BILANCIO MENSILE della Popolazione osimana: Ottobre 2009

Secondo i dati rilevati mensilmente con il modello Istat D7B, che riporta l’ammontare dei flussi registrati nell’Anagrafe Comunale (nati, deceduti, iscriz. e cancellaz.),  la popolazione residente ad OSIMO  al 30 ottobre 2009 ammonta a:

33.209 abitanti

di cui 16.228   Maschi…..e…..16.981    Femmine

rispetto al mese di settembre 2009:  c’è stato un incremento di….+ 107 abitanti

i..nati nel  mese di Ottobre sono stati:…..n.36( Maschi 14..+..Femmine 22 )
i morti  nel mese di Ottobre sono stati:…… n.27( Maschi 13..+.. Femmine 14 ) 

i nuovi iscritti all’Anagrafe nel mese sono stati:….n. 110……..( M.. 60..+..F. 50 )
 di cui provenienti dall’Estero:………………………..n. ..11……..( M.….6..+..F.    5 )

icancellatidall’Anagrafe nel mese  sono  stati:..n...28……..( M..15..+..F. 13 )

Sono stati celebrati  Matrimoni..9……. 5..con rito religioso….. 4..con rito civile
                                           

fonte: Comune di Osimo, ufficio Statistica

considerazioni:  la crescita della popolazione osimana è legata essenzialmente alle iscrizioni anagrafiche dei nuovi cittadini provenienti da altri Comuni.

La LEGALITA’ son mi.

Alla faccia della modestia! Non bastando la roboante dichiarazione di essere il miglior presidente del Consiglio che l’Italia abbia mai avuto da 150 anni ad oggi, meglio anche di De Gasperi, Silvio Berlusconi ne spara un’altra delle sue:

«Contro la mafia ho fatto più di tutti».

A ruota lo segue Marcello Dell’Utri, già condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per  concorso esterno in associazione mafiosa e socio in affari del premier, il quale se ne esce in televisione a dire che lo stalliere Mangano «è un eroe»: ancora! Strabilianti poi le dichiarazioni di Berlusconi sul suo «fattore», e non stalliere, Vittorio Mangano, rilasciate il 9 aprile 2008 a RadioDue, dove riconosce che

«le sue disavventure nella vita lo hanno messo in mano a una organizzazione criminale (Cosa Nostra); lui, eroicamente,  non inventò mai nessuna «cosa» contro di me…».

Ecco svelato l’arcano: chi tace è un eroe, chi indaga è un criminale che vuole distruggere Berlusconi.
Mi domando: i giudici Falcone e Borsellino, fatti saltare in aria dalla mafia come devono essere considerati seguendo la perversa logica di ragionamento del premier?
Se c’è qualcosa di veramente incredibile ed ignobile non è il lavoro dei
giudici, considerato da Berlusconi un attacco alla persona  che «per indole, sensibilità, mentalità, formazione, cultura e impegno politico, è lontanissima dalla mafia», ma il volersi sottrarre ad ogni costo alla Giustizia, arrivando a sconquassare lo Stato e le sue Istituzioni; ma questo voler sconquassare è un programma impostato sulla legalità oppure è il programma di coloro i quali considerano la legalità un “optional” ?

OPINION COLPO: Simoncini ”Il mio governo il più attivo nella lotta alla criminalità organizzata dei piccioni”

 Il Sindaco Simoncini, in attesa che si risolva il problema dei piccioni, invita intanto i cittadini a cautelarsi dando loro un consiglio:
“Su la testa!!”.

 

Colpoditacco 

“Figlio mio, lascia questo Paese”

Ciao a tutti,
leggendo questa lettera, c’è da chiedersi se veramente i nostri giovani avranno  un futuro in questo Paese.

LA LETTERA.

Avremmo voluto che l’Italia fosse diversa e abbiamo fallito
Figlio mio, lascia questo Paese

Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l’idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l’affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.
Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di unportaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all’attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E’ anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l’Alitalia non si metta in testa di fare l’azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell’orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d’altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l’unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.
Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po’, non troverai molte ragioni perrincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato – per ragioni intuibili – con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per idestini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all’infinito, annoiandoti e deprimendomi.
Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoistudi, prenda la strada dell’estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che  spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.
Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fossediverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, loprevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.
Preparati comunque a soffrire.
Con affetto,  tuo padre

L’autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss
Guido Carli.

http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/scuola_e_universita/servizi/celli-
lettera/celli-lettera/celli-lettera.html

Solidarietà ai SINDACATI

La sottoscritta a titolo personale e a nome di tutto il gruppo consiliare del PD vuole esprimere  solidarietà ai Segretari delle organizzazioni Sindacali osimane per lo squallido attacco delle liste Simoncini&Latini, attacco finalizzato a gettare discredito su tutto il mondo sindacale.
Ritengo che l’ operato dei sindacati osimani sia stato sempre legittimo e di grande responsabilità, nei confronti di tutti i lavoratori, specialmente in questo momento di grave crisi congiunturale politica-economica, in cui, a subire, sono in primo luogo i disoccupati, i precari, i cassaintegrati ed i pensionati.
Il Partito Democratico sostiene le organizzazioni sindacali, nella loro quotidiana  azione a difesa ed a tutela dei lavoratori, dei pensionati e  delle famiglie osimane.
Paola Andreoni

NO – BERLUSCONI DAY

Mancano pochi giorni al “No Berlusconi Day” e la macchina organizzativa dei giovani volontari sta lavorando a pieno regime.
Si parla di 400 pullman già prenotati in tutta Italia edi oltre 300 mila adesioni pervenute su internet in meno di un mese. La manifestazione, nata dal basso, è stata promossa tramite Facebook, e cresciuta grazie al passaparola: mail, chat, forum.
Il popolo della rete ha deciso di uscire dal mondovirtuale per contarsi e contare. Parallelamente all’iniziativa italiana è nata una “internazionale antiberlusconiana” con presenze capillari nelle maggiori capitali europee e città del mondo, in cui saranno organizzate analoghe manifestazioni per chiedere le dimissioni del premier.
Uno dei portavoce del movimento autodefinitosi “apartitico e pacifista” ha chiesto agli italiani un piccolo gesto simbolico per il 5 dicembre: “mettete od esponete qualcosa di viola. Un drappo al balcone, un maglione, una sciarpa, un bracciale. E’ il colore dell’autodeterminazione dei popoli e lo sarà dei cittadini che non si riconoscono nel berlusconismo”.
Al corteo romano, che partirà da Piazza della Repubblica per arrivare a Piazza del Popolo, hanno aderito diversi partiti: l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, Rifondazione di Paolo Ferrero, il PdCI, Sinistra e Libertà, i Verdi e diversi esponenti del Pd, tra cui Debora Serracchiani, Ignazio Marino ed Ivan Scalfarotto.
Forte ed autorevole la presenza di intellettuali ed artisti: il premio NobelDario Fo, Franca Rame, Furio Colombo, Antonio Tabucchi, Moni Ovaia, Lidia Ravera, Bebo Storti, Dacia Maraini, Don Giorgio De Capitani, Gioacchino Genchi, Salvatore Borsellino, Paul Anthony Ginsborg, Margherita Hack, Daniele Silvestri e tanti altri. Sul palco non parleranno i politici, ma si alternerà la gente comune per portare testimonianze di vita del Paese reale.

Anche questo Blog partecipa  all’iniziativa ed alla sua diffusione nella  rete.
Paola Andreoni

Tutti lodi per salvare Berlusconi: poveri noi è ora di dire BASTA !

Ora si stanno inventando un’altra norma che consentirebbe a Berlusconi di far slittare i processi che lo riguardano.

Dopo i lodi Schifani e Alfano, bocciati dalla Corte Costituzionale, spunta il lodo Biancofiore – Bertolini, dal nome delle due parlamentari che ieri hanno presentato una nuova proposta di legge che, se approvata, consentirebbe al premier Berlusconi di saltare a piè pari tutti i processi che lo riguardano, almeno sino a quando resterà al Governo.
Nel pieno della bufera politica sul “processo breve”, che secondo i magistrati farebbe saltare migliaia di importanti cause, ieri due ossequiose parlamentari del Pdl, hanno individuato una nuova strada per consentire al Presidente del Consiglio di scansare i processi:
il legittimo impedimento.
In pratica, nella norma del codice di procedura penale che definisce i motivi per cui un imputato può non presentarsi alle udienze, verrebbe aggiunta come ragione di legittimo impedimento l’esercizio della funzione di governo da parte del premier e dei ministri. Nelle dichiarazioni le deputate ha sottolineato precisando:

“Funzioni di governo che non si limitano agli impegni istituzionali, ma devono comprendere anche la rappresentanza, perché una persona è presidente del consiglio o ministro 24 ore su 24”.

Una norma che, citando l’inchiesta dei giorni scorsi del quotidiano Repubblica, diventerebbe automaticamente la 20esima legge ad personam per Berlusconi dal 1994 ad oggi, ma che per le due azzurre sarebbe solo il modo di consentire a chi ha vinto le elezioni di governare. Un provvedimento questo, evocato anche da Pier Ferdinando Casini, ma che dovrà passare al vaglio della Corte costituzionale in quanto una categoria di soggetti, presidente del consiglio e ministri, sarebbero posti al di sopra, o al di fuori, della legge per un determinato lasso di tempo. Da qui l’immediata bocciatura di Pd e Italia dei valori che l’hanno definita “una proposta sfrontata e fantasiosa”. 
                E’ ora che andiamo in piazza a manifestare la nostra INDIGNAZIONE.

Casa degli Ailanti CEA “La Confluenza”: quando si potrà riutilizzare la casa ?

Ricevo e pubblico da   Ezio Saraceni presidente dell’associazione Osimoambiente

Una breve storia, magari con qualche “circa” e “mi pare”, che non incidono tuttavia sulla sostanza dei fatti, utile e probabilmente necessaria perché le decisioni in merito da parte della pubblica amministrazione siano corrette, pertinenti, utili alla collettività.
Casa “nostra”
Riteniamo di avere pieno diritto a considerare “casa nostra” (come diritto d’uso, non certo come proprietà) la casa (e le sue pertinenze) sita in via Capanne 11 (ex Casa Maraccio), attuale proprietà della Provincia di Ancona e da questa offerta, mi pare nel 1998, in comodato d’uso gratuito al Comune di Osimo, che si è contestualmente impegnato ad adeguare la struttura all’uso di “Centro di Educazione Ambientale”. La nostra Associazione utilizzava già da un anno l’insieme (casa e pertinenze) sia come ricovero attrezzi per la manutenzione e materiale didattico, sia, compatibilmente con l’agibilità, come luogo per iniziative con soggetti pubblici e privati collegate all’attività educativo-didattica che veniva da noi svolta nell’insieme dell’Aulaverde “La Confluenza”, di cui anche quello spazio privato è entrato a far parte integrante appena acquistato (per circa 250 milioni di lire) dalla Provincia.
L’amministrazione Muzio Gallo (allora proprietaria) ce ne aveva concesso l’uso gratuito, in cambio di un lavoro di pulizia degli spazi esterni dalla foltissima vegetazione sia di erbe che di arbusti e alberi (soprattutto Ailanti e Robinie) che aveva colonizzato tutti gli spazi esterni, compresi i muri perimetrali. Muzio Gallo voleva vendere e noi (insieme con l’amm.comunale) ci siamo dati da fare non poco perché l’acquirente fosse la Provincia. Riuscendo nell’intento. Sia la presidente Marisa Saracinelli, sia soprattutto l’ass. all’ambiente Marco Lion, insieme con il sindaco Niccoli e l’ass. Panini, come segno di riconoscimento per il nostro immenso lavoro di bonifica di quasi 7 km di sponda destra del Musone, della nostra attività didattico-educativa verso le scuole già da due anni, dei nostri progetti futuri, della nostra assoluta necessità di una struttura adeguata, dopo vari sopralluoghi e scartate altre due ipotesi (Casa dei Fantasmi e Casa Cupido, entrambe troppo onerose) hanno acquistato, su nostra esplicita richiesta, Casa Maraccio, via Capanne 11, che avevamo già battezzato, nel nostro faticoso lavoro di bonifica, Casa degli Ailanti, alberi pestiferi e incredibilmente invasivi.
Sul nostro diritto a restare in quella casa non sono stati prodotti atti formali. Abbiamo avuto il benestare verbale da parte dell’ass. Lion, del sindaco Niccoli, dell’ass. Panini…Serviva qualche altra formalità, date le premesse?
Da allora al presente abbiamo continuato a mantenere e migliorare quell’insieme sia all’interno delle strutture murate che negli spazi esterni. Almeno 20 volte sono personalmente salito sul tetto a pulire canali o sostituire coppi rotti (ce ne ho messi 60 di miei) ogni volta che vedevo infiltrazioni di acqua all’interno. Abbiamo sgomberato tutte le stanze da mobili e rifiuti lasciati dalle 3 famiglie che ci avevano abitato, come seconda casa, fino al 1996. Abbiamo tinteggiato le pareti, sostituito il vecchio impianto elettrico con uno a norma, acquistata e messa in funzione una pompa ad immersione per l’acqua dal pozzo, arredato semplicemente ma funzionalmente cucina e sale e vi abbiamo accolto più volte il sindaco Latini, gli assessori Simoncini, Ortini, Pirani, Domizio, Alessandrini, e molti consiglieri comunali. Sono stati ospiti il pres. Prov. Giancarli, gli assessori prov. Lion, Casagrande, Montesi, Gatto, Mariani… gli on. Giacco e Pecoraro Scanio.
Abbiamo rimesso (poveramente) in funzione il forno, iniziato il maquillage al pozzo (piantumando sui muri capperi e felci e dotandolo anche di una pompa a mano), risistemato la copertura del capanno attrezzi, ripulito il vecchio porcile. Utilizzando uno dei tirocini terapeutici lavorativi che ci sono stati affidati dai Servizi Sociali, abbiamo realizzato una platea per spettacoli teatrali bonificando il vecchio letamaio, utilizzata 2 volte per feste di fine anno scolastico da classi di Loreto e Osimo, prima che –mi pare nel 2002- quello spazio venisse coperto dai 2 container fatti portare lì per nostro uso dall’ass. Domizio, in sostituzione degli spazi interni alla casa che stavano per essere resi inagibili dagli imminenti (come sembrava) lavori di ristrutturazione.
Fin dal 1997 questo è stato il centro strategico per le annuali edizioni di “Puliamo il Mondo” , organizzato dal Comune di Osimo e gestito da Osimoambiente, che da allora ha qui la sua sede.
Negli spazi esterni abbiamo piantumato una lunghissima siepe a confine con la strada a sud e il terreno Muzio Gallo a ovest, fatta di almeno 30 specie di arbusti e altre essenze vegetali. Abbiamo piantumato un frutteto (Giardino dei frutti dimenticati e non solo), una notevole varietà di erbe aromatiche (scogliera degli Aromi), orchidee selvatiche (Scogliera delle Orchidee), alberi, arbusti, fiori un po’ ovunque. Abbiamo realizzato una piattaforma circolare per l’ orienteering (Isola degli 8 venti e delle 8 stelle), un’area recintata per le lumache (Atollo delle Chiocciole) e una per 2 tartarughe (Fossa dei serpenti), ripulito e attrezzato con un camminamento protetto da staccionata l’area delle tane di istrici e tassi (Le Grotte di Spino e Torquato). Abbiamo costruito, a nord di uno dei container, un grande Veliero delle Farfalle, piantumato all’interno con arbusti ed erbe nutrici, avvolto in una doppia rete (da pesca quella esterna) per la conoscenza delle metamorfosi di questo insetto. L’enorme prato (Piazza dell’erbe) , oggetto di manutenzione continua, è da sempre utilizzato per la scoperta e la conoscenza della biodiversità, delle erbe medicinali e di quelle adatte all’alimentazione umana. Una piccola parte dello stesso (circa 100 mq) è stata più volte usata come campo in cui i bambini di varie scuole materne hanno seminato e poi mietuto il grano “senatore cappelli” e il “kamut”(“operazione Pizza del futuro”) e quelli di elementari e medie il granturco nostrano e ottofile (“operazione Polenta”)
Il tutto a nostre spese. Un contributo straordinario del Comune nel 2007 (4000 euro), a parziale rimborso spese da noi sostenute sia all’interno che negli spazi esterni alla casa, ci ha restituito un po’ di ossigeno. Per un po’.
Abbiamo o no il diritto di considerarla casa nostra ? Certo non solo nostra. Lo sanno bene le migliaia di scolari e studenti, gli scout (ultimi i lupetti di Sigillo), gli ospiti delle Case di Riposo (ultima il “Ceci” di Camerano), i gruppi dei soggiorni estivi (ultimi quelli della Fondazione Ferretti della Selva di Castelfidardo), Fotografi naturalisti (che hanno realizzato un “Bird Garden”), il Gruppo Micologico Osimano (che ogni primavera vive qui la sua giornata di studio sulle erbe spontanee), altre associazioni (come “Confluenze” di Senigallia), mille altri soggetti pubblici e privati che ne hanno usufruito… e che potranno (crescendo di numero e di tipologia) disporre finalmente di una struttura adeguata che permetta altre mille iniziative e altri mille incontri di conoscenza, di socializzazione, di ricreazione, di partecipazione.
Ricordo infine che l’ incredibile ritardo con cui sono iniziati i lavori (primo stralcio, neanche completato)  ha causato a noi (e con noi all’insieme dei cittadini) un serio danno patrimoniale. Mancando la struttura adeguata e non essendo un Parco o altra area naturalistica di particolare valore riconosciuto ufficialmente, tutta questa realtà da noi creata con intelligenza, costanza,  enorme fatica e tanti soldi nostri, pubblicizzata nelle guide (Parco Gola della Rossa e Frasassi:itinerari fuori Parco; Guida alle aree naturalistiche della Provincia di Ancona), non ha potuto finora fruire dei contributi riservati ai CEA e ai LABTER della Regione Marche e di altre risorse che potevamo ottenere da altre fonti in tale veste. Vi preghiamo di attivarvi immediatamente perché il CEA o LABTER “La Confluenza” entri a far parte, ora che la struttura per quanto monca esiste, della rete regionale a pieno titolo.Sappiamo per certo che più volte qualcuno, in Provincia,  ha  fatto pressioni per riappropriarsi della casa, visto che Osimo non si decideva ad onorare l’impegno preso. E’ stata la quantità e qualità del nostro lavoro a giustificare la bontà dell’investimento. Non fosse stato per noi, se la sarebbero ripresa. E’ o non è da considerare “casa nostra”?
I lavori
A giugno 2008 sono finalmente iniziati i dovuti lavori di adeguamento strutturale e funzionale (piano terra casa:primo stralcio). Dovevano essere consegnati il 12 dicembre 2008! A tutt’oggi non ci vengono consegnate le chiavi per entrare e utilizzare quegli spazi ad esclusivo beneficio della collettività, per cui sono stati spesi 250 milioni di lire di allora dalla Provincia e circa 150.000 euro dal Comune di Osimo. L’anno scorso un bando regionale che utilizzava fondi strutturali europei per diversi milioni di euro destinati a progetti presentati da Comuni e Province, tra cui poteva entrare a pieno titolo la ristrutturazione della casa, magari con qualche fronzolo collegato e con un minimo accordo formale con altri 2 Comuni, per es. Recanati e Castelfidardo, con cui già abbiamo contatti e iniziative comuni (CEA Colloredo e CEA Fondazione Ferretti), che copriva l’80% dei costi , avrebbe offerto abbondantemente le risorse necessarie a coprire i costi del 2° stralcio e rimborsato in parte quelli del primo. Perché Osimo non si è presentata? C’erano ottime probabilità di successo, vista la qualità del progetto e del suo contesto e il sicuro appoggio della Provincia, che avrebbe visto finalmente andare in porto il suo investimento. Chi doveva seguire e attivarsi in merito? Su 380.000 euro (costo totale per ora, se ci si sbriga), la Regione avrebbe sborsato 304.000 euro… e il comune di Osimo solo 76.000… per finire tutto il lavoro, recuperando una metà della somma impegnata! Perché? Una balza così con capita tutti i giorni! Speriamo almeno che chiediate conto al funzionario che doveva provvedere e non l’ha fatto, con gravissimo danno. Quantomeno perché sia pronto e puntuale alla prossima occasione (o magari cercatene uno più sveglio).
Quando ho saputo del bando (piuttosto in ritardo) ho avvertito il geom.Lombardi (uno dell’equipe dei lavori) e il sindaco Latini, quando, a tempo scaduto, ho saputo che Osimo non si era fatta viva, cosa che non avrei mai immaginato potesse accadere.
Quanto ai lavori “consegnati”, da quello che ho potuto notare “curiosando” man mano che questi procedevano, ci sono delle carenze di vario genere.
Il pavimento in cotto a spina nella sala grande, oltre che costoso (messa in opera  2 addetti almeno per 2, forse 3 giornate in più che per piastrelloni a linea) sembra la regione dei grandi laghi, con dossi e cunette su tutta l’estensione. La stuccatura manca qua e là e sono rimasti, ben visibili, vari distanziatori nelle fughe. Inoltre è quanto di meno adatto a un piano terra frequentato da scarpe sporche di fango, polvere, magari acqua piovana. Quel pavimento rimarrà perennemente sporco e faticosissimo da pulire. La tinteggiatura delle pareti lascia assai a desiderare, anche perché la finitura dell’intonaco è molto approssimativa.
La porta del bagno per portatori di handicap non si apre se non per metà corsa (sbatte e si blocca sulla cornice della porta della sala grande). Ho chiesto all’architetto perché non ha previsto una porta scorrevole, più comoda e funzionale. Mi ha risposto che la legge non lo consente. Sarà vero? Così com’è è una barriera architettonica in più.
Gli elettricisti hanno installato un citofono di cui non vedo assolutamente la funzione. D’altra parte si sono scordati le luci esterne sia nel muro est che quello ovest e hanno lasciato senza prese le pareti lunghe est e ovest e metà di quella nord. Essendo un’aula polifunzionale sembrerebbe normale avere prese per la corrente ben distribuite… o no?
L’idraulico, al di là del tubo dell’acqua proveniente dal pozzo lasciato scoperto e a rischio gelate, non sembra abbia ben calcolato la pressione esercitata dalla (nostra) pompa (mi pare 4 bar) sul rubinetto automatico dello sciacquone, che non riesce a bloccare l’ingresso dell’acqua, che scorre quindi perennemente nella tazza. Lì è necessario un riduttore di pressione.
L’impresa ha lasciato l’esterno in condizioni pietose. Calcinacci, chiodi, ferri, vetri rotti, telai di finestre, sacchi e plastiche, buche, mucchi di ghiaino, rifiuti di vario genere… Abbiamo dovuto provvedere noi a pulire, spianare e sistemare ciò che ci è stato possibile.  Chiediamo che obblighiate l’impresa ad asportare i cumuli di calcinacci rimasti a nord, riportando l’esterno alle condizioni in cui l’hanno trovato all’inizio dei lavori. Mentre vi preghiamo di fare quanto occorre per il completamento dei lavori al piano terra, primo fra tutti l’immediato collaudo del riscaldamento con allaccio a bombola esterna (che offriamo noi), riteniamo necessario , per quanto riguarda il progetto del secondo stralcio, poterne prendere visione e ragionare insieme sulle soluzioni prospettate dall’architetto, viste le carenze riscontrate finora. Per dirne una fra le tante, abbiamo dovuto insistere non poco perché l’idraulico predisponesse l’allaccio per un futuro (speriamo prossimo) camino caldaia per il riscaldamento della casa (quantomeno del piano terra). Al di là del possibile utilizzo collegato alla cucina, in una casa “di campagna”, in un luogo dove la legna è abbondantissima e a portata di mano (spesso ti cade in testa a ogni soffio di vento), che l’architetto non abbia previsto un camino a legna, ma solo gpl…!
Nonostante i ripetuti tentativi in varie sedi (comune, architetto, geom. Lombardi…) siamo stati sempre tenuti all’oscuro (a parte qualche vago accenno su alcune soluzioni strutturali) di quanto e come si andava a realizzare. Eppure chi meglio di noi poteva sapere e indicare che cosa e come serviva a un Centro di Educazione Ambientale per essere funzionale e adeguato? Magari potremmo suggerire tagli su cose inutili e soluzioni alternative più economiche, lasciando perdere scelte solo apparentemente migliori e soprattutto fisime e megalomanie assolutamente fuori tempo, modo e luogo.
Potreste, al limite, esautorare l’architetto, acquistandone il progetto e modificandolo quanto e come possa essere efficiente, efficace, economico e procedere in proprio, magari con la nostra collaborazione. 
Osimo, 26 novembre 2009                         Ezio Saraceni (presidente Osimoambiente )

L’Italia si merita altro.

Aderisco e sono d’accordo con l’iniziativa del 5 dicembre  sul tema della giustizia, della legalità e giustizia, ambiente, etica politica, lavoro, formazione,  ricerca, diritti della persona, no al nucleare e alla privatizzazione dell’acqua.

Fausto Giuliodori: Dio è morto ?

Ricevo e pubblico una riflessione
dell’amico Fausto Giuliodori dal Mozambico

“Leggevo poco fa su Repubblica uno dei tanti articoli dedicati alla esposizione del Crocefisso dopo la presa di posizione della Unione Europea e, da credente praticante , mi son messo a ragionarci sopra.
Lo spopolamento delle chiese e’ un dato oggettivo da ormai tantissimi anni e va di paripasso con la laicizzazione della societa’ civile. Purtroppo anche la morale pubblica e’ in pesante declino ,ne sono testimoni i moltissimi fatti raccontati dalle cronache giornalmente sfornate da giornali e notiziari televisivi. Non mi riferisco soltanto alle storie di squallido sesso ma anche e soprattutto a tutte quelle manovre che spesso travalicano il limite della legalita’ per garantire ai potenti di turno il consenso e quell’andazzo che permette a ciascuno di fare gli affari suoi.
Questi signori pero’, nella loro spregiudicata gestione del potere, si sono messi a cavalcare l’onda della difesa del Simbolo  del sacrificio divino. Ma cosa c’entrano costoro con il Crocefisso?
Perbenismo interessato , avidita’ fatta di vuoto, l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto…..Dio e’ morto”. Scrivendo queste righe mi e’ ritornata in mente la canzone della mia gioventu’, non piu’ di moda come tutti gli ideali legati a quel ’68, e lo spirito libertario che mai si e’ assopito in me  urla con voce affievolita dal tempo il mio sdegno sdegno .
Avete fatto scempio della morale cristiana e laica ed ora difendete un simbolo per voi vuoto di valori? Nel Vangelo il tradimento di Giuda e’ valso trenta denari ,oggi cinquecento euro di multa.
La tristissima valutazione aggiornata al cambio di oggi, mi fa ripensare alla storia della Chiesa, ai suoi momenti eroici vissuti nella clandestinita’ e non solo a quelli legati ai primi secoli del dopo Cristo. Poche settimane fa, una suorina qui in Mozambico dove ora vivo,mi raccontava delle sue paure vissute durante la guerra civile. I simboli della fede vivevano intensamente nelle anime ,non stavano come ora a prendere polvere sulle pareti  di stabili pubblici e privati ,inutili perche’ svuotati del loro altissimo significato.
“Date a Cesare quello che e’ di Cesare….” Nella sua divina lungimiranza Gesu’ ci indico’ la strada  della non commistione con il potere temporale ma purtroppo il popolo di Dio non e’ riuscito come in tantissimi altri casi ad essere fedele al Maestro e per un piatto di lenticchie elargito dal potente di 
turno , ha svenduto la dignita’ di essere umano  e di figli di Dio.
Il piatto di lenticchie oggi in Italia potrebbero  essere gli  sgravi fiscali elargiti alle proprieta’ della chiesa o decine di migliaia di insegnanti di religione messi a ruolo senza il concorso pubblico e magari anche l’imposizione del Crocefisso a concittadini atei o di altre fedi  religiose.
Tutto questo in nome di una tradizione non piu’ sentita come fede ma come conservazione di privilegi che nulla hanno a che fare con la medesima e che in piu’ dimostra un egoismo  tracottante e l’ignoranza dell’unico comandamento che il Cristo Crocifisso ci ha dato:

 “ amatevi come io vi ho amato ”

CiaoFausto e grazie.

Ho visto, la gente della mia eta’ andare via lungo le strade che non portano mai a niente cercare il sogno che conduce alla pazzia nella ricerca di qualcosa che non trovano nel mondo che hanno gia’ lungo le notti che dal vino son bagnate dentro alle stanze da pastiglie trasformate lungo le nuvole di fumo nel mondo fatto di citta’ essere pronto ad ingoiare la nostra stanca civilta’ e’ un Dio che e’ morto ai bordi delle strade  Dio e’ morto nelle auto prese a rate Dio e’ morto
nei miti dell’estate Dio e’ morto.
Mi han detto, che questa mia generazione ormai non crede in cio’ che spesso han mascherato con la fede nei miti eterni della patria e dell’eroe perche’ e’ venuto ormai il momento di negare tutto cio’ che e’ falsita’ le fedi fatte di abitudini e paura una politica che e’ solo far carriera il perbenismo interessato la dignita’ fatta di vuoto
l’ipocrisia di chi sta’ sempre con la ragione ma mai col torto e’ un
Dio che e’ morto nei campi di sterminio Dio e’ morto coi miti della razza Dio e’ morto con gli odi di partito Dio e’ morto.
Io penso, che questa mia generazione e’ preparata a un mondo nuovo e a una speranza appena nata ad un futuro che ha gia’ in mano a una rivolta senza armi perche’ noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore e’ per tre giorni e poi risorge in cio’ che noi crediamo Dio e’ risorto in cio’ che noi vogliamo Dio e’ risorto nel mondo che faremo Dio e’ risorto Dio e’ risorto Dio e’ risorto.

OPINION COLPO: la MAFIA una questione solo siciliana ?

Da Wikipedia
Le analisi moderne del fenomeno della mafia la considerano, prima ancora che una organizzazione criminale, una “organizzazione di potere”; ciò evidenzia come la sua principale garanzia di esistenza non stia tanto nei proventi delle attività illegali, quanto nelle alleanze e collaborazioni con funzionari dello Stato, in particolare politici, nonché del supporto di certi strati della popolazione. Di conseguenza il termine viene spesso usato per indicare un modo di fare o meglio di organizzare attività illecite.

Quindi il termine “mafioso” può essere utilizzato nel linguaggio comune per definire, per esempio, un sindaco che dia concessioni edilizie solo ai suoi “amici” o un professore universitario che fa vincere borse di studio a persone anche valide ma a lui legate, o la nomina da parte di un governo di altissimi dirigenti anche capaci ma “politicamente vicini” alla maggioranza di cui il governo è espressione. 

Colpoditacco 

Consiglio Comunale: 26 novembre 2009

GIOVEDI’ 26  Novembre 2009 – alle ore 15.30, Consiglio Comunale,
con questo Ordine del Giorno:

1) Comunicazioni del Sindaco.
2) Interrogazioni, interpellanze e mozioni :
Interrogazione del consigliere Andreoni in merito a chiusura della strada pedonale in Via Bernini;
Interrogazione del consigliere Andreoni in merito a sistemazione parcheggio adiacente entrata nuova sede del Tribunale di Ancona sezione distaccata di Osimo;
Interrogazione del consigliere Andreoni in merito a mancata risposta ad interrogazione scritta;
Interrogazione del consigliere Andreoni in merito a strada di accesso all’Istituto Tecnico Commerciale e Geometri “Corridoni-Campana” in via Molino Mensa;
Interrogazione del consigliere Andreoni in merito a mancata risposta all’accesso agli atti;
– Interpellanza dei consiglieri comunali Severini, Andreoni, Cardinali, Bernardini, Pugnaloni e Franchini in merito a nomina Direttore Generale;
– Mozione dei consiglieri comunali Secchiaroli e Pirani in merito a edificio scuola di Campocavallo;
Mozione dei consiglieri comunali Andreoni, Pugnaloni, Cardinali, Severini e Bernardini, in merito a modifica dello Statuto Comunale per permettere l’elezione di un rappresentante dei cittadini extracomunitari, come Consigliere Aggiunto;
– Mozione dei consiglieri comunali Andreoni, Pugnaloni, Cardinali, Severini, Bernardini e Franchini in merito a costituzione Agenzia per la valorizzazione della cultura rurale ad Osimo;
– Mozione dei consiglieri comunali Andreoni, Pugnaloni, Cardinali, Severini, Bernardini e Franchini in merito a intitolazione a Giuseppe Impastato, detto Peppino – giornalista e martire antimafia (1948-1978) – di una via pubblica di particolare rilevanza come segnale della città della città di Osimo contro la mafia;
– Mozione dei consiglieri comunali Andreoni, Pugnaloni, Severini, Cardinali e Bernardini in merito a patto di stabilità e conteggio dei risultati economici-operativi delle società partecipate;
– Mozione dei consiglieri comunali Andreoni e Severini in merito a parcheggi e viabilità centro storico;
– Mozione dei consiglieri comunali Severini, Cardinali, Pugnaloni e Andreoni in merito a progetto pluriennale di educazione contro le dipendenze;
Mozione dei consiglieri comunali Andreoni, Severini e Bernardini in merito a sospensioneaumenti della Tariffa sul servizio rifiuti per l’anno 2010;
3)  Assestamento Generale del Bilancio di Previsione 2009 ai sensi dell’art.175, 8° comma, del D.Lgs.n.267/00 con contestuali variazioni al Bilancio Pluriennale 2009/2011 – Provvedimenti conseguenti – (Assessore Francioni);.
4)  Adempimenti relativi all’attuazione della Legge Regionale 8 ottobre 2009, n.22. – “Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l’occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile.- (Assessore Alessandrini);
5) Ordine del Giorno per l’esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche.- (Sindaco);
6) Piano attuativo “ACCA Immobiliare” per intervento urbanistico in zona D2-1 loc. Osimo Stazione. Esame osservazioni, controdeduzioni ed approvazione definitiva.- (Assessore Alessandrini);
7)  Piano di lottizzazione residenziale “F.lli Pettinari” in loc. Padiglione. Approvazione definitiva.- (Assessore Alessandrini);
8) Modifica ed integrazione proprio atto n.68 del 7 Settembre 2009 avente per oggetto: “Definizione delle modalità di attuazione della delibera di Consiglio Comunale n.127 del 10.11.2004 – Impianti di produzione energia da fonti rinnovabili”. (Assessore Alessandrini);
9)  Nomina dei rappresentanti del Comune presso Enti, Aziende ed Istituzioni. – (Sindaco);
10) Piano delle alienazioni e valorizzazioni degli immobili di proprietà della Provincia di Ancona, L. 6 Agosto 2008 n.133. Approvazione del Consiglio Comunale.- (Assessore Alessandrini).

25 novembre – Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

25 novembre – Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Per dire basta alla violenza contro le donne e perché la Giornata Mondiale sia tutti i giorni.



Per non chiudere gli occhi, per non tirarsi indietro, per non essere indifferenti! La violenza contro le donne esiste: esiste in famiglia, esiste nella quotidianità, esiste nel lavoro.
È un fenomeno più diffuso di quanto si pensi, che non si arresta, che non diminuisce e che a volte non è neanche riconosciuto!
Per dire basta alla violenza contro le donne e perché la Giornata Mondiale sia tutti i giorni.

Il 25 novembre è stato scelto come Giornata internazionale contro la violenza sulle donne in memoria delle sorelle Mirabal.
Col soprannome di “Farfalle”, le tre sorelle nel 1960 animarono il movimento contro il regime del dittatore Trujillo nella Repubblica Dominicana. Il 25 novembre del 1960 Trujillo inviò alcuni uomini ad intercettare l’automobile su cui viaggiavano le sorelle, che furono strangolate e, dopo aver subito ripetute violenze, furono gettate, insieme alla propria auto, in un burrone per simulare un incidente. Trujillo credette di aver in tal modo risolto i propri problemi, ma non si rese conto della mobilitazione che si era creata contro di lui in seguito a questi fatti, nonostante la censura e la repressione.

Oggi, 25 novembre 2009 la violenza contro le donne non è scomparsa.
È una violenza che ha molte facce: possono essere uccisioni o stupri fatti fuori dalle mura domestiche, ma la maggior parte delle violenze avviene proprio all’interno del nucleo familiare o nei luoghi di lavoro.
I dati riguardanti le violenze subite dalle donne, forniti dall’Istat, sono allarmanti ed agghiaccianti: 7 milioni di donne fra i 16 e i 70 anni hanno subito almeno una volta nel corso della propria vita violenza fisica o sessuale. La violenza, oltre ad infliggere sofferenza ed umiliazione è anche la prima causa di morte tra le donne nel mondo.

Perché il “25 novembre” sia tutto l’anno, per affrontare il problema, per difendere le donne, perché la violenza fatta alle donne è qualcosa che riguarda tutti!

 

In attesa di sentire cosa ci vuol dire, ecco i veri numeri della Giustizia.

Silvio Berlusconi Angelino Alfano

Berlusconi ha annunciato che “parlerà agli italiani” della riforma della Giustizia. Vespa è subito corso a ordinare un paio di scrivanie di ciliegio e una lavagna. Non si sa mai salti fuori un bel contrattino da firmare. Gli youtubers invece stanno affilando i videoregistratori e verificando i collegamenti: c’è aria di videoclip più cliccata del web.

 Se Porta a Porta assomigliasse di più a una trasmissione di informazione politica e di meno a una televendita, quel giorno in studio vedremmo un rappresentante della magistratura argomentare circa i “teoremi” del premier che ruotano intorno all’inefficienza dei giudici, così come vedremmo un giornalista come Marco Travaglio argomentare circa il tormentone della persecuzione giudiziaria iniziata “solo” con la sua discesa in campo, nel 1994.

 Invece non vedremo nulla di tutto questo: tutt’al più il solito Sansonetti intimidito di fronte alle battute sul Milan. Se poi un’Odifreddi qualsiasi si dovesse permettere di tirare fuori Noemi e la D’addario, basterà inquadrare La Russa che, al segnale di Vespa, scatenerà un inferno di filastrocche infantili turandosi naso ed orecchie come solo un vero ministro della Difesa sa fare. Del resto, sappiamo tutti qual è la situazione delle scuole d’infanzia e quanto costerebbe parcheggiare Ignazio al doposcuola. No, il contraddittorio ce lo faremo da soli, e giacché ormai siamo diventati bravi, questa volta arriveremo preparati.

  La prima argomentazione sarà che la Giustizia in Italia costa troppo. Berlusconi vi dirà che abbiamo troppi magistrati rispetto agli altri paese europei. Le fonti dove attinge i suoi dati sono le stesse dei sondaggi di Emilio Fede: ad personam, come le leggi del PDL. Noi invece, in quattro rapidi click ci portiamo sul sito del Consiglio d’Europa (noto covo di comunisti), consultiamo le pubblicazioni della Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia, il CEPEJ (noto covo di magistrati rossi), e scarichiamo il documento European Judicial Systems – Edition 2008 (dati riferiti al 2006).

  Scopriamo che nel 2006 l’Italia ha destinato a tutto il sistema giudiziario (tribunali, procure della Repubblica e patrocinio gratuito) ben 4 miliardi di euro. Per l’esattezza: 4.088.109.198€. Se è vero che non siamo tra i più virtuosi – Spagna e Francia hanno fatto meglio, rispettivamente con 2.983.492.000€ e 3.350.000.000€ -, è falso che siamo i più spendaccioni. Peggio di noi hanno fatto Inghilterra e Galles, con 5.343.199.553€ spesi, e la Germania, che addirittura ci doppia: 8.731.000.000€, quasi nove miliardi!

  Ad ogni italiano, il funzionamento della giustizia costa 70 l’anno. Spendono di più, tra le altre, la Norvegia, l’Olanda, la Scozia, il Galles, la Germania, la Svizzera, l’Irlanda e Monaco, in un crescendo che arriva fino a ben 168€ l’anno pro capite.

Costo procapite giustizia
 Mi direte voi: è un dato incompleto. Vero, va rapportato al Prodotto Interno Lordo, che misura – o quantomeno dovrebbe – la ricchezza di un paese. Se sperate però di ottenere così un responso meno clemente, per assecondare le tesi catastrofiste di Alfano & Co, rimarrete delusi. L’Italia risulta essere nella fascia alta dei paesi virtuosi per quanto riguarda la spesa pubblica destinata al funzionamento della giustizia, espressa come percentuale del PIL pro capite. Per l’esattezza, siamo il diciassettesimo paese più virtuoso. Ben 26 paesi fanno peggio di noi, tra cui: la Svizzera, l’Olanda, la Spagna, la Scozia, l’Inghilterra, la Germania, passando per l’Irlanda del Nord fino alla Croazia e alla Bosnia. Il cittadino del paese più virtuoso, l’Irlanda, spende ogni anno lo 0,10% del PIL pro capite. Un italiano spende lo 0,26% e un Bosniaco arriva a spendere lo 0,86%.
Costo Giustizia Pro Capite percentuale PIL
 In tutti i paesi oggetto della valutazione, ma proprio tutti, il più alto costo da sostenere sul budget allocato se ne va per gli stipendi dei magistrati. Inoltre, dove si è capito che per fare processi brevi bisogna dotare la Giustizia di infrastrutture tecnologiche meno obsolete, una larga fetta del budget viene investito nell’IT (computer, reti e accessori). E’ questo il caso dell’Olanda, della Norvegia, dell’Irlanda e del Regno Unito.

 Veniamo ora all’annosa questione del numero totale di magistrati: secondo Berlusconi qui in Italia ne abbiamo troppi. Bene, sfogliamo con il ditino il nostro documento PDF e andiamo a pagina 110. Limitiamoci al numero di magistrati professionisti, definiti come coloro che hanno sostenuto un apposito corso di formazione e sono stati assunti per lavorare unicamente come magistrati.
 
 Quanti magistrati professionisti abbiamo ogni 100 mila abitanti? Undici, sì: qui in Italia ne abbiamo undici! Troppi? Vediamo: meno di noi ne hanno solo l’Irlanda (3,1), l’Inghilterra (7), la Spagna (10,1) e la Norvegia che però ne ha più o meno tanti quanti noi (10,9).
 La Francia ne ha 11,9, l’Olanda 12,7, la Svizzera ne ha 16,5, l’Austria più di 20, per non parlare della Germania (24,5), della Grecia (28,4), del Montenegro (37,2) e di Monaco, che arriva ad averne ben 54,5. Cinque volte tanto rispetto a noi.
Numero di magistrati ogni centomila abitanti 
 Se poi vogliamo parlare del numero di magistrati non professionisti, ogni centomila abitanti, ecco la nostra più che onorevole posizione: quarti. Con dodici magistrati, veniamo dopo solo la Francia (5), la Bosnia (4) e il Portogallo (4).
Magistrati non professionisti per centomila abitanti 

Beh, ma allora forse il problema risiede nel personale non giudicante (un po’ come gli operatori di piano nelle scuole), ovvero i portinai, i cancellieri, i segretari e gli uomini di pulizie dei tribunali. Saranno loro ad essere di troppo. O no?
 No. Ne abbiamo solo 46 ogni centomila italiani contro, per esempio, i 70 della Germania, i 93 della Spagna, i 135 della Slovenia e i 161 della Croazia!

PERSONALE GIUSTIZIA OGNI CENTOMILA ABITANTI
  Uff… Beh! Ma allora forse sono questi benedetti magistrati che non lavorano. Passano il tempo a giocare a freccette, possibile? 

 Neppure, mi spiace: proprio no. Nel 2006 in Italia, rispetto ai casi civili, è stata presa una decisione nel merito, ovvero il processo è arrivato a termine, in 2.653.113 casi, contro i 1.588.198 casi della Germania, i 1.624.484 casi della Francia e i 1.094.505 casi della Spagna. Semmai i processi in Italia si accumulano perché siamo l’unico paese dove nel solo 2006 se ne sono aperti 2.825.543, un numero più che doppio rispetto a quelli aperti in Germania (1.104.828), in Spagna (1.169.750) e superiore di un milione rispetto a quelli francesi (1.624.484). Non sarà che in Italia la percentuale di manigoldi ogni centomila abitanti è superiore a quella di un qualsiasi altro paese civile europeo? 
  Sembrerebbe di sì, visto che siamo il paese con il più alto numero di nuovi processi penali per atti criminosi gravi. Nel 2006 abbiamo avuto ben 1.230.085 nuovi processi. La Germania, seconda classificata, non arriva che a 854.099 casi.  Tra l’altro, li abbiamo risolti quasi tutti, dato che il numero di processi chiusi è stato di ben 1.168.044.
  In compenso, questo sì, siamo la nazione europea dove divorziare dura di più: ben 634 giorni di litigate coniugali prima di arrivare a un compromesso, contro i 477 della Francia, i 321 della Germania e i 227 della Spagna.
 Ma allora non converrebbe mettere fuori legge il divorzio per una decina d’anni? Così, giusto il tempo di risolvere la coda del penale. Facciamo così: ci penso e nella notte – in perfetto stile PDL – butto giù un bel disegno di legge per riformare la giustizia, sulla base di questo accorgimento. Sono sicuro che a Silvio l’idea piacerebbe, visto il capitale che deve versare a Veronica per la procedura di divorzio in corso.

  Insomma, avete capito bene? Fotocopiate questi dati, consegnateli agli amici e ai colleghi di lavoro, attaccateli alle stazioni degli autobus, dei treni, alle vetrine e alle pareti dei pubblici esercizi. Soprattutto, faxateli alla redazione di Porta a Porta durante la registrazione della fatidica puntata. Dopo la performance, diffondete uno, dieci, cento, mille videoclip dove rispondete punto a punto alle confuse motivazioni delineate grossolanamente e in maniera demagogica da un esecutivo un po’ troppo allergico ai dati, che qualsiasi giornalista con la schiena dritta potrebbe mettere in difficoltà sventolando una semplice fotocopia. ( E poi, ve lo ricordate Berlusconi l’ultima volta da Vespa? Non mi era parso un campione di lucidità).

  Se la riforma della Giustizia acquisisce assoluta priorità sui gravi problemi che investono questo paese, il motivo non è che il potere giudiziario funziona peggio rispetto alle modalità in cui viene amministrato altrove. Forse, al contrario, dimostra di funzionare anche meglio.

 Ecco, sì. Forse è questo il problema: certe toghe dovrebbero prendere esempio dai politici ed essere un po’ meno zelanti!

Il solito razzismo leghista (e pensare che sono coloro che raccolgono le firme per il crocifisso):No agli insegnanti meridionali in Friuli

L’assessore leghista  Narduzzi, ha presentato una interrogazione al consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia con la quale si chiede di non “pescare” più i docenti dal meridione, dove l’offerta fomativa è più bassa. Il Trentino guidato dalla Lega si mostra nella sua faccia inospitale.

Ora è chiaro,  per la Lega  il sud serve solo per riversare i liquami tossici e radioattivi delle industrie del nord (vedi Napoli) o da centrale energetica da cui attingere le risorse che il nord non ha, vedi la Sicilia che sarà trasformata in hub energetico.

 Il recinto adesso va chiuso, ma per lasciare i buoi fuori dalle verdi praterie. La suddivisione culturale del lavoro dell’impero morente vuole una pianificazione più accurata, che lasci i posti strategici alla gente del nord, quella che “conosce le tradizioni locali” o è residente in loco.

Uno strano leghismo che non rinuncia ai privilegi di aver messo le mani sulle casse romane, basti pensare al flop cinematografico da 30 milioni finanziati dal servizio pubblico RAI e non esclusivamente padano, per produrre il falso storico su “Barbarossa“.

Riforma dei Servizi Locali: le novità e le conseguenze.

Il 19 dicembre è diventato legge il  D.L. n.135/2009 cd “Ronchi”, dal nome del  ministro per le politiche comunitarie.
La Camera ha votato per il sì con 302 voti favorevoli, 263 contrari e nessun astenuto. Il testo resta identico a quello del Senato dove gli articoli erano saliti da 20 a 32. Poiché sulle votazioni agli ordini del giorno la maggioranza é andata sotto quattro volte, il Ministro ha deciso di accogliere come raccomandazioni tutti gli ordini del giorno, tra cui l’impegno del Governo a valutare deroghe alla liberalizzazione della gestione dell´acqua per i comuni più virtuosi.
Il decreto legge “Disposizioni urgenti per l´attuazione di obblighi comunitari e per l´esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee” (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 25 settembre scorso) è stato approvato per risolvere le criticità della normativa italiana evidenziate da Bruxelles, al fine di scongiurare l’applicazione di pesanti sanzioni all’Italia, e contiene, fra le altre, la riforma dei servizi pubblici locali, tra cui la gestione dell´acqua e la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (dalla riforma restano escluse la distribuzione di gas naturale ed energia elettrica, il trasporto ferroviario regionale e la gestione delle farmacie comunali).

 PRINCIPALI NOVITA’DELLA RIFORMA SUI SERVIZI
Il decreto “Ronchi”  ha riacceso il dibattito attorno alla riforma dei servizi locali, prevedendo in buona sostanza che la gestione dei servizi pubblici locali debba essere conferita “in via ordinaria” attraverso gare pubbliche, riducendo ad ipotesi “eccezionali” la c.d. gestione in house.
Ambito di applicazione. Nell’attuale legislatura il comparto dei servizi pubblici locali di rilevanza economica era già stato oggetto di una riforma  disposta con il decreto legge n. 112 del 2008 . L´art. 15 del decreto “Ronchi” riformula l’art. 23 bis  della D.L. 112/2008 (convertito in legge n. 133/2008) modificando, con l’obiettivo dichiarato di adeguamento ai principi comunitari ed incentivazione alla liberalizzazione, la disciplina sull´affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, compresa la gestione dell´acqua (si precisa che la proprietà pubblica del bene acqua dovrà essere garantita) ed escludendo dalla disciplina di carattere generale su tali servizi la distribuzione di energia elettrica, il trasporto ferroviario regionale e la gestione delle farmacie comunali (il settore del gas era già stato escluso dalla legge 99/2009, art. 30, comma 26).
Società miste. Si prevede che, oltre al conferimento in favore di imprenditori e società in qualunque forma costituiti, l’ente locale possa optare per l’affidamento del servizio a società mista pubblico-privata, ma solo a condizione che la selezione del socio avvenga mediante procedure competitive ad evidenza pubblica le quali abbiano ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l’attribuzione dei compiti operativi connessi alla gestione del servizio (cosiddette gare “a doppio oggetto”). In altre parole il bando di selezione dovrà contemperare, contenendoli entrambi, i requisiti propri del soggetto-socio e quelli del soggetto-operatore. A questo la norma aggiunge l’ulteriore condizione di una partecipazione del socio privato non inferiore al 40% del capitale sociale.
Affidamenti in house
Nel decreto sono qualificate come “eccezionali” le situazioni per le quali, ferma restando la necessità , già prevista dall’art. 23  bis, di “peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento” sia possibile ricorrere all´affidamento in house, in deroga agli affidamenti ordinari con gara. La norma richiama espressamente la necessità che la società affidataria in house sia totalmente pubblica,  abbia i requisiti richiesti dall’ordinamento comunitario per la gestione in house,  e che comunque  l’affidamento debba avvenire nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria in materia di controllo analogo sulla società e di prevalenza dell’attività svolta dalla stessa con l’ente o gli enti pubblici che la controllano. Le modifiche vanno nel senso di limitare il ricorso all’in house da parte degli enti locali in linea con gli esiti (pressoché tutti negativi) dei pareri emessi dall’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato cui gli enti locali si sono rivolti, sotto il profilo della verifica circa l’interesse del mercato all’affidamento del servizio mediante gare aperte.
Authority
Si chiarisce che il parere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato è preventivo rispetto alla scelta definitiva di affidamento, e in caso di mancata emissione entro 60 giorni dalla richiesta, il parere deve intendersi come favorevole (silenzio assenso). Si prevede anche che l’A.G.C.M. abbia il compito di individuare, con propria deliberazione, le soglie oltre le quali gli affidamenti di servizi pubblici locali assumono rilevanza ai fini dell’espressione del parere di cui sopra (in altre parole soglie sotto alle quali, per la loro relativa modestia, è indifferente per il mercato l’affidamento in house).
Regole per i gestori Per le società che già gestiscono, a qualunque titolo, servizi pubblici locali, nonché i soggetti cui è affidata la gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali degli enti locali, qualora separata dall’attività di erogazione dei servizi, è previsto che debbano limitare la loro attività alla gestione dei servizi affidati ab origine, restando negli ambiti territoriali di competenza, e senza poter svolgere, né direttamente, né tramite loro controllanti o altre società che siano da esse controllate o partecipate, servizi o attività per altri enti pubblici o privati, né potendo partecipare a gare indette da altri enti.   Per le società quotate in borsa sono previste delle deroghe a tali limitazioni.
Infine, si prevede che gli affidatari diretti di gestioni già in essere possano partecipare alla prima gara indetta per lo svolgimento dei servizi a loro già affidati.
Regime transitorio Per gli affidamenti non conformi viene previsto direttamente nel decreto un regime transitorio.
La disciplina transitoria prevede diverse scadenze per gli affidamenti “difformi”:

– affidamenti in house:  cessano il 31 dicembre 2011 ovvero alla scadenza del contratto se, a quella data, gli enti affidanti cedono ai privati il 40% della proprietà;

– società quotate: gli affidamenti cessano alla scadenza del contratto se la quota pubblica scende, anche progressivamente, sotto il 40% entro il 30 giugno 2013 e sotto il 30% entro il 31 dicembre 2015, altrimenti cessano il 30 giugno 2013 o il 31 dicembre 2015;

– atri casi: la scadenza è al 31 dicembre 2010

Norme sulle utilities
Il decreto  modifica norme varate appena un anno fa. Il settore delle utilities nel corso degli ultimi tre anni  è stato interessato, a vario titolo, da diverse normative: 

D.L. n. 223/2006: art. 13 “Decreto Bersani” sulle società che erogano servizi strumentali;
Legge n. 296/2006: art. 1 comma 734 L.F. 2007, sui vincoli alla nomina degli amministratori di società miste;
Legge n. 244/2007: art. 3 comma 27 L.F. 2008, sul divieto per gli enti di detenere partecipazioni in società che non perseguono fini istituzionali;
D.L. n. 112/08: art. 18 in materia di assunzioni del personale delle società miste e, appunto, art. 23-bis;
D.L. n. 78/09: art. 17 che modifica il D.L. n. 112/08;
Legge n. 69/09: di modifica dell’art. 3 comma 27 L.F. 2008;
Legge n. 102/09: che modifica il D.L. n. 78/09.

Il teatrino della politica di Gheddafi

A nome di tutte le  donne del PD osimano voglio esprimere il disgusto per il recente teatrino messo in atto dal  premier libico Gheddafi, il quale ha reclutato a Roma un gruppo di avvenenti signorine che gli facessero da uditorio per la sua lezione di Islam. Anche se il vero e proprio casting assomigliava piuttosto ad una ricerca di ragazze per una sfilata autunno-inverno  (fisico da modelle, alte almeno un metro e settanta e di bell’aspetto), le fanciulle si sono presentate numerose e incuriosite dalle perle di saggezza che il premier ha voluto condividere con generosa disponibilità, omaggiandole, alla fine, di una copia del Corano che esibivano orgogliose alla stregua di un’elegante borsetta firmata. Di fronte all’ennesimo tentativo di svilire le donne utilizzandole come vuoto orpello o strumento di bieca promozione della propria posizione di leader, non voglio che sperare che di fronte a tali tentativi di svilire la dignità e l’intelligenza femminile ci sia una ferma opposizione da parte di tutti.

ministro Rotondi, pigliate ‘na pastiglia!

Gianfranco Rotondi, ministro per l’Attuazione del programma di governo. Il nome della carica è altisonante, ma conta come il due di picche. Rotondi, per farsi notare, ha dichiarato: “La pausa pranzo è un danno per il lavoro, ma anche per l’armonia della giornata. Non mi piace questa ritualità che blocca tutta l’Italia”. E’ incredibile! I nuovi barbari vogliono dare lezioni di stile e di vita al popolo. E’ vero, molti lavoratori, seguono già l’esempio del ministro, ma non per scelta, bensì per necessità. Mancano i soldi, persino per comprarsi un panino. Ed anche quando la situazione non è così disperata uno preferisce risparmiare quei 4 euro di panino o 11 euro per il pranzo (fatto di surgelati o cibi di qualità scadente). Leggo sul sito del ministero che Gianfranco Rotondi è nato ad Avellino ed è coniugato con una farmacista di Salerno. Ricordando la canzone del mitico maestro Renato Carosone, consiglio a Rotondi prima di sparare ancora cazzate: Pigliate ‘na pastiglia!

Savonarola