#OSIMANI con l’hashtag: Umbertì e Sandra

Continua la campagna #OSIMANI , volta a far conoscere il nostro territorio e la sua gente attraverso una galleria di volti e di storie raccontate in 140 caratteri (e oltre). Storie semplici ma veramente straordinarie.

 

linea

***
***
Ci sono vite di gente comune che vale la pena raccontare per recuperare una parte della nostra storia, quella personale  e quella collettiva della nostra piccola comunità osimana. Storie spesso sommerse che vengono ricostruite attraverso un mosaico  di sguardi , di anch’io c’ero, li  incontro tutti i giorni, di avvenimenti comuni a cui non facciamo, a volte, attenzione perchè presi dalla frenesia del quotidiano.
E’ questa la storia di Umberto Paoletti per gli osimani “Umbertì” e di sua moglie Sandra Cantarini.
Ma andiamo in ordine. Umbertì con la sua bottega in via Fuina è stato uno dei storici barbieri osimani. I barbieri non sono, forse, come per noi donne le parrucchiere di fiducia  in grado di tagliare i capelli alla cliente dandone una personalità, un look, ma è pur sempre un artista in grado di dare un’immagine ed uno stile ad un uomo. Con il trascorrere degli anni, la figura del barbiere è cambiata, un po’ come tutte le figure professionali, ma la sua sensibilità e attenzione verso i clienti rimane intatta.
Quella del barbiere rimane una figura romantica, anche se è cambiata la vecchia bottega con i suoi strumenti di lavoro: le caratteristiche poltrone da barbiere,  il rasoio a mano,  lo spruzzatore a pompetta per il dopobarba, gli affila rasoi in cuoio, i calendarietti profumati, … restando, comunque,  nel cuore e nella mente dei clienti che hanno potuto assaporarne i servizi.
La bottega del barbiere era il luogo degli incontri,  dei pettegolezzi al maschile, di confronto politico, di fusione e confidenza  tra il cliente e il barbiere e gli altri clienti in attesa. La vecchia bottega ha forse, un potere e un sapore inarrivabile per tantissimi aspetti ma quel legame stretto tra barbiere e cliente , in moltissimi casi, ancora oggi , non si è mai dissolto.

Ad Osimo sono state numerose ed attive le botteghe che esercitavano l’antico mestiere artigianale di barbiere. La maggior parte di queste botteghe ( alcune si chiamavano “salone”, in verità non meritavano l’accrescitivo in quanto erano, solitamente, una stanza di poco più di sedici metri quadrati dotata di uno sgabuzzino posteriore. Dentro ci stavano una o due poltrone  da barbiere , alcune sedie per i clienti  in attesa, un portaombrelli e un attaccapanni) con i loro capomastri e i loro allievi erano collocate al centro.
In via Lionetta c’era Gino POLVERIGIANI con Elvio soprannominato “Sverzi. In piazza del Comune esercitava l’attività di barbiere Carlo SGARDI al quale è subentrato il figlio Diego. In piazza Boccolino un tempo c’era il salone di Memo LUCHETTI, dove lavorava come giovane apprendista Mario VICARELLI.  Sempre in Piazza del Comune c’era il salone di barbiere di Peppe RAVAIOLI che aveva due aiutanti-barbieri, Alessandro MORRONI detto “Lesa” e Alberto CARBONARI.
***
***
In via Fuina vicino alla panetteria di Ubaldina Sopranzetti c’era la barbieria di  Mario PAOLETTI poi rilevata da Umbertì il 9 settembre 1952. Per il Corso Mazzini c’era la bottega barberia di Ettore CAMPANELLI con il figlio Nino con il quale entrò poi in società Pippo MONTICELLI. Sempre in centro per il corso Mazzini di fronte al Teatro c’era il salone barberia di Lodovico CECCONI al quale subentrò poi il figlio Renato CECCONI, il decano dei barbieri osimani, oggi in pensione ma la cui  attività e tradizione familiare prosegue con il  nipote Mauro per il   vicolo Leon di Schiavo. In piazza Dante esercitava il mestiere di barbiere Augusto CANTIANI, mentre in piazza Leopardi al civico 8 c’è il salone barberia di Enzo e Francesco FORMICONI.
Al civico n. 10 di via Leopardi operava il mastro barbiere Antonio AMBROSONI, mentre per il corso Mazzini c’era anche Egidio CASTELLANI detto “Pirolello“. In Piazza del Comune c’era un altro barbiere,  Umberto CECCONI detto “Combi” che esercitava l’attività insieme al cugino Cesare CECCONI.
Altro barbiere per il Corso Mazzini era MONTEVECCHI padre di Giorgio, portiere dell’Ospedale osimano di SS.Benvenuto e Rocco. Per via Matteotti, la via che collega il centro al rione San Marco ci sono stati  ben quattro saloni da barbiere: Bruno CAPRARI detto “Buricchio“, Ettore TULLI con il figlio Oberdan, PRESENTI ( il nonno di Sergio Presenti) soprannominato “Zibino“; DEL COLLE ( padre dell’orologiaio di corso Mazzini 10). In via Malagrampa c’era un altro bravo e molto professionale barbiere-acconciatore, Gerardo SERLONI, una brava persona recentemente scomparsa.
A San Marco nella piazzetta e nei locali dove oggi Bruna, la moglie di Zazzera, regala il pane del giorno prima ai poveri, tagliava i capelli e la barba l’artigiano barbiere Marcello MIGNANI.
Al borgo per la costa c’era la bottega barberia di Carlo CAPORALINI e c’è la bottega di Fabio Guido FRANCHINI  mentre alle piane, sempre del Borgo,  hanno lavorato tre barbieri:   Vincenzo BIANCHI con Roberto CECCONI detto “Cinigiadove lavorava anche il giovane apprendista Gianni BRAZZONI ( oggi con una propria bottega in via Ungheria al civico 82), Tinuccio CASTELLANI  al quale alla sala da barba di via Trento 64 è subentrato poi il nipote Mauro. In via 5 Torri svolgeva il mestiere di barbiere Gianni SEVERINI prematuramente deceduto al quale è subentrato nel 1978 il figlio Carlo.
Alla Pietà ci sono stati due  barbieri:  Solideo BARTOMIOLI un personaggio e GIAMPIERI poi passato a fare lo scopino. MARZOCCHINI  Giuseppe è il parrucchiere-barbiere che ha il salone in via Don Sturzo al civico 45 al così detto “Colosseo”, in via Strigola c’era un altro storico barbiere osimano, Adolfo BALERCIA. In via Olimpia ci sono due barbieri, o per meglio dire per effetto dei tempi moderni, due acconciatori per uomini: Massimo PESARESI il figlio dello storico custode del PalaBellini, Graziano, e MENGONI Marcello con il suo salone “Hair professional“.
In zona Sacra Famiglia al civico 25 di via Einaudi  c’è il mastro barbiere-acconciatore Luigi GIAMBARTOLOMEI. Nelle frazioni esercitano l’attività di barbiere-acconciatore a San Biagio in via Goldoni l’Acconciatore Sandro, alla Linguetta c’è un altro barbiere-acconciatore, Massimo GRACIOTTI.
Negli anni passati anche a Osimo Stazione c’erano due botteghe artigiane dove svolgevano il mestiere di barbiere Luigi CECCONI  e un altro barbiere di nome Peppe che veniva da Camerano. A Passatempo si divideva tra il mestiere di barbiere e quello di ferracciaio un tal Bruno SABBATINI.
Spero di non aver dimenticato nessuno, i nomi  dei colleghi Umbertì li ricorda tutti e per ognuno di loro mi ha raccontato un aneddoto e  un ricordo affettuoso.

Umberto classe 1939, alle soglie degli ottantanni ma  lo spirito ancora di un ragazzino, ricorda con commozione gli anni della fanciullezza, aveva  circa 8 anni quando andava a scuola la mattina e poi correva il pomeriggio a lavorare dietro il bancone del caffè di mio nonno Eugenio ANDREONI e nella profumeria Gabbanelli  per cercare di portare a casa qualche soldo, in tempi in cui la miseria la faceva da padrone.
Dopo una breve esperienza di meccanico ( come riparatore di vespe e lambrette) nella officina Mazzuferi di via Zara,  a 13 anni entra in bottega come apprendista barbiere dallo zio Mario PAOLETTI. Quest’ultimo dopo aver lavorato per diversi anni come dipendente della bottega da barbiere di ANTONELLI, ( in capo al Corso) la più rinomata di Osimo chiamata anche  “la barberia dei signori” ( in questa bottega ci ha lavorato anche Roberto MUTI poi stimato ragioniere all’Astea)   aveva deciso di mettersi in proprio. Acquistato un piccolo locale in via Fuina al civico 16  Mario Paoletti l’abbellì e l’attrezzò con  due poltrone da barbiere. In poco tempo  si conquistò e ritagliò subito una bella fetta di clientela. Oltre al giovane “garzone-apprendista” Umbertì, nella  bottega da barbiere ci lavorava anche un altro esperto mastro barbiere, PIETRONI soprannominato “Miserì” e  faceva da jolly, veniva chiamato a rafforzare lo staff della bottega quando ce n’era bisogno, Nanni DORGILLA ( un barbiere esperto, ma invalido di guerra, che poteva rendersi utile solo per il servizio taglio dei capelli).
Umbertì non poteva trovare ambiente migliore per imparare il mestiere. Dallo zio Mario, dagli altri due validissimi collaboratori in poco tempo, Umbertì,   impara tutti i segreti e l’arte del mestiere di barbiere. Tecnica poi perfezionata, anche, partecipando ( nei giorni di riposo e con altri apprendisti osimani come:Diego SGARDI, Gianni SEVERINI, Renato CECCONI )  alla Scuola Professionale di taglio dei capelli che era in Ancona diretta dal maestro barbiere Gilberto Santarelli.
Un mestiere che Umbertì ha amato molto e che lo ha visto nella sua bottega di via Fuina fino al dicembre del 1999, per più di 47 anni.

Un barbiere all’antica, come lo è stato  il suo collega e amico Cecconi Renato, entrambi sempre rimasti fedeli ai riti ed alle tecniche di questa antica e nobile professione appresa da ragazzi: il taglio di capelli sartoriale, la rasatura con panno caldo, e con gli unici strumenti da lavoro che  sono stati pettine, forbici e rasoio. Un mestiere che ha fatto di Umberto e degli altri  barbieri di una volta,  personaggi pubblici, perchè dal barbiere non si andava solo per barba e capelli, ma la loro bottega era un luogo di incontro, di lettura e di conversazione. Ai tempi in cui non esisteva “facebook”  la bottega di Umbertì, come degli altri barbieri osimani, era un ritrovo tra amici, dove si parlava di politica, di calcio. La bottega del barbiere era il luogo del riposo, della pausa, dove facile regnava l’ironia, dove si inventavano soprannomi e si passava al setaccio tutto il paese, nei suoi avvenimenti buoni e cattivi: morti, matrimoni, fidanzamenti e i pettegolezzi  vari. Se si voleva sapere qualcosa o sondare “il polso politico di Osimo” non ‘c’era che miglior posto che andare dal barbiere, l’ “agenzia stampa cittadina”.

La clientela di Umbertì era composta da persone appartenenti a tutte le diverse categorie: ricchi, poveri, contadini e impiegati. Umberto, però, mi ha raccontato anche di clienti speciali: Fagioli detto Bazzarò che veniva appositamente da Ancona alle 7 della mattina per farsi due volte la settimana la barba ( e in quei giorni Umberto apriva la bottega prima per scaldare l’acqua); il maestro Antonio CREMONESI che oltre insegnare controllava e gestiva il Cinema Concerto e spesso il servizio  del taglio dei capelli e la cura della barba era barattato con qualche biglietto gratis per entrare al cinema al lunedì e con le  artistiche scritte di auguri di Natale che il bravo maestro disegnava sugli specchi della bottega; Dario MAGNALARDO che era il Presidente dell’Associazione dei barbieri; IPPOLITI Peppino ( figlio dello stimato prof. Ippoliti) e Giuseppe MARCHETTI detto “Mattaccino” un tipo solitario che non amava fare la fila  e allora andava su appuntamento  tutti i Sabati e i Mercoledì puntuale alle 21 ultimo cliente  con il quale si concludevano i due giorni più duri del lavoro.
C’erano anche clienti speciali ai quali il servizio veniva fatto a domicilio: il conte Marchese Honorati presso la cui abitazione ( vicino la rotatoria “la Gironda”) Umberto andava  tutti i sabati mattina all’alba, a piedi, prima di aprire la bottega; Budini il ragioniere della Fornace Fagioli, il sig. Filippo ROSSI ( operaio storico della Fornace Fagioli) e padre Biagio Anastasi ( grande figura carismatica della chiesa osimana) presso la chiesa della Misericordia due volte la settimana prima della messa mattutina; Gaetano MIGLIARINI il grande industriale dell’alimentare osimano proprietario dei supermercati Vegè.
” Il sig. Gaetano – mi racconta Umberto – oltre che  essere  una persona squisita e generosa era anche un grande cattolico, e dato che si era informato che presso le barberie erano solito offrire in lettura ai clienti in attesa,  riviste moralmente poco edificanti, fece dono a Umberto dell’abbonamento della rivista “Presenza” e del quotidiano “Avvenire” con preghiera di tenerli sempre ben in vista per i clienti”. La bottega di Umbertì ha avuto anche questo singolare primato, era l’unica barberia ( forse in tutt’Italia) dove si poteva leggere, in attesa del taglio,  la voce  ufficiale dei Vescovi italiani.
Ad Umberto Paoletti va anche il merito, grazie al  suo carattere conciliante ma anche risoluto e determinato, di aver fatto “battaglie” in favore della categoria dei barbieri osimani. E’, infatti, grazie a lui se dalla domenica del 28 febbraio 1978 i barbieri osimani non hanno più tenuto aperte le botteghe la domenica mattina.  Prima, infatti, i barbieri lavoravano anche la domenica mattina, mentre il lunedì per tradizione è stata sempre la giornata di chiusura delle botteghe. Ricorda Umberto tuttavia che il lunedì giorno di festa per i barbieri  era comunque giorno di lavoro dedicato alla pulizia del locale, delle poltrone, dei ferri del mestiere con Sandra, la moglie, che provvedeva a fare il cambio  della biancheria utilizzata per i clienti.
Ad Umberto ( che era stato nominato a capo di una commissione comunale ) si deve, anche,  l’ accordo sulla istituzione  di un tariffario comunale che impegnava tutti  i barbieri osimani ad applicare   tariffe concordate per ogni servizio di barberia: ad esempio si era concordato che il taglio dei capelli doveva essere di lire 1.500.

Una bella storia  di passione ed  attaccamento al proprio lavoro,  quella di Umbertì, e mi raccomando quando lo incontrate per via  Torri, salutatelo ma non fatelo arrabbiare chiamandolo “acconciatore”, Umbertì è stato e vuol essere ricordato come  “barbiere”, il “Barbiere di Padre Biagio“.

******************

Quella di Umberto e Sandra è anche una bella storia d’amore. Si sono conosciuti o per meglio dire “schivati” al Caffè di nonno Eugenio dove Umberto era di casa perchè fin da piccolino aiutava nel pomeriggio nonno e nonna nelle piccole attività del caffè e, anche se 16enne era diventato apprendista barbiere nella bottega dello zio Mario, andava spesso al caffè degli Andreoni e spesso lì si fermava a mangiare con mio padre Fausto e zio Amleto. Sandra, invece appena 16enne era stata assunta da nonno Eugenio come commessa del Caffè e da brava ed attenta addetta al bar quando, un giorno, quel “ragazzotto” di Umberto entrò in negozio  gli chiese: “Scusi cosa desidera ? “. Umberto  offeso ( per essere stato scambiato per un cliente) non le rispose per niente andando diritto, con far sicuro nel retrobottega come uno di casa, chiedendosi: “Ma chi è mai questa ? “.

E’ bastato così poco, che si sono subito fidanzati e pochi anni dopo, nel 1963, già  si promettevano amore eterno davanti  a Dio e al prete di San Marco. Con il cuore pieno di speranze, probabilmente non immaginavano un futuro così lungo assieme: quest’anno contano 54 anni di vita comune.

Come in tutte le famiglie le difficoltà non sono mancate, ma la solidarietà, la complicità  e la gioia di condividere ogni momento della propria vita, quelli sereni al pari di quelli difficili, ed affrontare insieme ogni giornata, ha consentito loro sempre di superare ogni ostacolo.

***
Lo staff del “ristorante dei poveri dell’ECA”dove per poche lire si assicurava un pranzo decente, detto in osimano “il pappò”, agli indigenti osimani.
Le cuoche erano: MAGNALARDO Gina, BAIOCCO Clara, CANTARINI Sandro, CECCONI VIGIANI Aida, SASSO Francesca, MARSILI Francesca, COTOLONI, e con la superiore suor LUIGINA

***
Artigiano barbiere lui, mentre lei è stata commessa al bar di Antonio SERRANI, poi aiutante cuoca al ristorante dei poveri gestito per più di 10 anni dall’ECA , poi operaia in fabbrica a Castelfidardo ( fisarmoniche Moreschi) e da ultimo commessa al nuovo bar , “4+1” di San Marco. E’ questa la storia semplice di una solidissima coppia osimana

Un augurio sincero a Sandra e Umbertì, osimani fin nel midollo, un bell’esempio di famiglia e  di vicinanza reciproca.

La Presidente del Consiglio Comunale di Osimo
………………….Paola Andreoni


***
***

***

***