Osimo calls World: Sara Baffetti

Baffetti Sara nata in Osimo il 1 ottobre 1993.

Osimana doc, una “bardascia de San Marco”, ora bibliotecaria e scrittrice nella piccola “Venezia delle Alpi”, tra ponti sospesi sul lago e case rubate a un libro di fiabe.

Sara Baffetti osimana,  ex “bardascia de San Marco”

Mi chiamo Sara Baffetti, classe ‘93, sono osimana da un bel po’ di generazioni, qualcuno si ricorderà della profumeria in via San Francesco di mio nonno Renato. Altri conosceranno invece mio nonno materno, Peppe de Ghergo, camionista originario di Campocavallo.
Ho sempre abitato nel quartiere di San Marco, ho frequentato la scuola elementare Bruno da Osimo, la scuola media Caio Giulio Cesare per poi approdare al corso IGEA (ex ragioneria per capirci) del Corridoni.
Ho fatto parte dell’Associazione osimana “Il Cenacolo dei Farfalloni” che porta in scena spettacoli teatrali promuovendo la bellezza e la sonorità del nostro dialetto. Auguro, a proposito,  a tutti membri e al Presidente Edoardo Cintioli, mio compagno di classe all’asilo e alle scuole medie, di poter presto riprendere l’attività su scena. Per circa dieci anni ho frequentato la Civica Scuola di Musica di Osimo studiando batteria con il M° Marco Lorenzetti e chitarra classica con il M° Sandro Giannoni, che mi ha trasmesso l’amore per questo strumento dalle note dolci e avvolgenti e che mi ha permesso di esibirmi in numerosi concerti con l’orchestra di chitarre delle Marche, “Chitarmonia”, da lui fondata proprio nel mio anno di nascita. Studiare in questa scuola mi ha dato inoltre la possibilità di esibirmi per diversi anni con l’orchestra della Civica Scuola di Musica nel tradizionale concerto di Natale al Teatro la Nuova Fenice di Osimo, sotto la direzione della m^ Daiana Dionisi.
Ho avuto la fortuna di frequentare una piccola/media Università dove proprio per le sue dimensioni e per  la qualità del corpo insegnanti mi ha fornito un’ottima preparazione. Parlo dell’Università degli Studi di Macerata. Iscritta al corso di Lingue e letterature straniere orientali e occidentali, ho continuato con la specializzazione in Lingue, culture e traduzione letteraria.
Le lingue che ho studiato più in particolare sono l’inglese e il francese. Elogio quest’Università che mi ha permesso di inserirmi subito nel mondo del lavoro, dopo un percorso di studi e due Erasmus trainership, uno nella bellissima cornice della Costa Azzurra e uno nella città di Chambéry.
È stato proprio lavorando nella mediateca di quest’ultima città che sono stata contattata dal direttore della lettura pubblica, ossia direttore di una rete di mediateche, della città di Annecy, per una proposta di lavoro. Ho iniziato nell’ottobre del 2018 sostituendo una collega in maternità che si occupava di informatica, gestione del sito internet, correzione di articoli e gestione del software della mediateca.
Già questo primo impiego mi ha fatto capire quanto l’Università mi avesse preparato bene, non solo potevo lavorare per la funzione pubblica di uno Stato la cui lingua non è la mia lingua madre, ma inoltre mi assumevano per correggere gli articoli e le recensioni scritte dai miei colleghi francofoni. I contratti a tempo determinato si sono susseguiti, senza mai un giorno di disoccupazione.
Mi sono occupata di catalogare ed equipaggiare riviste e quotidiani, dell’acquisto di libri per il fondo studenti universitari e ovviamente del pubblico, dei nostri lettori che arrivano con mille richieste e domande.
Studenti che hanno bisogno di aiuto per le loro tesi o dottorati, turisti, persone che hanno bisogno di aiuto per scrivere un curriculum e chi più ne ha più ne metta.
Ho lavorato nel settore infanzia, nel settore universitario e nel settore adulti, il tutto in tre mediateche diverse, tutte presenti sul territorio della città di Annecy che in tutto ne comprende sette. Per farvi capire la differenza con l’Italia, qui in una città di 150.000 abitanti abbiamo circa 23.000 iscritti più tutte quelle persone che vengono pur non avendo un abbonamento. C’è una media di 2.000 persone al giorno nelle varie mediateche e si spostano libri, dvd, cd e riviste a diverse migliaia di esemplari in una sola giornata. Attualmente sono responsabile del settore adulti di una di queste mediateche.

Tutto questo per presentarvi un mondo che purtroppo non esiste in Italia, altrimenti vi sareste detti : “eh va be’, fa la bibliotecaria, quindi sta seduta e legge…”, magari! Avrete capito quindi che quello che mi ha spinto a lasciare la nostra meravigliosa città, che per me resta sempre il più bel paese della più bella nazione in cui si parla la più soave lingua al mondo, è perché qui ci sono opportunità di lavoro per i giovani e soprattutto ce ne sono nell’ambito culturale. E non è tutto, qui nonostante si sia giovani, si può aspirare ad avere posti di alta responsabilità, se si hanno le competenze e i diplomi.

La città di Annecy sembra uscita da un quadro, la chiamano la “Venezia delle Alpi“, sorge tra i canali di un lago sul quale si affaccia e che d’estate è pieno di vita e di turisti, così come d’inverno nel periodo dei mercatini natalizi. Ma niente sostituirà mai la bellezza di un tramonto nella mia Osimo, o la vista del mare e del Monte Conero dalla mia camera. Gli odori dei piatti della tradizione, i negozi a cui sono affezionata, un bel trancio di pizza per merenda. Ci sono delle cose alle quali non riesco a rinunciare e di cui faccio scorta quando torno a casa dato che qui è impossibile trovarle: pasta all’uovo, cotechino, lenticchie di Colfiorito e perfino il dado in polvere.

Osimo resta casa mia, peccato che per essere appagati professionalmente si debba molto spesso partire.
Consiglio a tutti i giovani di fare comunque un’esperienza all’estero perché aiuta a crescere e a essere indipendenti, vedrete che i genitori vi sosterranno, così come hanno sempre fatto e continuano a fare i miei che non finirò mai di ringraziare, senza il loro sostegno tutto questo non sarebbe stato possibile.
Molti di voi li conosceranno: Silvano, impiegato alla Osimo Servizi, appassionato di calcio e di calcetto che ha praticato per anni con tanti coeatanei e compaesani; ed Elvea (Ghergo), OSS alla Grimani Buttari di Osimo che in questo anno, essendo responsabile di turno nel settore Covid predisposto in una delle residenze, ha lavorato ancor più del solito, apportando dietro alle mascherine, alle visiere e ai camici tutto il supporto fisico e morale possibile ai nostri nonnini colpiti dalla malattia.

Devo ammettere che questo virus rende tutto più difficile, di solito tornavo a casa ogni due mesi, ora tra un confinamento e l’altro ne passano molti di più. Sono molto fiera di come l’Italia stia affrontando l’epidemia, ci sono numerose misure che vengono adottate, contrariamente alla Francia dove le restrizioni sono molto più blande, basti pensare che la quarantena è di 7 giorni invece che 14, i bambini indossano la mascherina a partire dagli 11 anni invece che dai 6. Le mediateche restano comunque aperte, ci si adatta con diverse misure preventive, qui la cultura non è messa da parte, anzi, è considerata primaria. Non si possono privare i nostri lettori, soprattutto quelli più anziani, dei libri, unico modo per trasportarsi in un altro mondo, uno dove la paura e l’ansia non sia all’ordine del giorno.

Personalmente, ho approfittato del primo confinamento per scrivere il mio terzo libro, il primo è ancora nel cassetto, ma solo per poco, il secondo, ‘Quello che mi hai insegnato’, è stato pubblicato a settembre dalla casa editrice romana Pav edizioni. I temi principali sono la malattia che mi affligge, l’endometriosi, e l’amore per i cani. Parte dei miei diritti d’autore sono devoluti all’Associazione Fratello Cane che si occupa del canile di Recanati.
Consiglio la scrittura a tutti in questo periodo, non si deve per forza scrivere la prossima fatica letteraria in cima alle classifiche del 2021, basta un racconto o perché no anche un semplice diario. Ci si immerge per un po’ in un altro mondo, così come potremmo fare lasciandoci coccolare tra le pagine di un buon libro.
La scrittura mi ha appassionato da sempre, al Corridoni ero iscritta al laboratorio pomeridiano di giornalismo e all’università ho avuto la fortuna di far parte della redazione del giornale di uno dei più importanti festival della musica italiana, Musicultura, che ha luogo allo Sferisterio di Macerata. Ho iniziato a scrivere il primo libro, un fantasy, diversi anni fa, non l’ho ancora pubblicato, aspetto la giusta casa editrice. Sto ultimando il mio terzo romanzo, nel quale ancora una volta insisto sull’importanza di parlare di una malattia che colpisce così tante donne, l’endometriosi, ma questa volta con un sottofondo di ironia.

In Alta Savoia non ho solamente trovato un buon lavoro, ma anche, Nicolas,  il mio compagno. bibliotecario come me e originario di un piccolo paese a confine con la Svizzera. In realtà i suoi genitori vengono uno da Strasburgo e uno da un’isoletta nell’Oceano Atlantico che ho avuto la fortuna di poter visitare quest’estate, Noirmoutier. Eh sì, in Francia ci si sposta molto tra regioni e si resta raramente a vivere dove si è nati.
Ci siamo conosciuti durante la sostituzione di una collega che ho fatto nella mediateca dove lavorava, abbiamo poi lavorato per diverso tempo nella stessa mediateca. La scorsa estate scorsa abbiamo trascorso una settima a Osimo e ha ammesso che la bellezza che tanto decantavo della città dove sono nata non era affatto esagerata. Ha apprezzato il calore e il sorriso che trasmettono gli osimani, il buon cibo, gli splendidi paesaggi che si ammirano da Piazza Nuova e i campi che circondano i centri abitati.

L’integrazione, qui in Francia  non è stata difficile, sono tutti molto gentili, non manca mai “buongiorno, buonasera, grazie e buona giornata“. Tuttavia i francesi sono ben più riservati e di conseguenza meno espansivi degli italiani, ci vuole un po’ più di tempo per entrare in confidenza, ma con la mia parlantina prima o poi finiscono sempre per rispondere!
Le associazioni sono moltissime, da quelle sportive a quelle culturali a quelle ludique. Io sono iscritta ad Annecy Ludique, siamo un consistente gruppo di persone dai 18 anni agli over 60 che si incontrano tutti i giovedì sera per giocare ai giochi da tavola.
Per quanto riguarda lo sport, frequento una sala di blocchi d’arrampicata. Qui ad Annecy ci sono innumerevoli attività culturali, come il Printemps des Poètes, dedicato come il nome lo lascia intendere alla poesia, il Festival Internazionale del Film d’Animazione durante il quale registi di tutto il mondo sono invitati a ricevere premi dopo settimane di proiezioni gratuite dei loro film. Il Festival del Cinema Italiano che promuove la cultura degli abitanti del Bel Paese.
Annecy è stata proclamata la città dove si vive meglio in Francia, tenendo in conto: la qualità della vita, la sicurezza, i trasporti, i negozi e i servizi, la scuola, lo sport e il divertimento e infine la solidarietà.
Molti sono in effetti i supporti ai senzatetto da parte della Croix Rouge che si occupa di fornire loro pasti e ripari. Per quello che riguarda i trasporti, le numerose navette che collegano i diversi quartieri e zone della città passano con una frequenza di circa dieci minuti e il biglietto è facilmente acquistabile a bordo. Delle amiche che lavorano come professoresse nei licei della città, come Francesca Carone, mia coetanea, originaria di Bari, prof d’italiano ad Annecy, mi parlano spesso dell’alto livello nelle scuole soprattutto per quanto riguarda la disciplina.

Ho letto che Osimo avrà una nuova biblioteca nel 2022, spero che rispecchierà molto il funzionamento delle biblioteche degli altri paesi europei, che sia veramente un luogo di incontro tra generazioni, dove i nonni porteranno i nipotini per leggere delle storie, dove i giovani si avvicinino alla letteratura, che ovviamente non è fatta solo di poesia e di romanzi, ma anche di fumetti e di manga.
Dove ci siano le ultime novità per chi ha voglia di leggerle ma non ha i mezzi per comprarle, dove ci sia uno spazio multimediale al servizio di chi non ha un computer per sbrigare le ‘faccende’ amministrative sempre più digitalizzate. Dove si acquistino i libri nelle librerie della città per permettere loro di sopravvivere. Dove si accolga e si accompagni un pubblico straniero che possa avere accesso a dei corsi di lingua, che siano digitali o cartacei. Dove si organizzino eventi culturali, incontri con gli autori, club di lettura, percorsi scolastici alla scoperta della letteratura. Il mio augurio per la Osimo dei prossimi anni è che nei suoi abitanti sia instillata la voglia e donata la possibilità di contornarsi sempre di più di un ambiente culturalmente e artisticamente ricco.


Ciao Sara Grazie!!. La tua è un’altra bellissima testimonianza  di nostri giovani talenti osimani   che si fanno valere per le strade del Mondo.
Paola Andreoni vice Sindaco di Osimo

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