SQUALLIDI, TETRI ed IMBARAZZANTI: sgombero del centrorifugiati di Castelnuovo di Porto.

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Lo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto ( vicino Roma), dove c’era il secondo centro rifugiati più grande d’Italia, è un altro atto indegno, che offende la nostra storia e i principi sanciti nella Costituzione italiana.
Il ministro dell’interno ha mandato l’esercito per sgomberare il centro rifugiati, una struttura che accoglie 320 persone che l’esercito,  ha diviso tra uomini, donne e bambini e poi fatto allontanare senza prospettare altre soluzioni,  anche immediate per passare la notte.
Un metodo vergognoso e tra l’altro senza dare alcun preavviso  al sindaco della città.
I migranti, sono stati costretti ad abbandonare i propri alloggi dopo anni di integrazione. A Castel Nuovo di Porto erano stati avviati progetti di integrazione e  i bambini sono stati costretti ad  interrompere gli studi, e lasciare la  scuola senza neanche il tempo di poter salutare compagni di classe ed insegnanti.

Questo è il risultato e le conseguenze del così detto “decreto sicurezza” – votato da Lega e Mov5Stelle -,  che renderà le nostre città più insicure, creando nuovi irregolari e mandando a monte modelli di integrazione come quello alle porte di Roma. Tutto questo, immagino per l’ennesimo selfie trionfante di un ministro che usa l’arma degli sgomberi solo con i più deboli, mentre quando si tratta di cacciare i suoi amici fascisti di Casapound che occupano sedi pubbliche, finge di non sapere.

Tutta la mia solidarietà al sindaco, Riccardo Travaglini, ai cittadini di Castel Nuovo di Porto e ai migranti oggetto di tale inumana offesa e violenza di cui si sta macchiando il Paese.


Paola

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Liliana Segre: “Vi parlo da nonna, conservate le mie parole”

Un lungo applauso accoglie la senatrice a vita Liliana Segre al momento del suo arrivo sul palco del Teatro alla Scala di Milano.  Tutta la sala in piedi, toccata dalle sue parole:
“La vostra nonna ideale”, come ama definirsi. “Ascoltatela bene perché Liliana ci ricorda che la libertà non è uno stato di natura”, ricorda in apertura il direttore de La 7 Enrico Mentana, al fianco della senatrice sul palco. Poi prende Lei la parola:

“ Vi parlo come una nonna, sono qui per raccontarvi come un giorno sono stata espulsa dalla scuola quando avevo 8 anni per la sola colpa di essere nata. Per la colpa di essere ebrea. Ho sempre in testa l’immagine del re Vittorio Emanuele III mentre firma le leggi razziali, quel filo d’inchiostro che si ingrossa fino a diventare una rotaia, che porta verso ignota destinazione, la sintesi più chiara di come le Leggi razziste del 1938 furono il primo segno indelebile della Shoah in Italia. Solo in pochi scelsero di contestare quelle leggi ed il fascismo. Gli altri, per comodo, per pavidità o per indifferenza, scelsero il silenzio. E poi ricorda i passatori, che sfruttavano le disgrazie di ebrei e antifascisti, per fare soldi su chi cercava rifugio in Svizzera. Io li paragono agli scafisti di oggi, mercanti di morte che guadagnavano sulla pelle altrui. Li ho visti questi personaggi che poi si sono costruiti le loro villette nel varesotto. So chi sono. Ricordo la durezza della guardia svizzera che rifiutò a me e a mio padre la salvezza.
Anch’io sono stata una clandestina nella terra di nessuno, io lo so cosa vuol dire quando nessuno ti vuole, essere respinti quando le frontiere sono chiuse. Quando si ergono muri. Io lo so cosa vuol dire quando si nega l’asilo. Io sono una che le ha provate queste cose.
Ma come faccio a gridarlo a chi erge muri! 


Grazie Liliana Segre.

In attesa del 27 gennaio

Correva l’anno 1967, in un programma televisivo condotto da Caterina Caselli e Giorgio Gaber, che si intitolava “Diamoci del tu”, appariva per la prima volta in tv, nell’unico canale che allora esisteva, un giovane cantante. La Caselli lo presentò così: «Volevo presentarvi un mio amico, fa l’ultimo anno dell’università di Lettere: Francesco». Guccini prese la chitarra e iniziò a cantare: “Son morto con altri cento…”
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