Le priorità di questo governo di DESTRA: premiare i no vax

Tra i tanti provvedimenti approssimativi del nuovo governo di Destra  che lascia spazio a  discussioni e polemiche  vi è anche quello della reintegrazione  degli operatori sanitari no vax
Un brutto messaggio che questo “governo” ha voluto dare a quella minoranza, così detta “No vax”, che in questi mesi di pandemia si è sottratta agli obblighi sanitari e di fatto non ha partecipato alla generosa battaglia contro il virus a differenza dei tanti colleghi  medici, infermieri, operatori sanitari che con abnegazione e spirito di servizio sono stati in prima linea nei reparti, negli ospedali e nelle Rsu prendendosi cura dei nostri cari colpiti dal Covid e dei pazienti fragili.
Trovo una scelta sciagurata, irresponsabile e immotivata questa di  anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati, così come irresponsabile  è il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini. anche perchè il Covid non ha, ad oggi,   cessato di rappresentare un pericolo e un rischio soprattutto per i pazienti  fragili presenti nelle strutture sanitarie.

Pur in presenza di una situazione epidemiologica  molto diversa rispetto a  quando è stato  introdotto l’obbligo vaccinale, ci sono ancora anziani, persone fragili  per i quali contrarre il Covid potrebbe essere molto rischioso. La pandemia è ancora in corso e tutti gli organismi sanitari internazionali  invitano tutti i Paesi a non rallentare la prevenzione e ad  essere preparati e pronti, visto l’imminente arrivo di  varianti nel periodo invernale con  l’imprevedibilità degli scenari a medio-lungo termine. 

Un governo irresponsabile che premia la minoranza dei no-vax. 
Mi auguro, almeno,  che questi operatori sanitari  no vax  non siano inseriti nei reparti ma destinati a funzioni amministrative.
Paola Andreoni 

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L’avete cercata……, la peggiore DESTRA è arrivata: minori, donne incinte lasciati in balia del mare.

Il Ministro dell’Interno, il “prefetto” Matteo Piantedosi ha intimato alle navi umanitarie, cariche di migranti naufraghi in balia del mare in tempesta, di tenersi alla larga dalla acque italiane. Fino a pochi giorni fa le navi erano due, la Humanity 1 e la Ocean Viking, ora si è aggiunta  la Geo Barents ed attualmente sono 985, i migranti soccorsi in mare in stand by sulle tre imbarcazioni che incrociano a poche miglia dalle coste siciliane.
A bordo ci sono 60 bambini, tre donne incinte e casi che richiedono un intervento immediato, come quello di una famiglia del Togo con una bimba di 11 mesi nata con il labbro leporino e che oggi ha difficoltà nella deglutizione. I suoi genitori hanno lavorato in Libia per mettere i soldi da parte per curare la loro figlia, cercando contemporaneamente di ottenere un visto per l’Europa che è stato sempre stato negato».

Le Ong hanno indirizzato molteplici richieste di un porto sicuro dove attraccare all’ Italia,  tutte andate a vuoto. La premier Giorgia Meloni parla apertamente di «navi pirata». Vergognoso semplicemente vergognoso e di tutto questo sono responsabili gli italiani che l’ hanno votata: è questa la Destra.  Spero che il Presidente Mattarella intervenga al più presto, ma anche tutti noi facciamo pressioni presso le autorità, la Chiesa affinchè il nostro Paese non perseveri nelle umilianti figuracce internazionali  del periodo di Salvini  ministro dll’Interno. Il nostro è un Grande Paese di figli di emigranti, di uomini e donne dal grande cuore,  testimoni di solidarietà e di grandi gesti umanitari.

Paola Andreoni 

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La Guerra è sempre un oltraggio a DIO e all’UOMO

Sono a fianco di quanti oggi manifesteranno a Roma reclamando la PACE e il ripristino della legalità e il ritiro dell’esercito russo dai territori ucraini occupati. “L’Italia, l’Unione europea e gli Stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco”. Questo il messaggio condiviso dalle oltre 600 realtà della società civile che aderiscono alla piattaforma Europe for peace, che vede mobilitato il mondo cattolico( #AzioneCattolicaItaliana, #AgesciScout, #Libera, #Caritas, #Focolarini; #PazChristi, #ComunitàSantEgidio), i sindacati, la maggior parte dei partiti. 

Rimane immutata  la mia solidarietà con la resistenza ucraina 🇺🇦 e credo che l’Europa può fare molto ancora per  intraprendere iniziative  strumenti diplomatici, come hanno ricordato in questi giorni il Presidente Macron e il Presidente Mattarella.
A pagare per le guerre sono sempre i più deboli, a vantaggio di chi alimenta tensioni e follie come quella di Putin e in Italia qualche sostenitore lo abbiamo pure nel nuovo governo.

Bellissima e piena di spunti di riflessione la lettera che il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ha scritto ai partecipanti alla manifestazione.

Sono contento che ti metti in marcia per la pace. Qualunque sia la tua età e condizione, permettimi di darti del “tu”. Le guerre iniziano sempre perché non si riesce più a parlarsi in modo amichevole»,
Ti do del ‘tu’ – ha puntualizzato il cardinale – perché da fratelli siamo spaventati da un mondo sempre più violento e guerriero. Per questo non possiamo rimanere fermi. Alcuni diranno che manifestare è inutile, che ci sono problemi più grandi e spiegheranno che c’è sempre qualcosa di più decisivo da fare. Desidero dirti, chiunque tu sia – perché la pace è di tutti e ha bisogno di tutti – che invece è importante che tutti vedano quanto è grande la nostra voglia di pace. Poi ognuno farà i conti con sé stesso. Noi non vogliamo la violenza e la guerra. E ricorda che manifesti anche per i tanti che non possono farlo. Pensa: ancora nel mondo ci sono posti in cui parlare di pace è reato e se si manifesta si viene arrestati! Grida la pace anche per loro!
Uccidere un uomo significa uccidere un mondo intero. E allora quanti «mondi dobbiamo vedere uccisi per fermarci?» «Quanti muoiono drammaticamente a causa della guerra», ha detto inoltre il presidente della Cei. «I morti non sono statistiche, ma persone. Non vogliamo abituarci alla guerra e a vedere immagini strazianti. E poi quanta violenza resta invisibile nelle tante guerre davvero dimenticate”. Per il presidente della Cei “la pace mette in movimento. È un cammino”. “E, per giunta, cammino in salita”, sottolineava don Tonino Bello, che aggiungeva: “Occorre una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo».
«Le strade della pace esistono davvero», ha concluso Zuppi, «perché il mondo non può vivere senza pace. Adesso sono nascoste, ma ci sono. Non aspettiamo una tragedia peggiore. Cerchiamo di percorrerle noi per primi, perché altri abbiamo il coraggio di farlo. Facciamo capire da che parte vogliamo stare e dove bisogna andare. E questo è importante perché nessuno dica che lo sapevamo, ma non abbiamo detto o fatto niente. Non sei un ingenuo. Non è realista chi scrolla le spalle e dice che tanto è tutto inutile. Noi vogliamo dire che la pace è possibile, indispensabile, perché è come l’aria per respirare. E in questi mesi ne manca tanta».

Paola Andreoni 

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Premio in memoria del nostro concittadino, dott. Giorgio Fanesi.

 

Il dott.Giorgio Fanesi, medico di famiglia  amato e stimato dagli osimani è  deceduto all’età di soli 46 anni nel 2004, lasciando senza parole l’intera comunità osimana e quella medica, tanto che l’Ordine dei chirurghi di Ancona ha istituito una borsa di studio in suo ricordo.

 pdf  BANDO DI CONCORSO per l’assegnazione del XIV contributo straordinario per 15 borse di studio intitolato a “Giorgio Fanesi e Sergio Cascia“

  • Scadenza di presentazione delle domande:  15 novembre 2022
  • A chi è rivolto: iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Ancona

Paola Andreoni 

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Mondiali in Qatar, quando lo sport rinuncia ai valori

Prenderanno il via il 20 novembre, in Qatar, i Mondiali di calcio. Una edizione che ha fatto e  fa discutere per l’organizzazione in un periodo inedito dell’anno (i Mondiali si disputano tradizionalmente in estate), per la collocazione in una realtà senza alcuna tradizione calcistica alle spalle e soprattutto perchè si svolgono in un Paese dove i diritti umani sono negati ( svariate associazioni hanno denunciato casi di sfruttamento estremo dei lavoratori  senza tutela nella costruzione degli stadi e delle varie infrastrutture realizzate per l’evento sportivo) per non parlare dei diritti essenziali negati alle donne. Naturalmente queste polemiche non toccano la Fifa che di fronte allo sfarzo dei sceicchi ha messo in secondo, terzo, quarto piano valori e principi.
Trovo comunque  inaccettabile e paradossale che il governo del calcio mondiale  rimanga  sordo e cieco alle richieste di esclusione della squadra dell’Iran dall’evento calcistico dopo i gravi  fatti di sangue accaduti in quel Paese  e alla dura repressione alle manifestazioni che vedono  migliaia di ragazze, ragazzi,  con coraggio, rischiare la vita protestando pacificamente contro il regime dittatoriale islamico. Per non parlare che c’è  una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che  prevede l’imposizione di sanzioni all’Iran per la fornitura di droni utilizzati nell’ aggressione militare della Russia in Ucraina.

Perchè anche la nostra Federazione calcistica, invece di mandare la delegazione di funzionari ad assistere alle partite,  non fa’ sentire la propria voce chiedendo l’esclusione della squadra dell’Iran ?  Sarebbe un bel gesto di  solidarietà verso Masha e tutte le altre vittime della “polizia morale” del regime islamico. 

Paola Andreoni 

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Il Mondo si è liberato di un populista.

 


Bentornato Lula! 🇧🇷🫶🇮🇹

Paola Andreoni 

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La scuola è luogo di inclusione e non di selezione. Qual’è l’idea di Scuola della Destra al governo?

Fa discutere e lascia attoniti e dubbiosi la nuova definizione, con l’aggiunta del sostantivo “merito”, che il  governo Meloni ha attribuito al Ministero dell’Istruzione. Basterebbe prendere a riferimento gli insegnamenti di due grandi maestri della scuola pubblica italiana per capire quanto sia inappropriato e retrogrado il concetto di merito che la Destra ha voluto imprimere al nuovo corso della Scuola pubblica italiana. Mi riferisco a Mario Lodi (quest’anno ricorre il centenario della nascita) e al priore di Barbiana, Don Lorenzo Milani, per il quale tutti erano meritevoli dal figlio dell’operaio, al figlio del montanaro. Così scriveva nel 1973 Mario Lodi  ai genitori dei suoi alunni di prima elementare:

Dopo una settimana passata coi bambini posso affermare che essi sono tutti di normale intelligenza, pur rilevando evidenti differenziazioni di carattere e diversi livelli di maturazione dovuti in gran parte alle situazioni ambientali in cui ogni bambino è cresciuto. Tutti i bambini quindi, salvo imprevedibili fatti di eccezionale gravità, sono promossi sin da ora alla quinta elementare, con la garanzia del raggiungimento della preparazione minima richiesta dai programmi scolastici. Se questo non si verificherà, la responsabilità sarà del maestro per non aver messo in atto le tecniche educative adatte per sviluppare al massimo le attitudini naturali e l’intelligenza del bambino.

La scuola, così come nei pensieri di  Mario Lodi e di don Lorenzo Milani, ha l’obiettivo e l’obbligo di promuovere tutti, specialmente gli ultimi, non perché sono bravi gli studenti ma perché è brava la scuola a portare tutti a realizzare le proprie potenzialità. Altrimenti, è come un ospedale che cura i sani.

Quando  la nostra Costituzione parla di “merito”, nell’articolo 34 che recita: “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”, si riferisce alla possibilità garantita a tutti, gratuitamente di avere istruzione e di sviluppare capacità, potenzialità e talenti. Per i nostri padri Costituenti, tutti sono meritevoli, di sviluppare le loro specifiche caratteristiche. E’, quindi, un grave errore  pensare il merito come qualcosa che alcuni hanno e altri no. L’affiancamento del termine “merito”, che questo Governo ha voluto associare, a quello di istruzione,  rischia di creare l’equivoco (o è forse questo l’obiettivo maldestro) che siano solo i bravi a dover andare avanti,  andando, spesso,  a  premiare lo studente fortunato che proviene da una famiglia agiata e colta. La scuola deve sostenere ed eventualmente premiare ( inteso come investire le sue energie) soprattutto verso chi parte da condizioni svantaggiate, fornendo gli strumenti per acquisire i meriti, le potenzialità inespresse.
Citando Don Milani per il quale tutti erano meritevoli anche il figlio dell’operaio, e il figlio del montanaro:

E’ da presumersi a priori che per esempio un boscaiolo di vent’anni sia ricco di cognizioni e di una visione del mondo pari a quella di un universitario di vent’anni. Non voglio dire eguale, ma equivalente si. Più ricca da una parte, più povera dall’altra. In conclusione non certo inferiore. Anzi se proprio dovessi dire la mia opinione sono incline a credere che Dio abbia voluto dare piuttosto qualcosa in più al diseredato che all’altro, il buon senso, l’equilibrio, il realismo…
Lettera a Bernabei sulla cultura degli ultimi in “La parola fa eguali”

Lodi e don Milani, a riguardo, non sono stati dei rivoluzionari o “sperimentatori” ma maestri che con la loro pedagogia inclusiva ( e non selettiva)  hanno interpretato correttamente la Costituzione. 

Se la volontà del governo della Destra è quella di promuovere chi studia e non chi non studia, la conseguenza sarà che avremo una scuola selettiva e di conseguenza  aumenterà la dispersione. Sono gli abbandoni scolastici il vero problema della scuola. Contro questa pedagogia più selettiva, c’è una filosofia inclusiva, che punta a tenere tutti i ragazzi dentro la scuola, per dare a tutti gli strumenti. È questa filosofia che a cui si deve mirare, l’opposizione in Parlamento deve esserne garante, ma anche noi tutti: cittadini, famiglie e operatori della Scuola Pubblica dobbiamo perseguire,  consapevoli che un Paese in cui i livelli di apprendimento sono più alti, produce più Pil, e che non  è la scuola selettiva a produrre risultati migliori. Sentiamoci tutti impegnati  per un nuovo futuro corso del ministero dell’Istruzione da chiamarsi: “Ministero dell’Istruzione e dell’accoglienza”.

Paola Andreoni 

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