#Osimane: le quattro sorelle Falcetelli, tutte per una, una per tutte.

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Non sarà certo un primato da Guinnes  World Record come “famiglia più longeva del pianeta” ma le quattro sorelle Falcetelli, osimane doc,  con i loro rispettivi 90 e passa anni sommano più di 360 anni di storia.  Clara di 94 anni (la maggiore  vedova Tarquinio Coppari) da anni residente in Ancona, Gina di 93 anni ( vedova Giocondo Castellani ) conosciuta al Borgo dove con il marito hanno gestito per tanti anni la tabaccheria, Marina detta Ada classe 1929 ( vedova Marino Agostinelli ),  e la più “piccola” Bruna, vedova Guido Stronati,   che anche lei il prossimo 12 agosto compirà 90 anni.

La famiglia Falcetelli abitava, un tempo, a San Paterniano, e nella frazione le sorelle sono cresciute ed hanno vissuto i fatti e le persone del luogo: il passaggio del fronte e le tragedie della guerra, i cambiamenti della frazione.
Il padre Marino era invalido di guerra, Cavaliere di Vittorio Veneto. Nato a Filottrano il 10 ottobre 1895 ( morirà in Osimo il 28/11/1967) era tornato dal fronte della 1^ Grande Guerra, ad appena 23 anni,  senza una gamba e con tanti sogni nel cassetto svaniti.
Senza perdersi d’animo e sempre con “tanta speranza di vita” e anche  grazie al suo carattere di persona genuina buona e generosa riuscì  a conquistarsi le grazie e a sposarsi con la giovane di San Paterniano ( conosciuta prima della partenza per il fronte): Carlotti Enrica classe 1898 ( n. 12/02/1898 deceduta in Osimo il 26/02/1976).
La famiglia Falcetelli abitava dietro la storica “figuretta sacra” della Madonnina, proprio sotto il Monte della Crescia dove si sono combattuti nel giugno del 1942 gli ultimi aspri scambi di artiglieria tra le truppe tedesche arroccate su  “quota 360” e le forze di liberazione anglo polacche.
Una casa modestissima la loro, come tutte le altre case presenti nella frazione a quell’epoca. Non erano contadini nè avevano un terreno, la casa era disposta su due piani, al basso la cucina – unica stanza dotata di riscaldamento perchè provvista di una stufa alimentata a legna -, sopra due camere: quella dei coniugi Falcetelli e quella unica dove le quattro sorelle vivevano, si sono scontrate, divertite, scambiate confidenze e vestiti, finchè non si sono maritate. Adiacente la casa, trovava posto la stalla con il cavallo, il carretto, i gabbioni per le galline e i conigli e gli attrezzi di lavoro di Marino. Marino, infatti, come detto, invalido di guerra si era inventato il lavoro di  “pollivendolo”: venditore autorizzato di uova e galline.
Tutte le mattine all’alba con il suo carretto trainato dal cavallo di proprietà con il carico di galline, uova e conigli partiva da San Paterniano alla volta dei mercati di Jesi, Filottrano, Montoro, Osimo, Ancona e Castelfidardo.
Prima solo, ma appena le sue ragazze ebbero compiuto 10 anni, nel carretto sulla via dei mercati, c’erano anche loro: Clara e Bruna, con il compito di aiutare a scaricare e sistemare in bella vista la bancarella   con il prezioso carico; Gina e Ada, invece, con il compito  di  gestire, vigilare  e fare tesoro della cassa, frutto dell’incasso delle vendite.   Spensierate e divertite per gli avventurosi viaggi, ed anche felici di essere di aiuto a quel padre, omaccione senza una gamba che si muoveva con una stampella, buono e paziente soprannominato da tutti i clienti, fornitori: “Manuè”; mentre per la comunità di San Paterniano era: ” Marino de Carlottu”

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Clara, Gina, Ada e Bruna: le sorelle Falcetelli

Clara Falcetelli ( all’anagrafe “Filomena“) nata a San Paterniano di Osimo l’8 agosto 1926, è la maggiore delle sorelle Falcetelli e si è sposata a 19 anni  con il giovane (anche lui di San Paterniano) Tarquinio Coppari nella chiesetta parrocchiale della frazione di San Paterniano. Una vita anche quella di Clara segnata dal lavoro e dai sacrifici. Appena sposata ha seguito il marito in Ancona dove Tarquinio aveva aperto una autofficina. La vita in Ancona (soprattutto i primi tempi) è stata dura, non era  come quella vissuta in Osimo, a San Paterniano, dove la gente si aiutava l’uno con l’altro, dove tutti si conoscevano e si volevano bene. Anche lei per essere di aiuto economico alla famiglia andava a servire. Era donna di servizio in più famiglie facoltose anconetane dove è stata sempre apprezzata per la sua capacità di  “sistemare casa” e la sua gustosissima cucina tradizionale osimana. Tanti sacrifici per un sogno nel cassetto: comprarsi una casa tutta loro, Clara, Tarquinio e la loro figlia Liala,  in Ancona.
Un sogno fattosi realtà e goduto per alcuni mesi nella bella e centrale “piazza del Papa” prima che il 14 giugno del 1972 – il terribile terremoto di Ancona – non lo riducesse a brandelli.
Senza casa, senza lavoro, i risparmi di una vita ridotti in polvere, sfollati prima in Osimo e poi in Ancona. Cadere fa parte della vita, ma rialzarsi  è vivere e questa legge della vita la conoscono bene le Falcetelli.  Lavoro, tanta determinazione e tanto coraggio e dopo alcuni anni  la serenità  è ritornata a splendere a casa di Clara: l’arrivo dei nipoti, la tranquillità economica e il successo della bella intuizione di Tarquinio di buttarsi nel commercio delle biciclette.
Oggi Clara, dopo la perdita del marito Tarquinio, vive in Ancona con la figlia Liala e il genero Lamberto, circondata dall’affetto dei nipoti e della pronipote e sempre in stretto contatto telefonico, vigila (da buona sorella maggiore) sulla salute delle sorelle.

Gina Falcetelli nata a San Paterniano di Osimo il 17 ottobre 1927 anche lei, come d’altronde tutte le sorelle, sposata dal parroco Don Fulvio Badaloni  nella chiesetta della frazione. Le nozze sono avvenute il 12 ottobre 1947 con il giovane Giocondo Castellani classe 1922 ( anche se nei registri dell’anagrafe la data dell’atto di nascita risulta  il 1 gennaio 1923), osimano del “borgo” di professione commerciante ambulante.
Conosciuti al “Borgo” perchè dal 1962 al 1986, Gina e Giocondo ( detto Berà) per quasi 25 anni hanno gestito lo “spaccio” ora Bianchi.
Gina appena compiuto l’obbligo scolastico avendo dimostrato un certo interesse per i vestiti e la sartoria è stata indirizzata dai genitori da una abile artigiana-sarta di San Paterniano, la sig.ra “Milia” Scarponi (detta Pierella), presso la quale  ha appreso i segreti del mestiere. Una abilità che Gina, dopo essersi sposata ed anche quando  aveva il suo ben da fare ad aiutare il marito nella conduzione del negozio di via Trento, ha sempre portato avanti, con la sua macchina da cucire Singer.
Gina, rimasta vedova nel marzo 2014, attualmente  abita a Chiaravalle, vicina alla famiglia del figlio Gioacchino anche lui molto conosciuto in Osimo come apprezzato fotoamatore, con la nuora Gabriella e i tre nipoti.

Ada Falcetelli ( all’anagrafeMarina) nata a San Paterniano di Osimo il 26 giugno 1929 anche lei, come d’altronde tutte le sorelle, sposata dal parroco Don Fulvio Badaloni  nella chiesetta della frazione. Le nozze sono avvenute il 5 ottobre 1952 con il giovane Marino Agostinelli classe 1923 (nato in Osimo il 11/11/1923 e deceduto in Osimo il 20/12/2000) osimano originario della frazione dell’Abbadia di professione operaio presso la Fornace Fagioli. E’ alla Fornace di Fagioli, nell’ambiente del lavoro tra un mattone e un coppo da “sfornare” che Marina ( da tutti conosciuta con il nome di Ada) e Marino si sono conosciuti. Una volte erano tante le ragazze-donne che trovavano impiego ( la parola più precisa sarebbe “fatica”) alla fornace. Il compito delle donne era quello  di spingere carrelli che contenevano i mattoni appena usciti dall’argilla che venivano portati ad essiccare nei seccatoi che erano delle tettoie ricoperte di tegole, aperte ai lati, dove si mettevano lunghe file di mattoni ad asciugare (ai lati c’erano i stuoini di paglia che si facevano scendere quando pioveva e quando c’era troppo sole).
Ada aveva appena compiuto 18 anni quando ha iniziato a lavorare alla Fornace. Con lei altre ragazze di San Paterniano e della Villa. Si davano appuntamento, all’alba,  davanti la “figuretta di San Paterniano”, il tempo per recitare un’Ave Maria e poi partivano tutte insieme ognuna con la sua bicicletta, con il fagottino del pranzo alla volta di Osimo. Bruna e tante altre con meta la fabbrica di tabacchi in zona San Marco, Ada arrivava invece  in fondo a via Olimpia alla Fornace di “sor Emilio Fagioli”. Non c’era nulla che le fermasse le cicliste operaie della Villa e di San Paterniano: pioggia, vento, la strada polverosa e piena di buche di via Chiaravallese, il silenzio e il cuore in gola quando transitavano vicino il cimitero maggiore, il lumeggiare dell’alba e le serate buie dell’inverno. Ricordano Ada e Bruna che pur stanche per il duro lavoro o assonnate la mattina era, quello, per loro un momento di spensieratezza, si chiacchierava, si cantava e ci si raccontava i sogni e le tante speranze. Torniamo ad Ada la terzogenita.
Racconta Ada ” ci siamo sposati alla chiesetta di San Paterniano una cerimonia condivisa con un’altra coppia di sposi, Paoloni e …. detta “Piera della Roscia”, una volta il prete e la chiesa  non aveva tempo e spazi per dedicarci una esclusiva cerimonia. Dopo la cerimonia con una corriera, presa in affitto da babbo Marino, noi sposi con i nostri rispettivi genitori fratelli e le sorelle,  i loro mariti, le cugine ci siamo tutti trasferiti all’Abbadia dove nella casa paterna di Marino ( lo sposo) avevamo organizzato il pranzo di matrimonio. Prima di arrivare all’Abbadia abbiamo fatto tappa, naturalmente,  a Piazza Nuova per le foto.”
Dopo cinque anni vissuti nella casa dei suoceri all’Abbadia dove sono nate le primogenite Patrizia e Valeria,  la famiglia Agostinelli allargata anche alla suocera e ad una sorella nubile di Marino ( per tutti i parenti “zia Maria”) si trasferisce nel 1957 al centro storico di Osimo in via Cappuccini dove ha abitato fino al 1979, per poi trasferirsi in zona Sacra Famiglia. Ed è qui che oggi Ada vive accudita dai figli Valeria, Patrizia ed Alessandro e dove incanta i nipoti  che le vengono  a farle visita con i suoi racconti ed aneddoti giovanili.

Bruna Falcetelli nata a San Paterniano di Osimo il 12 agosto 1930 la più piccola delle quattro sorelle che solo quest’anno spegnerà le novanta candeline della sua vita.
Ricorda Bruna, ancora vivamente il passaggio del fronte,  nel giugno del 1942 quando con l’arrivo delle truppe polacche  liberatrici e l’arroccamento dei tedeschi sul Monte della Crescia, la loro casa si era venuta a trovare proprio in mezzo tra le due postazioni nemiche, con i scambi di mortai e colpi di mitra che sibilavano sopra il loro tetto.
Ricorda, lei appena dodicenne, la paura, la preoccupazione dei genitori Marino ed Enrica e la decisione ad abbandonare la casa paterna con tutte e tre le sorelle, (portando con loro solo le cose essenziali)  costrette per la loro incolumità personale a lasciare casa e grazie  alla solidarietà di alcuni vicini, sollecitati anche dal parroco  don Fulvio Badaloni, a rifugiarsi sfollati per diversi giorni,  a casa di Albino Stacchiotti.
Del lavoro del padre Marino e dei mercati frequentati ricorda in particolare che ad Osimo c’erano due appuntamenti settimanali: il giovedì e la domenica mattina. Con il carretto che conteneva la preziosa merce di galline, polli, anatre, conigli e tante uova trainato dal cavallo si arrivava fino a Jesi e gli imprevisti per strada non erano insoliti, ma a quei tempi la solidarietà era un valore senza confini. E’ successo diverse volte che il carro, un giorno, ha  perso una ruota, o che un improvviso temporale li ha bloccato sulla via ed altri incidenti,  ma sempre o un passante o qualcuno sulla strada provvidenzialmente è venuto in loro soccorso ed aiutarli.
Le nozze sono avvenute il 12 settembre 1957 con il giovane Guido Stronati classe 1932 osimano la cui famiglia risiedeva alle pendici di Monte Santo Pietro sulla via Chiaravallese di professione operaio fornaciaio presso la Fornace Fagioli.
Bruna ha conosciuto il “lavoro” fin da quando era piccolissima. Racconta che alla 2^ elementare la maestra la promosse, ma secondo Lei non per meriti scolastici ma solo perchè tutti i pomeriggi accudiva la figlia dell’insegnante.  Ha poi lavorato ai tabacchi ai “Tre Archi” da Tullio Alessandrini, alla Fornace di Fagioli (dove ha conosciuto il futuro marito) e poi come collaboratrice domestica ( una volta si diceva semplicemente “donna a servizio”) presso tante famiglie osimane dove ha curato le case, cucinato, fatto le pulizie fintanto che i figli erano occupati a scuola. Rimasta vedova a 50 anni con i figli studenti si è fatta carico lei della famiglia facendo proseguire gli studi universitari ai figli. Oggi attorniata dall’affetto dei figli e dei nipoti festeggia anche lei, da ultima, il traguardo   dei novantanni già raggiunto dalle sorelle.

Una bella testimonianza quella di Clara, Gina, Ada e Bruna le cui vite hanno chiaramente un filo conduttore comune che collega  in modo molto coerente passato, presente e futuro della loro esistenza. Il loro legame è sempre molto forte, anche oggi che la loro salute e la grinta  non è più quella di ferro di una volta.
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Un in bocca al lupo e tanti auguri  a Bruna, Clara, Gina, e Ada  da parte mia che sono entrata nelle loro famiglie, esteso  e condiviso, sicuramente, da parte di tutta la nostra comunità cittadina.
Paola

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