Oggi 31 maggio giornata mondiale per dire NO al tabacco

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31 maggio è la Giornata Mondiale senza tabacco promossa dall’Organizzazione Mondiale di Sanità per richiamare l’attenzione sugli effetti negativi che il fumo attivo e passivo comportano sulla salute. Il fumo è un fattore di rischio per la salute, è importante informare per sviluppare una cultura di corretti stili di vita e sulla possibilità di poter ridurre o smettere l’abitudine al fumo.

Il mio appello rivolto alle mamme e a tutti i nostri giovani è: “Tutta vita niente fumo”, munitevi di una bottiglia e metteteci i soldi non spesi per le sigarette.

Paola

 

2 Giugno 2016 La Repubblica Italiana compie settant’anni. Ad Osimo si festeggia con i giovani neo 18enni.

2 giugno**
Il 2 giugno la Festa della Repubblica verrà celebrata come da programma:

Ore 17,00 ritrovo delle autorità, associazioni, cittadini e i giovani 18enni osimani presso il Teatro “La Nuova Fenice”, piazza Marconi Osimo.
Seguiranno i saluti delle autorità,   il Concerto del Corpo Musicale “Banda città di Osimo”, il prof. G.Di Cosimo ordinario c/o l’Università di Macerata interverrà per illustrare “Diritti e doveri nella Costituzione” e la presentazione alla comunità dei  giovani 18enni osimani a cui verrà data in dono copia della Costituzioni Italiana.

Un momento importante di coinvolgimento dei nostri giovani, quello che ho voluto portare nella nostra città: la consegna, ai  neo 18enni della nostra comunità osimana,  del testo della Costituzione,  la carta che stabilisce i principi fondamentali del nostro Paese.
Un gesto simbolico che vuole sancire il loro passaggio  all’età adulta e allo status di cittadini a tutti gli effetti ed investirli di un ruolo importante, a cui tutti siamo chiamati: quello di cittadini coscienti e consapevoli dei diritti e dei doveri della convivenza civile.

Il compimento della maggiore età e l’acquisizione del diritto di voto, previsto dall’articolo 48 della nostra Costituzione rende, i nostri giovani 18enni, partecipi a tutti gli effetti   della vita civile e politica della nostra città e del nostro Paese, li investe di responsabilità e le scelte che faranno saranno determinanti  nella loro vita e in quella della comunità a cui appartengono. Essa ha bisogno di Voi giovani, della Vostra intelligenza, del Vostro entusiasmo e della Vostra voglia di fare.
_____Paola Andreoni
Presidente del Consiglio Comunale

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Si invita la cittadinanza ad esporre il tricolore
e a partecipare a questo momento di memoria e di comunità.

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18enni in ComuneOsimo 2giugno2016n.b.: in caso di maltempo la celebrazione e il concerto si terranno all’interno del Teatro comunale.

 

27 maggio 1923 nasceva don Lorenzo Milani: la sua vita è stata breve ma intensa

A 20 anni, Lorenzo MIlani, abbandonò il mondo borghese raffinato e colto a cui apparteneva la sua famiglia ed entrò in Seminario. I suoi, pur restando sconcertati e soffrendo del “colpo di testa” di questo loro figlio che consideravano molto promettente, non lo ostacolarono.
Appena entrato in Seminario cominciò energicamente a sopprimere il suo “IO” del passato, i 20 anni che lui considerava “passati nelle tenebre”. Ogni suo atto cercava di renderlo coerente con il Vangelo drasticamente, senza mezze misure.
Aveva lasciato gli agi ed i privilegi dei borghesi, la loro cultura ed il loro mondo per un’altra scelta di campo: servire il Vangelo, il Cristo, tentare cosi di salvarsi l’anima stando dalla parte giusta dei poveri, cioè degli ultimi nella scala gerarchica, cercare di conoscerli da vicino, di viverci insieme, di imparare la loro lingua, insegnargliene un’altra, condividere le loro cause, difendere le loro ragioni.
Per lui prete l’ingiustizia sociale era un male e andava combattuto perché offendeva Dio.
Ordinato sacerdote a 24 anni fu mandato a San Donato a Calenzano come cappellano del vecchio proposto, don Daniele Pugi.
Calenzano era già allora nel 1947 un paese in via di industrializzazione (aveva 1300 abitanti, oggi ne ha 16.000); la sua popolazione aumentava ed il vecchio Proposto non ce la faceva più a reggere la parrocchia. Espose al Cardinale la necessità di avere un cappellano, ma non sapeva come fare a pagarlo. Il Cardinale rispose: “ho quest’anno un giovane prete, non ha nessuna pretesa, e vuole vivere poveramente: un certo don Lorenzo Milani”.
Don Lorenzo arrivò a Calenzano pieno di entusiasmo come colui che ha trovato il senso della propria vita: finalmente poteva mettersi al servizio del suo prossimo e restituire quanto per 20 anni aveva ricevuto.
All’inizio cercò di avvicinare i giovani alla Chiesa col gioco del pallone, il ping pong e il circolo ricreativo come facevano gli altri preti. Presto però si rese conto che non solo avvicinava una sola parte di giovani ma, soprattutto, che era indegno e puerile per un prete di Cristo abbassarsi a questi mezzi per evangelizzare, ma al contrario proprio la mancanza di cultura era un ostacolo alla evangelizzazione e all’elevazione sociale e civile del suo popolo.
Così un giorno il pallone e gli attrezzi del ping pong finirono in fondo a un pozzo che era in mezzo al cortile della canonica e don Lorenzo organizzò una scuola serale per giovani operai e contadini. “La scuola era il bene della classe operaia, la ricreazione la rovina; bisognava che i giovani con le buone o con le cattive capissero la differenza e si buttassero dalla parte giusta”…
Per lui prete la scuola era il mezzo per colmare quel fossato culturale che gli impediva di essere capito dal suo popolo quando predicava il Vangelo; lo strumento per dare la parola ai poveri perchè diventassero più liberi e più eguali, per difendersi meglio e gestire da sovrani l’uso del voto e dello sciopero. Con quella tenacia di cui era capace quando era convinto di avere intuito una verità andò a cercare uno ad uno tutti i giovani operai e contadini del suo popolo. Entrò nelle loro case, sedette ai loro tavoli per convincerli a partecipare alla sua scuola perchè l’interesse dei lavoratori, dei poveri non era quello di perdere tempo intorno al pallone e alle carte come voleva il padrone, ma di istruirsi per tentare di invertire l’ordine della scala sociale.
“Voi – diceva – non sapete leggere la prima pagina del giornale, quella che conta e vi buttare come disperati sulle pagine dello sport. E’ il padrone che vi vuole così perchè chi sa leggere e scrivere la prima pagina del giornale è oggi e sarà domani dominatore del mondo”. Aveva una dialettica e una capacità di leggere dentro straordinaria. Riusciva a toccare e far vibrare le corde più sensibili di ognuno.
Nella sua scuola raccolse giovani operai e contadini di ogni tendenza politica, presenza che mantenne e ampliò perchè dimostrò di servire la verità prima di ogni altra cosa: “vi prometto davanti a Dio che questa scuola la faccio unicamente per darvi una istruzione e che vi dirò sempre la verità di qualunque cosa, sia che serva alla mia ditta, sia che la disonori, perchè la verità non ha parte, non esiste il monopolio come le sigarette”, disse ai suoi giovani uno dei primi giorni di scuola a Calenzano. Una scuola dove l’impegno sindacale e quindi l’impegno sociale era considerato come un preciso dovere a cui un lavoratore cristiano non poteva sottrarsi. Attraverso la scuola ed i suoi giovani conobbe i veri problemi del popolo. Entrò nelle famiglie come uno di loro pronto a dare un aiuto su qualunque questione.
Quando licenziarono Mauro da una tessitura di Prato, non avevano licenziato solo uno del popolo, ma il “suo” Mauro del quale per mezzo della scuola e le discussioni che venivano fatte ogni sera fino a tarda notte, conosceva tutto: famiglia, problemi, gioie e disperazioni. Così a quel licenziamento reagì con tutto il peso del suo pensiero e della sua parola. Per giorni interi si discusse a scuola con sindacalisti, magistrati e ispettori del lavoro su come reagire, come impedire una ingiustizia così grave.
Operava per far prendere coscienza ai giovani operai sulla necessità che divenissero protagonisti del loro futuro rifuggendo da schieramenti preconcetti, ma distinguendo sempre il vero dal falso. Ragionando sempre con la propria testa.
Era severo nei propri comportamenti e richiedeva ai giovani coerenza tra idee, parole e comportamento pratico, senza mai rinunciare alla gioia di dire sempre la verità e di vivere senza nessun formalismo.
La sua scuola accoglieva solo operai e contadini, perchè intendeva eliminare la differenza culturale che esisteva tra questi e altri strati sociali. Per questo la definiva scuola classista, nel senso cioè di scelta dei poveri.
Questo suo schieramento, sempre giustificato alla luce del Vangelo, era un aspetto costantemente presente nella sua attività scolastica e pastorale che trapelava continuamente.
Un giorno un ragazzo di solida famiglia cattolica gli disse: “ma lei insegna anche a lui che è comunista e dichiarato nemico della Chiesa? Io gli insegno il bene – rispose – gli insegno a essere un uomo migliore e se poi continua a rimanere comunista, sarà un comunista migliore.”
E a Pipetta, il giovane comunista che gli diceva “se tutti preti fossero come Lei, allora …”, rispose:
….
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…. il giorno in cui avremo sfondata insieme la cancellata di qualche parco e installata insieme la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordatene, Pipetta, non ti fidare di me: quel giorno io ti tradirò non resterò là con te. Io tornerò nella casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti al mio Signore crocifisso.
Quando tu non avrai più né fame né sete, ricordatene, Pipetta, quel giorno io ti tradirò.

Don Lorenzo Milani
( lettera al comunista Pipetta dopo il voto del 18 aprile 1948)

Auguri Robert Allen Zimmerman per i tuoi 75 anni

Bob***
Sei stato e continui ad essere il mio poeta preferito. Le tue canzoni e i tuoi testi sono stati riferimento, compagni fedeli di strada ed hanno accompagnato sempre il mio impegno.
Che  emozione  sentire  i giovani di oggi suonare ancora   “blowin’in the wind”.
Auguri e grazie Bob Dylan.
Paola
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Eugenio Scalfari: Se Renzi diventerà padrone sarà per tutti un disastro

giornale La Repubblicadi Eugenio Scalfari, • 22 maggio 2016. Voglia di plebisciti. Ce’ molta confusione in Europa e in Italia. Politica ed economica. Ma poiché da almeno dieci anni il mondo intero e non soltanto l’Occidente, che è casa nostra, sta attraversando una depressione che ricorda periodi altrettanto calamitosi, credo sia necessario cominciare dal secondo aspetto della crisi, cioè dall’economia.
Questa settimana le Borse, dopo una prolungata depressione, hanno registrato un miglioramento tuttavia lieve, ma non è questo un fenomeno di rilievo. La novità che riguarda in special modo l’Italia consiste in un improvviso mutamento della Germania, da una politica fin qui di costante rigore economico e finanziario ad una improvvisa e rilevante flessibilità. Questa parola ha ormai assunto vari significati, ma nella sua essenza consente un trasferimento di risorse in favore d’un Paese che ne ha urgente bisogno. Nel caso in questione in favore dell’Italia, che da mesi ne fa urgente richiesta con motivazioni che variano seguendo sempre nuove circostanze ma il cui obiettivo è comunque il medesimo: disporre di maggior denaro affinché la nostra economia riprenda fiato con conseguenze finanziarie, sociali e quindi anche politiche. Il presidente della Commissione di Bruxelles, Jean-Claude Juncker e il suo vice-presidente erano da tempo orientati in questo senso, ma la Germania si opponeva ed aveva perfino preso le distanze — sia pure in modo felpato — dalla politica espansiva della Bce.
Draghi da quell’orecchio non ci sentiva, ma se il freno nei suoi confronti fosse stato tenuto troppo a lungo avremmo probabilmente assistito ad uno scontro a dir poco drammatico. Per fortuna anche questo aspetto della questione è stato attenuato, anzi è scomparso del tutto, almeno per ora. La flessibilità, per tornare al nocciolo della questione, ammonta a circa 26 miliardi di euro, motivati dal nostro governo da tre capitoli di spesa: la necessità di spostare di un anno (dal 2016 al 2017) la riduzione del deficit rispetto agli impegni assunti con la Commissione; le crescenti spese per salvare gli immigrati che arrivano dal mare; le operazioni di accoglienza, accertamento di identità e motivazioni della loro fuga dai Paesi di origine, con annesse le spese derivanti dagli eventuali accordi con quei Paesi per riaccoglierli. Insomma una sorta di bonifica sociale da effettuare su una vasta zona sub-sahariana.
A fronte di questi problemi e della flessibilità che ne è derivata, ci sono però alcune condizioni poste dalla Commissione e dalla Germania ed anche per sua propria iniziativa da Mario Draghi: leggi sul lavoro che incentivino più efficacemente della tanto nominata panacea del Jobs Act; trasferimento di entità consistenti dalle imposte sul reddito a quelle sul patrimonio; riversare tutte le risorse disponibili ad una diminuzione (sempre promessa ma mai realizzata) del debito pubblico e infine una consistente diminuzione del cuneo fiscale per quanto riguarda la parte contributiva delle imprese private. Quest’ultima ricetta l’avevamo più volte sostenuta da almeno un paio di mesi su queste pagine, ma il governo ha fatto orecchio da mercante rinviando al 2017 e non certo per importi significativi. Eppure sarebbe questa la vera panacea per nuovi investimenti e nuovi e veri posti di lavoro, con relativo aumento della domanda.
Questa è dunque la situazione attuale che Padoan dovrà trasformare nella legge di stabilità del 2017 in cui dovrà fornire le prime anticipazioni a Bruxelles entro il prossimo giugno. Il tempo è breve, il lavoro è molto. Ma nel frattempo che cosa sta accadendo nella nostra economia?
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I problemi sono tre: il trasferimento del grosso delle imposte dal reddito al patrimonio. C’è di mezzo la riforma del catasto e non è uno scherzo da poco; l’andamento del Pil e la diminuzione del deficit entro il 2017 dal 2,4 all’1,8 per cento, l’emersione del mercato nero di imprese e lavoratori. Su quest’ultimo punto s’innesta ovviamente la lotta alle mafie e la corruzione che ne deriva. Qui cioè non si tratta più solo di economia ma entra in ballo anche la politica.
Ma entra in ballo anche il nostro rapporto con l’Europa perché qui la nostra capacità di negoziato si affievolirà di molto. La Commissione in questa occasione ha decisamente favorito l’Italia, mentre ha penalizzato economicamente sia la Spagna sia il Portogallo ed ha aiutato la Francia col contagocce, in una fase per lei socialmente molto difficile. Teniamo presente queste differenze di trattamento. La Merkel l’ha addirittura esplicitamente motivata: l’Italia — ha pubblicamente dichiarato — è uno dei Paesi fondatori dell’Europa e dobbiamo tenerlo presente. Non è un riconoscimento da poco, ma su quella strada dobbiamo proseguire, che la Merkel sia d’accordo o anche non lo sia. Noi siamo stati in tre diverse epoche fondatori dell’Europa: ai tempi di Cesare e poi da Augusto ad Adriano; nel Rinascimento tra il Quattrocento e i primi del Seicento, infine nell’Ottocento non però da soli ma in buona e solida compagnia. Ho già ricordato queste verità storiche qualche domenica fa, ma le ricordo ancora perché credo sia fondamentale. Spetta a Renzi muoversi su questo terreno. Capisco le imminenti elezioni amministrative; capisco molto meno il referendum di ottobre, ma questi appuntamenti elettorali non possono relegare in secondo o terzo piano quello di diventare uno dei protagonisti della politica europea.
La Germania ha detto che se le regole imposte dalla Commissione non sono rispettate dai vari Paesi membri, per i loro interessi nazionali, questi saranno giudicati in modo definitivo dal Consiglio dei ministri europeo, cioè dai 28 Paesi che lo compongono. Più nazionalismo di così. E chi dovrebbe combattere il nazionalismo dei disobbedienti? Ma dov’è la logica di tutto questo? Solo un’Europa federata può stroncare il nazionalismo dei singoli governi. Ed è questa la bandiera che Renzi deve impugnare. Se punta tutto sulle elezioni e sul referendum potrà avere cattive sorprese e quand’anche fossero buone rafforzerebbero il suo potere personale. Per farne che cosa? Questa è la domanda cui deve rispondere. A se stesso, alla propria coscienza politica prima che agli altri.
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I candidati delle principali città che voteranno il 5 giugno sono di modesta levatura. Difficilmente trascineranno le folle al voto. Renzi ha detto che si farà in quattro e ne ha certamente la capacità, ma Grillo anche lui ce l’ha, anche la Meloni e Salvini. Berlusconi l’aveva un tempo, anzi era imbattibile, e tuttavia Prodi lo sconfisse ben due volte su quattro. Oggi comunque Berlusconi è muto. Tutt’al più si occupa del Milan e di Mediaset, di politica no, a meno che…
Molti, che hanno buona memoria, pensano che negli ultimi giorni farà un colpo di scena. Conoscendolo abbastanza lo penso anch’io, ma il colpo di scena per esser tale deve sorprendere, e deve anche avere qualche chance di successo. Quella che avrebbe l’improvvisa alleanza con la Meloni e quindi anche con Salvini. La destra riunita potrebbe anche andare al ballottaggio con la Raggi o con Giachetti, e può persino vincere. Io penso questo. Certo non la voterò, ma molti invece sì. Giachetti è un radicale passato da tempo a Renzi ma ebbe gli insegnamenti da Pannella. Immagino che abbia seguito con commozione più che comprensibile le varie camere ardenti, piazza Navona, funerali laici, sfilate e celebrazioni. Pannella però di politica vera e propria non sapeva niente, non era quella la sua missione. Quindi Giachetti ha solo Renzi come maestro. Tuttavia il suo nome è pressoché sconosciuto ai romani. Spero bene per lui ma non sono ottimista. In realtà, tra le varie città in lista ce n’è una soltanto dove il candidato, che ha già governato la città con buonissimi risultati ed ora si è riproposto, è Fassino a Torino. Forse, così spera lui e spero anch’io, ce la farà al primo turno. Se dovesse affrontare il ballottaggio con i Cinque Stelle la battaglia non sarà facile, ma forse la vincerà. Le altre piazze, salvo Merola a Bologna, hanno tutte candidature modeste poiché modesta è la classe politica attuale. La speranza è nei giovani, sempre che abbiano voglia di politica.
E poi c’è il referendum. L’appuntamento è decisivo. Se Renzi vince sarà padrone, se perde si apre uno scenario nuovo sul quale è molto difficile fare previsioni. Personalmente — l’ho già detto e scritto — voterò no, ma non tanto per le domande del referendum quanto per la legge elettorale che gli è strettissimamente connessa. Se Renzi cambia quella legge (personalmente ho suggerito quella di De Gasperi del 1953) voterò sì, altrimenti no. E immagino che siano molti a votare in questo stesso modo. Pensaci bene, caro Matteo; se anche vincessi per il rotto della cuffia sarai, come ho già detto, un padrone. Ma i padroni corrono rischi politici tremendi e farai una vita d’inferno, tu e il nostro Paese.

Evento 'Il Cortile dei Giornalisti'

5x 1000 si scrive 80003150424, si legge aiuto alla Lega del Filo d’Oro

Care Amiche e cari Amici,
è tempo di dichiarazione dei redditi, ricordo che è possibile destinare il proprio 5×1000 senza alcun aggravio di spese.  Non costa nulla, basta solo una firma sulla propria dichiarazione dei redditi. Tutti ad Osimo conosciamo l’impegno della Lega del Filo d’Oro, verso la disabilità e il sostegno alle famiglie di quanti vivono privati della vista e dell’udito. La Lega del Filo d’Oro in questi anni è impegnata nella realizzazione di nuova struttura, in zona Linguetta nella nostra città, un impegno organizzativo ed economico non indifferente resosi necessario per realizzare un polo d’eccellenza che migliorerà la vita a tante persone sordocieche e pluriminorate che ancora aspettano di essere aiutate. Come al tempo delle raccolte, facciamo sentire  la nostra vicinanza.

#iofirmo 80003150424,
per la  Lega del Filo d’Oro

Paola

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Addio Marco Pannella, pasionario dei diritti civili.

Marco Pannella, è stato il protagonista delle battaglie per i diritti civili nella storia italiana. Anche di fronte al nemico invincibile della malattia ha lottato, fino alla fine, come un leone come era nel suo stile. Lo storico leader dei radicali aveva da poco compiuto 86 anni.
Addio Marco Pannella.

Quando la legge non è solo regole ma anche vicinanza umana

povertàBeccato in flagranza, per aver rubato in un supermercato dei würstel e un pezzo di formaggio del valore di 4 euro un giovane senza fissa dimora, era stato condannato il 12 febbraio del 2015 dalla Corte di Appello di Genova.

Con la sentenza numero 18248, i giudici della Quinta sezione penale della Cassazione hanno annullato quella condanna perché a loro avviso: “la condizione dell’imputato e le circostanze in cui è avvenuto l’impossessamento della merce dimostrano che egli si impossessò di quel poco cibo per far fronte ad una immediata e imprescindibile esigenza di alimentarsi, agendo quindi in stato di necessità“.

Quando la legge non è solo regole  ma anche vicinanza umana.
Paola

Nadia Bouzekri: eletta Presidente dei Giovani Musulmani d’Italia

NadiaUna bella notizia poco segnalata sui quotidiani presi da tutt’altre tematiche. Una giovane donna italiana, Nadia Bouzekri 24 anni, studentessa universitaria di management nata a Sesto San Giovanni da un impiegato e una casalinga di origini marocchine, è la nuova Presidente dei Giovani Musulmani d’Italia. È la prima volta di una donna chiamata a ricoprire questo incarico.
Nadia ha ricevuto la maggioranza dei voti e si appresta a svolgere questo importante compito che le chiederà viaggi ed incontri in tutta Italia.
Le sue prime frasi sono espressione di una generazione che cresce composita: “sono nata a Sesto San Giovanni, città medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza. I miei genitori sono di Marrakech, città di cui sono innamorata”, e che ha già scelto cosa vuole fare, “abbattere i muri di diffidenza e pregiudizio”.

Come ci si augura nel mondo scout… Buona strada Nadia!
Paola
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Giornata mondiale contro l’Omofobia

Il 17 maggio si celebra la Giornata Mondiale contro l’Omofobia. La data ricorda il giorno del 1990 in cui l’organizzazione mondiale della sanità (Oms) decise di rimuovere l’omosessualità dalla classificazione internazionale delle malattie, stabilendo che non rientrava più tra i disturbi mentali. Tuttavia ancora oggi l’omosessualità è illegale in almeno 76 Paesi del mondo. Fra questi, cinque nazioni puniscono l’omosessualità con la pena di morte.
Deve essere un impegno di  tutti promuovere la cultura dell’integrazione e le buone prassi di lotta all’omofobia.
Paola

“Suor Angelica” di Puccini: sabato 21 maggio al Teatro “La Nuova Fenice” di Osimo.

E’ un convento di clausura, della fine del 1600, il luogo dove si svolge la trama dell’Opera. Per aver avuto un figlio al di fuori del matrimonio la nobile Angelica è stata costretta alla clausura dalla famiglia. Per sette anni ha atteso una visita, ma quando giunge la Zia Principessa, amministratrice dei beni dopo la morte dei genitori, è solo per farle firmare un atto di rinuncia al patrimonio. Con trepidazione Angelica chiede notizia del figlio, sua unica consolazione. Implacabile la Zia la informa che ………
Suor Angelica

Dopo la bella esperienza della Carmen di Bizet dell’anno scorso, anche quest’anno alcuni alunni dell’Istituto comprensivo “C.G.Cesare” parteciperanno all’Opera “Suora Angelica” di Puccini  accompagnati dalla brava maestra del coro Rosa Sorice con il regista Matteo Mazzoni ed i solisti dell’Accademia d’Arte Lirica Osimana.

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Raccolta firme per quesiti referendari e proposte di legge

avviso consiglioSi informa la cittadinanza che e’ possibile sottoscrivere le seguenti
proposte di legge di iniziativa popolare e referendum abrogativi

Le firme si raccolgono presso l’ Ufficio Relazioni con il Pubblico sito in Via FonteMagna 12 ( entrata  delle grotte )  nelle giornate di apertura al pubblico, tutti i giorni, dalle ore 8,30 alle 13,00.

Possono firmare tutti i cittadini italiani, residenti nel Comune di Osimo ed anche non residenti, muniti di carta d’identità o di altro valido documento di riconoscimento.

Queste le Raccolte firme attualmente in atto:

1) Proposta di legge di iniziativa popolareMisure urgenti per la massima tutela del domicilio e per la difesa legittima“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 40 del 18 febbraio 2016. Comitato promotore: Italia dei Valori. Scadenza raccolta firme: 23/05/2016.
2) Referendum popolareAbrogazione premio di maggioranza elezione Camera dei Deputati“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 288 del 11 dicembre 2015. Comitato promotore: Coordinamento Democrazia Costituzionale. Scadenza raccolta firme: 15/06/2016.
3) Referendum popolareAbrogazione capolista bloccati elezione Camera dei Deputati“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 288 del 11 dicembre 2015. Comitato promotore: Coordinamento Democrazia Costituzionale. Scadenza raccolta firme: 15/06/2016.
4) Referendum confermativo della legge di revisione costituzionale “Modifica della forma di governo del Senato e dei rapporti Stato–Regioni. Abolizione del CNEL ” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo 2016. Comitato promotore: CGIL. Scadenza raccolta firme: 24/06/2016.
5) Referendum popolareAbrogazione di norme sull’obbligo di almeno 400-200 ore di alternanza scuola-lavoro“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo 2016. Comitato promotore: CGIL. Scadenza raccolta firme: 24/06/2016.
6) Referendum popolareAbrogazione di norme sul potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e di confermare i docenti nella sede“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 71 del 25 marzo 2016. Comitato promotore: CGIL. Scadenza raccolta firme: 24/06/2016.
7) Referendum popolareAbrogazione di norme sul potere del dirigente di scegliere i docenti da premiare economicamente e sul comitato di valutazione“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo 2016. Comitato promotore: CGIL. Scadenza raccolta firme: 24/06/2016.
8) Referendum popolareAbrogazione di norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche o private“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo 2016. Comitato promotore: CGIL. Scadenza raccolta firme: 24/06/2016.
9) Referendum popolareAbrogazione del lavoro accessorio (Voucher)“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 69 del 23 marzo 2016. Comitato promotore: CGIL. Scadenza raccolta firme: 04/07/2016.
10) Referendum popolare “Abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 69 del 23 marzo 2016. Comitato promotore: CGIL. Scadenza raccolta firme: 04/07/2016.
11) Referendum popolareAbrogazione della norme che limitano le sanzioni e il reintegro in caso di licenziamenti illegittimi“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 69 del 23 marzo 2016. Comitato promotore: CGIL. Scadenza raccolta firme: 04/07/2016.
12) Proposta di legge di iniziativa popolare “Carta dei diritti universali del lavoro – Nuovo Statuto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori“, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 56 del 8 marzo 2016. Comitato promotore: CGIL. Scadenza raccolta firme: 05/09/2016.

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Con Giovanni Giri candidato Sindaco a Porto Recanati

A Porto Recanati incontro a sostegno dell’amico Giovanni Giri candidato Sindaco. Tema trattato “Da chi dipende chi dipende” nell’ambito delle problematiche legate al disagio giovanile.

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Venerdì 13 maggio ore 18 a Porto Recanati con il candidato sindaco Giovanni GIRI

Felice ed onorata di essere stata chiamata a sostenere il candidato sindaco Giovanni Giri: la persona giusta per Porto Recanati.

Venerdì 13 maggio ore 18
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incontro presso il  Balneare Attilio

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Anche l’Italia ha una legge sulle unioni civili

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Con 372 ‘sì’, la Camera dei deputati ha dato il suo via libera definitivo alla legge sulle unioni civili. Una legge che ci riconcilia con l’Europa e che risponde ad una profonda esigenza di civiltà e garantisce pari diritti e doveri alle coppie dello stesso genere ed alle convivenze anche tra persone di genere diverso.
Non è l’originale testo proposto dalla senatrice Monica Cirinnà e per qualcuno “Il presente non basta” ma è già una buona tappa.
L’inizio di un percorso di conquiste di diritti che spero non si interrompa. Voglio associare questo primo  “passo in avanti” al grande Lucio.
Paola

 

Ecco cosa prevede, in linea generale, la legge sulle unioni civili:
L’unione civile tra persone dello stesso sesso è costituita da due persone maggiorenni dello stesso sesso. C’è la possibilità di stipulare comunione dei beni o di optare per la separazione dei beni.
I diritti e doveri derivanti dall’unione civile omosessuale, sono disciplinati sulla falsariga dell’art. 143 (diritti e doveri reciproci dei coniugi) del codice civile sul matrimonio (ad eccezione dell’obbligo di fedeltà).
C’è, in particolare, obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale, alla coabitazione e al contributo ai bisogni comuni, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo.
È prevista la reversibilità in caso di decesso di una delle parti.
Sullo scioglimento dell’unione civile, viene ripresa gran parte della normativa relativa alle cause di divorzio. Saranno applicabili le discipline acceleratorie della separazione e dello scioglimento del matrimonio (negoziazione assistita, procedura semplificata davanti al sindaco quale ufficiale di stato civile).
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Contro i muri, con il pugno chiuso alzato verso il cielo come quello di Tess

TessTess Asplund – la giovane donna  che, a testa alta e il pugno levato verso  il cielo, lo scorso 1 maggio ha affrontato  un corteo di neonazisti in Svezia – è il simbolo dell’Europa che promuove apertura, coraggio e civiltà.
Un gesto semplice, istintivo  e silenzioso, quello di Tess Asplund per rappresentare una nuova Resistenza contro l’Europa  della paura, l’Europa che alza i muri e che si rinchiude in se stessa, l’Europa che fa fallire gli accordi sottoscritti per la ridistribuzione dei migranti tra gli Stati membri perché priva di solidarietà e di una visione comunitaria che valichi i rinati confini nazionali.
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Paola

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1976 terremoto in Friuli, anche noi giovani volontari osimani c’eravamo

Sono trascorsi 40 anni da quel fatidico maggio 1976 quando il terremoto colpì il Friuli. Quasi mille furono i morti e interi comuni furono distrutti e la popolazione trasferita negli alberghi e sulla costa.
Anche noi giovani volontari osimani – capitanati da don Flavio, sotto la guida tecnica del capo giardiniere del Comune di Osimo Giuseppe Limoni ( ma per tutti noi “Peppe” ) – c’eravamo a dare il nostro piccolo contributo di lavoro e di animazione nella tendopoli di Oncedis sulla riva del fiume Tagliamento nel Comune di Trasaghis.
Ricordo il dramma delle tante persone colpite negli affetti più cari, e il generoso soccorso dei tanti volontari che come noi cercavano di rendersi utili ed aiutare la ripresa di una parvenza di vita normale come la piantumazione di alcuni alberi tra le tende.
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Per la cronaca “l’ abile spalatore” in primo piano è Enrico Canapa, l’attuale presidente della casa di riposo Buttari.
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Trasaghis 1977 una pianta per il Friuli***
Peppe Limoni il nostro bravo capo giardiniere era stato, invece, l’ideatore dell’iniziativa “Una pianta per il Friuli” finalizzata a rendere più accettabile  la vita all’interno delle tendopoli.
Paola

Ciao carissima amica

Sono passati tanti anni, come in questo giorno di maggio ci hai lasciati.
Mi mancano le belle chiacchierate che ci facevamo e il vedere crescere i figli insieme. Ciao carissima amica.

Paola