Giornata delle malattie rare, domenica 28 febbraio. Anche ad Osimo la Torre dell’acquedotto illuminata di verde, viola e blu

#GiornatadelleMalattieRare
#OsimoLaTorredellAcquedotto accesa per la Giornata delle Malattie Rare

Domenica 28 febbraio si celebra la Giornata delle Malattie Rare. L’iniziativa che si ripete ogni anno ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sul tema delle malattie rare e del loro impatto sulla vita delle persone.
L’Amministrazione Comunale di Osimo ha aderito all’invito dell’Associazione Sindrome di Marfan ad “Accendere le luci sulle Malattie Rare” illuminando, domenica 28 febbraio, la Torre dell’Acquedotto sito in Piazza Duomo. Questo vuole essere un segno da parte dell’Amministrazione stessa di sostegno e di vicinanza alle persone colpite da malattie rare e alle loro famiglie.
Curiosità
Tra i personaggi famosi affetti dalla Sindrome di Marfan si ricorda il violinista Niccolò Paganini che grazie alle sue lunghe dita arrivava a prendere delle note impossibili per altri.
Che cos’è una malattia rara
“L’Unione Europea definisce “rara” una malattia quando essa colpisce la popolazione con una frequenza non superiore a 1 ogni 2.000 cittadini.
Le malattie rare attualmente colpiscono circa 30 milioni di persone in Europa e 300 milioni in tutto il mondo.
Ad oggi sono state identificate oltre 6.000 diverse malattie rare. La maggior parte ha un’origine genetica, con esordio durante l’infanzia, ma possono anche derivare da infezioni, da allergie e da cause ambientali.
In ragione della bassa prevalenza di ciascuna malattia, le competenze mediche sono rare e la conoscenza è scarsa, le offerte di assistenza sanitaria inadeguate e la ricerca limitata. Nonostante il loro numero complessivo elevato, i pazienti affetti da una malattia rara sono gli orfani dei sistemi sanitari e spesso si vedono negati la diagnosi, il trattamento e i benefici della ricerca.
In genere caratterizzata da disabilità, la vita di una persona che vive con una malattia rara è condizionata dalla mancanza o dalla perdita di autonomia dovuta agli aspetti cronici, progressivi, degenerativi e spesso pericolosi per la vita.
Il fatto che spesso non esistano cure efficaci aumenta il livello di dolore e sofferenza sopportato dai pazienti e dalle loro famiglie.
Le malattie rare non riguardano solo la persona a cui è stata diagnosticata la malattia, ma hanno anche un impatto sulle famiglie, sugli amici, su chi presta assistenza e sulla società nel suo insieme”. (fonte EURORDIS.ORG

Osimo calls World: Giacomo Hinna

Hinna Giacomo nato in Ancona il 14 gennaio 1989.

Osimano ex portiere delle squadre giovanili dell’OsimoStazione, OsimoCalcio e San Biagio ora, architetto,  progetta navi da sogno.

Giacomo Hinna osimano,  ex portierone dei “ferrai” di Osimo Stazione

Mi chiamo Giacomo Hinna, classe ‘89, mi trovo dal 2016 in Norvegia a Oslo. Sono Architetto e BIM Manager (esperto software) in uno studio di architettura e design. Il mio, tuttavia,  non è il classico studio di architettura, YSA (nome dello studio dove lavoro) è infatti leader mondiale nel design di navi da crociera.
Il nostro è uno studio internazionale con un’età media piuttosto bassa.
L’ufficio si trova esattamente alla fine di un molo, qualche metro sopra il fiordo. Ho colleghi provenienti da ogni parte del mondo.
L’essere sia coetanei che expat ha favorito il crearsi di un grande gruppo di amici con cui condividere anche il tempo libero.
Ci occupiamo di tutte le fasi del progetto.
Ho colleghi che si dedicano principalmente alla scelta dei materiali, arredi e tutti quei dettagli personalizzati che rendono ogni ambiente unico.
Altri, invece, come me, si occupano maggiormente dello studio e ottimizzazione degli spazi: ristoranti, teatri, casinò, cabine, spa, strutture sportive, aree per i bambini, piscine, parchi acquatici sono esempi delle varie aree che si trovano in una nave da crociera.
Personalmente inoltre svolgo anche il ruolo di BIM Manager.

Il mio ufficio a Oslo, alla fine del molo di un porticciolo turistico.

Il Building Information Modeling o BIM in breve, è un processo basato su modelli 3D che consentono ai professionisti dell’architettura, dell’ingegneria e della costruzione di collaborare in modo altamente efficiente alla pianificazione, progettazione e costruzione di edifici e infrastrutture. In maniera veramente semplicistica è la fusione di un database e un modello 3D.
Inoltre in abbinamento alla progettazione BIM la VR, realtà virtuale, consente sia a noi architetti che ai nostri clienti di vedere e “sentire” immediatamente lo spazio e di sperimentare l’impatto che i cambiamenti di atmosfera o materiali possono avere anche prima dell’inizio della costruzione. Sono stato assunto principalmente per avviare questa transizione dal vecchio sistema di progettazione CAD al BIM.
Tra i vari compiti, ho anche il ruolo di coordinatore dei vari studi di architettura che lavorano simultaneamente a una nave. Essendo una nave da crociera un progetto grande e complesso, è molto importante avere una buona organizzazione e coordinamento tra le varie aree.
Sono nato ad Ancona ma ho sempre vissuto e respirato l’aria  di Osimo Stazione, ho frequentato qui le scuole elementare e media.  Ho proseguito poi gli studi al Liceo Scientifico Corridoni-Campana ad Osimo. Mi sono infine laureato in Ingegneria Edile-Architettura presso l’UNIVPM ad Ancona.
Ho sempre giocato a calcio durante la mia infanzia e adolescenza.  Prima a Osimo Stazione poi a Osimo, nelle fila dell’Osimo calcio.  Ho continuato a giocare anche dopo a livello amatoriale in varie squadre della provincia.
I miei vivono a Osimo Stazione.  Mia madre Elda Capitani è collaboratrice scolastica mentre mio padre Stefano è capostazione.
Come detto, vivo a Oslo con la mia fidanzata Susanna, anche lei architetto e marchigiana, di Macerata. Ci siamo trasferiti insieme dopo esserci incontrati per la prima volta ad Amsterdam durante un viaggio d’istruzione all’Università. E’ proprio la stessa voglia di viaggiare e vivere fuori dai confini quello che ci ha avvicinato sin dal primo momento.
La mia sliding door risale agli inizi del 2011. Il responsabile Erasmus della mia facoltà mi ha chiamato per dirmi che la domanda per trascorrere un anno di studio presso l’Università Politecnica di Valencia in Spagna era stata accettata. Quello è stato l’anno, e senz’altro l’esperienza che mi ha cambiato la vita.
Un nuovo Paese, una nuova lingua da imparare, nuovi amici da ogni parte d’Europa e del mondo.  Sole, spiagge, feste in una delle città con più studenti Erasmus al Mondo.
Sono cresciuto, cambiato, più in pochi mesi che nei 22 anni precedenti. Ogni giorno passato in Erasmus è stato una scoperta, un’avventura, un sogno che rifarei un milione di volte.
Solo ora, col senno di poi, posso dire quanto la mia vita fosse sotto certi aspetti limitata, limitante, prevedibile e abitudinaria nella sicurezza della mia cameretta, nella casa dei miei alla “Staziò”. La prima cosa che ho desiderato una volta tornato a casa è stato ripartire.
Quella è stata la mia motivazione più grande durante il mio percorso di studi. Tornare a vivere con i miei sarebbe stato difficile.
Sono così andato ad abitare ad Ancona con degli studenti spagnoli e il mio migliore amico Gabriele.
Nel 2014 sono finalmente ripartito per un altro periodo di studio all’estero. A Cracovia, in Polonia, ho preparato la mia tesi di laurea.  Anche questa esperienza mi ha lasciato bellissimi ricordi e permesso di migliorare tantissimo il mio inglese.
Per chi se lo chiedesse, in Spagna l’inglese è parlato perfino meno che in Italia, mentre in Polonia tutti lo parlano a un livello piuttosto buono, soprattutto i giovani.
Già prima di laurearmi ho iniziato a pianificare quella che sarebbe stata la mia vita fuori dai confini.
Avevo un Paese specifico in mente? No, assolutamente. Da tempo però mi piaceva informarmi sui vari luoghi del mondo, guardare video e leggere esperienze dirette di gente emigrata. Così mi sono fatto un’idea piuttosto chiara di tantissimi Paesi.
Appena ho saputo della possibilità di richiedere una borsa Erasmus per un tirocinio post-laurea, mi sono subito mobilitato. Questa volta ho creato io stesso, in maniera indipendente, l’accordo con l’ente straniero.
A una settimana dalla laurea sono partito per Trondheim in Norvegia.
Ho fatto così parte, per quasi un anno, di un gruppo di ricerca sugli edifici a emissione zero. Un campo di studi  molto interessante che mi ha sempre affascinato.
Allo stesso tempo però ho capito che la carriera accademica non faceva per me. Mi sono innamorato di Oslo facendo un lungo scalo al ritorno dall’Italia.
Una città pulita, funzionale, sicura, moderna e soprattutto ben collegata col resto del mondo. Quello che cercavo. Proprio a Oslo ho iniziato a lavorare come architetto.
In questo mio desiderio crescente di vivere fuori dall’Italia la mia famiglia mi ha sempre supportato.  Soprattutto ha sempre compreso gli indubbi vantaggi che avrei avuto a livello professionale. Il lavoro per me invece rimane solo una motivazione in più per rimanere all’estero.
Onestamente non credo che il mio percorso scolastico fatto in Italia mi sia stato molto di aiuto.
L’unica eccezione e anche forse l’aiuto più importante è stata la possibilità che ho avuto di poter passare un anno accademico in Spagna.
Sarebbe però estremamente limitativo considerare quella solo come un’esperienza di studio.
Generalmente la scuola italiana offre una preparazione teorica di alto livello, non si può dire lo stesso di quella pratica.
Frequentando le prime lezioni in Spagna ho subito notato questa differenza.
Quello che invece penso, è che il mio percorso di studi, dalle scuole elementari alle superiori, sia stato importante nella formazione del mio carattere. Ho vissuto gli anni di scuola come un lungo percorso a ostacoli. Superare questi ostacoli è stato spesso poco piacevole, ma una buona palestra di vita. Tutti i “suo figlio e’ intelligente, ma non si applica”, le note sul diario per essere un po’ troppo vivace, aspettare con ansia i genitori tornare dai colloqui e le lamentele dei professori hanno, alla fine,  solo migliorato la stima che ho – oggi – di me stesso.
Riguardo l’integrazione con la cultura e il modo di vivere di questo Paese scandinavo devo dire che grazie al mio carattere di persona che si adatta facilmente, non ho avuto molte difficoltà. I Norvegesi,  rispetto agli italiani, hanno una mentalità più aperta e sono maggiormente tolleranti nei confronti del diverso. Una ragione può essere il diffuso ateismo.
Credo anche che la situazione economica  di generale diffuso benessere e i vari aspetti connessi ad essa siano il motivo principale. Un esempio: praticamente tutti viaggiano, fanno esperienze e/o vivono per periodi all’estero.Tutti i giovani norvegesi sono stati almeno una volta in un altro continente.
Capitolo: lingua Norvegese. Non è una lingua ostica come si potrebbe pensare, anzi per certi versi è simile e forse anche meno complessa dell’inglese.  Il problema (o forse no?) è che tutti parlano perfettamente e amano l’inglese.
Passare in una conversazione dal norvegese  all’inglese viene naturale e fin troppo facile e naturale
Io cerco di parlare Norvegese nelle piccole situazioni quotidiane e devo dire che sto, con calma, migliorando.
In generale credo che vivere in un paese straniero sia una delle cose più affascinanti che ci siano. E’ un po’ come ritornare bambini. Si imparano nuove cose, conoscono culture diverse e si diventa parte di una nuova realtà senza però perdere mai la propria identità.  Poi bisogna dirlo, essere italiani all’estero ha un fascino tutto suo!  Specialmente in Norvegia dove non c’è ancora una grande comunità italiana.
Ad Oslo non sono in contatto con molti italiani.  Gli unici che conosco sono due miei colleghi e una mia ex compagna di Università. Essere cittadino dell’Europa e per estensione cittadino del mondo secondo me significa non avere confini mentali.  Dal confronto con diverse culture e persone provenienti da posti lontani possiamo migliorarci e migliorare il Mondo che ci sta attorno.
Per quanto viviamo in un mondo fortemente globalizzato, rimanere nello stesso posto con le stesse persone per tutta la vita limita fortemente la nostra persona da tutti i punti di vista. Lentamente ci si abitua ed uniforma  ad un solo modo di pensare e di vivere il quotidiano. E la cosa terribile è che non ce se ne rende conto.
Dal punto di vista delle bellezze naturali,  la Norvegia è uno dei Paesi che mi ha colpito di più, tra i tanti posti che ho visitato.
La natura è incontaminata e selvaggia e per trovarcisi basta fare pochi chilometri dal centro città.
I norvegesi amano passare le festività e i weekend nelle loro secondo case sperdute tra i boschi, più che case direi baite. I fiordi norvegesi sono unici al mondo, ma il mio posto preferito rimangono le isole Lofoten.
Un piccolo arcipelago con montagne a strapiombo sul mare e le caratteristiche palafitte rosse dei pescatori. Questo è il luogo da dove proviene lo stoccafisso, che tanto è apprezzato dalle nostre parti.

Isole Lofoten, al di là del circolo polare artico. Nello specifico a Reine, durante il tramonto.

C’è una grande attenzione per l’ambiente, Oslo è stata eletta capitale verde d’Europa nel 2019.
L’uso dell’auto in centro è molto disincentivato e la maggior parte dei veicoli è ad alimentazione elettrica.
Per quanto riguarda i servizi, e in generale i diritti e il sostegno che il Paese offre ai residenti, la Norvegia non ha rivali.
C’è una forte tutela nei confronti dei lavoratori. La forbice sociale  e le disuguaglianze tra i cittadini è ridottissima.
Questo si riflette in una struttura piatta a tutti i livelli. Ciò è visibile ad esempio nel lavoro. Tutti hanno potere decisionale e le differenze sia a livello salariale che di responsabilità tra il neolaureato e il capo non sono così evidenti come in altri Paesi e soprattutto in Italia.
In generale quello che mi piace di più di questa società è la poca centralità del lavoro nella vita. Il lavoro è sempre visto come un mezzo, la giornata lavorativa è corta, non c’è mai troppo stress e l’orario è flessibile. A tutto questo si aggiunge uno stipendio e un potere d’acquisto tra i più alti del mondo. La scuola è gratuita a tutti i livelli a partire dall’asilo nido fino all’Università.
Inoltre durante l’Università il Paese offre dei prestiti (super agevolati) agli studenti per mantenersi durante gli studi.
Qui a differenza dell’Italia la stragrande maggioranza, dopo aver compiuto 18 anni, non ha più bisogno di vivere con i genitori ed è indipendente a livello economico. E’ normale vedere per strada coppie giovanissime con più di un bambino.
Lo Stato garantisce un congedo parentale di 49 settimane pagate al 100% o 59 all’80%.
Il fatto che questo periodo possa essere suddiviso autonomamente tra i due genitori è la prova di come la parità dei sessi sia tra i principi cardine di questa società.
Oslo è una città multiculturale, dinamica e piena di cose da fare.
Più che in Italia è evidente la differenza tra la stagione calda e quella fredda. Non tanto per una questione di temperatura, ma soprattutto per le ore di luce.
In inverno vado a volte con gli amici a passare qualche ora sulla neve. Gli impianti di risalita sono a mezz’ora con i mezzi pubblici da dove vivo. Le piste sono illuminate e aperte fino alle 22.
Un’esperienza molto divertente è quella della discesa con lo slittino.
C’è una pista dedicata, lunghissima, che attraversa i boschi con un panorama davvero suggestivo.
Si può noleggiare lo slittino a monte e per tornare al punto di partenza basta prendere la metropolitana!
In pieno stile scandinavo si può anche andare in una delle tante saune galleggianti nel centro di Oslo e poi tuffarsi dal tetto direttamente nel fiordo. Recentemente c’è stata poi un esplosione di “food courts” e “food markets” qui a Oslo.
In Norvegia c’è molta curiosità per la cucina internazionale.
Queste proprie e vere piazze e vie al coperto combinano la possibilità di provare piatti provenienti da tutto il mondo alla voglia di socialità anche durante la stagione fredda.

Il mio primo 17 Maggio a Trondheim. Alcune ragazze con il Bunad.  Il 17 Maggio è il giorno della costituzione è festa nazionale norvegese. Tipicità del giorno sono: Colazione con dolci e Champagne;  Sfilata di bambini e non per le vie del centro (scuole, bande musicali, associazioni sportive ecc); Uso del vestito tradizionale “Bunad” (ci sono differenti abiti con colori e dettagli diversi a seconda della regione di provenienza di chi li indossa); Bandierine norvegesi ovunque.

Con l’arrivo della primavera invece esplode la voglia di stare all’aria aperta e prendere il sole.
Le tante aree verdi cittadine sono prese d’assalto. Spesso passo lunghissime giornate con gli amici al parco tra chiacchiere, birra e barbecue improvvisati.
Durante le interminabili giornate estive si perde quasi la cognizione del tempo, con il sole che se ne va tardissimo.
Inoltre, l’anno scorso il mio ufficio ha comprato dei kayak a disposizione dei dipendenti.
Nelle giornate più calde con i miei colleghi possiamo andare da un’isoletta all’altra esplorando il fiordo di Oslo.
Un’attenzione particolare è data alla cultura. Nel 2020 è stata inaugurata la nuova biblioteca accanto all’Opera House. Il 2021 sarà il turno del nuovo Museo Munch mentre nel 2022 si potrà visitare il nuovo Museo Nazionale.

La cosa che mi manca di più dell’Italia è il clima e un po’ il cibo. Per quanto non faccia così freddo come si possa pensare (grazie alla corrente del golfo), non c’è paragone con il clima mite e il sole che abbiamo in Italia.
La scelta gastronomica che abbiamo nel Bel Paese è unica al Mondo e l’attenzione per la qualità del cibo è quasi maniacale.
Di Osimo mi manca la famiglia, le serate con gli amici e tante piccole cose che non si trovano qua in Norvegia.
E’ più di un anno, a causa di un 2020 particolare segnato dalla pandemia da Coronavirus,  che non faccio ritorno  ad Osimo.  Avevo il biglietto prenotato per tornare a Natale oramai da mesi, ma la situazione attuale, purtroppo,  è in continua evoluzione (o involuzione?). Speriamo che prevalga il buon senso da parte di tutti. Di norma torno sempre almeno due volte l’anno.
Nonostante non veda quasi mai cambiamenti drastici, è bello vedere ogni volta qualche piccolo ammodernamento o novità. In un Paese molto ancorato alle tradizioni e al passato è apprezzabile.

Ci sarebbero tante, forse troppe cose che vorrei cambiassero nel nostro Paese e anche ad Osimo.
In parte la causa di molti problemi è la situazione economica non così rosea. Mi dispiace vedere tanti giovani rimasti in Italia il cui unico obiettivo è prendersi una laurea, collezionare titoli di studio, per trovare un lavoro a tempo indeterminato. L’agognato posto fisso.
Si cresce coi genitori che spingono i figli a studiare, studiare e studiare. Si vive, alla fine,  per esaudire i sogni degli altri.
Spesso, vedo miei coetanei,  che si accontentano di trovare un lavoro con un stipendio dignitoso, non importa che piaccia o no o se sia connesso o meno al percorso di studi, anche impegnativi.  Una volta trovato lo si tiene stretto con le unghie e con i denti.
Questo si traduce in una insoddisfazione costante della propria vita. Inoltre il datore di lavoro si trova in una posizione di forza. Sa che i propri dipendenti accetteranno qualsiasi sua decisione e condizione.
Bisognerebbe essere più convinti dei propri mezzi, seguire i propri desideri e non fermarsi alle prime difficoltà.
Un’altra cosa che mi dispiace vedere,  è che ognuno pensa solo al proprio orticello.  C’è poco senso civico.
Credo che il senso civico più di qualsiasi altra cosa concorra al benessere della gente. Purtroppo non credo sia qualcosa che possa essere cambiato in poco tempo.
Penso che sia un processo lungo e debba passare per una fase in cui il cittadino sia costretto, e non solo invitato, a comportarsi in modo civile.
Molti italiani ogni volta che racconto la mia storia mi riconoscono meriti che non sento di avere. Come se il vivere all’estero sia un enorme sacrificio, una condizione scomoda a cui uno è costretto. Io non mi sento assolutamente in questa situazione, anzi.
Vorrei rassicurare tutti che non ci sono orsi bianchi per le strade, è freddo si, ma ho una bella giacca pesante e non mangio solo salmone. Qui è dove voglio vivere per ora. Non amo fare troppi piani. Cambierò se dovessi trovarmi male.
Non escludo di poter tornare in Italia in futuro, ma nel breve termine mi sembra poco realistico.
Di Osimo per ora ho solo i  tanti bei ricordi della mia infanzia, gli amici e il calcio. L’incontrarsi dopo la scuola per giocare a pallone. Il calcio, gli allenamenti nei campi fangosi e il non vedere l’ora che arrivasse il weekend per giocare la partita.
In particolare voglio ricordare “l’allenamento dei portieri” di quando giocavo con l’Osimo Calcio. Un giorno a settimana era dedicato all’allenamento specifico di questo ruolo. Io e tutti i portieri della società, dai più piccoli ai più grandi, ci ritrovavamo in uno dei campi comunali. Lo Stadio Diana, il Santilli e il campo San Carlo tra quelli che ricordo. L’allenatore era il giovane Simone Pesaresi. Un ragazzo super preparato e simpaticissimo. Un esempio dentro, ma soprattutto fuori dal campo.
L’allenamento del portiere può essere molte volte noioso e ripetitivo. Gli allenamenti con Simone erano tutto il contrario.
Riusciva a combinare allenamenti specifici e tecnici a sfide coinvolgenti e competitive fra tutti noi. Eravamo una squadra nella squadra.  La passione e la dedizione di Simone è stata un esempio per me. Ricordo tra le altre cose le analisi dei video che lui stesso faceva delle nostre partite, per analizzare insieme gli errori e capire come migliorarci. Sarebbe poi diventato mio compagno di squadra qualche anno dopo, quando ho iniziato a giocare per il San Biagio.
Un messaggio finale. Ai miei coetanei e ai giovani direi di ascoltare tutti, ma non dar retta a nessuno. Di non dare molto peso ai giudizi degli altri, di non credere a chi ci dice che non possiamo fare qualcosa. Cercate invece di usare le critiche come stimolo per smentire i vostri detrattori. Sognate in grande. Ponetevi degli obiettivi. Partite.
Tutto sembra impossibile finché non viene realizzato. Personalmente vivere all’estero mi ha cambiato la vita e non posso che consigliarlo a chiunque.

Ha et fint liv og masse lykke til til alle osimani og osimane!
( Buona vita e buona fortuna a tutti gli osimani e osimane! )


Ciao Giacomo Grazie!!. La tua, un’altra bellissima testimonianza  di nostri giovani talenti osimani   che si fanno valere per le strade del Mondo.
Paola Andreoni vice Sindaco di Osimo

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Abbiamo perso due servitori dello Stato impegnati per la pace e la cooperazione

Ci stringiamo attorno alle famiglie dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci. Un giorno triste per l’Italia.


Paola

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La relazione del Segretario Nicola Zingaretti alla Direzione nazionale del PD: “Al lavoro per un governo europeista e riformista. Il PD pronto a fare la sua parte.”

Pubblico la relazione integrale del segretario Nicola Zingaretti nel corso della riunione della Direzione nazionale del Partito Democratico, il 5 febbraio 2021:


” In questa mia comunicazione che sarà breve non credo sia utile tornare su ricostruzioni o analisi che abbiamo affrontato nella Direzione del 27 gennaio con il voto della relazione e il conseguente mandato. Mandato sul quale abbiamo tenuto anche una riunione del Comitato Politico.

Posso solo assicurare che il PD nei giorni passati si è speso e ha veramente fatto di tutto per tentare di ricostruire una maggioranza parlamentare che intorno alla figura di Giuseppe Conte potesse garantire al Paese un governo autorevole all’altezza delle sfide che abbiamo davanti.

Lo abbiamo fatto nei tavoli sul programma, organizzati dal Presidente incaricato Roberto Fico, portando in quella sede i nostri contenuti e le nostre idee, con uno spirito di grande chiarezza sulle priorità e allo stesso tempo apertura al confronto, come penso debba fare chi lavora per arrivare a soluzioni.

E lo abbiamo fatto anche negli informali rapporti o incontri sugli assetti. Ci siamo adoperati per garantire qualità e rappresentanza delle nostre forze facendolo con uno spirito di ascolto e apertura alle richieste di tutti.

Non voglio qui tornare sulla ricostruzione di quanto è avvenuto nel merito.

Vorrei però seriamente dire che è profondamente sbagliato parlare a conclusione del lavoro, genericamente di “fallimento della politica”. In questo modo si cede a semplificazioni e ricostruzioni fuorvianti.

Ci sono responsabilità oggettive, che mi sembrano note, ma sulle quali, ripeto ci sarà sempre da riflettere.

Ora il Presidente Mattarella ha conferito un incarico ampio al Professor Mario Draghi con l’obiettivo di formare un governo nuovo e come lo stesso Professor Draghi ha correttamente chiarito questo verrà fatto con la rispettosa interlocuzione nei confronti del Parlamento, dei partiti politici e delle forze sociali. Una impostazione corretta.

Si è aperta dunque una fase del tutto nuova:

– Io giudico la personalità del Professor Draghi di assoluta forza e grande valore.

– Sono convinto che può essere la soluzione che porti l’Italia fuori dalla situazione caotica e ferma che la crisi ha determinato e quindi credo che il PD debba contribuire al successo di questo tentativo e offrire i suoi contenuti e il proprio contributo.

Anzi, di più, come ha correttamente detto Orlando proprio la sera dell’incarico, deve fare di più. Lavorare, adoperarsi come stiamo facendo in queste ore per garantire al Professor Draghi una maggioranza e un profilo programmatico forte per affrontare i problemi che l’Italia ha davanti.

Da questo punto di vista, io credo sia stato fondamentale nei giorni scorsi mantenere un clima di lealtà, collaborazione e unità tra le forze che hanno votato l’ultima fiducia al Governo Conte, e a Conte stesso. Con questo spirito ieri abbiamo promosso una riunione delle forze politiche che avevano confermato la fiducia. Un incontro utile che anche se con divergenze e differenti opinioni ha visto prevalere uno spirito unitario, la volontà di salvaguardare un patrimonio politico di tutti e io credo utile all’Italia.

Al contrario di qualche ricostruzione faziosa, stiamo tutti raccogliendo i risultati di una politica chiara sui contenuti, e unitaria nelle relazioni. In questo quadro ringrazio il Presidente Conte, per le parole e la scelta di oggi, che gli fanno onore e rilanciano una prospettiva politica solida. Ora proviamo a raccogliere i frutti di quell’investimento.

Nel definire il perimetro della nuova maggioranza e nel rispetto assoluto dell’autonomia delle altre forze politiche io credo che sarebbe molto importante che tutte le forze dell’alleanza partecipassero convinti al processo aperto e nello spirito dell’appello del Presidente Mattarella ci si apra anche al contributo di forze e sensibilità moderate, liberali socialiste presenti nel Parlamento.

Questo aiuterebbe la stabilità del Governo, dandogli forza e credibilità, in Italia e nel mondo. Il PD ovviamente, come abbiamo sempre fatto, porterà al confronto il proprio contributo programmatico e riformista. Lavorando per un Governo di chiaro stampo marcatamente europeista, spingerà per l’attuazione rapida del “Next Generation EU” e le riforme ad esso collegate.

La riforma fiscale all’insegna della semplificazione e della progressività delle imposte nel rispetto dei principi costituzionali. La riforma della giustizia per coniugare osservanza delle leggi e diritto a una giustizia veloce.

Di fronte al rischio di crisi sociale la promozione di nuove politiche attive per il lavoro. Le riforma istituzionali a cominciare dalla legge elettorale, e finalmente il riordino degli enti locali aumenterà l’efficienza della macchina pubblica e rafforzerà questo fondamentale livello dello Stato

La promozione di politiche di genere e attenzione alle nuove generazioni e altri temi che abbiamo elaborato con i gruppi e messe a disposizione. Il confronto inizierà domani, il Professor Draghi ha ricevuto un ampio mandato dal Presidente Mattarella che lo ha proposto dando a lui ulteriore autorevolezza e autonomia che noi rispettiamo.

Io credo che noi possiamo entrare in questa fase di nuovo con una linea chiara, e una proposta di Governo credibile per il Paese.

1) Sostegno al tentativo in corso e contributo ad aiutare la formazione di una maggioranza ampia ed europeista.

2) Messa in campo di contenuti e una visione che garantisca un’azione del Governo per la riscossa e ripartenza Italiana. Per un nuovo modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.

Su questo impianto, e pur in una situazione difficilissima credo ci siano le condizioni per costruire.

Il PD farà come sempre la sua parte e su questo chiedo un mandato alla Direzione. “

Il vaccino è l’unica arma contro il Covid-19: Governo di destra delle Marche se ci sei batti un colpo


Il vaccino è l’unica arma:
ma nelle Marche regna lentezza e confusione

Mentre il piano del Governo Draghi  prevede che metà degli italiani sarà vaccinato entro metà giugno, ancora latitante il governo di destra della Regione Marche, che per la giornata di ieri, 20 febbraio 2021, aveva promesso indicazione per la vaccinazione domiciliare degli over 80enni impossibilitati a muoversi dalle loro abitazioni.
Nessuna indicazione è, invece,  arrivata e il più assoluto silenzio regna mentre prosegue con mille difficoltà e lentezza la prenotazione di quanti saranno costretti a recarsi lontano dalle loro abitazione per la vaccinazione nei pochi presidi individuati.

La maggior parte delle Regioni hanno iniziato con speditezza la campagna vaccinazione anti-Covid,  in favore dei loro cittadini più anziani.
Ad ottenere la prima dose (con la somministrazione programmata) anche la senatrice a vita Liliana Segre, la cui foto sorridente, un bellissimo messaggio di speranza, è in evidenza sulla prima pagina del Corriere della Sera.
Intervistata da Repubblica Milano, la Segre afferma: “Siamo di fronte a un nemico invisibile e l’unica arma è questo vaccino, dopo tanto tempo che se ne parlava, finalmente è arrivato il giorno. Spero che al più presto anche tanti altri anziani possano avere la stessa fortuna che ho avuto io”.


Gli anziani marchigiani ed osimani restano in attesa, mentre il nemico insidioso sempre più velocemente si diffonde.
Paola

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Intervista con Luca Falcetta di OsimoWeb: la situazione Covid nella nostra città

LA SITUAZIONE COVID NELLA CITTA’ DI OSIMO

intervista con Luca Falcetta di Osimo Web  sull’andamento della pandemia Covid-19 nel  comune di Osimo
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Vaccinazione over 80: attenzione occorre presentarsi all’appuntamento fissato, provvisti della relativa documentazione

Ricordo ai nostri concittadini di età pari o superiore agli 80 anni (nati prima dell’1/1/1942) che si sono prenotati ed hanno già fissato l’appuntamento per la somministrazione delle dosi vaccinali anti-Covid ( la somministrazione delle dosi vaccinali inizierà dal 20 febbraio) che occorrerà presentarsi all’impianto sportivo “Paolinelli” in via Schiavoni 2, muniti della necessaria documentazione.

Clicca qui  e troverai la documentazione da scaricare, stampare, compilare e consegnare il giorno fissato per la somministrazione vaccinale.

documentazione da compilare e consegnare all’atto della vaccinazione

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Osimo calls World: Paolo Capomagi


Paolo Capomagi nato in Osimo il 21 ottobre 1972.

Osimano doc, dalla frazione di  Passatempo  in Giappone per seguire il cuore.

Paolo Capomagi osimano di Passatempo nella terra del sol levante  

Mi chiamo Paolo Capomagi e sono nato e cresciuto ad  Osimo, nella frazione di  Passatempo,  fra quelle viuzze, dietro  via Casette, che portano i nomi dei più grandi politici italiani del ‘900 tutti legati all’antifascismo: Sandro Pertini, Andrea Costa, Giovanni Amendola, Giovanni Gronchi, Felice Cavallotti, Pietro Nenni e  Filippo Turati.

 Una famiglia, la mia, come ce ne sono molte nella nostra città, fatta di gente laboriosa, dedita al sacrificio, impegnata a mantenere ciò che le è stato consegnato: una ricchezza spirituale, culturale, storica,  umana, unica al mondo. Famiglie con genitori che fanno di tutto perchè i figli abbiano dalla vita tutto quello che non hanno avuto loro.

 Mio padre, Tarcisio, venuto a mancare nell’agosto del 2013, e mia madre Delia Antonini hanno sempre lavorato a domicilio “le voci” per fisarmonica. Un lavoro di precisione, eseguito dalle loro abili mani, per modellare una piccola piastrina di alluminio che rappresenta il cuore, l’anima,  il principio sonoro essenziale delle fisarmoniche. Si sono avvalsi della loro abilità artigianali la maggior parte delle  ditte  del comprensorio  dei strumenti musicali di Osimo – Castelfidardo, vale a dire: Cagnoni, l”Artigiana Voci” e poi “Breccia” di Castelfidardo.

Ho  frequentato sia le scuole Elementari che le Medie a Passatempo. Ricordo alle elementari   la maestra Mirta Guzzo.
Dei tanti  professori e professoresse delle Medie, mi piace menzionare, per il ricordo particolare che mi ha lasciato,  il prof. Claudio Polenta. Un prof. a primo impatto severo, ma poi giorno dopo giorno, ne ho apprezzato le doti,  la sua capacità di insegnamento, e di saper attirare la nostra attenzione,  doti con le quali ha saputo trasmettermi ( e credo sia un sentimento condiviso anche dai miei ex compagni di scuola)  tanti buoni valori e soprattutto la passione per la cultura, la bellezza e la lettura.  Ricordo poi una professoressa di nome “Capodaglio”. Anche lei un po’ severa ma molto brava nel motivare allo studio e al piacere di conoscere. Grazie a questi professori mi sono appassionato allo studio ed alla lettura.

Come per tutti i ragazzi della frazione, per quelli  di ieri ( della mia generazione) ma, credo, anche per quelli di oggi, il punto di ritrovo è stato e rimane  il “Bar dello Sport“. E’ ststo il nostro “muretto” dei sabati sera e delle domeniche pomeriggio oziose,  dove ci si ritrovava a  parlare di sport, sparlare di politica e qualche volta dei sogni nel cassetto.

 Col passare del tempo le discussioni al bar non mi hanno  più appassionato, così come, anche,  le vie della frazione mi sono diventate sempre più “strette”. Ho iniziato, così, a frequentare un po’ il centro storico di Osimo. E’ in questo periodo ho allargato la sfera delle amicizie,  coltivando anche nuovi interessi come l’impegno nel nascente  movimento giovanile osimano pacifista ambientalista. Tra gli altri sono  diventato amico di Mauro Pellegrini che da lì a poco divenne il segretario dei DS osimani e di Andrea Cesarini, mio coetaneo che era appena entrato in seminario e che oggi è parroco a San Agostino in Castelfidardo.

La maturata sensibilità ed attenzione verso gli altri ed ai temi dell’ambiente e del pacifismo mi hanno spinto ad un impegno nel servizio di volontariato in diverse associazioni osimane. Tra queste  l’Associazione Amici per la Pace che ad Osimo curava, tra le altre cose,  la partecipazione all’evento annuale della “Marce della Pace Perugia-Assisi” e l’ Associazione “OsimoAmbiente” che ad Osimo promuoveva la tutela ambientale e curava il Centro di Educazione Ambientale “La Confluenza” di via Capanne.
Queste esperienze giovanili, così come il breve “impegno” politico-civile all’interno del Consiglio di Quartiere di Passatempo,   sono state per me, importanti occasioni di crescita individuale e di socialità.
Nel frattempo mi sono  diplomato con il massimo dei voti (a quel tempo 60/60esimi) all’Istituto per l’Agricoltura e l’Ambiente di Jesi – Pianello Vallesina. Ricordo in particolare con profonda stima e gratitudine la professoressa Maria Vannucchi, la quale mi ha appassionato alla letteratura italiana ed alla storia.

 Come interesse personale, sin dai tempi delle superiori,  sono sempre rimasto affascinato dalle tematiche legate agli studi della   psicologia, ed in particolare ho approfondito e continuo anche oggi a seguire per  mia passione personale la “Psicosintesi” che è un metodo di crescita ( molto diffuso negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Francia e ancora poco conosciuta in Italia, nonostante il fondatore sia lo psichiatra italiano Roberto Assagioli) finalizzato alla piena espressione di sé.  Un’esperienza profondamente umana accessibile a tutti i cui primi passi ho mosso partecipando ai corsi tenuti nel “Centro Psicosintesi di Ancona” grazie all’organizzazione dell’ amica   Giuliana D’Ambrosio.

Finiti gli studi superiori, mi sono buttato a capofitto nel lavoro, ho aperto una ditta individuale ed ho iniziato a fare il giardiniere, e la manutenzione di spazi verdi in generale. Un’attività  che avevo da sempre sognato di  fare, che mi permetteva di guadagnare e al tempo di stare all’aria aperta a contatto con la natura. Il lavoro è partito subito alla grande.  I primi giardini privati,  taglio di siepi e prato, potature degli alberi da frutta, mantenimento delle aiuole, costruzione di sentieri in pietra e di gazebi. Ma anche  piccole manutenzioni edili: piastrelle rotte da sostituire, tapparella da aggiustare. Sono arrivate anche delle commesse impegnative come la cura dei giardini del  Villaggio Taunus di Numana. Non avevo proprio tempo di annoiarmi nell’ozio, ma sebbene fossi occupatissimo, trovavo il tempo per coltivare un sogno, quello di continuare anche a studiare: psicosintesi ma anche tanta letteratura e storia.

Nell’estate del 1997, esattamente, ad Helsinki mentre ero   in vacanza, per i fatti strani della vita, ho conosciuto  Yukiko (Yukiko Kurihara mia futura moglie)  anche lei in Norvegia in vacanza  e fu subito amore. Dopo un primo periodo – in cui ci siamo scritti delle lettere in inglese, una breve vacanza di Yukiko a Passatempo ed una mia visita ad Osaka in  Giappone – abbiamo deciso di coronare il nostro amore con il matrimonio.

 Nell’estate del  1999 ci siamo sposati nel municipio di Osimo. Cerimonia civile officiata dal mio medico, ma anche consigliere comunale,  Graziano Piergiacomi  nella splendida sala Vivarini del Municipio della nostra città.

 Abbiamo vissuto a Passatempo e si può dire che la nostra vita, in quegli anni,  è stata sempre una bella  luna di miele. Yukiko si è subito ben integrata con la nostra cultura, ha iniziato a  studiare la lingua italiana grazie all’aiuto del  m° Nardino Carnevali (che teneva gratuitamente lezione di italiano agli stranieri presso la sede Caritas del Duomo di Osimo). Poi ha fatto parte del coro dell’Universita’ della Terza Eta’. Era diventata “la piccola star” di quel coro! Grazie all’insegnante Silvana Parini.

 Nel 2001 Yukiko – in stato interessante – volle tornare ad Osaka, si sentiva più sicura a casa propria nell’affrontare l’evento della nascita del bambino.  Io la raggiunsi poco dopo, per assistere al parto di nostro figlio Taro, avvenuto nel gennaio 2002.

 In breve: mia moglie ebbe dei problemi di salute ed io decisi – fui in qualche modo costretto – a trasferirmi ad Osaka.

 Ho lasciato la mia attività di giardiniere, i miei anziani genitori, i miei interessi osimani e ho iniziato  la mia nuova vita…in Giappone!

Una terra tanto lontana quanto affascinante e misteriosa. Una cultura differente anni luce dalla nostra, un modo di pensare per certi versi opposto, un popolo preciso, frenetico, dedito al lavoro e cortese. Un altro mondo …… il mondo in cui oggi mi trovo con la mia famiglia.

Oggi con la mia famiglia vivo ad Osaka che è la terza città più grande del Giappone per numero di abitanti. E’ il cuore commerciale del Paese, una città moderna, dinamica ma anche ricca di storia. Tra le attrazioni principali ci sono gli Universal Studios, l’acquario, l’ Umeda Sky e diversi castelli storici.

Appena arrivato in Giappone ho  incominciato  a studiare la lingua ( con il paziente aiuto di mia moglie), iniziando dai sillabari Hiragana e Katakana. Nel frattempo mi sono messo alla ricerca di un lavoro.
Data la grande popolarità della cucina italiana in Giappone, ho trovato subito un piccolo lavoro part-time come cameriere, in un piccolo ristorante di cucina italiana. A questo primo impiego lavorativo ne sono seguiti altri a tempo determinato finchè non ho trovato un ottimo lavoro, sempre come cameriere, ma anche in veste di interprete e traduttore, nel più grande Hotel di Osaka, il “Rihga Royal Hotel“, in cui ho prestato servizio per molti anni.

 Poi, sempre alla ricerca di una migliore occupazione,  sono stato assunto  dall’Hotel  più gettonato dai turisti stranieri: l’ Osaka Marriott Miyako Hotel, collocato all’ultimo piano  di quello che è oggi il più alto grattacielo del Giappone: l’ Abeno Harukas, 300 metri di altezza.

In quel periodo un italiano residente ad Osaka mi propose di collaborare con la sua azienda, “Ascente Group LLC” che si occupa della commercializzazione di prodotti italiani in Giappone.
Così, da diversi anni, lavoro per la loro azienda. E’ successo poi un giorno, casualmente,  dato che l’azienda aveva  una macchinetta espresso in ufficio, ho fatto  assaggiare il caffè torrefatto da “Caffè Gdi Osimo.

I titolari della ditta rimasero stupefatti, trovarono il caffè  “Caffè G” che avevo loro fatto gustare “il caffè più buono che avessero mai assaggiato” (forse superiore alle più grandi marche nazionali italiane) e lo apprezzarono così tanto che decisero di importarlo in Giappone, tramite la loro azienda. Così è nata la società “Caffè G Japan“!; società che fa sempre capo  alla Ascente Group LLC ma che si occupa esclusivamente della commercializzazione, promozione e vendita di  caffè a ristoranti ed altri tipi di negozi. Ed io sono prevalentemente occupato in tale ambito  e ultimamente faccio anche assistenza per le macchine da caffè usate dai nostri acquirenti.

Oltre al lavoro e alla famiglia, il tempo che mi rimane lo dedico prevalentemente alle mie curiosità culturali e alla scoperta di questo Paese che anche a distanza di più di 20 anni, ogni giorno mi riserva sorprese e scoperte. Amo molto la tranquillità, le passeggiate e continuo  a studiare la lingua giapponese. Sono un assiduo frequentatore  della  Biblioteca Centrale di Osaka. Sono iscritto al “Kanji Museum” di Kyoto e al Kanji dove vado a leggere e studiare gli  ideogrammi nipponici usati nella lingua giapponese. Ultimamente, ho acquistato il pass annuale del “Giardino Botanico di Kyoto”, dove  faccio delle bellissime passeggiate.

 Yukiko, mia moglie,  dopo essersi  totalmente dedicata alle cure di nostro figlio fino all’inizio della scuola primaria, oggi insegna   Yoga in una delle principali scuole di Osaka. Nostro figlio, Taro, oggi ha 19 anni ed è inserito perfettamente nella vita giapponese.

Da ultimo, vorrei ringraziarti Paola, perché grazie a questo tuo contatto e richiesta di informazioni sulla mia vicenda personale, sono un po’ di sere che addormentandomi sogno Osimo e i miei ricordi di Passatempo. Purtroppo la lontananza gli impegni familiari e il lavoro non mi permettono di tornare spesso.

L’ultima volta che siamo venuti è stato nel febbraio 2020, appena prima che esplodesse il coronavirus  in Italia. Ho approfittato a far conoscere a Taro tanti luoghi della nostra città di cui aveva solo sentito parlare dai miei racconti.

 Abbiamo visitato un sacco di cose, siamo stati anche ad Urbino, San Leo, Mondavio, Gradara, Pergola…e poi Ravenna e Bologna…

 Quando torno ad Osimo vedo la mia città natale come se fosse un “Museo all’aria aperta”.
Qui ad Osaka è quasi tutto nuovo! Quando torno in Italia mi sembra di vivere in un’altra dimensione…come dentro un film!
Alcuni anni fa anche  i due titolari dell’azienda per cui lavoro (Fabio, originario di Vicenza e Kaoru, giapponese di Wakayama) sono venuti  ad Osimo, miei ospiti a Passatempo. Hanno così avuto modo di conoscere di persona i titolari del “Caffè G” e naturalmente di visitare la città. Sono rimasti entusiasti della nostra Osimo.

Al ritorno in Giappone mi hanno addirittura detto: “Ma cosa fai qui, tu, in Giappone? Vivevi in un posto fantastico! La città, la cucina, il Duomo, i giardini, lo stile di vita tranquillo degli abitanti“!!


Ciao Paolo Grazie per la tua bella testimonianza di persona per bene, legato ai valori della nostra comunità, capace di scelte non facili per le cose importanti della vita !!.  Ed anche “ambasciatore” delle nostre eccellenze osimane nella terra del sole nascente.
Paola Andreoni vice Sindaco di Osimo

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La tendopoli di Lipa in Bosnia un nuovo Olocausto

Da laRepubblica del 30 gennaio un articolo di Monika Bulaj sulla tendopoli di Lipa, in Bosnia.

“Io, sopravvissuta ad Auschwitz/Birkenau, definirei quel luogo un campo di concentramento. I migranti reietti di oggi sono trattati come cose fastidiose da gestire, da far sparire al più presto, come lo siamo stati noi ebrei nell’orrore del nazifascismo. Leggendo quelle righe sono tornata a Birkenau. Tornata come non ho ancora finito di tornarci dopo questi giorni di memoria. Niente bagni a Lipa, ce n’erano perfino a Birkenau, anche se fatiscenti. L’acqua ghiacciata non mancava neanche in Polonia, ma per mantenere la dignità, mia madre e le altre donne si lavavano come potevano. Che tutto questo succeda ai confini della Croazia, paese membro dell’Unione Europea, sotto lo sguardo indifferente di tutti i governi cosiddetti democratici, è una fonte di grande scandalo e indignazione. Ascoltiamo tutto il messaggio di papa Francesco: misericordia e fraternità”.

La testimonianza di Tatiana Bucci, matricola 76484 sopravvissuta all’Olocausto ad Auschwitz/Birkenau,

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No Presidente Draghi qui non ci siamo. Una scelta che è un grave danno alla sua stessa immagine, competenza e autorevolezza. E’ davvero il governo di tutti gli italiani?

Presidente Mario Draghi, ieri le ho rivolto gli auguri, ma nella scelta  dei ministri Lei ha commesso un grave errore. Una cosa inaccettabile e dovrebbe esserlo anche per Lei per la sua storia di persona per bene.
Lei ha conferito, e mi auguro a sua insaputa, a questa signora, avv. Erika Stefani della Lega,  la carica e la responsabilità a gestire il  Ministero alla Disabilità.
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Le chiedo quale empatia, sensibilità, apertura ed  inclusività ha trovato in questa persona che si occuperà dei diritti altrui ?


Credo, a questo punto, che solo intervenendo sulla  riforma del diritto di cittadinanza, istituendo lo Ius soli,  Lei potrebbe riparare al grave errore commesso  su questa nomina e così riparare al grave danno che Lei ha causato alla sua stessa immagine, competenza e autorevolezza.  E a quanti come me,  continuano a sperare che questo potrà essere un Governo che ha a cuore l’Italia, tutta l’Italia. Un governo di tutti e per tutti !!!
Paola 

 

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“Come ci arrivo io con i miei 90 anni  all’impianto sportivo  Paolinelli?”

“Come ci arrivo io con i miei 90 anni  all’impianto sportivo  Paolinelli?”

Nessuna attenzione e grande superficialità da parte del governo regionale di Destra, che ricomprende anche chi siede nello scranno più alto del consesso del parlamentino regionale, alla popolazione anziana dei nostri territori.
E’ arrivato il #vaccinoantiCovid che potrà salvare la vita e dare sicurezza e fiducia alla nostra popolazione anziana più a rischio ma nessun impegno particolare viene attuato per diffondere la campagna di vaccinazione.
Non solo, Osimo e la Val Musone completamente dimenticati. I nostri ottantenni soli e senza una rete familiare, sono costretti a pagarsi il viaggio sino al punto di vaccinazione fissato ad Ancona zona centro sportivo FIGC.
A questo si aggiungono le difficoltà che gli anziani incontrano per la prenotazione telefonica e on line. Una modalità che non può essere l’unica, ma dovrebbe essere accompagnata da un servizio più vicino alla popolazione, quest’ultimo utile per tutto il territorio regionale.
Faccio un esempio di regioni più virtuose come l’Emilia Romagna che oltre aver ampiamente diffuso la vaccinazione nel territorio, ha attivato il servizio di prenotazione negli sportelli CUP, nelle farmacie e parafarmacie abilitate alla prenotazione, alle segreteria dei medici di medicina generale.
Il Comune di Osimo per venire incontro alle difficoltà dei cittadini più anziani ha attivato un servizio di aiuto per la prenotazione nella consapevolezza che questa è una fascia di popolazione che va tutelata e supportata.
“Come ci arrivo io con i miei 90 anni all’impianto sportivo Paolinelli?” questa la domanda ricorrente che mi viene posta dai nostri over80.

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Il Comune di Osimo per venire incontro alle difficoltà dei cittadini più anziani ha attivato un servizio di aiuto per la prenotazione nella consapevolezza che questa è una fascia di popolazione che va tutelata e supportata.


Paola Andreoni, la ViceSindaco di Osimo ed Assessore ai Servizi Sociali

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Buon lavoro Presidente Draghi.

Condivido pienamente quanto ha scritto Walter Veltroni: “in questo momento chi ha a cuore le sorti dell’Italia non può che augurarsi un successo del tentativo di Mario Draghi”. Il nostro Paese,  piegato dalla pandemia si gioca il suo futuro sui progetti e le risorse del Recovery Fund.


Non credo che questo nuovo Governo, malgrado il prestigio e l’autorevolezza  del nuovo Presidente del Consiglio e le competenze di molti Ministri, riuscirà a mettere in piedi tutte le grandi riforme di cui,  il Paese ha bisogno.
Alcune di queste riforme come quella della scuola, della giustizia penale, dell’equità della fiscalità generale, della cittadinanza – che implicano diverse visioni della società – non credo, possono tenere insieme PD e Forza Italia – Salvini.
La possibilità di riuscita, invece,  sarà maggiore  riguardo la stesura di un  grande patto con le forze sociali del Paese per affrontare almeno  le tre emergenze prioritarie che abbiamo di fronte: campagna vaccinale, investimenti per la ripresa economica e lavoro.
Buon lavoro Presidente Draghi.

Da semplice cittadina,  ringrazio di cuore Giuseppe Conte per quanto ha fatto con responsabilità e competenza per il bene del Paese nella appena conclusasi esperienza governativa. Grazie anche ad alcuni suoi Ministri come Francesco Boccia, Giuseppe Provenzano, Roberto Gualtieri, che si sono trovati in un momento veramente difficile e straordinario per il Paese a prendere decisioni concrete difficili ma efficienti, dimostrando competenza e capacità.
Paola

 

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Il Comune di Osimo a sostegno della vaccinazione degli over 80enni della nostra comunità

La Regione Marche ha comunicato che dalle ore 14,00 del giorno venerdì 12 febbraio 2021 sarà possibile, per le persone da 80 anni in poi, prenotarsi per il vaccino AntiCovid.
L’Assessorato ai Servizi Sociali del comune di Osimo vuole aiutare le persone che sono sole e/o che hanno bisogno di aiuto per la prenotazione on-line  del vaccino anti-Covid. A tal fine ha, quindi, predisposto con i Servizi Sociali un numero telefonico al quale rivolgersi per essere aiutati nella prenotazione e nella organizzazione della, eventuale, necessità del trasporto al punto vaccinale

Il trasporto potrà essere effettuato dalle Associazioni: Croce Rossa , Misericordia di Osimo Stazione, Auser Filo d’argento (oltre che dal Servizio di Trasporto Pubblico di Piazza – Taxi ), dietro un corrispettivo a favore delle stesse Associazioni per le spese vive di trasporto, andata e ritorno alla propria abitazione. Tale spesa potrà essere ridotta nella eventualità di trasporto plurimo, in tal caso la spesa verrà suddivisa tra il numero dei richiedenti il servizio e prenotati per il vaccino nello stesso giorno ed orario.


Chi autonomamente vuole prenotarsi, lo può fare a partire da domani,  12 febbraio dopo le ore 14,  tramite il seguente link:

https://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it/cit/#/login

indicando il n° della Tessere Sanitaria e il codice Fiscale, e avendo cura di avere vicino, in queste operazioni,  il proprio cellulare di cui il sistema chiederà il numero e nel quale arriverà, come messaggio, un codice di prenotazione. Il sistema permette di prenotarsi scegliendo tra diverse date e diversi orari. Una volta effettuata la scelta del giorno e della fascia oraria automaticamente arriverà sul proprio cellulare ( su Messaggi) un codice di prenotazione con il quale viene confermato l’appuntamento.

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Se si ha difficoltà a fare la prenotazione
del vaccino anti-Covid online, i Servizi Sociali del Comune di Osimo ti aiutano. È attivo dal Lunedì al Venerdì dalle ore 10 alle 13 il numero telefonico 366 349507311 che ti aiuterà per prenotare il vaccino.
Il personale dei Servizi Sociali, infatti, sarà pronto a venire incontro alle difficoltà dei cittadini che hanno poca o nulla dimestichezza con il computer o non hanno un computer a casa, o non possiedono una linea Internet.
Basta telefonare al numero 366 349507311, muniti di:
– codice fiscale;
– n° tessera sanitaria ( ricavabile dal tesserino);
è necessario essere muniti ed   avere accanto a se il cellulare personale ( nel quale arriverà il messaggio di codice di prenotazione.
Insieme cercheremo di superare le difficoltà per prenotare l’appuntamento ed eventualmente aiutarti ad organizzare con le Associazioni locali della Croce Rossa, Auser e LaMisericordia, se ne hai necessità, il trasporto.

La Vice Sindaco di Osimo
      Paola Andreoni

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Osimo calls World: Trabocchi Fabio

Trabocchi Fabio nato in Osimo il 31 gennaio 1974

Fabio Trabocchi  è un osimano ma soprattutto è un cuoco italiano di successo che nei suoi piatti veicola messaggi come fa un artista con le sue opere.  Dietro ogni suo piatto c’è arte, emozione, ma anche tanto Osimo e Marche. Arrivato in America,  nel giro di un decennio si è trasformato da semplice cuoco in imprenditore. Nel 2011 ha aperto il primo ristorante a Washington, oggi ne conduce otto ( l’ultimo inaugurato, ad aprile, a Venezia si chiama “Fiola at Dopolavoro” ). E’ l’unico italiano, di prima generazione, decorato con una stella Michelin negli Stati Uniti. 

Fabio Trabocchi con la sua cucina marchigiana ha conquistato gli americani

Ho iniziato la professione di chef in Italia. Mi sono diplomato  all’ Istituto “A. Panzini” di Senigallia che ai miei tempi aveva una  sede distaccata  nella città di Numana, presso la struttura dell’Hotel Santa Cristiana.
Sono nato ad Osimo il 31 gennaio 1974, ho frequentato la Scuola Elementare Bruno da Osimo e poi le medie alla Caio Giulio Cesare di piazzale  Bellini.
Ho vissuto i primi 14 anni in Via Guazzatore in un appartamento sopra alla Pasticceria Tre Archi. A quei tempi il palazzo, dove era ubicata  la pasticceria era di proprietà delle sorelle Diotallevi e dietro casa avevano un orto con erbe, frutta, e verdura. 
I miei spazi di gioco sono stati  la “ripa della Fornace Fagioli” dove con gli amici trascorrevamo pomeriggi interi pieni di avventure e scoperte. Ricordo con piacere anche l’oratorio di San Marco e per diversi anni sono stato un bravo e diligente chierichetto.
Durante il periodo delle scuole medie, l’amore per la musica mi ha spinto a seguire le lezioni di avviamento musicale presso la  Banda Musicale città di Osimo. Una passione questa che porto sempre con me e che non ho potuto sviluppare appieno, ma, mai dire mai.
L’ultimo Trabocchi ad Osimo è stato mio padre, mezzadro residente nella frazione di Santo Stefano per i primi 28 anni della sua vita. Mio padre Giuseppe Trabocchi è deceduto il 4 dicembre 2011 e in quel periodo, risiedeva nella frazione di San Biagio. Ho ancora una zia, Lina Trabocchi, residente in Ancona (zona Brecce Bianche) e uno zio, Dino Trabocchi, residente a Loreto.
Mia sorella Claudia, invece,  vive nella città di Santarcangelo di Romagna con la sua famiglia.

Mi sono trasferito negli Stati Uniti per la prima volta a metà degli anni ’90 e sono tornato all’inizio degli anni 2000, e nel frattempo ho vissuto e lavorato come chef a Mosca, in Spagna e a Londra.
La mia carriera professionale, in Italia è iniziata per prima cosa facendo tanta gavetta. Sono stato apprendista nella Pasticceria Pirani di Osimo dove ho appreso l’antica arte dei dolci dai fratelli Pirani, mentre le stagioni estive le ho passate a Numana partendo dal ristorante Bagno Tenda Verde dove il primo incarico è stato quello di pulire il parcheggio del ristorante. Poi sono arrivati gli insegnamenti dei miei professori di cucina che sono stati: Ennio Mencarelli, Paolo Rossetti, Silvano Pettinari (al “Desco” di Senigallia dove lavoravo da studente nei fine settimana),  Massimo Bonprezzi, e sono stato fortunato di aver potuto lavorare con grandi chef come Vincenzo Camerucci (a Brisighella), Gino Angelini (a Riccione), Alfredo Chiocchetti, Silvano Prada, Roberto Gatto, che mi hanno aiutato ad entrare nella cucina di Gualtiero Marchesi (a Milano) a 18 anni.

Mio padre, benché persona semplice ed attaccata alla sua terra, mi ha sempre incoraggiato, consigliato ed aiutato  a seguire gli obbiettivi della mia carriera. Mi ha concesso sin da adolescente il sostegno economico e la libertà di viaggiare per lavoro e per imparare il mestiere.
A mio padre devo tanto, è stato il mio maestro tra i fornelli ed esempio di vita. La  mia passione per la cucina e la ricerca degli ingredienti genuini di qualità la devo a lui, e ai suoi insegnamenti. Essendo, infatti, mezzadro e contadino, amava i buoni e genuini prodotti delle nostre campagne e si dedicava a cucinare tutti i fine settimana. I miei ricordi partono da quando, ancor bambino,  lo accompagnavo a fare la spesa. Mio padre andava solamente dai suoi fidati amici, contadini nella frazione di  Santo Stefano. Era un’avventura, e una festa andare, in sua compagnia, a fare spesa.   
Ricordo ero un bambino, correvo per le compagne, inseguendo i polli ed i conigli che poi  ci saremmo portati a casa, o a raccogliere le uova  fresche appena deposte dalle galline o a scegliere e raccogliere le erbe, la frutta o le verdure, direttamente dal campo, con mio padre che di ogni cosa mi dava indicazioni e spiegazioni. Poi ritornati  a casa lo aiutavo ed assistevo nel   cucinare quanto avevamo raccolto dai contadini. Ricordo ancora oggi in modo indelebile,  malgrado sia abituato ad utilizzare le più svariate raffinate  spezie provenienti da ogni luogo  del mondo, il soave profumo del sugo d’anatra  che mio padre, la domenica mattina, cucinava sin dall’alba.
Anche per la carne mio padre era molto esigente ricercando sempre prodotti locali e genuini. Compravamo il nostro vitello e la carne in generale da Nello Salvucci, che era il nostro macellaio preferito (anche lui era un mezzadro). Andavo spesso a  trovarlo nella sua macelleria, in Via Guazzatore. Giravo, affascinato per il suo negozio, fra le carcasse degli animali macellati appese a dei ganci ai muri della macelleria. Mentre Nello affilava i coltelli io lo inondavo di domande e curiosità  sui segreti delle carne. Nello, persona squisita e paziente mi ha istruito sulla macellazione, il disossamento e su tutti i dettagli e i segreti del mestiere  di macellaio: le vere proprietà della carne, sui tagli più indicati per le diverse tecniche di cottura e tante altre nozioni che mi sono state sempre utili nel preparare, ancor oggi,  portate di massima qualità.

Avrò avuto circa  7 o 8 anni, la prima donna che ho riconosciuto come bella che mi ha colpito è stata Fiorella, la titolare di un alimentari vicino a casa nostra, in via Guazzatore. Quando faceva i maritozzi, i mercoledì pomeriggio, andavo in giardino con i suoi bambini a giocare a calcio e poi mi fermavo al negozio. Il maritozzo della sig.ra Fiorella era  lì, tutti i mercoledì in una borsa sul bancone ad aspettarmi. Li vendeva sempre tutti in pochissimo tempo, ciò a dimostrazione di quanto fossero deliziosi. Per i miei acerbi sensi e il mio giovane cuore è stato un innamoramento a prima vista: i maritozzi e la signora Fiorella.

 Ritornando al mio percorso professionale, come giovane chef, mi sono allenato con i migliori, partendo da Gualtiero Marchesi ( il fondatore della nuova cucina italiana) al suo ristorante con tre stelle Michelin in Via Bonvesin a Milano.
La passione per la mia carriera mi ha portato, poi, a Londra dove il mio lavoro al “Floriana” ha vinto il prestigioso premio Carlton Award per il miglior giovane chef (1999) e ho attirato l’attenzione della prestigiosa catena Ritz Carlton, che mi ha dato l’opportunità di creare una  mia propria cucina, che ho chiamato “Maestro”. Nel Ritz Carlton di Tysons Corner, in Virginia. “Maestro” ha ottenuto riconoscimenti nazionali ed internazionali come una dei migliori ristoranti di hotel nel mondo.

Il mio lavoro al “Maestro” mi ha lanciato in un nuovo livello della scena americana della ristorazione. Nel 2002 sono stato nominato Best New Chef nella rivista Food & Wine. Nel 2005 sono stato riconosciuto come il Migliore Chef dell’anno dall’Associazione Ristoranti della città di Washington e nel 2006 ho vinto il premio come Migliore Chef per la regione Mid-Atlantic degli Stati Uniti assegnato dalla prestigiosa fondazione James Beard. La cucina di Maestro ha anche vinto una serie di recensioni a quattro stelle dalle critiche dei giornalisti del giornale Washington Post e dalla rivista Washingtonian.

Nel 2006 ho pubblicato, con mia grande soddisfazione,  il mio primo libro di cucina e autobiografia, dedicato alla cucina delle Marche che  raccoglie, anche,  le ricette personali e familiari dei piatti che propongo nei miei ristoranti. L’ho intitolato, Cucina of Le Marche  scritto con il rinomato coautore e scrittore gastronomico americano Peter Kaminsky. 
Nel 2007 ho lasciato Washington DC per unirmi al gruppo di ristoranti chiamato BR Guest Hospitality come Executive Chef e Partner del ristorante Fiamma a New York, dove ho conseguito le tre stelle dalla critica giornalistica Frank Bruni sul giornale The New York Times cosi come altre critiche positive dal The New York Daily News, The Washington Post e The New York Post. Nel 2009 il ristorante Fiamma ha ricevuto una stella Michelin nella sua guida annuale dopo sei mesi del nostro lavoro.

Alle fine del 2010, sono diventato per la prima volta proprietario del mio primo ristorante a Washington DC che ho chiamato “Fiola” (parola del nostro dialetto che significa “bambina”)  per onorare l’amore a mia figlia Alice e le mie tradizioni marchigiane. Dopo 10 anni, “Fiola” si è trasformato da una trattoria a un ristorante stellato di livello medio-alto con un menù di alta qualità, basato su piatti della cucina marchigiana prima di tutto, ma anche ricette di altre regioni d’Italia rivisitate in chiave moderna e personalizzate al gusto della clientela americana. Grazie al successo ottenuto ho aggiunto a questo ristorante, nel corso di questi 10 anni anche “Fiola Mare” (locale dove provo  a ricreare l’emozione di far cenare gli americani in un ristorante sul mare Adriatico, anche se siamo a Washington), “Fiola Miami“, “Fiola Venezia” e “De Mar“.  
Ristoranti che hanno trovato il pieno apprezzamento da parte della esigente clientela americana per la raffinatezza, l’eleganza, la cura del dettaglio che ho voluto porre in ogni particolare dell’arredamento e in ogni piatto  e per un menù ricercato, fatto di semplicità, essenzialità, genuinità dei prodotti che coniuga la tradizione italiana alla cucina contemporanea. Il motto dei miei ristoranti “Fiola” è: piatti buoni da mangiare e belli da vedere!

Da ultimo ho aperto il ristorante “Sfoglina” caratterizzato anche questo dalla ricerca della bellezza estetica che incontra gusto e tradizione e come suggerisce il nome, con una caratterizzazione particolare per  la pasta fatta a mano.  L’idea per il nome del ristorante, infatti,  anche questo si ispira al nostro dialetto ed alla nostra  tradizione gastronomica: le “sfogliene”, le donne che si occupavano di tirare la sfoglia per preparare la pasta.
Tutti questi ristoranti hanno ricevuto numerosi riconoscimenti nel settore della ristorazione americana e nono solo.
Tanti gli americani che vengono a gustare i miei piatti, tra questi clienti mi piace annoverare e ricordare anche la First family Obama.
La soddisfazione e la felicità dei clienti è l’obbiettivo assoluto del mio gruppo di ristoranti. Nel 2011 ho cominciato con circa 50 dipendenti e un fatturato che sfiorava il milione di dollari annuali. All’inizio del 2020 (prima di COVID) la mia compagnia impiegava circa 600 dipendenti con un fatturato che si è più che moltiplicato.
Oggi il mio gruppo di ristoranti controlla sei locazioni a Washington, che diventeranno otto durante quest’anno, con una locazione a Miami e una a Venezia in Italia. 

 Il mio impegno, la mia passione, il mio bagaglio di conoscenze hanno trovato qui negli “States” un terreno fertile alla mia voglia di riuscire. L’integrazione è stata facile,  mi ha costretto ad imparare nuove cose, nuove culture e mentalità, questo mi ha reso più forte, per capire sia il modo di agire e pensare degli italiani cosi come degli americani, degli inglesi, e degli spagnoli. Adattarsi al modo di  vivere in un altro Paese mi arricchito umanamente,  ampliato le conoscenze e migliorato la qualità della vita. Oggi mi sento “cittadino del mondo” ( oltre ad aver acquisito ufficialmente la cittadinanza americana) grazie alla multiculturalità, alle tante persone che ho conosciuto e con le quali quotidianamente lavoro, mi confronto  rispettandone culture, religioni e modi di vivere.

Gli Stati Uniti  sono stati per me un “bel sogno che si è realizzato”  e la prova accertata che il sogno americano esiste ancora. Sono stato in grado di venire qui come giovane chef (a 21 anni) e di costruire un’azienda di otto  ristoranti a Washington, D.C. (due nuovi apriranno nel 2021), uno a Miami, a uno a Venezia per un totale di 10 ristoranti. Nei prossimi 5-10 anni cresceremo nel mercato americano con espansione in Florida e in California. A questo piano si aggiungerà un espansione in Europa, in Asia, e nei Paesi Arabi.

L’America, la Virginia in particolare è la terra dove oggi vivo con la mia famiglia. I miei figli sono americani si chiamano Alice Trabocchi di 20 anni, Luca Trabocchi di 18 anni ( avuti con la mia prima moglie) e Leonardo Trabocchi nato lo scorso 20 agosto.

Anche se oggi la mia realtà è una metropoli di milioni di persone, tantissime importanti relazioni di affari,  mille impegni e  spostamenti da una parte all’altra del mondo, l’Italia e Osimo con i ricordi dei luoghi e degli affetti della gioventù  rimangono nel mio cuore e mi accompagnano sempre:  la splendida campagna osimana,  le stagioni, la gente, la cultura, le tradizioni, il folclore, i paesaggi, le vedute del mare. Vorrei riuscire a tornare ad Osimo con una frequenza maggiore ma non è facile.

Sono stato ad Osimo recentemente nel 2019 quando sono venuto a visitare la tomba di mio padre. È sempre bello tornare e ritrovare i luoghi dove sono cresciuto, rivedere i vecchi amici.
Ad ogni visita riscontro sempre dei cambiamenti e miglioramenti nella nostra bellissima città di Osimo e della nostra gente.
È importante che Osimo mantenga il suo fascino storico, artistico e culturale. Tutto ciò è imprescindibile per le generazioni future e per l’importanza della città di Osimo nel contesto europeo e mondiale.

Quello che vorrei far sapere a tutti è che porto con me – ogni giorno –  la cultura, la cucina e le tradizioni gastronomiche di Osimo e delle Marche. Queste sono state le fonti del mio successo professionale.
Sono osimano,  anche se ora prestato all’ America e al Mondo, e dentro di me porto i valori che nella nostra terra ho appreso: il valore delle cose semplici e genuine, il gusto  per la bellezza, la cultura, la storia, l’ospitalità della nostra gente, la laboriosità, il senso del dovere di  un territorio che la pratica quotidiana del mare e del lavoro dei campi ha reso taciturno, ma dedito con impegno e passione al lavoro. Questi valori sono stati determinanti e mi aiutano nella realizzazione dei miei sogni.

E sono questi gli stessi valori che sto provando a trasmettere ai miei figli per la loro vita e a Luca che ha deciso di seguirmi nel mestiere della cucina.

Invito tutti a mettere coraggio e determinazione nell’affrontare le sfide che la vita ci pone di fronte e di non mollare mai nonostante le inevitabili e sempre presenti difficoltà che si presenteranno. Invito tutti a  credere assolutamente in se stessi, questo aiuterà a poter migliorare la  propria vita e quella degli altri.
Un consiglio per i nostri giovani osimani ? Investire nella formazione, anche all’estero, senza pensare alla retribuzione, ma puntare decisamente e credere nella realizzazione dei propri sogni. Io la mia strada l’ho incontrata nella capitale “a stelle e strisce”, quando con mia moglie abbiamo aperto il nostro primo locale. Siamo riusciti a realizzare il nostro sogno partendo con risorse modeste.
Raccomando, da ultimo, di non dare mai per scontate le cose che abbiamo, ma di curarle tutti i giorni, così come di non essere indifferenti alle cose belle e meravigliose che ci stanno attorno. L’affetto  e il sostegno degli amici così come   la bellezza unica della nostra Osimo che verrà a mancare  quando – per qualsiasi motivo – ne saremo lontani e non potremmo goderne  della presenza tutti i giorni.
Personalmente il mio nuovo sogno nel cassetto e di ritirarmi fra 20 anni sulle colline di Santo Stefano dove la mia famiglia di contadini, i Trabocchi,  hanno vissuto per tre generazioni.


Ciao Fabio Grazie!! E’ stata una vera scoperta la tua storia di osimano, chef stellato. Con i  suoi successi personali ed imprenditoriali  da lustro e prestigio ad Osimo nel Mondo.
p.s.: Fabio non l’ha scritto, ma ho scoperto da alcuni  social americani, che il nostro concittadino “a stelle e strisce” è anche promotore di  una lunga serie di iniziative dedicate alla solidarietà e sostenibilità.
Fabio, anche su questo,  non ha perso neanche una briciola della sua osimanità. 

Paola Andreoni vice Sindaco di Osimo

 

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L’ultima risorsa per non restare emarginati: di Romano Prodi

L’ultima risorsa per non restare emarginati di Romano Prodi 07/02/2021  su Il Messaggero.

Paese al bivio.

Prima di affidare a Mario Draghi l’incarico di formare il nuovo governo, il Presidente della Repubblica ha spiegato a tutti gli italiani le ragioni che lo avevano spinto a prendere una decisione tale da cambiare radicalmente i riferimenti della nostra politica. Sono bastate poche parole, pronunciate con una chiarezza quasi pedagogica, a farci capire che ogni accordo fra i partiti politici per formare il governo era risultato impossibile, mentre era diventato improcrastinabile fare fronte alle urgenze provocate dalla pandemia e dalla necessità di preparare un progetto in grado di rispondere alle richieste del Next Generation Eu.

Un messaggio che, data la diligenza e la prudenza con cui il Presidente Mattarella aveva cercato di ricomporre il quadro politico, è suonato come il segnale della provata incapacità dei partiti politici di portare avanti, almeno nel tempo presente, il compito a loro assegnato.
Di qui l’incarico ad una persona che, forte di una indiscussa credibilità nazionale ed internazionale, può essere più di tutti in grado di raccogliere il consenso necessario per raggiungere i nostri ineludibili obiettivi.

Non si tratta, come qualcuno ha voluto insinuare, di una sospensione delle regole della democrazia parlamentare. È infatti, a questo proposito, estremamente significativo che, nell’accettare l’incarico, Mario Draghi abbia sottolineato la priorità del dialogo con i partiti rappresentati in Parlamento.

Ma anche con le forze sociali che compongono il complesso tessuto della società italiana. Anche se è reso più forte dalle sue capacità e dal suo prestigio personale, il presidente del Consiglio designato si trova infatti di fronte alla stessa frammentazione politica che hanno dovuto affrontare i governi precedenti.

Una difficoltà che già ha preso corpo nelle prime reazioni di molti esponenti politici che, in alcuni casi, sembrano mostrare di non avere compreso la gravità della situazione e, in altri, hanno messo semplicemente in rilievo la fragilità e l’inefficacia dei processi decisionali degli attuali partiti politici. Essi non si limitano a dividersi in correnti, come avveniva anche in passato, ma finiscono, sempre più spesso, con il risolvere i loro contrasti dando vita a continue scissioni o implosioni che rendono sempre più difficile l’attività di governo.

Nessun esecutivo può essere messo a rischio quotidiano da queste frammentazioni o dipendere da una fiducia condizionata o fondata su una fragile maggioranza. Per formare un governo all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte l’autorità personale di Mario Draghi è condizione necessaria, ma non sufficiente. Assieme al riconoscimento della sua autorevolezza, la forza del presidente del Consiglio deve fondarsi su un programma composto da pochi obiettivi visibili e unicamente dedicati al raggiungimento dei due grandi compiti che il Presidente della Repubblica ha affidato al governo.

Non è più permessa l’indicazione di una serie infinita ed indefinita di obiettivi come spesso avvenuto in passato. Ci si attende l’indicazione di pochi traguardi, sentiti come prioritari e visibili da parte della maggioranza degli italiani. Abbiamo bisogno di percepire la presenza di un governo assolutamente determinato a raggiungere questi traguardi e formato da donne e uomini in grado di perseguirli. Riflettendo sulle due più recenti esperienze di governo emerge l’evidenza che nella coalizione giallo-verde gli obiettivi erano certamente visibili ma, con altrettanta evidenza, non prioritari per il Paese. Nel governo giallo-rosso le infinite mediazioni hanno progressivamente trasmesso un messaggio di indeterminatezza, accompagnato dalla sensazione che il governo non avesse la volontà o la possibilità di raggiungere gli obiettivi che si era proposto.

Draghi, quindi, dipende dal voto del Parlamento come ogni leader democratico, ma possiede la forza della sua credibilità personale ed è correttamente percepito come l’ultima occasione rimasta per rendere possibile la ripresa della nostra economia.

Un primo ostacolo sarà evidentemente costituito dalla scelta dei componenti del governo. Sarà compito di Draghi decidere chi saranno e quanti tra essi avranno una caratteristica prevalentemente tecnica o più strettamente politica, ma non vi è alcuna possibilità di successo se i diversi partiti condizioneranno il loro appoggio al numero o al peso delle poltrone a loro affidate. Questo non è certo un obiettivo facile da raggiungere, ma bisogna tenere almeno presente che ogni alternativa non è più alla nostra portata.

La reazione internazionale alle vicende italiane delle ultime ore è, sotto quest’aspetto, estremamente interessante. Tutti esprimono soddisfazione sul modo con cui si è impostata la soluzione della crisi ed esprimono unanimemente il parere che l’instabilità e le paralisi pre-elettorali sono oggi meno probabili, ma aggiungono che Draghi è “l’ultima risorsa” del nostro capitale politico ed economico e che, se il suo tentativo fallisce, ci si deve aspettare una crescente emarginazione dell’Italia nei confronti del disegno che gli altri Paesi europei stanno mettendo in atto per uscire dalla crisi.

Il Messaggero 7/2/2021


Sempre puntuale Prodi nelle sue riflessioni. Draghi “ultima risorsa per il Paese”.
Paola

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Rabbia e sconforto

Provo tanta rabbia per quanto sta succedendo. Per colpa di un piccolo gruppo politico non eletto ma costituito da transfughi e del loro inaffidabile capo, senatore di Rignano, il Paese si ritrova in una inspiegabile crisi.
Baruffe, litigi personali, strategie per cercare di avere visibilità e magari un + 0,01 % mentre il Paese è in sofferenza, stanco e sfiancato dalle conseguenze e restrizioni del Covid.

Questo lo spettacolo indecoroso offerto mentre i ristoranti che stanno chiudendo i battenti, i nostri ragazzi ancora a lezione a distanza, tante donne private del lavoro richiedono ed avrebbero bisogno di una “buona politica”. Quella che purtroppo oggi il nostro Paese ha perso.


Paola

 

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Osimo calls World: Sara Baffetti

Baffetti Sara nata in Osimo il 1 ottobre 1993.

Osimana doc, una “bardascia de San Marco”, ora bibliotecaria e scrittrice nella piccola “Venezia delle Alpi”, tra ponti sospesi sul lago e case rubate a un libro di fiabe.

Sara Baffetti osimana,  ex “bardascia de San Marco”

Mi chiamo Sara Baffetti, classe ‘93, sono osimana da un bel po’ di generazioni, qualcuno si ricorderà della profumeria in via San Francesco di mio nonno Renato. Altri conosceranno invece mio nonno materno, Peppe de Ghergo, camionista originario di Campocavallo.
Ho sempre abitato nel quartiere di San Marco, ho frequentato la scuola elementare Bruno da Osimo, la scuola media Caio Giulio Cesare per poi approdare al corso IGEA (ex ragioneria per capirci) del Corridoni.
Ho fatto parte dell’Associazione osimana “Il Cenacolo dei Farfalloni” che porta in scena spettacoli teatrali promuovendo la bellezza e la sonorità del nostro dialetto. Auguro, a proposito,  a tutti membri e al Presidente Edoardo Cintioli, mio compagno di classe all’asilo e alle scuole medie, di poter presto riprendere l’attività su scena. Per circa dieci anni ho frequentato la Civica Scuola di Musica di Osimo studiando batteria con il M° Marco Lorenzetti e chitarra classica con il M° Sandro Giannoni, che mi ha trasmesso l’amore per questo strumento dalle note dolci e avvolgenti e che mi ha permesso di esibirmi in numerosi concerti con l’orchestra di chitarre delle Marche, “Chitarmonia”, da lui fondata proprio nel mio anno di nascita. Studiare in questa scuola mi ha dato inoltre la possibilità di esibirmi per diversi anni con l’orchestra della Civica Scuola di Musica nel tradizionale concerto di Natale al Teatro la Nuova Fenice di Osimo, sotto la direzione della m^ Daiana Dionisi.
Ho avuto la fortuna di frequentare una piccola/media Università dove proprio per le sue dimensioni e per  la qualità del corpo insegnanti mi ha fornito un’ottima preparazione. Parlo dell’Università degli Studi di Macerata. Iscritta al corso di Lingue e letterature straniere orientali e occidentali, ho continuato con la specializzazione in Lingue, culture e traduzione letteraria.
Le lingue che ho studiato più in particolare sono l’inglese e il francese. Elogio quest’Università che mi ha permesso di inserirmi subito nel mondo del lavoro, dopo un percorso di studi e due Erasmus trainership, uno nella bellissima cornice della Costa Azzurra e uno nella città di Chambéry.
È stato proprio lavorando nella mediateca di quest’ultima città che sono stata contattata dal direttore della lettura pubblica, ossia direttore di una rete di mediateche, della città di Annecy, per una proposta di lavoro. Ho iniziato nell’ottobre del 2018 sostituendo una collega in maternità che si occupava di informatica, gestione del sito internet, correzione di articoli e gestione del software della mediateca.
Già questo primo impiego mi ha fatto capire quanto l’Università mi avesse preparato bene, non solo potevo lavorare per la funzione pubblica di uno Stato la cui lingua non è la mia lingua madre, ma inoltre mi assumevano per correggere gli articoli e le recensioni scritte dai miei colleghi francofoni. I contratti a tempo determinato si sono susseguiti, senza mai un giorno di disoccupazione.
Mi sono occupata di catalogare ed equipaggiare riviste e quotidiani, dell’acquisto di libri per il fondo studenti universitari e ovviamente del pubblico, dei nostri lettori che arrivano con mille richieste e domande.
Studenti che hanno bisogno di aiuto per le loro tesi o dottorati, turisti, persone che hanno bisogno di aiuto per scrivere un curriculum e chi più ne ha più ne metta.
Ho lavorato nel settore infanzia, nel settore universitario e nel settore adulti, il tutto in tre mediateche diverse, tutte presenti sul territorio della città di Annecy che in tutto ne comprende sette. Per farvi capire la differenza con l’Italia, qui in una città di 150.000 abitanti abbiamo circa 23.000 iscritti più tutte quelle persone che vengono pur non avendo un abbonamento. C’è una media di 2.000 persone al giorno nelle varie mediateche e si spostano libri, dvd, cd e riviste a diverse migliaia di esemplari in una sola giornata. Attualmente sono responsabile del settore adulti di una di queste mediateche.

Tutto questo per presentarvi un mondo che purtroppo non esiste in Italia, altrimenti vi sareste detti : “eh va be’, fa la bibliotecaria, quindi sta seduta e legge…”, magari! Avrete capito quindi che quello che mi ha spinto a lasciare la nostra meravigliosa città, che per me resta sempre il più bel paese della più bella nazione in cui si parla la più soave lingua al mondo, è perché qui ci sono opportunità di lavoro per i giovani e soprattutto ce ne sono nell’ambito culturale. E non è tutto, qui nonostante si sia giovani, si può aspirare ad avere posti di alta responsabilità, se si hanno le competenze e i diplomi.

La città di Annecy sembra uscita da un quadro, la chiamano la “Venezia delle Alpi“, sorge tra i canali di un lago sul quale si affaccia e che d’estate è pieno di vita e di turisti, così come d’inverno nel periodo dei mercatini natalizi. Ma niente sostituirà mai la bellezza di un tramonto nella mia Osimo, o la vista del mare e del Monte Conero dalla mia camera. Gli odori dei piatti della tradizione, i negozi a cui sono affezionata, un bel trancio di pizza per merenda. Ci sono delle cose alle quali non riesco a rinunciare e di cui faccio scorta quando torno a casa dato che qui è impossibile trovarle: pasta all’uovo, cotechino, lenticchie di Colfiorito e perfino il dado in polvere.

Osimo resta casa mia, peccato che per essere appagati professionalmente si debba molto spesso partire.
Consiglio a tutti i giovani di fare comunque un’esperienza all’estero perché aiuta a crescere e a essere indipendenti, vedrete che i genitori vi sosterranno, così come hanno sempre fatto e continuano a fare i miei che non finirò mai di ringraziare, senza il loro sostegno tutto questo non sarebbe stato possibile.
Molti di voi li conosceranno: Silvano, impiegato alla Osimo Servizi, appassionato di calcio e di calcetto che ha praticato per anni con tanti coeatanei e compaesani; ed Elvea (Ghergo), OSS alla Grimani Buttari di Osimo che in questo anno, essendo responsabile di turno nel settore Covid predisposto in una delle residenze, ha lavorato ancor più del solito, apportando dietro alle mascherine, alle visiere e ai camici tutto il supporto fisico e morale possibile ai nostri nonnini colpiti dalla malattia.

Devo ammettere che questo virus rende tutto più difficile, di solito tornavo a casa ogni due mesi, ora tra un confinamento e l’altro ne passano molti di più. Sono molto fiera di come l’Italia stia affrontando l’epidemia, ci sono numerose misure che vengono adottate, contrariamente alla Francia dove le restrizioni sono molto più blande, basti pensare che la quarantena è di 7 giorni invece che 14, i bambini indossano la mascherina a partire dagli 11 anni invece che dai 6. Le mediateche restano comunque aperte, ci si adatta con diverse misure preventive, qui la cultura non è messa da parte, anzi, è considerata primaria. Non si possono privare i nostri lettori, soprattutto quelli più anziani, dei libri, unico modo per trasportarsi in un altro mondo, uno dove la paura e l’ansia non sia all’ordine del giorno.

Personalmente, ho approfittato del primo confinamento per scrivere il mio terzo libro, il primo è ancora nel cassetto, ma solo per poco, il secondo, ‘Quello che mi hai insegnato’, è stato pubblicato a settembre dalla casa editrice romana Pav edizioni. I temi principali sono la malattia che mi affligge, l’endometriosi, e l’amore per i cani. Parte dei miei diritti d’autore sono devoluti all’Associazione Fratello Cane che si occupa del canile di Recanati.
Consiglio la scrittura a tutti in questo periodo, non si deve per forza scrivere la prossima fatica letteraria in cima alle classifiche del 2021, basta un racconto o perché no anche un semplice diario. Ci si immerge per un po’ in un altro mondo, così come potremmo fare lasciandoci coccolare tra le pagine di un buon libro.
La scrittura mi ha appassionato da sempre, al Corridoni ero iscritta al laboratorio pomeridiano di giornalismo e all’università ho avuto la fortuna di far parte della redazione del giornale di uno dei più importanti festival della musica italiana, Musicultura, che ha luogo allo Sferisterio di Macerata. Ho iniziato a scrivere il primo libro, un fantasy, diversi anni fa, non l’ho ancora pubblicato, aspetto la giusta casa editrice. Sto ultimando il mio terzo romanzo, nel quale ancora una volta insisto sull’importanza di parlare di una malattia che colpisce così tante donne, l’endometriosi, ma questa volta con un sottofondo di ironia.

In Alta Savoia non ho solamente trovato un buon lavoro, ma anche, Nicolas,  il mio compagno. bibliotecario come me e originario di un piccolo paese a confine con la Svizzera. In realtà i suoi genitori vengono uno da Strasburgo e uno da un’isoletta nell’Oceano Atlantico che ho avuto la fortuna di poter visitare quest’estate, Noirmoutier. Eh sì, in Francia ci si sposta molto tra regioni e si resta raramente a vivere dove si è nati.
Ci siamo conosciuti durante la sostituzione di una collega che ho fatto nella mediateca dove lavorava, abbiamo poi lavorato per diverso tempo nella stessa mediateca. La scorsa estate scorsa abbiamo trascorso una settima a Osimo e ha ammesso che la bellezza che tanto decantavo della città dove sono nata non era affatto esagerata. Ha apprezzato il calore e il sorriso che trasmettono gli osimani, il buon cibo, gli splendidi paesaggi che si ammirano da Piazza Nuova e i campi che circondano i centri abitati.

L’integrazione, qui in Francia  non è stata difficile, sono tutti molto gentili, non manca mai “buongiorno, buonasera, grazie e buona giornata“. Tuttavia i francesi sono ben più riservati e di conseguenza meno espansivi degli italiani, ci vuole un po’ più di tempo per entrare in confidenza, ma con la mia parlantina prima o poi finiscono sempre per rispondere!
Le associazioni sono moltissime, da quelle sportive a quelle culturali a quelle ludique. Io sono iscritta ad Annecy Ludique, siamo un consistente gruppo di persone dai 18 anni agli over 60 che si incontrano tutti i giovedì sera per giocare ai giochi da tavola.
Per quanto riguarda lo sport, frequento una sala di blocchi d’arrampicata. Qui ad Annecy ci sono innumerevoli attività culturali, come il Printemps des Poètes, dedicato come il nome lo lascia intendere alla poesia, il Festival Internazionale del Film d’Animazione durante il quale registi di tutto il mondo sono invitati a ricevere premi dopo settimane di proiezioni gratuite dei loro film. Il Festival del Cinema Italiano che promuove la cultura degli abitanti del Bel Paese.
Annecy è stata proclamata la città dove si vive meglio in Francia, tenendo in conto: la qualità della vita, la sicurezza, i trasporti, i negozi e i servizi, la scuola, lo sport e il divertimento e infine la solidarietà.
Molti sono in effetti i supporti ai senzatetto da parte della Croix Rouge che si occupa di fornire loro pasti e ripari. Per quello che riguarda i trasporti, le numerose navette che collegano i diversi quartieri e zone della città passano con una frequenza di circa dieci minuti e il biglietto è facilmente acquistabile a bordo. Delle amiche che lavorano come professoresse nei licei della città, come Francesca Carone, mia coetanea, originaria di Bari, prof d’italiano ad Annecy, mi parlano spesso dell’alto livello nelle scuole soprattutto per quanto riguarda la disciplina.

Ho letto che Osimo avrà una nuova biblioteca nel 2022, spero che rispecchierà molto il funzionamento delle biblioteche degli altri paesi europei, che sia veramente un luogo di incontro tra generazioni, dove i nonni porteranno i nipotini per leggere delle storie, dove i giovani si avvicinino alla letteratura, che ovviamente non è fatta solo di poesia e di romanzi, ma anche di fumetti e di manga.
Dove ci siano le ultime novità per chi ha voglia di leggerle ma non ha i mezzi per comprarle, dove ci sia uno spazio multimediale al servizio di chi non ha un computer per sbrigare le ‘faccende’ amministrative sempre più digitalizzate. Dove si acquistino i libri nelle librerie della città per permettere loro di sopravvivere. Dove si accolga e si accompagni un pubblico straniero che possa avere accesso a dei corsi di lingua, che siano digitali o cartacei. Dove si organizzino eventi culturali, incontri con gli autori, club di lettura, percorsi scolastici alla scoperta della letteratura. Il mio augurio per la Osimo dei prossimi anni è che nei suoi abitanti sia instillata la voglia e donata la possibilità di contornarsi sempre di più di un ambiente culturalmente e artisticamente ricco.


Ciao Sara Grazie!!. La tua è un’altra bellissima testimonianza  di nostri giovani talenti osimani   che si fanno valere per le strade del Mondo.
Paola Andreoni vice Sindaco di Osimo

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