Presentata la mozione consiliare ANTI-RONDE

Per evitare che nella nostra città vengano realizzate le ronde di cittadini, i gruppi consiliari del  Partito Democratico e della Sinistra e Libertà hanno presentato una mozione da discutere e votare in aula. Il provvedimento impegna il sindaco e la giunta a non avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per il controllo del territorio e a considerare la sicurezza dei cittadini come diritto inalienabile la cui tutela è compito primario e ineludibile dello Stato e delle forze dell’ordine. Con la mozione si chiede anche di esprimere questo orientamento al Prefetto e al comitato per l’Ordine pubblico e la sicurezza. Si chiedono inoltre  interventi  sulla strada dell’inclusione sociale, del dialogo interculturale e della democrazia partecipata, promuovendo la creazione di spazi di confronto e di conoscenza reciproca tra italiani e stranieri e favorendo l’impegno attivo e solidale dei cittadini.

Da parte di tutti i consiglieri firmatari della mozione – Andreoni P., Bernardini D., Cardinali F., Pugnaloni S., Severini A. e Franchini F – si afferma la considerazione che ” il tema della sicurezza e’ delicatissimo e tocca tutti ma va affrontato con responsabilita’ e consapevolezza e non attraverso le ronde.  Questo e’ un compito delicato, che lo Stato ha demandato alle forze dell’ordine alle quali devono andare piu’ fondi, piu’ personale e piu’ sostegno. La segnalazione dei problemi alle forze dell’ordine e’ gia’ un dovere civile dei cittadini, e non servono le c.d. ronde”.

Testo della MOZIONE:

oggetto:  Il Comune di Osimo  non si avvarrà della collaborazione di associazioni tra cittadini  non armati per il controllo del territorio”.

 I sottoscritti Consiglieri Comunali del Partito Democratico e della Sinistra e Libertà, propongono la seguente mozione da inserire, all’Ordine del Giorno della prossima riunione del Consiglio Comunale.
                                                                premesso
 che la sicurezza è un diritto inalienabile dei cittadini ma la sua tutela è compito primario e  ineludibile dello Stato e delle Forze dell’Ordine;

 che il Disegno di Legge n. 733-b del 2 luglio 2009, presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri (Berlusconi), dal Ministro dell’Interno (Maroni) e dal Ministro della Giustizia (Alfano) approvato dal Senato della Repubblica il 5 febbraio 2009 modificato dalla Camera dei deputati il 14 maggio 2009 e definitivamente approvato dal Senato nella seduta del 2 luglio 2009 avente ad oggetto “disposizioni in materia di sicurezza pubblica” prevede all’art. 52 che “Gli enti locali, previo parere del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, sono legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare agli organi di polizia locale, ovvero alle Forze di polizia dello Stato, eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale.”;
                                                               considerato
 – che l’obiettivo della sicurezza e della tranquillità sociale non può essere raggiunto mediante l’opera delle associazioni tra cittadini non armati, cioè attraverso l’affidamento del controllo del territorio a formazioni private di cittadini col rischio di avviare un processo di indebolimento del ruolo e delle funzioni dello Stato in materia di difesa della legalità e di ordine pubblico;
 – che tale misura inutile e di facciata, che mira a garantire la sicurezza dei cittadini a costo zero, danneggia l’immagine delle nostre città, alimenta il clima di paura e di xenofobia dovuto anche all’amplificazione strumentale da parte dei mass media di alcuni fatti di cronaca che vedrebbero protagonisti negativi solo gli stranieri;
– che tale soluzione del governo contrasta con il principio di neutralità che viene garantito dalle forze di polizia: le prime avvisaglie organizzative testimoniano infatti che c’è il fondato rischio che le cosiddette “ronde” siano promosse o ispirate da determinate forze politiche;
– che Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, nonostante le condizioni di difficoltà e di limitazione della loro operatività dovute ai tagli delle risorse imposti in questi anni, riescono ad assicurare sul territorio un apprezzabile servizio;
– che tale misura è ritenuta da tutti i Sindacati di Polizia e dal COCER dell’Arma dei carabinieri impraticabile e inconciliabile con l’impianto di sicurezza che si è dato il nostro Paese ed è considerata d’intralcio e di appesantimento per il lavoro stesso delle forze dell’ordine. In particolare, il Sindacato Autonomo di Polizia esorta i Sindaci delle grandi città a non mettere a repentaglio con tale utilizzo la vita dei cittadini;
– che l’Unione Camere Penali Italiane si oppone anch’essa alle “ronde” sottolineando che la sicurezza pubblica va tutelata con grande rigore e nel rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà costituzionali, con una presenza forte ed efficace delle istituzioni, degli organi di polizia e di prevenzione, con l’uso intelligente del potere esecutivo sul territorio senza cedere a scorciatoie semplificanti e senza far velo di principi dello Stato di diritto;
 – che anche l’Associazione Nazionale Magistrati ha ribadito che il fondamentale dovere civico dei cittadini sia quello di denunciare i fatti di reato come prevede il Codice e testimoniare nel processo, e come fondamentale per la tutela dell’ordine pubblico sia l’attività delle forze di polizia.

Tutto ciò premesso e considerato
propongono
che il Consiglio Comunale
impegni Sindaco e Giunta

 1) a non avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per il controllo del territorio – come previsto dal Disegno di Legge n. 733-b definitivamente approvato dal Senato nella seduta del 2 luglio 2009  all’art. 52 – e a considerare la sicurezza dei cittadini come diritto inalienabile la cui tutela è compito primario e ineludibile dello Stato e delle Forze dell’Ordine;
 2) a rappresentare tale orientamento a S.E. il Prefetto, al Comitato Provinciale per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza ed alle Forze dell’Ordine – Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza – presenti nel territorio comunale;
 3) ad attivare politiche ed iniziative di inclusione sociale, di dialogo interculturale e di democrazia partecipata, promuovendo la creazione di spazi di confronto e di conoscenza reciproca tra italiani e stranieri e favorendo l’impegno attivo e solidale dei cittadini. Nella consapevolezza che l’Ente Comunale non si occupa di ordine pubblico e che il suo spazio di intervento è quello della prevenzione;
 4) Ad operarsi per aumentare le risorse da destinare alla Polizia Municipale favorendo, con una maggiore presenza nei quartieri, la fattiva collaborazione tra cittadini e Forze dell’Ordine al fine di garantire la tranquillità e favorire la coesione sociale.
Osimo il 13 luglio 2009

  I consiglieri  comunali :   Paola Andreoni, Daniele Bernardini, Flavio Cardinali,  Simone Pugnaloni,  Argentina Severini,  Federica Franchini

Una Risposta

  1. “La mia ronda ha più ragione della tua”. Sembrerebbe una banale affermazione sulla quale poter fare commenti benevoli o su cui sorridere. Se non ci fosse invece da piangere. Nel comune di Massa, prima che altrove, si è purtroppo concretizzato ciò che, da un lato, si paventava e, dall’altro, era stato abbondantemente previsto e denunciato in Parlamento.
    Nella notte tra sabato e domenica scorsi, infatti, si sono verificati scontri tra ronde che hanno avuto tutto il sapore di un revival anni settanta, quando i ‘confronti dialettici’ erano tra fascisti e comunisti. Si tratta, c’è da temere, solo del primo degli episodi che con ogni probabilità caratterizzeranno questa corsa alla ronda.
    Quello che hanno riportato finora le cronache giornalistiche, però, dà soltanto un’idea di quello che è successo. In verità oltre a una notte di guerriglia urbana che ha visto coinvolto anche turisti seduti ai tavoli di un bar, gli scontri sono proseguiti durante la notte con il risultato che alle 4 del mattino è stata bloccata la stazione ferroviaria, in mattinata è stata assediata la questura, cui sono seguiti arresti, e cinque poliziotti sono stati condotti in ospedale, per fortuna con ferite lievi.
    Dunque, questo è il primo risultato dell’istituzione delle ronde volute dal ministro Maroni e inserite in un dispositivo del cosiddetto pacchetto sicurezza, dopo essere state in un primo momento bocciate a sorpresa, con votazione a scrutinio segreto. Non riusciamo a intravedere in tutto questo alcunché riferibile alla sicurezza; sembra, invece, si stia ingenerando insicurezza perché il paradosso evidente è che le stesse forze di polizia, piuttosto che impegnate in una lotta incessante contro la criminalità, gli spacciatori e quanti delinquono nella riviera apuo-versigliese, si sono trovate nella necessità di dover inseguire idioti alternativamente vestiti con una divisa diversa.

    Così, mentre si sollecitano gli animi sulla mancanza di sicurezza e si costruisce il consenso sulla paura, questo Governo continua a trascurare le necessità delle forze dell’ordine, arrivando – addirittura – a lasciare senza benzina le volanti della polizia, per non parlare dei 7 euro per gli straordinari a poliziotti e carabinieri a fronte dei 27 dati ai soldati che fanno mostra di sé agli angoli di alcune città italiane.

    Del resto, cosa ci si poteva aspettare di diverso? Un impegno così costante a innescare sensazioni di pericolo sociale e paura non poteva che trovare terreno fertile nella destra di questo Paese. E’ chiaro che l’approvazione della legge che riconosce l’utilizzazione delle ronde, sia pure non armate, per il controllo del territorio determinerà un’alterazione sia in termini di competenze in materia di sicurezza sia in termini di regressione culturale e giuridica.
    Insomma, si attribuiscono ai privati fette di competenza statale in materia di servizi di sicurezza e ordine pubblico senza tuttavia risolvere i problemi, anzi creandone con riferimento soprattutto alla incostituzionalità di alcune norme. E proprio questa era anche il senso della preoccupazione del Presidente Napolitano espressa nella sua lettera alle alte cariche dello Stato, dopo aver promulgato il ‘pacchetto sicurezza’. Il ministro dell’interno deve farci sapere al più presto come intende correggere questo provvedimento per evitare che le ronde possano degenerare in milizie o squadracce di partito o, soltanto, sprofondare nel ridicolo.
    di Franco Evangelisti

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