La strage di Dnipro: per Mosca”tutto procede come programmato”

Continuano le brutalità russe e in Italia qualcuno vorrebbe invitare l’Ucraina a chiedere la pace. Ma quale Pace vorrebbe Putin ?

Ieri un ordigno sovietico pensato per affondare una portaerei è stato sganciato sabato dall’esercito russo su un edificio di 72 appartamenti a Dnipro. Al momento le vittime accertate sono 29, ma si teme un bilancio ancor più grave. Il Corriere della Sera ricostruisce alcune delle storie delle vittime: “Olga Usova e Iryna Solomatenko. Sono dentiste, sono state assieme su un autobus attrezzato a studio dentistico vicino alla prima linea. Iryna ha due figli, all’inizio della guerra era scappata in Polonia, ma poi è rientrata. Olga ha un bimbo di tre anni. E profuga da Donetsk, dal 2014 quando i filorussi presero il controllo della capitale del Donbass. Le due amiche stanno andando nella palestra dove a volte fa lezione anche Mykhailo Korenovsky, maestro della Federazione pugilistica ucraina”. Tutti e tre vengono uccisi dalla bomba russa. Da Mosca, sottolinea il Corriere, l’unico commento che è arrivato è quello del portavoce della Difesa che ha parlato di “un attacco perfettamente riuscito alle strutture di comando e controllo nemiche e alle infrastrutture energetiche”. “Della strage del condominio di Dnipro non una parola, neppure l’odiosa formula del ‘danno collaterale’. – commenta il quotidiano – Così come non un cenno all’ospedale di Kherson, bombardato ieri, dove sono stati distrutti anche gli uffici della Croce Rossa e ferite due persone. D’altra parte, assicura il presidente russo Putin ‘tutto procede come programmato’.


L’Italia come tutto l’occidente deve continuare il suo impegno a dotare Kiev di tutti gli strumenti e gli apparati per difendersi dalla brutalità di Putin e i suoi generali. Tutto il resto è chiacchiericcio, discussioni da salotto di benpensanti.
Paola Andreoni
 

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La Prima volta di Ancona

 

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Con questo Governo di estrema destra abbiamo scoperto, ed è la novità del 2023, di essere in tutto il Medio Basso Mediterraneo “il porto sicuro”. Un porto sicuro cui attraccare. Questo Governo ha fatto una mossa diabolicamente geniale e malevolmente furba: ha impegnato le navi salvatrici in giornate di viaggio tra andata e ritorno lungo l’Adriatico (con conseguenti costi in termini di carburante) in un mare in cui non può operare altri salvataggi.

Grazie all’Ancona degli attivisti, delle persone comuni che in questi giorni hanno voluto essere presenti alle operazioni di sbarco delle navi ONG e posto cartelli di benvenuto lungo via XXIX Settembre. Persone felici di dare il benvenuto, di dare una mano, di mostrare un volto del Paese diversa da quella del suo Prefetto-Ministro dell’interno, del “capo del Governo” (come Lei vuole la si chiami) e del Ministro dei lavori Pubblici.

Un Grazie particolare ed anche un grande  “SCUSATECI” alle Ong che malgrado decreti o non decreti governativi, governi di estrema destra, continuano a fare ciò che da anni stanno meritoriamente facendo: salvare vite umane.

Paola Andreoni 

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Brasile attacco alla democrazia: solidarietà al Presidente Lula

I  fan dell’ex Presidente Bolsonaro hanno assaltato i palazzi delle massime istituzioni dello Stato brasiliano. Non accettano la sconfitta, così come i sostenitori di Trump al momento dell’insediamento di Biden. Credo ci sia anche un parallelismo, tra quanto accaduto a Brsilia e Washington, con l’attacco fascista alla CGIL a Roma lo scorso ottobre. In questi fatti, a mio modo di vedere, ci  sono due denominatori comuni:
– l’atteggiamento eversivo di chi non accetta il confronto democratico,  il responso delle urne, la legittimità dell’avversario vale a dire  di chi la pensa diversamente da me;
– l’odio che dal web si ramifica con un tam tam collettivo in manganelli e assedi.  

Oggi su Repubblica Michele Serra commenta quanto accaduto a Brasilia in questi termini:
“I fascisti son fascisti, ecco tutto. Poi ci sono i necessari distinguo, le ovvie varianti storiche e geografiche, le sfumature che molto influiscono sul quadro d’assieme. Ma al fondo la questione rimane una sola, ed è che la ragione sociale dell’estrema destra, il suo Dna storico e culturale, è l’odio per la democrazia. Fa bene ricordare, almeno ogni tanto, che “odio per la democrazia” non è un concetto formale, o solamente ideologico. Significa odiare la libertà degli altri e cercare di impedirla con ogni mezzo. E gli altri non sono solo Biden e Lula: sono milioni di persone.

Paola Andreoni 

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Blog, superato il mezzo milione di visitatori: Grazie💞

 

Attendevo da giorni il superamento della soglia dei 500.000 lettori, e nel giorno dell’Epifania tale traguardo è stato superato. Secondo le statistiche di Google Analitycs, il 6 Gennaio scorso ha segnato precisamente 500.001 lettori unici che hanno avuto accesso al Blog “paolaandreoni61.wordpress.com“.

Un traguardo importante.  Facendo un calcolo approssimativo ho rilevato  una media di circa 3.100 lettori al mese dal giugno 2008, quando il blog ha mosso i primi passi. Segno tangibile che questo Blog, nonostante Facebook, ha sempre la fiducia di molti lettori, e di questo Vi ringrazio.
Il tempo per scrivere è sempre troppo poco, ma questi risultati certamente incoraggiano e stimolano  nuove sfide e tanti propositi.
La redazione del Blog è la mia stessa famiglia, i figli che stimolano fatti e notizie, mio marito che le  arricchisce con foto.  E con voi lettori diventa comunità. Vi invito ad essermi sempre accanto e se qualcuno vuole proporsi per promuovere una rubrica, seguire alcune  vicende del nostro territorio, qui trova spazio e pagine vuote da scrivere, Vi aspetto a braccia aperte.

Come buoni propositi per il proseguo di queste pagine, cercherò di dare spazio alla politica, tanto bistrattata ma quanto più necessaria per governare e cambiare la nostra società. Una necessità anche per le nuove generazioni che rimarcano l’urgente bisogno di inversioni di rotta per salvare la nostra Terra. Esigenze che devono trovare spazio nei posti dove si decide il futuro del nostro pianeta, iniziando dai nostri paesi e dalla nostra città. Le grandi rivoluzioni iniziano sempre da piccoli ma fondamentali gesti.
Vorrei dedicarmi a trattare temi d’economia e di analisi storiche che sono la mia passione: la sostenibilità, le buone pratiche, i temi della scuola, dell’educazione, le storie affascinati di umanità dei tanti personaggi che fanno ricco il nostro territorio.
Non mancherò di riservare spazi a tutti quelli che sono gli eventi e gli appuntamenti che verranno proposti sul territorio. Porrò attenzione alle segnalazioni, ai vostri interventi, i vostri giudizi, i vostri commenti che non potranno che migliorare questo piccolo spazio di comunicazione.
Ma al di là delle buone intenzioni ci sono però  in primo luogo gli impegni di lavoro da promuovere, c’è anche una “casa da portare avanti”, l’attività di  Assessore Comunale, i nipoti che ti tirano per la giacca …….
Nel ringraziare nuovamente i 500.000 “occhi aperti” che sono passati da questo Blog, Auguro a tutti Voi ogni bene  per l’anno appena iniziato e  vi invito ad essermi sempre accanto, segnalando storie belle da raccontare, denunciando situazioni negative, rimarcando eventuali inefficienze, risposte disattese e ritardi .
Vi aspetto sempre con gentilezza, rispetto, pazienza ed educazione  buona lettura !!

Paola Andreoni

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Servizio Civile Universale 2023: le domande entro il 10 febbraio


È stato pubblicato il bando per la selezione di operatori volontari da impiegare in progetti afferenti a programmi di intervento di Servizio civile universale da realizzarsi in Italia e all’estero. Fino alle ore 14 di venerdì 10 febbraio è possibile presentare domanda di partecipazione a uno dei progetti che si realizzeranno tra il 2023 e il 2024 su tutto il territorio nazionale e all’estero.
Oltre la Lega del filo d’Oro anche  il Comune di Osimo  ha messo a disposizione alcuni posti per il nuovo anno. 

In particolare questi i progetti a disposizione nel Comune di Osimo:
Giovani Attivi 2023 – Sportello informa, educazione e promozione sociale.
Happy Senior –  Assistenza adulti e terza età.
Musei Diffusi 2 – Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, storico, civile.
Young for Children – Educazione e promozione culturale verso i minori.

Paola Andreoni 

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Sistemi autocratici e Sistemi liberal-democratici: un confronto che non ha confronto.

Una riflessione straordinariamente acuta, incisiva e stimolante che mette a confronto i sistemi autocratici di Cina e Russia e il nostro sistema liberal-democratico, spesso oggetto di severe critiche e condanne.

Articolo del prof. Angelo Panebianco pubblicato sul Corriere della Sera il 4 gennaio 2023. Tre anni fa era parso ad alcuni che i sistemi autocratici, Cina e Russia in particolare, si mostrassero meglio capaci di far fronte a crisi gravi come quella pandemica; oggi tutti i dati confermano invece la netta superiorità, su questo terreno come su diversi altri, dei sistemi liberal-democratici e una loro maggiore resilienza.

È al tempo stesso spaventoso e rassicurante il clamoroso fallimento cinese nella gestione della pandemia. E’ spaventoso per le conseguenze sanitarie: quel fallimento sta facendo ammalare milioni di cinesi e mette tutto il resto del mondo a rischio di una nuova ondata pandemica . E’ invece rassicurante per due motivi. Il primo è geo-politico. I teorici dell’inevitabile tramonto dell’Occidente forse si sbagliano. Forse la Cina non riuscirà a diventare, nemmeno fra qualche decennio, una superpotenza così forte da poter davvero tenere testa agli Stati Uniti. Né, come hanno previsto alcuni, la Cina tornerà presto ad essere, come era nel Seicento e nel Settecento (prima che iniziasse la Rivoluzione industriale in Gran Bretagna) il Paese più ricco e prospero del globo. L’autocrazia ha un prezzo. Il prezzo è l’eccesso di rigidità che impedisce ai governanti di fronteggiare sfide impreviste con pragmatismo e capacità di correggere , in corso d’opera, gli errori. Il secondo motivo è che il fallimento cinese dimostra urbi et orbi la superiorità delle società aperte e democratiche rispetto alle autocrazie. Una superiorità molto concreta, non astratta o ideologica: è impietoso il confronto fra il modo efficace – una volta superata la prima fase di disorientamento e di sbandamento- con cui il mondo occidentale ha saputo fronteggiare la pandemia e il fallimento cinese. Fallimento che i cinesi, a dispetto di ogni evidenza, si ostinano a negare. Come mostrano anche le proteste delle autorità cinesi contro quei Paesi che, come l’Italia, sottopongono a controllo sanitario i viaggiatori in arrivo dalla Cina. Nonché il loro rifiuto di accettare i vaccini occidentali offerti dalla UE.
Hanno una cosa in comune la mala gestione cinese dell’emergenza Covid e l’incapacità russa di sconfiggere l’Ucraina. Pur con le loro grandi differenze le autocrazie cinese e russa sono accomunate dalla incapacità/impossibilità di comprendere quale potente risorsa sia la libertà individuale, quale forza essa sprigioni e con quali benefici effetti per i gruppi umani in cui essa è sufficientemente tutelata. I paralleli storici sono sempre arditi ma si può dire che Putin sia incorso in un errore simile a quello commesso, all’inizio del Quinto secolo avanti Cristo, dal potente impero persiano quando invase la Grecia : venne sconfitto perché sottovalutò quanta energia potessero accumulare e spendere in battaglia gli uomini liberi delle città greche. Per le stesse ragioni, Putin ha sottovalutato gli ucraini. Nonché gli occidentali, ivi compresi i pacifici europei, consapevoli , fin dall’inizio del conflitto , del fatto che sostenendo l’Ucraina stanno proteggendo le proprie libertà.
Che le autocrazie non comprendano quali conseguenze benefiche per la collettività sia in grado di generare la libertà individuale è normale, scontato. Ma che dire di tutti quegli occidentali che pur da sempre abituati a godere delle libertà che le nostre società assicurano anche a loro, tuttavia le disprezzano o comunque non ne comprendono i vantaggi? Da dove nasce questa specie di blocco mentale? I nemici occidentali delle libertà occidentali , per lo più, non dicono oggi , come dicevano un tempo, che le democrazie liberali rappresentino il male. Ma, proprio come allora , la loro bestia nera è sempre il mercato. Come se, senza mercato , possano sussistere società aperta, democrazia, libertà individuali. Puntano il dito contro i “fallimenti del mercato” (che certamente , periodicamente, si verificano ) ma vogliono curarli a colpi di Stato, espandendo il ruolo e la presenza dello Stato. Fingono di non sapere che i “fallimenti dello Stato” (da Pechino a Mosca, da Teheran a Caracas, e in tanti altri posti) provocano conseguenze infinitamente più gravi , più devastanti, e durature. Anche lasciando da parte i casi più drammatici ed evidenti, per limitarci a un esempio di casa nostra, quanto è servito fin qui l’eccesso di statualità che da sempre affligge l’economia del Mezzogiorno d’Italia per curarne i mali?
Dietro l’ostilità per il mercato si intravvede la diffidenza per la libertà individuale e per il mondo “caotico” che, apparentemente, essa alimenta. Un caos da curare, secondo certi medici, con dosi massicce di statualità, sostituendo il comando statale (inevitabilmente di pochi) alla libertà di azione dei tanti. Grazie a quella libertà d’azione le società aperte occidentali hanno un dinamismo che manca ad altre società e, in più, i loro sistemi democratici hanno la capacità di correggere gli errori e gli effetti perversi che le azioni dei tanti possono provocare.
Proprio la pandemia dimostra i vantaggi della società aperta ,e del mercato che ne è una componente indispensabile. E’ grazie alla libertà di impresa che , in brevissimo tempo, abbiamo potuto disporre di vaccini in grado di combattere la malattia. Dove non c’è società aperta, dove lo Stato pretende di sostituirsi al mercato, niente del genere può accadere. Non solo la mancanza di libertà impedisce di trovare soluzioni efficaci per fronteggiare le emergenze. Ma, per giunta, le misure adottate dalle autocrazie risultano sempre aberranti, impongono costi sociali altissimi e aggravano anziché risolvere i problemi. La “cura” usata a lungo dalle autorità cinesi , la chiusura totale e feroce di intere città, l’imprigionamento dei propri sudditi, è servita a generare sofferenza nella popolazione ma non a debellare la malattia. Si è trattato di misure praticabili solo ove non esistono cittadini ma sudditi, ove la libertà individuale è inesistente. Misure che le democrazie occidentali non avrebbero mai potuto adottare . E’ sufficiente pensare che qui da noi sono bastate certe blande, ma necessarie, misure emergenziali per fare gridare alcuni allo scandalo: ricordate il green pass e le sciocchezze sulla “dittatura sanitaria”? Per sapere cosa fosse una vera dittatura sanitaria bisognava visitare la Cina. Giusto a proposito di “fallimenti dello Stato”.
Non si può dare per scontato che nel conflitto fra società aperte e società chiuse, fra democrazie e autocrazie, la vittoria finale debba andare necessariamente alle prime. Ma, per lo meno, sappiamo che il nostro mondo possiede risorse (morali prima ancora che materiali) che altri non hanno.
prof. Angelo Panebianco


Come conclude il prof., “nulla ancora di scontato, ma sicuramente sappiamo che il nostro mondo ( pur con difetti e migliorabile) possiede risorse morali prima ancora che materiali che altri non hanno”.
Paola Andreoni
 

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Il servizio civile presso la Lega del Filo d’Oro: un’importante opportunità per vivere un’esperienza di solidarietà

La Lega del Filo d’Oro apre, in 10 regioni, le domande di partecipazione all’edizione 2023 del Servizio Civile Universale, per inserire 40 volontari in 2 progetti volti a vivere un’esperienza di solidarietà, aiutando le persone sordocieche ad uscire dal loro isolamento. La domanda può essere inviata fino alle ore 14:00 di venerdì 10 febbraio 2023.
Requisiti: un’età compresa tra i 18 e i 29 anni non compiuti alla data di presentazione della domanda, un diploma di scuola media superiore e la patente di guida B.
La domanda di partecipazione deve essere inviata entro, e non oltre, le ore 14.00 di venerdì 10 febbraio alla Lega del Filo d’Oro collegandosi all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it.

Dal sito della Lega del Filo d’Oro (https://www.legadelfilodoro.it/it/servizio-civile-al-via-iscrizioni )

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Al 1° gennaio 2023 è scaduto l’ISEE, servirà rinnovarlo per non perdere prestazioni economiche sociali


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Con il 31 dicembre – e vale, anche per il 2022 – tutte le  Dichiarazioni Sostitutive Uniche ( DSU) sottoscritte nell’anno in corso scadono automaticamente. Servirà subito rinnovarla se si vorrà continuare a godere di certe prestazioni economiche a sostegno del nucleo familiare  che per forza di cose non vengono erogate una tantum, ma sono suddivise in tranches lungo un arco di tempo più lungo, sulla base di requisiti monitorati volta per volta (per il rinnovo ISEE 2023 è possibile rivolgersi ai vari CAF  in sede oppure online).

Gli esempi più lampanti sono ovviamente due: l’Assegno Unico, la cui durata è annuale, e quindi il rinnovo presuppone una nuova domanda con ISEE aggiornato, e poi c’è il Reddito/Pensione di Cittadinanza che come l’Assegno prevede un’erogazione a cadenza mensile. Ci sono infine i bonus sociali legati all’utenze domestiche (acqua, gas, luce) che rappresentano un caso analogo, anche se per una percentuale nettamente inferiore di utenti.

Ora, al di là di quelle che sono  le modifiche apportare dalla  manovra 2023 su Assegno Unico e RdC, resta fermo che sono entrambe prestazioni commisurate all’ISEE, di conseguenza la loro prosecuzione da un anno all’altro non può che passare dal rinnovo dell’indicatore economico, il cui calcolo guarda sempre ai dati reddituali e patrimoniali risalenti al 31/12 di due anni prima, fatta salva la possibilità di calcolare il cosiddetto ISEE “corrente” qualora ci sia stata nell’ultimo anno una significativa diminuzione di reddito e/o patrimonio. In ogni caso l’ISEE corrente deve avere comunque come base di partenza un ISEE valido ordinario, ciò significa che passato il 31/12 coloro che hanno in corso prestazioni come Assegno o RdC dovranno dotarsi di un ISEE 2023.

Prendiamo ad esempio il RdC, tra i cui requisiti spiccano un valore ISEE inferiore a 9.360 euro e un valore del patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro. Il Decreto 4/2019 che ha istituito il RdC, stabilisce appunto che “i requisiti economici di accesso si considerano posseduti per la durata dell’attestazione ISEE in vigore al momento di presentazione della domanda e sono verificati nuovamente solo in caso di presentazione di nuova Dsu, ferma restando la necessità di aggiornare l’ISEE alla scadenza del periodo di validità dell’indicatore”.

È dunque il discorso che facevamo: il legislatore dispone a chiare lettere l’obbligo di una nuova Dsu allo scadere di quella precedente. Volendo ipotizzare un caso pratico, un nucleo che abbia iniziato a percepire il RdC a giugno 2022 – quindi sulla base di una Dsu 2022 – sarà obbligato a richiedere una nuova Dsu dopo il 31 dicembre, nonostante il RdC abbia un arco di validità di 18 mesi. In altri termini la “marcia” delle 18 mensilità di un RdC partito a giugno 2022 non andranno avanti ininterrottamente fino a novembre 2023, ma saranno interrotte a gennaio 2023 qualora non sopraggiunga il rinnovo del vecchio ISEE 2022.

Idem nella sostanza anche per l’Assegno Unico, la cui durata è però un po’ più corta del RdC: 12 mesi anziché 18. Come sappiamo, l’importo dell’Assegno varia a seconda dell’ISEE entro un valore massimo di 40.000 euro. Superata invece la soglia di 40.000 l’Assegno spetta lo stesso ma nella sua misura minima standard di 50 euro al mese. Considerando allora che l’Assegno ha fatto il suo debutto a marzo 2022, chi ha iniziato a percepirlo da quel mese riceverà l’ultima tranche del primo anno a febbraio 2023, mentre a marzo comincerà a ricevere la prima mensilità del secondo anno. La condizione però è sempre la stessa: rinnovare l’ISEE subito a gennaio per ricevere senza interruzioni gli ultimi due mesi (gennaio-febbraio) della prima annualità, facendo poi partire a marzo 2023 la seconda.

Paola Andreoni 

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L’avete cercata……, la peggiore DESTRA è arrivata: DECRETO SICUREZZA norma per criminalizzare la solidarietà

Un decreto che introduce norme eticamente inaccettabili, che riduce fortemente la possibilità per le ong di porsi come un’ancora di salvataggio per i migranti. Il dovere di accoglienza e di soccorso è la base della civiltà. Per colpa di questo governo e di quanti lo sostengono il nostro Paese sta prendendo una deriva di disumanità, e spietatezza. Quella sulla Sicurezza è una norma che vuole criminalizzare la solidarietà  

Le ONG che si occupano di salvare vite sono iniezioni di umanità, esempio di responsabilità e solidarietà. Chi prende la via del mare a dicembre e gennaio non lo fa per fare una crociera.
L’imposizione data alle ONG di  effettuare UN UNICO SALVATAGGIO ALLA VOLTA è aberrante e la dice lunga sulla presunta  ispirazione evangelica questo governo.


E’ di oggi, inoltre la notizia che alla Ocean Viking di SOS MEDITERRANEE e alla Geo Barents di Medici senza Frontiere, che nei giorni scorsi hanno salvato e imbarcato 37 profughi nel mare antistante Lampedusa, e che hanno chiesto un porto di sbarco sicuro le nostre autorità marittime governative hanno risposto che devono dirigersi al porto di Ancona  a più di 1.500 chilometri di distanza, quattro giorni di navigazione con i rischi che tutto ciò può determinare.
Un chiaro segnale politico del governo, deciso a tenere le imbarcazioni delle ONG lontane più a lungo possibile dal teatro di tante tragedie e violazioni dei diritti umani.


Spero che i credenti ma anche quanti si ispirano ai valori di umanità si rivoltino di fronte queste aberrazioni.
Ma anche il Presidente della Repubblica come può tacere ?
Paola Andreoni 

La Ocean Viking ha chiesto alle autorità italiane un porto sicuro più vicino per sbarcare i 37 naufraghi a bordo. Le cattive condizioni atmosferiche che incontreranno durante il lungo viaggio potrebbero essere un notevole rischio per la loro salute. Il porto di Ancona ci impone una navigazione di 4 giorni. Al suo posto, sarebbe più indicato assegnare uno dei tantissimi porti del Sud, così da garantire lo sbarco dei naufraghi il prima possibile, come da convenzioni marittime internazionali” sostiene su twitter SOS MEDITERRANEE.

L’Italia ci ha appena assegnato Ancona come porto sicuro per lo sbarco delle 73 persone sopravvissute, tra cui 16 minori non accompagnati, che abbiamo soccorso poche ore fa da un gommone sovraffollato e in difficoltà, situato in acque internazionali al largo della Libia. Ci vorranno 3- 5 giorni di navigazione per raggiungere Ancona con il meteo che, secondo le previsioni, peggiorerà significativamente da lunedì” è la denuncia di Medici senza Frontiere sempre su twitter.

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Papa Benedetto XVI


Nell’Omelia, Papa Francesco  ha ricordato la figura di Benedetto sottolineandone la dedizione alla Chiesa sul modello rappresentato da Cristo stesso: «Il Signore, aperto alle storie che incontrava lungo il cammino, si lasciò cesellare dalla volontà di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo fino a vedere le sue mani piagate per amore: “Guarda le mie mani”, disse a Tommaso, e lo dice ad ognuno di noi. Mani piagate che vanno incontro e non cessano di offrirsi, affinché conosciamo l’amore che Dio ha per noi e crediamo in esso. ”Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” è l’invito e il programma di vita che sussurra e vuole modellare come un vasaio il cuore del pastore, fino a che palpitino in esso i medesimi sentimenti di Cristo Gesù. Dedizione grata di servizio al Signore e al suo Popolo che nasce dall’aver accolto un dono totalmente gratuito». Questo è stato, in ultima analisi, il percorso umano di Benedetto.
«È la condiscendenza di Dio – ha proseguito Francesco – e la sua vicinanza capace di porsi nelle mani fragili dei suoi discepoli per nutrire il suo popolo e dire con Lui: prendete e mangiate, prendete e bevete, questo è il mio corpo che si offre per voi. Dedizione orante, che si plasma e si affina silenziosamente tra i crocevia e le contraddizioni che il pastore deve affrontare e l’invito fiducioso a pascere il gregge. Come il Maestro, porta sulle spalle la stanchezza dell’intercessione e il logoramento dell’unzione per il suo popolo, specialmente là dove la bontà deve lottare e i fratelli vedono minacciata la loro dignità. In questo incontro di intercessione il Signore va generando la mitezza capace di capire, accogliere, sperare e scommettere al di là delle incomprensioni che ciò può suscitare. Fecondità invisibile e inafferrabile, che nasce dal sapere in quali mani si è posta la fiducia. Fiducia orante e adoratrice, capace di interpretare le azioni del pastore e adattare il suo cuore e le sue decisioni ai tempi di Dio».
«Anche noi – ha concluso il Papa – saldamente legati alle ultime parole del Signore e alla testimonianza che marcò la sua vita, vogliamo, come comunità ecclesiale, seguire le sue orme e affidare il nostro fratello alle mani del Padre: che queste mani di misericordia trovino la sua lampada accesa con l’olio del Vangelo, che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita. È il Popolo fedele di Dio che, riunito, accompagna e affida la vita di chi è stato suo pastore. Come le donne del Vangelo al sepolcro, siamo qui con il profumo della gratitudine e l’unguento della speranza per dimostrargli, ancora una volta, l’amore che non si perde; vogliamo farlo con la stessa unzione, sapienza, delicatezza e dedizione che egli ha saputo elargire nel corso degli anni. Vogliamo dire insieme: “Padre, nelle tue mani consegniamo il suo spirito”. Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce!».


Un Papa sobrio, sicuramente coraggioso e uomo di grande intelligenza.

Paola Andreoni 

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