Lilliù Marta nata in Ancona il 10 settembre 1985.
Osimana della frazione di Osimo Stazione, una dote familiare per la musica, suona e crea armonie oltre che favorire la sua diffusione come brava insegnante a Genova.
Marta Lilliù osimana, oggi insegna musica a Genova
Mi chiamo Marta Lilliù, sono nata ad Ancona nel 1985 e sono un’osimana prestata alla Liguria! Il mio cognome in realtà è sardo (con l’aggiunta di un accento), anche se non ho parenti sull’isola. Mio padre Marcello è abruzzese, ferroviere in pensione, trasferitosi con la sua famiglia ad Osimo Stazione negli anni Settanta. Mia madre è Patrizia Mancinelli, “stazionara” da sempre, impiegata nell’ufficio di Presidenza della Facoltà di Ingegneria di Ancona, nonché sorella del compianto chitarrista e compositore Augusto “Mimmo” Mancinelli.
Mio fratello Marco, infine, lo conoscete già perché è comparso qualche mese fa su queste pagine: nel 2013 si è trasferito a Londra, dove vive con la compagna Marianna (anche lei marchigiana, di Monte Porzio) e la figlia April Matilda Lilliù ovvero la mia amata nipotina!
La mia vita è stata tutta marchigiana fino al 2012, anno in cui mi sono trasferita in Liguria. Ho trascorso l’infanzia nella casa di campagna dove i miei hanno abitato fino al 1991 (l’edificio al momento è della scuola calcio di Osimo Stazione). Crescere in uno spazio libero, aperto e grande, letteralmente saltando nei fossi e sulle zolle di terra, mi ha lasciato un ricordo molto poetico dell’infanzia: mio padre aveva il suo orto, le galline e altri animali. L’idillio si è un po’ interrotto quando ci siamo trasferiti poco più in là, in un appartamento nel palazzo che un tempo era “dei ferrovieri”.
La nostra famiglia non è mai stata ricca, le entrate inizialmente derivavano perlopiù da un solo stipendio ma non ci è mai mancato nulla. I miei genitori sono state e restano persone esemplari per me. So che hanno fatto dei sacrifici per darci il meglio che potevano e sarò loro grata per sempre. Con noi ha vissuto per molti anni anche nostro cugino Deneb, pari età di mio fratello (classe 1987); questa esperienza di famiglia allargata, impegnativa anche dal punto di vista emotivo, ha sicuramente segnato in maniera indelebile la mia crescita e mi ha fatto vedere le cose da diversi punti di vista. Il mio pensiero va spesso anche a mia nonna Luciana Lasca, che ci ha lasciati nel 2020, dopo una vita non certo priva di dolori. Ricordo con affetto la maestra Fiorenza Fazzini all’asilo delle suore di Osimo Stazione e poi la maestra Ivana delle scuole elementari (insieme alle maestre Eleonora Pizzichini e Giuliana Cola Ingargiula). Al mattino, compravamo spesso la merenda da “Zucchero & Sale”, negozio che si trovava lungo la Statale, e poi facevamo la salitona per arrivare al vecchio edificio di epoca fascista, poi abbattuto. La maestra Ivana Accattoli rimarrà sempre nei nostri cuori: era severa ma da lei ho imparato molto e ci faceva fare attività che oggi si svolgono a malapena nella scuola Secondaria! Delle scuole medie ricordo l’esperienza dei pomeriggi, per studiare inglese e francese (in tanti ci siamo innamorati della lingua inglese grazie a una supplente, una giovane “precaria”, di cui ricordiamo solo il nome, Maila), e il nostro orto botanico, con cui abbiamo vinto un viaggio premio a Lamoli (PU)!
Non ho mai frequentato davvero la gente e i luoghi (inesistenti, per i ragazzi) di Osimo Stazione e ho perso di vista fin da subito quasi tutti i miei compagni di scuola. Ho studiato al Liceo Linguistico “G.Leopardi” di Recanati, con vari soggiorni studio all’estero per parlare inglese, francese e tedesco. Una volta smesso di frequentare i corsi dell’associazione “Futura” (avviamento allo sport e poi ginnastica artistica), ho portato avanti solo lo studio del pianoforte, iniziato all’età di otto anni.
Mi sono diplomata nel 2005 al Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro a pieni voti, ho conseguito anche il diploma di Clavicembalo – per preparare l’esame di Organo complementare, ho avuto a disposizione l’organo del Duomo di Osimo e sono stata subito reclutata come organista per il coro. Fin da bambina, ho tenuto tanti saggi e concerti ad Osimo, per esempio al Chiostro di San Francesco, nel cortile di Palazzo Campana oppure per l’inaugurazione del restaurato Teatrino Campana, e ho partecipato alla “Coppa Pianisti d’Italia”, vincendo il primo premio nella mia categoria.
Ricordo anche il felice incontro con il M°Gianluca Luisi, osimano d’adozione. Non credo che la dimensione provinciale abbia aiutato la mia formazione pianistica, anzi: il fatto di aver studiato per tanti anni senza il confronto con altre realtà e senza la guida di maestri che potessero aiutare il mio talento a sbocciare con sicurezza e in pienezza, mi ha sicuramente frenata. Specialmente in campo artistico, avere dei mentori più interessati alla tua crescita che a soddisfare il loro ego è fondamentale e credo purtroppo che questo avvenga di rado.
Mio zio Mimmo era raro anche in questo: un grande musicista e un generosissimo didatta. In generale, manca una grande città nelle Marche: questo ha i suoi pro, e vi stupireste nel vedere quanto veniamo apprezzati noi marchigiani fuori regione o all’estero, ma certamente ha tanti contro. Non nel caso dell’università, dove il piccolo e medio ateneo evitano forse la dispersione che si ha nelle grandi università, grazie a un confronto molto più diretto con i docenti. Ho conseguito la laurea in Lettere a Macerata. La mia tesi di laurea triennale in Storia Moderna era incentrata sull’analisi delle Suppliche osimane del Settecento: ho lavorato per alcuni mesi in Archivio Storico e ne è uscito uno scritto che, diversi anni dopo, ho presentato al pubblico osimano durante la manifestazione “Rivivi ‘700”, in compagnia di Manuela Francesca Panini e Niccolò Duranti, ai giardini dell’Episcopio. Mi piacerebbe farne un libro da lasciare agli osimani e ai visitatori curiosi: si tratta di lettere scritte al Comune o alla Chiesa e al Papa, da persone perlopiù molto povere ma non solo: richieste di lavoro, di pagamenti, scritti di carcerati, vedove, frati, capitani di fanteria, lamentele sul rifacimento delle strade… insomma, ho ridato vita a tante voci che non erano mai uscite dall’Archivio prima di quel momento e sono particolarmente orgogliosa di questa mia impresa. Non era la prima volta che entravo in Archivio: nel 2006/2007 ho svolto un anno di Servizio Civile Nazionale presso la Biblioteca “F. Cini” e ho quindi conosciuto sia Ivana Lorenzini sia Luciano Egidi.
Nel 2010 ho vissuto qualche mese in Austria, ad Eisenstadt, dove ho partecipato al programma Erasmus Placement con il Conservatorio: ero la clavicembalista della classe di flauto al “Joseph Haydn Konservatorium” e spesso mi recavo nella vicina Vienna per andare ai concerti al Musikverein (sì, quello che vedete in tv a Capodanno!).
Ho conosciuto gente da tutto il mondo, è stata un’esperienza incredibile ma non ho voluto impostare la mia vita all’estero: sapevo che se avessi iniziato a lavorare oltralpe, non avrei mai più rimesso piede stabilmente in Italia, vista la carenza cronica di lavoro e di opportunità per i giovani. Ho deciso di restare, il mio posto è in Italia. Nel 2012 mi sono trasferita in Liguria per seguire il mio fidanzato dell’epoca: abitavamo sulle alture di Chiavari (GE). Ho conosciuto il dialetto genovese e la cucina locale: trofie al pesto, farinata, focaccia di Recco, focaccia genovese, pansoti in salsa di noci… quando scendo nelle Marche porto in dono il vero pesto ligure, quando salgo in Liguria regalo ciauscoli! Inizialmente lavoravo in due pizzerie e in fabbrica.
Poi ho giocato le mie carte (cioè ho messo in campo tutti i miei talenti e anche quella grinta, quella “tigna” di chi non ha un lavoro e vuole farcela a tutti i costi) e sono stata selezionata, unica insieme a un altro pianista, presso il Conservatorio “Niccolò Paganini” di Genova per il Biennio Formazione Docenti e un anno di Tirocinio Formativo Attivo. Lì ho incontrato davvero tanti musicisti eccellenti, che mi hanno apprezzata e supportata. Ne sono uscita a pieni voti e con in mano l’abilitazione all’insegnamento del pianoforte nella scuola. Sono stata poi ammessa al corso di specializzazione al sostegno didattico sia a Milano Bicocca (settima in graduatoria su cento selezionati) sia all’Università di Genova, dove ho frequentato le lezioni. Ho vissuto a Genova, città che amo moltissimo, per poi ottenere nel 2018 la mia tanto agognata cattedra (il famoso “posto fisso”) a Levanto (SP).
Attualmente conduco una vita tranquilla a Sestri Levante, la splendida città “dei due mari” e del noto “Premio Andersen”. Lavoro all’ISA 23 di Levanto, con allievi anche a Riomaggiore e Monterosso (le famose Cinque Terre) e Deiva Marina: tutti luoghi incantevoli e visitati da tanti turisti per quasi tutto l’anno. Sono stata eletta nel Consiglio d’Istituto nel 2019 e sto accumulando esperienza sia come funzione strumentale (coadiuvo la Dirigente Scolastica ad esempio nell’area della didattica innovativa) sia come referente per la formazione docenti, per i social d’Istituto, per bullismo e cyberbullismo eccetera. Sono stata relatrice al webinar formativo dell’USR Liguria “Un assaggio di buone pratiche musicali liguri” per docenti di ogni ordine e grado. Di recente, ho creato un lavoro innovativo con la mia classe di Pianoforte e l’ho presentato al Premio nazionale Scuola Digitale: abbiamo vinto il secondo premio (500 euro) nella fase provinciale di La Spezia! Insomma, dopo tanta fatica mi sto prendendo le mie belle soddisfazioni! Sto cercando anche di impegnarmi in politica sul territorio: mi sono iscritta a un partito per la prima volta in vita mia e all’ANPI sezione Osimo, perché credo che la democrazia necessiti anche di questi piccoli gesti e del dire apertamente da che parte ci si schiera.
Non ho abbandonato il mio amore per i libri e la scrittura. Da anni collaboro con il sito (marchigianissimo!) “La Bottega di Hamlin”, per cui scrivo recensioni di libri, film, serie tv. Quest’anno ho anche partecipato a una conferenza stampa online con Alberto Angela, su invito per pochi giornalisti e blogger, per la presentazione del suo nuovo libro. Durante la prima chiusura di marzo 2020, vissuta nella mia vecchia cameretta ad Osimo Stazione, ho iniziato a collaborare con un altro sito web e relativa rivista cartacea, ho scritto un racconto che è stato pubblicato dalla casa editrice romana Nutrimenti e, soprattutto, la mia cameretta è finita in prima pagina su “Il Secolo XIX”, noto giornale ligure, all’interno del progetto “I luoghi della quarantena” dell’artista Valeria Nieves. La scorsa estate, poco dopo il funerale di mia nonna Luciana, ho sentito l’esigenza di dar voce ai miei sentimenti e quasi di getto ho creato una poesia sull’app Note del mio cellulare e l’ho inviata a La Repubblica. Vederla pubblicata e commentata poco tempo dopo sul giornale nazionale per me è stata una grande soddisfazione. Avrei ancora tanto da raccontare ma non credo ci sia spazio, quindi se vi va di restare in contatto potete trovarmi su Facebook e soprattutto su Instagram, alla pagina lasignorina_lilliumarta, dove parlo di libri! I social, se usati bene, sono anche fonte di conoscenza, cultura, contatti importanti. Vi aspetto!!
Ogni volta che aggiungo una storia a questa rubrica, scopro una persona speciale, un universo di osimani giovani e meno giovani nel quale brulica un’energia nascosta fatta di sogni, di passioni, di desideri, di paure e verità. Questa volta è toccato a Marta regalarci, raccontarci e stupirci di come si è “mossa” da Osimo per le vie del Mondo.
Paola Andreoni vice Sindaco di Osimo
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