Ricordo di Cesare Franchini “il bersagliere”, scomparso nei giorni scorsi

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Cesare Franchini è scomparso lo scorso 27 giugno   dopo una malattia che lo ha costretto a letto presso  una struttura ospedaliera, lontano dagli affetti a lui più cari, a causa delle misure restrittive sanitarie.
Chi era Cesare ? Un uomo buono e generoso, una persona dotata di grande spirito. Nato e cresciuto dentro le mura di Osimo, in zona Santa Palazia ( i genitori abitavano in vicolo Castel de’ Pulci) il padre Enrico, conosciuto in Osimo come “Americo” era infermiere all’Ospedale mentre la madre, la sign.ra Gatti Augusta, era casalinga. Primo di due fratelli ( Giordano e Bianca) Cesare il 3 settembre del 1962 ha sposato Livia Moresi con la quale ha condiviso gli ultimi 58 anni della sua vita, vivendo sempre in zona Borgo: Via Montello, Via Trento e da ultimo in via Ungheria. Una bella famiglia conosciuta da tutti anche per il fatto che sono stati i sarti di riferimento per quanti al Borgo e non solo avevano necessità di accorciare pantaloni, farsi un cappotto, aggiustare una camicia, farsi fare un bel vestito su misura.

 Era conosciutissimo ad Osimo, appunto, per il suo lavoro. Ha iniziato la professione di sarto fin da ragazzo apprendendo il mestiere dallo zio Antonelli Franco che gestiva una rinomata sartoria in Via Sacramento. Anche la futura moglie Livia,  era apprendista sarta ma presso un altro “mastro sarto” che aveva la sua bottega di fronte a quella dove imparava la nobile ed antica professione Cesare. Cesare apprendista sarto per uomini e Livia apprendista sarta per signore, era destino che le loro vite si  incontrassero   e si legassero per sempre.

E con il matrimonio hanno unito, ben presto, anche la vita professione. Una volta, infatti,  appreso “sul campo”  il mestiere  si sono messi in proprio, mettendo in comune le loro macchine per cucire, i forbicioni ( per il taglio della stoffa), le squadre, le riga, i centimetri,  gli spilli, il manichino sartoriale a busto  e tutti gli altri accessori del mestiere. La loro casa è stata la loro bottega ed insieme  hanno condiviso – confrontando le loro sensibilità, la manualità ed i gusti – il servizio ai clienti (signore e signori) nella realizzazione di abiti, giacche, cappotti, pantaloni e camicie in tutti i suoi passaggi: dal modello al taglio della stoffa, dalle misurazioni e correzioni, alla cucitura, alla rifinitura e alla stiratura.

 Di Cesare e Livia i loro clienti ricordano ancora oggi la loro disponibilità, cortesia, attenzione, precisione nel loro mestiere.

Con l’avvento delle  fabbriche tessili e degli abiti confezionati in serie la professione dei sarti, pian piano, è diventata un mestiere “di una volta”, un mestiere che, sebbene legato a una “nobile” e dignitosa tradizione artigianale ormai appartiene al passato.

A questo inevitabile destino non si sono potuti sottrarre Cesare e Livia e i tanti artigiani sarti di cui anche la nostra città era ricca.

Consapevole che le cose stavano inevitabilmente cambiando Cesare con l’umiltà e la dedizione che ha sempre caratterizzato la sua vita prova a fare domanda per essere assunto come  bidello nelle Scuole. Dopo diversi incarichi a tempo determinato nelle scuole medie di Passatempo ed Offagna entra fisso, come bidello, alla Scuola media Caio Giulio Cesare e nella scuola di Piazzale Bellini  rimarrà in servizio  fino al raggiungimento della pensione nel giugno del 1999.
Un ruolo che Cesare ha svolto con serietà e dedizione. Stimato ed apprezzato da tutti gli insegnanti e dai genitori. Dal carattere apparentemente  severo, era sempre pronto a scherzare quando se ne presentava l’occasione e a richiamare ai propri doveri gli studenti.

 Benvoluto da generazioni di giovani osimani che per anni hanno ascoltato i suoi consigli e sono stati incoraggiati dal suo sorriso prima di entrare in classe per l’inizio delle lezioni.

Cesare Franchini era conosciuto in Osimo oltre che per la sua professione di sarto-bidello, anche per la passione ed attaccamento alla locale sezione dei bersaglieri che considerava come la sua seconda famiglia. Divisa da bersagliere  che aveva abbracciato al tempo del militare svolto a Caserta e poi a Novara al 3° Reggimento Bersaglieri congedandosi nel marzo del 1961 con il grado di   “Caporal Maggiore” e che negli anni è rimasta viva come “spirito”. Raccontano i figli che il suo motto è sempre stato “Bersagliere a vent’anni, bersagliere per tutta la vita” e che il nome del figlio Alessandro è stato scelto proprio in onore al generale Alessandro La Marmora fondatore del Corpo dei Bersaglieri.

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Attaccatissimo ai “cappelli piumati” ha partecipato a tutti i Raduni Nazionali dei Bersaglieri in ogni parte d’Italia dal tempo del congedo fino ai tempi recenti.

In occasione dell’arrivo dei “fanti piumati” ad Osimo, nel giugno del 2000, la Sezione “Enrico Trillini di Osimo” gli ha tributato una bellissima targa a riconoscimento del suo impegno ed instancabile presenza, con la particolare menzione:

A Cesare per aver sempre rappresentato la Sezione di Osimo nei raduni e nelle commemorazioni varie, sfilando ed innalzando il labaro al cielo con orgoglio, ardore e fierezza“.

Se ne è andata a 82 anni una persona conosciuta e stimata da tutta la nostra intera comunità osimana.  Ho avuto il piacere di condividere con Cesare valori ed impegni. Lo ricordo sempre presente a tutti gli appuntamenti istituzionali  con il  labaro, ricco di medaglie, dell’Associazione  bersaglieri della “Sezione Enrico Trillini “ di cui andava orgoglioso,  le “piume al vento” portate fieramente sul capo e con quello spirito altruistico, affabile che lo ha sempre contraddistinto.

Cesare mancherà alla sua famiglia a Livia, ai suoi figli Alessandro e Naida, alle nipoti Monica, Sofia e Selene per i quali resterà una  testimonianza viva di valori quali rispetto, giustizia e lealtà.

La sua memoria rimarrà viva anche nei suoi amici bersaglieri osimani: Giancarlo Angeloni, Giuseppe Palanca, Augusto Bianchi, Maurizio Pesaresi, Gualfardo Pistola, Franco Canullo, Marco Giuliodori e Olivo Marini.

Termino questo ricordo inviando alla famiglia ed ai soci amici dell’ Associazione osimana Bersaglieri le mie più sentite condoglianze.


Paola Andreoni, vice Sindaco di Osimo

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