#OSIMANI con l’hashtag: m°Mario Mosca pittore, incisore e litografo.

Continua la campagna #OSIMANI , volta a far conoscere il nostro territorio e la sua gente attraverso un galleria di volti e di storie raccontate in 140 caratteri (e oltre). Storie semplici ma veramente straordinarie.

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La persona che merita, questa volta,  la nostra attenzione per essersi particolarmente distinta nello svolgimento del proprio lavoro e per il contributo reso alla città  nella  promozione culturale e artistica è Mario MOSCA.
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Un artista della nostra città, cresciuto  tra i nostri vicoli e colline con  la bellezza della nostra campagna negli occhi.
Mario Mosca nasce il 26 settembre 1940 ad Osimo dove vive e incessantemente lavora. Cresce in una famiglia di artigiani, il padre Sisinio era uno stimato ed onesto artigiano-imbianchino abituato a guadagnare il pane da vivere  nella fatica del  duro lavoro quotidiano. Una famiglia semplice e solidale ma anche molto sensibile alle varie espressioni dell’arte: il teatro, la musica classica e sinfonica. Finito  il lavoro Sisinio si immergeva nella sua passione per  lo studio e la pratica della  musica quale  apprezzato “cornista” della banda musicale cittadina. I due figli Mario e Sandro sono cresciuti in questo ambiente  povero dal punto di vista economico ma ricco di valori  interiori e spirituali, incline  al senso della bellezza ( ascolto della buona musica, frequentazione del teatro ed ammirazione per tutto ciò che era espressione artistica: i monumenti cittadini, le nostre chiese, i panorami che le varie stagioni offrivano, alcune belle riviste che Sisinio non faceva mancare agli occhi attenti e curiosi dei suoi due figli).
Sisinio forse non avrà mai letto Dostoevskij e sarà stato all’oscuro del suo motto: “Il mondo sarà salvato dalla bellezza”; ma grazie a questo clima familiare stimolante verso gli orizzonti dell’interiorità, dell’immaginazione e della bellezza,  ha favorito nei suoi ragazzi la ricerca del buon gusto, l’attitudine dello spirito e dei sensi  a gustare e apprezzare le cose belle e raffinate.
Non c’è da stupirsi, quindi, se fin da piccolissimo ( 9-10 anni) Mario riproduceva  già molto bene i vari personaggi che comparivano su “Il Corriere dei Piccoli” e su “Il Vittorioso”. A 12 anni, a scuola, sotto la guida dell’ottimo professore di disegno Sardus Tronti, dipinse con i colori a tempera una splendida natura morta con tante varietà di pesci che sembravano veri, tanto che l’insegnante (che apprezzava con entusiasmo le grandi capacità artistiche del suo allievo) volle farla appendere alle pareti dell’istituto.

Mi racconta Mario che fin da piccolissimo eraffascinato dall’opera di Michelangelo, e che di notte, al lume di candela, leggeva le storie dei grandi maestri del Rinascimento, ne studiava ed ammirava le opere, provando a riprodurle  su fogli a carboncino centinai di volte. Fin da piccolissimo dipingeva ad olio e non avendo soldi necessari per acquistare i colori si arrangiava, impastando i colori – come un maestro del Rinascimento – con le terre colorate e l’olio di lino, mentre per i bianchi impastava la biacca di zinco con risultati stupefacenti per la bellezza e compattezza dei colori che, a distanza di tanti anni hanno mantenuto ancora una freschezza incredibile.
Ha dovuto sempre arrangiarsi per i materiali. Per le tele, ad esempio, aveva scoperto che sua madre conservava dentro il  comò diversi rotoli di tela tessuta a mano  per lenzuola ( era il corredo delle spose  di un tempo che tutte le donne portavano in dote). All’insaputa di tutti, ogni volta che aveva necessità di dipingere un quadro, ritagliava grossi pezzi di tela che inchiodava su di un rudimentale telaio realizzato con quattro strisce di legno racimolate nella bottega dello zio Vittore che faceva il falegname.
Il fratello Sandro più piccolo di tre anni, ancora lo ricorda giovanissimo partire la mattina di buon’ora armato di pennelli, tavolozza, colori e cavalletto diretto “ai piedi” del borgo per ritrarre “en plein air” scorci di via Trento e di via Roncisvalle. La campagna osimana, la vita cittadina, infatti,  sono stati i primi soggetti dei dipinti di Mario Mosca.
Ricorda Mario l’emozione e la felicità per il primo dipinto venduto, ( aveva all’incirca 14 anni) che fu acquistato dalla moglie di un bancario osimano per 500 lire e tre uova fresche. Seguirono,  con grande soddisfazione, altre importanti negoziazioni: il Presidente di allora della Banca Popolare di Osimo, il dott. Tullio Alessandrini, gli commissionò due tele per il salone della banca: entrambe di notevoli dimensioni raffiguranti, una il Duomo di Osimo, l’altra il campanile di San Marco dalla piazza del mercato dei buoi. Anche il Direttore della “banchetta popolare”, avv. Ugo Sinibaldi,  è stato uno dei primi acquirenti, una bella tela, raffigurante Osimo, che per tanti anni ha abbellito l’ufficio direzione della banca di piazza Gallo.
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Tanti bei attestati di stima che incoraggiarono il giovane pittore osimano nel proprio talento. Il primo riconoscimento importante  arrivò alla prima mostra a cui Mario, nel lontano 1957, partecipò. Si trattava di  una mostra nazionale che si teneva a Jesi, presso il palazzo della Signoria, Mario ci partecipò partendo da Osimo con il suo “scassatissimo” motorino. A questo primo concorso ne seguirono altri, tutti coronati da  successi ed apprezzamenti che contribuirono a rafforzare la motivazione che quella dell’arte era la sua strada e la forte motivazione che quella passione poteva diventare anche la sua professione che gli avrebbe permesso di che vivere.
Importanti sono stati per la sua crescita artistica alcuni incontri, primo tra tutti quello con il grande artista xilografo osimano,  Bruno da Osimo.

L’incontro con Bruno da Osimo, avvenne grazie ad un amico e grande  suo estimatore: Giuseppe Bardezzi.
Mi racconta Mario: “In poco tempo ebbi la fortuna di accedere allo studio di villa “Stella Maris” dove, Bruno Marsili, il grande xilografo osimano  con un basco che gli scendeva fin sulla guancia era intento a creare sulla tavoletta di bosso le sue opere. Avere conosciuto Bruno da Osimo, uomo piccolo di statura ma grande di cuore, fu per me una esperienza indimenticabile. Mi accolse con affetto ed ebbe buona considerazione verso la mia espressione artistica”.

Altra esperienza vitale per la  crescita artistica di Mario Mosca  è stata la frequentazione a Roma delle principali gallerie d’arte  di Piazza del Popolo, via del Babuino, via Margutta e piazza di Spagna. Allora, fine anni 50, era in voga il neo-realismo, e a Roma  il nostro artista osimano, ancora “alle prime pennellate”,   aveva avuto la fortuna di incontrare i principali pittori come Guttuso, Treccani, con i suoi contadini calabresi, Domenico Purificato. “Ciò che mi interessava allora – racconta Mario – era quella pittura, una vera ricerca innovativa verso l’espressionismo definita “Scuola romana”, che aveva come massimi esponenti Scipione e Mafai. Ammiravo l’opera di Scipione, una notte dipinsi dal vero Piazza Navona proprio in omaggio a Scipione. Tutto ciò mi portava ad amare l’espressionismo.”
E’ del 1959 la prima mostra personale, e non poteva che essere allestita in Osimo, sua città natale, presso  il locale adibito a biblioteca popolare ( era ubicata nel palazzo della mensa Vescovile, in Piazza del Comune, dove si trova attualmente la Banca Popolare di Ancona). Negli anni ’50 erano rare le mostre d’arte ad Osimo, la prima di Mario Mosca richiamò un buon numero di visitatori.
Ricorda Mario che una delle tele esposte, raffigurante una natura morta, fu acquistata da mons. Domenico Brizi per impreziosire le sale del Palazzo Vescovile.

Nel 1960 espone le sue opere alla mostra “giovani firme” presso la Galleria Puccini di Ancona. Una collaborazione quella con la galleria dorica che durò per parecchi anni  con diverse esposizioni come quella del 1961 con tema ” il paesaggio marchigiano” che permise al giovane talentuoso artista osimano di venire in contatto con i principali artisti marchigiani.

Altre esposizioni di rilievo, di quel periodo,  sono state quelle di Sassoferrato  per il premio internazionale “G.B.Salvi” ed a Macerata nel 1962 per la mostra d’arte sacra.

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Altro incontro determinante per la crescita artistica di Mario Mosca è stato quello con il maestro Luigi Bartolini. Mi racconta Mario: “non avrei mai fatto l’incisore se non avessi incontrato , giovanissimo, sulla mia strada Luigi Bartolini , fui folgorato da quelle incisioni così immediate “.  E da quell’importante incontro risalente agli anni 1961,  infatti,  l’incisione  – con una incessante e severa ricerca di approfondimento della sua tecnica – ha accompagnato sempre l’attività artistica di Mario Mosca. Non più solo pittore ma anche grande ed apprezzato incisore.
Ventenne Mario perfeziona il proprio tratto artistico iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Macerata frequentando i corsi di studio sul nudo.
Nel frattempo i suoi quadri e le sue incisioni sono richieste dalle  principali gallerie di tutt’Italia e aumentano le occasioni  per  le mostre personali anche fuori dei confini nazionali. Inizia ad esporre le sue opere – tele ed incisioni in Italia e in Europa. Tra le principali mostre e personali da ricordare quelle di:   Ferrara nel 1963 mostra personale alla galleria “Borgoleoni”, alla “Biennale dell’Incisione  Contemporanea” di Taranto in vari anni, alla “IV  Mostra di Grafica Italiana” di Milano, a Bologna in vari eventi e in particolare al “Concorso Nazionale di Pittura e Bianco-Nero” del 1966, in Spagna per la “Fiera Internatcional de Madrid” Arte contemporanea del 1983, alla Hynes Convention Center di Boston, all'”Atrexpo 1991 e all’ ” JacobJavits Convention Center” di New York, alla Valley Forge Convention Center di Philadelphia, a Tokyo al Tias Trade Center Harumi, ad Amsterdam – nel 1963 – alla Graphil Gallerie, ….
L’associazione nazionale incisori che aveva come Presidente il mitico Carlo Carrà e che conta come membri  i più grandi maestri dell’incisione da Luigi Bartolini a Giorgio Morandi, a partire dal 1963, lo riconosce come  proprio esponente e come tale viene invitato a tutte le più importanti mostre e biennali dell’incisione contemporanea.

Il successo e l’apprezzamento per le sue opere non modificarono lo stile di vita e i valori di Mario Mosca che rimane sempre legatissimo alla sua città natale. E ad Osimo l’artista pittore e incisore “senza testa” non ha mai negato le sue mostre ed esposizioni personali. Nel 1965 il Sindaco Vincenzo ACQUA e l’assessore alla cultura m° Carlo GOBBI offrirono a Mario Mosca la possibilità di esporre i suoi quadri e manufatti d’incisione  nella sala Consiliare ( la sala gialla ). Un onore ( mai tali spazi del civico consesso sono stati in seguito offerti ad altri artisti )  e un ringraziamento in pregio al giovane artista  osimano la cui fama si stava diffondendo a livello nazionale.

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Alla fine degli anni sessanta la vita artistica  di Mario Mosca ha una svolta importante,  lascia Osimo per approdare a Milano.
Nella capitale italiana dello sviluppo economico ed industriale, centro vitale  del così detto “miracolo economico”,  ma anche fulcro della vita culturale del nostro Paese, Mario Mosca inizia la sua ricca attività di litografo con la stamperia “La Spirale” di Milano.  Lavorare per “La Spirale” significava essere riconosciuto come uno dei maggiori artisti italiani, nella zona più artistica di Milano, in quella che veniva e viene definito ” il cortile dei Pittori”.  Qui l’appena ventottenne osimano  che aveva imparato a disegnare dal balcone della  finestre del vicolo  Croccano conosce e lavora con i più affermati e famosi artisti italiani e non solo: maestri come Ennio Morlotti, Cazzaniga, Cascella, Giuseppe Ajmone, Cassinari, Fiume, Guttuso, Orfeo Tamburi e Franco Rognoni.
In questo stimolante clima  e “corte di artisti”, Mario Mosca era conosciuto da  tutti come il “più giovane artista della Spirale” e sono stati , per il nostro pittore -incisore osimano, anni di grande crescita, ricerca  e maturazione artistica. Un rapporto con Milano che poi è proseguito negli anni, con la partecipazione a Mostre e Personali che ha suscitato  l’apprezzamento,  e la nascita di un profondo  rapporto di stima con il critico d’arte Vittorio Sgarbi. In più occasioni, il famoso critico d’arte nonchè noto personaggio televisivo,  ha voluto nella sua attività di promozione di Mostre e Gallerie, la presenza di opere del nostro Mario Mosca. L’ ultimo invito,  in ordine di tempo,  risale a questa  estate,  in occasione del “Festival Internazionale dei due Mondi di Spoleto” dove anche le opere di Mosca sono state ammirate da numerosi visitatori e turisti.

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Oggi Mario Mosca, da pochi giorni fresco dei suoi 77 anni, come tutti i grandi artisti non è una persona appagata dei tanti riconoscimenti e premi acquisiti.  La pittura e l’incisione sono per lui stile di vita ed esigenza primaria e quindi continua, con la passione di sempre,  a dipingere e ad incidere esportando nelle sue opere la sua stessa anima.  Il suo stile e interesse artistico è cambiato, non più opere figurative che per tanti anni hanno rappresentato i suoi quadri, con la raffigurazione  delle vedute più belle e caratteristiche  di Osimo, di Numana e della nostra  civiltà contadina. In questi ultimi anni  la sua sete di ricerca artistica è approdata ad un’espressionismo cromatico,   “una gioia, onirica,  esplosiva di colori” come ama lo stesso autore definire le sue recenti tecniche di pittura.
Una ricerca di sempre nuovi bisogni espressivi e ancora tanti progetti nel cassetto che giorno dopo giorno non abbandonano l’artista osimano al pur  meritato riposo o nel cullarsi dei ricordi dopo quasi 60 anni di pittura ed incisione. Per Mario Mosca un quadro o il completamento di una incisione non rappresentano, infatti,  una meta raggiunta ma solo una tappa del viaggio e, forse, una direzione verso spiagge e luoghi sconosciuti, ovvero una personale Odissea.
E’ questo il messaggio che traggo dalla conoscenza di questa brava persona e grande artista.
Agli osimani e in particolare ai lettori di questo blog rivolgo l’invito a visitare, ammirare, e farsi descrivere dallo stesso autore, le tele che il m° Mario Mosca espone presso la chiesetta di San Gregorio in Piazza Dante  accanto al Collegio Campana nel centro di Osimo.  Ne uscirete ricchi, sorpresi per la profondità dei messaggi visivi,  carichi di spunti letterari, musicali, paesistici e per la padronanza del tratto artistico. Ne uscirete appagati nell’anima per aver visto le opere di un grande artista della nostra terra. Scoprirete anche, come è successo a me, una persona sensibile e dolce, una persona e un artista alla ricerca dei valori veri della vita, nelle sue tele non mancherete di trovare anche un po’ della vostra anima quella più intima.

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Il Centauro e la Ninfa, acquaforte su zinco del 2011

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Da mercoledì  11 ottobre le migliori opere del nostro artista saranno in esposizione alla Biennale International Art Meeting di Milano, curata dal manager della cultura Salvo Nugnes, mentre   si è da poco conclusa la partecipazione ad  altre due prestigiose esposizioni: a Londra al The Crypt Gallery e a Malta.
Complimenti al nostro infaticabile e poliedrico artista osimano,  m° Mario Mosca,  pittore, incisore e litografo.

La Presidente del Consiglio Comunale di Osimo
………………….Paola Andreoni


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