Si chiamava Hind Rajab, aveva sei anni: una morte che deve far vergognare tutti noi


L’auto nera Kia su cui Hind viaggiava con gli zii e tre cugini è stata crivellata di proiettile a Gaza city. Una macchina di una famiglia, terrorizzata che cercava di portare in salvo e al sicuro figli e nipoti. Ma qualcuno ha preso, da remoto, da comode sedie di ufficio, la decisione che quella auto andava colpita. Una “missione di guerra chirurgica” come si tiene a precisare in questi casi,  che ha ucciso tutti i componenti del veicolo: due adulti e tre bambini ma no Hind Rajab, bambina di sei anni rimasta intrappolata in un’auto, circondata dai corpi dei suoi parenti morti.
Hind ha gridato aiuto, supplicando gli operatori della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) per tre ore affinché qualcuno la salvasse. Ha implorato aiuto: “Vieni a prendermi, verrai a prendermi? Sono così spaventata. Per favore vieni. Per favore, chiama qualcuno che venga a prendermi.
Ma i soldati hanno sparato anche contro l’ambulanza che, secondo quanto riferito, aveva ricevuto il permesso di salvare Hind. Due paramedici hanno perso la vita. Poi le grida di Hind sono state definitivamente interrotte a causa del rumore di nuovi pesanti spari.

Una  vergogna che sta continuando quotidianamente per coloro che hanno iniziato questa guerra e per coloro che hanno deciso  di prolungarla .

Ma la vergogna riguarda tutti noi, europei, italiani,  tutti noi che siamo complici, semplicemente distogliendo lo sguardo da quanto sta accadendo in questa lingua di terra, senza impedire ai soldati israeliani di compiere tali nefaste azioni contro innocenti.
Il nostro istinto umano e il desiderio di aiutare i bambini innocenti dovrebbero essere universali: la nostra umanità non dovrebbe fermarsi ai confini.

È una vergogna per coloro che cercano di bilanciare le colpe. La vita dei bambini ovunque sia valutata allo stesso modo e riceva lo stesso livello di aiuto e protezione.
Nessun bambino deve mai nascondersi sotto i cadaveri di suo zio, sua zia e di tre cugini per cercare di sopravvivere.
Nessun tentativo coraggioso di salvataggio da parte di una bambina può essere sabotato.

Ci aspettiamo di non dover mai ascoltare filmati audio che rivelano le inquietanti parole finali di una bambina che implora qualcuno di “Vieni a prendermi, verrai a prendermi? Sono così spaventata. Per favore vieni. Per favore, chiama qualcuno che venga a prendermi.”
Ci aspettiamo che anche in guerra, a coloro che offrono aiuto – ambulanze, medici, personale ospedaliero – venga concesso un passaggio sicuro per farlo.

Ci aspettiamo che nessuna madre debba mai fare ciò che deve fare ora la madre di Hind: aspettare che qualcuno venga ritenuto responsabile della selvaggia uccisione di sua figlia. “Quante altre madri aspettano di provare questo dolore?” 

Ci aspettiamo che nessuno giustifichi l’uccisione di un bambino. E ci aspettiamo che chi detiene il potere risponda in modo umano ed empatico alla continua perdita di vite umane in numeri estremi e oltraggiosi. Hind non è la prima bambina perduta e non sarà l’ultima. Abbiamo assistito a una tragedia altrettanto scioccante nel 2015 , quando il corpo di Alan Kurdi, un bambino siriano di due anni, fu ritrovato su una spiaggia in Turchia.

La sua famiglia aveva intrapreso un viaggio pericoloso per sfuggire alla guerra civile. Il filmato del suo corpo minuscolo e senza vita che giace a faccia in giù sulla sabbia è diventato un simbolo della  crisi dei rifugiati. La sua morte ci ha quindi umiliato per l’esitazione del nostro governo ad accogliere i rifugiati e per non aver alleviato la sofferenza di così tanti bambini sfollati.

Non possiamo riportare indietro Hind. Non possiamo fermare il dolore di sua madre, o il dolore di decine di migliaia di genitori i cui figli sono stati uccisi dopo gli atroci attacchi del 7 ottobre.

Ma possiamo rendere Hind un simbolo di ciò che è andato perduto. Possiamo chiedere che la sua morte sia il punto di svolta di questa terribile guerra. Possiamo esigere che ciò non si ripeta ora a Rafah.

Possiamo semplicemente affermare come la sua morte svergogni questo governo per essersi rifiutato di chiedere un cessate il fuoco totale a Gaza.

Quanto succede nella striscia di Gaza, con l’uccisione di bambini innocenti è una vergogna per tutti noi.


Non ce la faccio proprio a capire come si possa perdere così ogni traccia di umanità.

Paola Andreoni 

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