Nessuno può fermare i migranti. 1 marzo 2011, giornata internazionale contro l’apartheid e lo sfruttamento degli immigrati

nessuno può fermare i migranti, è come un fenomeno sismico, e l’accoglienza da parte dell’Europa è un dovere, in particolare per l’Italia, che per la sua posizione è come un ponte sul Mediterraneo, un mare chiuso eppure, da sempre, aperto a tutti i viaggiatori e a tutte le culture”.
don Andrea Gallo

AI nostro Governo preoccupato solo dell’emergenza sbarchi ricordo questa canzone di De Andrè

CREUZA DE MÄ (MULATTIERA DI MARE)

Ombre di facce facce di marinai
da dove venite dov’è che andate
da un posto dove la luna si mostra nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla gola
e a montare l’asino c’è rimasto Dio
il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido
usciamo dal mare per asciugare le ossa dell’Andrea
alla fontana dei colombi nella casa di pietra
E nella casa di pietra chi ci sarà
nella casa dell’Andrea che non è marinaio
gente di Lugano facce da tagliaborse
quelli che della spigola preferiscono l’ala
ragazze di famiglia, odore di buono
che puoi guardarle senza preservativo
E a queste pance vuote cosa gli darà
cose da bere, cose da mangiare
frittura di pesciolini, bianco di Portofino
cervelli di agnello nello stesso vino
lasagne da tagliare ai quattro sughi
pasticcio in agrodolce di lepre di tegole
E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze
padrone della corda marcia d’acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare

 

La politica estera del nostro Governo

“Io sono legato da amicizia vera con il presidente egiziano Mubarak, con il presidente libico Gheddafi e con il presidente della Tunisia Ben Ali e cerco di essere da stimolo per lo sviluppo della democrazia “.

Silvio Berlusconi – nella conferenza stampa di fine anno.

Eh sì: un vero en plein. Intanto l’amico Putin pare stia facendo gli scongiuri…

Paola

La strada fantasma Fano – Grosseto

articolo pubblicato il 9 ottobre 2010.

La  iniziò Fanfani, non è ancora finita.
Doveva unire Tirreno e Adriatico: sit-in di protesta di 300 amministratori.  Servono 4 miliardi per terminare l´opera. La galleria divenuta simbolo è incompleta dal ´91
Tra questione meridionale e questione settentrionale, il centro rischia di scomparire dall´agenda del governo. Così la protesta per il completamento della superstrada E78 che collega Grosseto con Fano, il Tirreno con l´Adriatico, i porti di Livorno e Genova con quello di Ancona, è molto di più di una rivendicazione puramente viabilistica.
È la rivolta di un territorio che comprende cinque province e decine di Comuni tra Grosseto, Siena, Perugia, Pesaro, Urbino e Arezzo, dimenticato da Roma e in forte sofferenza sul piano delle infrastrutture. Da venerdì, circa 300 amministratori interessati dalla strada incompiuta si sono accampati per protesta accanto a quello che è il simbolo scandaloso di questa incompiutezza: la galleria della Guinza, snodo determinante tra Marche e Umbria, sei chilometri che iniziano nel nulla e finiscono nel nulla terminati nel 1991 all´epoca del famigerato ex ministro Dc dei Lavori pubblici Gianni Prandini, finito sotto inchiesta per tangenti, e ancora lì ad aspettare il passaggio della prima auto. Il progetto iniziale risale agli anni Settanta e in quarant´anni ha proceduto a spizzichi e bocconi. L´ultimo a provarne il completamento fu Antonio Di Pietro che nel 2006 lanciò invano un project financing.

Vicinanza e Solidarietà

  Esprimo tutta la mia vicinanza  e solidarietà ai lavoratori migranti della zona di Castelvolturno, Alle ragioni dello sciopero che hanno  indetto contro lo sfruttamento e per la regolarizzazione. Questa iniziativa, rappresenta una battaglia per la legalita’ e la dignita’ di tutte le persone. Mi auguro che una nuova e democratica aria si possa respirare in un immediato futuro in questo nostro Paese.

Paola

Dignità per i 200 profughi eritrei prigionieri in Libia

Ricevo e Pubblico

LETTERA DI DAG AGLI ITALIANI

 Mi appello al popolo italiano e a quello libico, in nome di tutti gli eritrei, i somali e gli etiopi che in questo momento stanno soffrendo in Libia. So benissimo cosa vuol dire essere nelle mani della polizia libica. Uso le ultime parole che mi rimangono, perché anche le parole finiscono quando non avviene nessun cambiamento. Mi sento impotente davanti a questi governi crudeli che non sanno cosa vuol dire essere privati della libertà non per una singola giornata, ma per due, tre o quattro anni…
Io l’ho vissuto sulla mia pelle: i maltrattamenti nelle carceri libiche, gli schiaffi, le bastonate, gli insulti dei poliziotti libici. Anche io sono stato deportato dentro un container, durante un giorno e mezzo di viaggio, verso il carcere di Kufrah, con altre 110 persone, ammucchiati come sardine. Con noi c’erano anche otto donne e un bambino eritreo di quattro anni. Si chiamava Adam. Chissà che fine ha fatto quel bambino, chissà se è riuscito a salvarsi dalla trappola italo libica, chissà se sua mamma non è stata violentata dai poliziotti libici davanti a lui… Se è sopravvissuto, ormai avrà otto anni, e comincerà a capire piano piano che razza di mondo è riservato per lui e tanti altri come lui.
Perché tutta questa violenza, questo odio contro di noi? È vero, è giusto che per garantire il ben essere di uno, l’altro debba soffrire, debba pagare il prezzo?
Veniamo da paesi dove l’Italia non ha ancora fatto i conti con i suoi massacri durante il periodo coloniale e dove ancora oggi, dopo mezzo secolo, usa i libici per combattere gli eritrei, come all’epoca delle colonie usava gli eritrei per combattere i libici. È vero che la libertà di questi miei fratelli minaccia il benessere dei cittadini europei? È vero quindi che un accordo per il gas e il petrolio vale di più delle vite umane e della loro libertà naturale? Perché l’Italia, da paese civile, non ha previsto nell’accordo con la Libia il minimo rispetto dei diritti “inviolabili” degli esseri umani invece di chiudere un occhio e vantarsi di aver bloccato l’emigrazione via mare?
Mi ricorda la stessa ipocrisia con cui Mussolini fece credere al suo popolo che l’Italia avesse stravinto sugli abissini senza dire nulla sui mezzi che avevano portato a quelle vittorie, ovvero tonnellate e tonnellate di gas utilizzate senza pietà per sterminare i civili. Il tono del governo è lo stesso, oggi come allora, ed è la stessa la reazione della gente.

Se ripenso a Adam, il bambino di quattro anni che era con noi sul container, mi chiedo: quale era la sua colpa? Mi ricordo che ogni tanto l’autista del container (Iveco) si fermava per mangiare o per i suoi bisogni, mentre 110 persone urlavano per il caldo infernale del Sahara, per la mancanza d’aria, che a malapena entrava mentre il camion era in movimento. Il piccolo Adam lo tenevamo vicino al buco da dove entrava un po’ d’aria da respirare… mentre chi si trovava in fondo al container si agitava disperatamente, urlava, piangeva. È possibile vedere ancora deportazioni di massa dentro i container?
Quando ci hanno arrestato poi, i libici non ci hanno chiesto perché fossimo in Libia e cosa volessimo. Eravamo semplicemente la preda dei poliziotti, eravamo donne da stuprare e uomini da bastonare. Pochi giorni fa ho incontrato una persona, in una situazione che non voglio descrivere. Questa persona lavora a Tripoli e mi ha detto che tra gli ultimi respinti in mare verso la Libia c’era una ragazza di 22 anni che è stata violentata dai poliziotti libici appena arrestata. Alla fine è riuscita a evadere, corrompendo una guardia, ma ora è incinta e non vuole far nascere un figliastro di cui non conosce nemmeno il padre…
Perché non si reagisce prima che diventi troppo tardi? Perché tutto questa indifferenza verso la sofferenza degli altri, oltretutto provocata dall’Italia stessa? Dov’è la “civiltà” di un paese che finanzia un soggetto terzo per eseguire il lavoro sporco e lavarsene le mani come Pilato? Quando smetterà l’Italia di essere il “mandante” di queste violenze?
Guarda caso poi, dopo la “deportazione” i poliziotti libici ci vendettero per 30 dinari a testa (circa 18 euro) agli intermediari che poi ci riportarono sulla costa.
Anche noi abbiamo dei genitori, che si ricordano sempre di noi, e che piangono assieme pensando alle sofferenze che viviamo, alle botte e agli insulti che prendiamo. Ma anche noi avremo giustizia per tutto quello che stiamo subendo. Oggi paghiamo il prezzo che i vostri governi hanno deciso di pagare per far godere al “popolo” la sicurezza energetica. Ma le lacrime e il sangue versato non saranno dimenticati.
Uso le ultime parole che mi sono rimaste, l’ultima energia dopo due anni di battaglia su questo tema ma spero di poterlo avere ancora. Ho girato l’Italia, partecipando a centinaia di incontri e di proiezioni (di “Come un uomo sulla terra”, ndr.) e ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto vedere la loro indignazione e la loro vergogna di essere rappresentati da questi governi ipocriti.

Ma mi chiedo: se io che grido da qui non ho ascolto, figuriamoci i miei fratelli che stanno nella bocca del lupo. Ma continuo a gridare lo stesso e dico: Italia tu che sei civile e potente guarda queste persone e ricordati cosa hai fatto ai loro nonni.

  MOBILITAZIONE NAZIONALE
PER LA LIBERAZIONE DEI 250 ERITREI
DEPORTATI NEL DESERTO LIBICO

 

Le auto blu sono uno scandalo nazionale. Fermatele.

Mentre il governo prepara tagli e misure di contenimento della spesa, e  chiede ai dipendenti pubblci ed ai Comuni di far fronte ai costi della manovra,  le gare per acquistare berline e ammiraglie di Stato continuano. Nel primo trimestre del 2010 le auto blu in Italia hanno raggiunto l’iperbolica cifra di circa 629.120 unità . Una cifra mastodontica se raffrontata con gli altri Paesi. Riporta il Corriere della sera che  negli Usa le auto blu sono appena 72.000, in Francia 61.000, nel Regno Unito 55.000, in Germania 54.000, in Turchia 51.000, in Spagna 42.000, in Giappone 30.000, in Grecia 29.000 e in Portogallo 22.000. Eppure, una legge del 1991 limitava l’uso esclusivo delle auto blu ai soli Ministri, Sottosegretari e ad alcuni Direttori generali, ma  queste regolamentazioni e tagli non sono mai stati effettuati. Facendo i conti della serva, come si usa dire, mettendo in vendita 550 mila auto blu ( delle 629.120) al prezzo di un’auto famigliare, equivalente a 10.000 euro, si potrebbero incamerare 5,5 miliardi di euro e rimarrebbero a disposizione più di 79.000 auto blu, che piazzano l’Italia politica al primo posto in assoluto: sempre e comunque.
Al consistente gruzzolo di 5,5 miliardi bisogna aggiungere i risparmi su benzina, riparazioni e quant’altro, senza dimenticare il personale, che potrebbe essere impiegato in faccende molto più serie; e invece no, ogni “politico” deve avere la sua macchina personale pagata dai contribuenti. Come mai il governo italiano, tanto ligio quando deve tagliare nelle tasche altrui appellandosi sempre alla «media europea», non procede?

Caccia.L’allungamento della stagione di caccia voluto dal Governo determinerà un danno ecologico.

L’emendamento all’art.43, già approvato a maggioranza dalla Commissione Agricoltura della Camera, prevede di fatto l’allungamento della stagione venatoria. Si tratta di un’ennesima forzatura, operata dalla maggioranza e dal governo, che rischia di provocare un grave danno ecologico prefigurando una deregolamentazione totale della caccia e il riaccendersi del contenzioso con l’Unione Europea. Tutto questo la dice lunga su come questa maggioranza intende celebrare l’Anno internazionale della biodiversità! Se il provvedmento passasse in via definitiva assegnerebbe alle Regioni la facoltà di allungare la stagione venatoria a periodi cruciali per gli animali selvatici per i quali l’U.E. chiede, al contrario, protezione.

La fauna è patrimonio di tutto il pianeta e questo provvedimento incivile avrebbe effetti devastanti sulle possibilità riproduttive di molte specie, tanto più che a causa dei cambiamenti climatici gli animali tendono ad anticipare nidificazioni e periodi migratori.

Spero che la protesta in atto davanti al Parlamento induca il governo a fare marcia indietro anche alla luce di nuove voci di dissenso assolutamente trasversali.

Meno extracomunitari, meno criminali.

L‘odiosa equazione razzista pronunciata dal nostro “presidente del consiglio” .                     Bersani: “Un governo non può accendere un fuoco ma guidare il Paese a una maturazione civile”

Il Governo riduce l’obbligo scolastico

Il Governo vuole abbassare l’obbligo scolastico dagli attuali 16 anni a 15 anni, prevedendo un anno di alternanza scuola-lavoro per i ragazzi e le ragazze con difficoltà di rendimento scolastico. E’  questo il risultato dell’emendamento del Governo all’articolo 50 del Disegno di Legge recante “Delega al Governo in materia di lavoro”. Si tratta di una scelta in controtendenza rispetto alla necessità di investire maggiori risorse nell’istruzione per dare a tutti la possibilità di acquisire le competenze minime necessarie anche nel mondo del lavoro. Mentre l’Europa, gli Stati Uniti e i paesi emergenti, come Cina e India, investono nella scuola pubblica e alzano l’età dell’obbligo soclatsico, il Governo Berlusconi va nella direzione opposta. E’ paradossale che una scelta così delicata che incide fortemente sul sistema dell’istruzione nel nostro Paese venga presa all’interno di un provvedimento sul tema del lavoro, senza quindi permettere al Ministero dell’Istruzione di intervenire.

Non “s-metteremo” le mani nelle tasche degli italiani.

In tanti chiedono al ministro Tremonti una riforma fiscale – con la revisione delle aliquote irpef – che vada a salvaguardare i redditi medio bassi e bassi, alleggerendoli delle tasse che oggi pagano oltremisura. Ma il governo Berlusconi e il suo ministro Tremonti hanno stoppato ogni possibile speranza promettendo che la riforma fiscale si farà ma solo a fine legislatura ( nota personale: magari all’indomani delle votazioni con le solite scintillanti promesse ).

Intanto cosa abbiamo visto in questi giorni: alla regolarizzazione di tutti coloro i quali, anzichè pagare le tasse, avevano nascosto al Fisco i capitali. Si parla di circa 95 miliardi di € pari a 190.000 miliardi di vecchie lire, garantendo loro, oltretutto, anche l’anonimato assoluto. Nei commenti euforici di questo rilevante risultato il ministro Tremonti ha detto:

“Lo Stato non deve essere troppo repressivo perchè se diventa odioso non è più credibile. Lo è se chiede cose giuste, se chiede di più passa dalla parte del torto”

                                                        Accipicchia, che bella teoria !
E perchè  mai lo Stato non deve essere odioso solo per gli evasori e non per tutti i cittadini virtuosi  che le tasse le pagano sempre e continueranno a pagarle ?
In parole povere: è sempre il povero che paga, anche per mantenere il ricco.

a be!…si be!
 

LIBERTA’ D’INFORMAZIONE.

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LIBERTÀ  D’INFORMAZIONE.

Questo Blog, per una Italia ed una Osimo DEMOCRATICA,  

ADERISCE ALL’INIZIATIVA DELLA MANIFESTAZIONE
del   3 OTTOBRE A ROMA 

 indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana

a difesa della libertà d’informazione.

“In questi giorni  è in corso un attacco inaudito alla libertà di stampa, da parte del Presidente del Consiglio in carica che controlla gran parte dell’informazione televisiva e di una larghissima fetta del mercato pubblicitario. Per rispondere a questo attacco serve uno scatto di responsabilità da parte di chi ha a cuore i valori espressi dall’articolo 21 della Costituzione. Senza la libertà di stampa la democrazia viene soffocata da un pensiero unico e declina. Non a caso la libertà di stampa è una delle prime vittime di qualunque dittatura.”

Paola Andreoni
Marco Bastianelli  ( resp. CGIL Ancona Sud, iscritto all’Ordine dei Giornalisti )
Luigi Guercio
Celestino Stronati
Sauro Cecchini
Marisa Carletti
Paolo Luminari
Rosella Carletti
Gianfranco Polenta
Marisa Abbondanzieri
Dario Armenio
Giuseppe Attili
Alberto Niccoli  ( prof. Univ.Politecnica delle Marche dipart.Economia )
Marco Bevilacqua
Luigi Alfieri  ( prof. Univ.”Carlo Bo” di Urbino facoltà di Sociologia )
Daniele Maria Angelini
Maria Pia Chiappi
Sandrino Pierpaoli
Maurizio Castellani
Elena Bagnulo
Lelio Di Sante
Francesco Fiorani
Mirko Duranti
Sergio Giuliodori
Loredana Loretani
Mauro Verdolini
Luigi Giacco
Giuliano Migliari
Luciana Rozzi
Gigliola Migliari
Andrea Vignoni
Paola Mancinelli
Paolo Graciotti
Liviana Pacini
Paolo Muti
Daniela Larice
Massimo Morroni
Massimo Governatori
Giovanni Santilli
Olga Orsini
Mario Cesaretti
Rosa Pianaroli
Paolo Morbidoni
Enrico Menghini
Irene Strappato
Lorenzo Marra
Attilio Marin
Marta Monaci
Damiano Sforzi
Giorgio Campanari
Daniela Pettinari
Cristina Alippi
Loredana Riccio
Fabio Marchetti
Giacomo Stronati
Marcello Mosca
Maria Pia Pierpaoli
Gilberto Severini     poeta e scrittore
Lara Piatanesi
Luca Brachini

Peri manifestare il tuo sostegno   scrivi il messaggio:
” Libertà d’informazione: aderisco all’ iniziativa  ”
riportando cognome e nome, all’indirizzo: email: www.andreoni.paola@gmail.com,
Il tuo nominativo,  verrà aggiunto alle adesioni pervenute.

Consegnate all’organizzazione della Manifestazione le 60 sottoscrizioni di adesione raccolte nel blog di Paola Andreoni. GRAZIE

piazza farabutta774

Le menzogne pagano ?

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Il Milan a Gheddafi, a Berlusconi 800 milioni di €.

RICEVO e  PUBBLICO:

gheddafi e berlusQuando Silvio Berlusconi agisce come un imprenditore (domando a chi l’ha scelto: non l’avete votato per fare il presidente del consiglio ?..) non gli importa nulla dell’italianità delle aziende che vende. Quando vuole ricavare un vantaggio politico dalle sue azioni, invece, ogni scusa è buona, anche la presunta importanza dell’italianità.
Nessuno ha dimenticato la vicenda Alitalia e i miliardi di euro che abbiamo buttato dalla finestra perché il premier potesse presentarsi come un patriota italiano.
La Lega allora sponsorizzò l’italianità degli areoplani di base a Malpensa proprio perché stavano a Malpensa.
Voi direte: ma una squadra di calcio non è un’azienda. Pensate forse che il calcio sia un gioco? Pensate forse che il vortice sponsorizzazioni, diritti televisivi, merchandising, quotazioni in borsa sia un’inezia? No, certo che non lo pensate.
E la Lega che cosa dirà? Dopo tutto il Milan (o Milàn) è l’unica squadra che porta sulla maglia il proprio nome in dialetto, secondo la decisiva proposta politica della Lega annunciata pochi giorni fa dal ministro Zaia.
E Calderoli e le sue magliette anti-Islam (costate 14 morti nelle manifestazioni di piazza seguite all’esibizione della tshirt al telegiornale)? Che cosa dirà? Forse faranno tutti finta di niente visto che siamo passati dall’alleanza con Bush all’alleanza con il “caro leader” libico.
Ecco quello che sta accadendo: Gheddafi compra il Milan per 800 milioni di euro. Adesso mi spiego perché abbiamo dato 5 miliardi alla Libia. Mica per pattugliare le coste.
L’Italia dà a Gheddafi 5 miliardi di euro. Gheddafi dà a Berlusconi 800 milioni.
Nel codice penale questa operazione come si chiama ?

Antonio Agostinelli

Aspettiamo di vedere, dove sono andati a finire i soldi ?

Negli ultimi decenni la politica economica italiana ha seguito un copione fisso: il centrosinistra al governo risana i conti pubblici, il centro destra li dissesta. Il primo governo Prodi ci portò in Europa a costo di grandi sacrifici. Il secondo governo Prodi ha operato un risanamento altrettanto difficile per rimanere nei parametri europei, con pesanti risvolti sociali  che hanno portato anche perdita di consenso e successivamente alla sconfitta elettorale, anche perchè il governo cadde a metà del percorso precludendosi la possibilità di gestire le risorse virtuosamente risparmiate. Al contrario, stendendo un velo pietoso sui 7 mesi fallimentari del primo governo Berlusconi, il secondo Berlusconi si caratterizzò per la “finanza creativa” di Tremonti che ci mise rapidamente in una posizione insostenibile in Europa e poi anche in Italia, tanto che per le insistenze di parte della maggioranza proprio Tremonti fu rimosso dal ministero del Tesoro e sostituito da Siniscalco. Il terzo governo Berlusconi non è da meno: di nuovo Tremonti alla guida dell’economia e nuovamente conti pubblici a rotoli.

La Banca d’Italia ha pubblicato pochi giorni fa le statistiche sul fabbisogno e sul debito delle Pubbliche amministrazioni, con il quale rende noti i flussi di incassi e pagamenti dello stato. La relazione evidenzia un calo delle entrate nel primo semestre 2009 rispetto al corrispondente periodo del 2008. Ma la cosa   più significativa però riguarda le spese che sono raddoppiate rispetto all’anno passato. Il disavanzo calcolato sui primi 6 mesi è di -23,1 miliardi rispetto ai -7,5 del primo semestre 2008. Una vero e proprio buco.

A questo punto viene spontaneo chiedersi: dove sono finiti i soldi? La pressione fiscale non è diminuita, la scuola è stata sottoposta a tagli pesantissimi, gli enti locali sono stati massacrati. Chiusi 1000 commissariati di Polizia, anche Carabinieri e Vigili del Fuoco sono in sofferenza per la scarsità di risorse.

Di sicuro molti nostri soldi sono finiti nella sgangherata gestione dell’affare Alitalia, certamente non nel sostegno alle fasce deboli come la colossale bufala della social card (presentata in pompa magana e poi smantellata alla chetichella) ha evidenziato.
Insomma, siamo più poveri, privi di servizi e indebitati, un vero “miracolo italiano” che si ripete ogni volta che Berlusconi va al governo.

Ci sono differenze ?

Nella sua ultima uscita Berlusconi ha minacciato di chiudere la bocca agli organismi internazionali, alla stampa e alle opposizioni. All’estero si scandalizzano, ma in Italia siamo ormai assuefatti a questo modo di fare politica. Il Parlamento non esiste più, la giustizia è sotto scacco e l’etica è andata a quel paese. berlusconi 77

Si guarda con simpatia alla rivoluzione verde iraniana e non ci accorgiamo che in Italia, fatte le debite proporzioni, la situazione non è così dissimile: le ronde sono pronte ad entrare in azione, la satira è espulsa da tutti i palinsesti tv e “Raiset” censura le notizie sgradite al Sultano mentre aumenta il divario sociale ed economico tra la “Casta” e il popolo. Allora, chi è bravo nei giochi di enigmistica, trovi le differenze tra il Paese delle libertà di Berlusconi e i regimi dittatoriali…

Berlusconi sempre peggio, ma per Secchiaroli è un modello da imitare …

Secondo Berberlusconi-8lusconi le inchieste della magistratura per l’accertamento delle responsabilità del terremoto aquilano sarebbero un ostacolo lungo la strada della ricostruzione. Meglio farle dopo dice il Cavaliere, magari pensando ai suoi processi congelati dalle immancabili leggi ad personam.

Intanto il libro comico del presidente si arricchisce di una nuova battuta, giusto per sdrammatizzare però:

“Mio padre diceva sempre che, se uno nasce per fare del male ha tre scelte o fa il delinquente, o fa il pm o fa il dentista. I dentisti per fortuna si sono emancipati perché c’è l’anestesia…”.

Un disprezzo per la giustizia di assodata tradizione familiare a quanto pare. Anche sul fronte media e libertà di espressione non si placano le polemiche. Il premier, in preda ad un delirio di onnipotenza, è sempre più suscettibile agli attacchi dell’informazione, soprattutto estera, difficilmente controllabile, tanto da dare mandato agli ambasciatori di rispondere a fronte di eventuali critiche all’Italia, o forse sarebbe più corretto dire all’operato del governo, provenienti dai giornali stranieri. L’unico risultato di questa ennesima campagna censoria sarà quello di mettere ulteriormente in cattiva luce il nostro Paese.

BERLUSCONI sempre lui.

” Andate sulla costa, è Pasqua, prendetevi un periodo che paghiamo noi. State tranquilli, noi facciamo l’inventario delle case danneggiate e voi vi spostate sulla costa.Sarete serviti e riveriti.Bambini, dite alla mamma di portarvi al mare “.
( Silvio Berlusconi,  Tendopoli di San Demetrio, L’Aquila 7 aprile).

Nelle righe seguenti leggete la risposta:

” Se Berlusconi pensa che siamo in vacanza in campeggio, lo invito a fare cambio. Lui può venire qui a dormire e io faccio il premier.Voglio vedere quanto gli piace passare la notte al gelo e senza acqua calda ” .
( Vincenzo Braglia, Cittadino de L’Aquila, intervistato da The Times, 8 aprile)

Sardegna: la libertà che avanza ?

Questa estate i ricconi che arriveranno in Sardegna con yacht e jet privati non dovranno più pagare l’imposta introdotta tre anni fa dall’ex governatore Renato Soru. Lo ha annunciato il nuovo presidente della regione, ( primo provvedimento).

La tassa sul lusso era stata introdotta da Soru nel 2006 per creare un fondo perequativo a favore delle zone interne dell’isola. La tassa non scoraggiò affatto il turismo che negli ultimi anni ha conosciuto una crescita continua.

Il nuovo presidente della Regione che è governatore di fatto dallo stesso Berlusconi (tramite il “mandatario Cappellacci”) ha rilanciato la piena libertà edilizia e la devastazione del paesaggio.

Ecco che cosa significa per lui “rilanciare l’isola”.