’Ue e riguardano la crisi francese che allontana, anziché avvicinarla, la Francia dall’Italia.
Che cos’è il Pd? Anzitutto è un partito post-ideologico.
Abbiamo già affrontato altre volte il tema dell’ideologia.
Dai tempi dell’Urss e del comunismo staliniano per i liberali l’ideologia era una peste da cui liberarsi.
Perfino Albert Camus, che fu certamente un uomo di sinistra, detestava appunto come la peste l’ideologia.
Personalmente credo che l’ideologia sia una forma di pensiero astratto che esprime un sistema di valori e dunque penso che l’ideologia non sia eliminabile a meno che non si elimini il pensiero. Un sistema di valori è un’ideologia, le Idee platoniche sono la teoria ideologica della perfezione; le creature effettivamente esistenti sono imperfette perché relative e l’ideologia platonica è per esse un punto di riferimento. Abolite il punto di riferimento ed avrete un’esistenza day-by-day, la vita inchiodata al presente senza né passato né futuro.
Se torniamo ad un partito politico, la mancanza di ideologia ha lo stesso effetto: lo inchioda sul presente.
Nella Dc, Alcide De Gasperi era un politico con l’ideologia cattolico-liberale; Fanfani aveva un’ideologia cattolico-sociale; Moro un’ideologia cattolico-democratica. Andreotti non era ideologo, come ai suoi tempi Talleyrand. Voleva il potere subito e oggi. Con la destra, con i socialisti, con il Pci, con la famiglia Bontade, contro la famiglia Bontade.
Senza passato e senza futuro.
Ai tempi nostri Berlusconi è stato la stessa cosa. Scrive Giuliano Ferrara sul “Foglio” di giovedì scorso che al cavaliere di Arcore sarebbe piaciuto di governare la destra moderata guidando un suo partito di sinistra. Questo sarebbe stato il suo capolavoro. Del resto la sua azienda lavorava per Forlani e per Craxi: da sinistra per la destra. Non sarebbe stato un capolavoro? Per un pelo non ci riuscì e fu tangentopoli ad aprirgli le porte del potere. E Renzi? Nell’articolo intitolato (non a caso) “L’erede”, Ferrara scrive: ” Renzi sta costruendo una sinistra post-ideologica in una versione mai sperimentata in Italia e volete che un vecchio e intemerato berlusconiano come me non si innamori del boy-scout della provvidenza e non trovi mesta l’aura che circonda il nuovo caro leader?”.
Mi pare molto significativo quest’entusiasmo di un berlusconiano intemerato al caro boy-scout post-ideologico della provvidenza. Ma il Pd? Come reagisce la sua classe dirigente e soprattutto i parlamentari? I parlamentari, salvo qualche eccezione, sono molto giovani e per ora stanno a guardare. Gli interessa soprattutto andare fino in fondo alla legislatura. Ma la classe dirigente renziana ha una univoca provenienza: viene dalla costola rutelliana della Margherita. La documentazione è fornita con molta completezza (sempre sul “Foglio” dello stesso giorno) da Claudio Cerasa.
Non c’è un solo nome renzista che provenga dal Pci-Pds-Ds. Nessuno. Margherita rutelliana. Se non è Andreotti, poco ci manca.

Evento 'Il Cortile dei Giornalisti'

Lo SPORT dimenticato: un omaggio a Sara, Fabio, Alessandro, Francesco e a tutti i veri campioni

Nella più assoluta indifferenza e silenzio da parte dei programmi televisivi sportivi nazionali, impegnati totalmente a raccontarci della pochezza del nostro calcio o degli intrighi di casa  Ferrari, ci sono giovani italiani che stanno combattendo da leoni e stanno conseguendo grandi vittorie per lo sport italiano.

Mi riferisco in particolare al ciclismo dove al giro della Cina, giovani italiani stanno ben figurando vincendo diverse tappe e in particolare della Vuelta 2014 dove i nostri giovani italiani come Fabio Aro, De Marchi Alessandro  ed anche l’osimano Francesco Lasca  stanno ottenendo  risultati  strepitosi. Aro, alla sua prima esperienza alla corsa a tappe spagnola, ha vinto due tappe ed è 5° nella classifica generale  dietro a campioni che si chiamano:  Contador, Froome, Valverde, Sanchez.  Anche De Marchi ha vinto una tappa mentre il nostro Lasca, che milita in una squadra spagnola, si è sempre ben piazzato. Complimenti a tutti questi giovani atleti dimenticati dai riflettori mediatici.


Mi riferisco a Sara Morganti
anche questa storia è passata in sordina, o per meglio dire non è passata affatto nelle televisioni e nei racconti degli avvenimenti sportivi. Sara Morganti ha vinto recentemente  i Campionati del Mondo  nel Freestyle Grado 1a. Sara è una ragazza disabile ma grazie alla sua tenacia e forza è riuscita superando innumerevoli ostacoli, diffidenze e difficoltà a diventare una campionessa di equitazione e un esempio di vita per tutti i giovani.
Recentemente è stata prescelta come una delle  sei migliori candidate atlete da proporre  per l’International Paralympic Committee. Brava Sara

MorgantiPurtroppo le  televisioni anche quella che dovrebbero svolgere un servizio educativo e pubblico e tutti i giornalisti sportivi non hanno avuto tempo per raccontarci di queste storie e di questi  giovani atleti italiani che si stanno facendo valere. Una televisione e giornalisti sportivi troppo impegnanti a seguire le vicende “stanche” dei milionari Balotelli, Conte e Montezemolo.
Paola

A tutte le donne, alle nostre ansie alle nostre fatiche …. ♥♥♥

 

    Una nota per ogni domenica

                                                                                       

                                                                                        –

               –

Buona Domenica a tutti Voi.
Un pensiero particolare a tutte le amiche che porto nel cuore.
A quante  mi avete lasciato ,  alla Vostra generosità,  alla nostra amicizia,
alle ansie e preoccupazioni che portiamo sempre con noi come donne, come madri.
Alle donne che hanno fatto la storia e che  hanno tracciato la strada della mia vita.
A tutte,  la dedica di questa  bella  canzone di Edith Piaf una icona per me ,

come Frida Kahlo, come  Madre Teresa e  come la  piccola Malala


…Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien.
Ni le bien, qu’on ma fait
Ni le mal tout ?a m’est bien ?gal!

Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien.
C’est pay?, balay?, oubli?,
je me fous du pass?.

Avec mes souvenirs,
j’ai allum? le feu,
mes chagrins, mes plaisirs,
je n’ai plus besoin deux!
Balay?s les amours,
et tous leurs tr?molos,
balay?s pour toujours,
je repars ? z?ro.

Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien.
Car ma vie, car mes joies,
aujourd’hui?
a commence avec toi.

Un abbraccio Paola

Seduta Straordinaria del Consiglio Comunale: audizione dei Presidenti sull’andamento delle società partecipate, delle aziende controllate e delle Istituzioni

logo-presidenza-consiglio-osimoIl 23 e il 25 settembre il Consiglio Comunale di Osimo sarà convocato in seduta straordinaria.
L’ordine del giorno prevede l’audizione degli amministratori delle società partecipate e controllate del Comune di Osimo che relazioneranno sulla situazione gestionale, organizzativa e finanziaria delle medesime società .
Inizieranno, martedì  23 settembre, gli amministratori dell’Astea spa, Astea Energie spa, Astea servizi srl  e Geosport srl ; seguiranno, il 25 settembre, l’Imos srl, la Parko spa, l’Azienda speciale Asso.
Saranno inoltre invitati gli amministratori dell’Azienda pubblica dei servizi alla persona Grimani Buttari e della Fondazione Osimana Padre Bambozzi.
Conoscere l’andamento delle società partecipate delle aziende e delle Istituzioni, credo sia di fondamentale importanza per i Consiglieri Comunali in quanto membri dell’organo che ha per legge compiti di indirizzo e controllo politico-amministrativo ed ha competenza rispetto all’organizzazione dei pubblici servizi e all’affidamento di attività e dei servizi.
In conferenza dei capigruppo, convocata per sabato 20 settembre, insieme agli stessi capigruppo decideremo le modalità di intervento dei consiglieri comunali al fine di rendere agevole e proficuo il dibattito.

Presidente del Consiglio Comunale di Osimo
………….prof.ssa Paola Andreoni