Rodolfo GIULIODORI l’ultima lettera dal fronte.

Rodolfo GIULIODORI era un maestro elementare, un nostro concittadino morto in guerra nell’agosto del 1917. Così scriveva dal fronte il tenente di fanteria Rodolfo Giuliodori nell’ultima lettera spedita ai suoi cari:

” …Qui si combatte davvero, la parola guerra qui ha tutto il suo significato; i disagi e le sofferenze sono sentiti nella loro più intensa realtà; si soffre, ecco la sintesi della nostra situazione. Mentre scrivo alla luce di una lanterna, si svolge una accanito duello di artiglieria, bombarde e bombe; io ho riuniti i miei fratelli nella caverna; tutto sussulta, sgretola, crolla.
Fingo di non curarmi di quello che avviene, e scrivo, rivolgendo di tanto in tanto sguardi d’intuizione sui visi dei miei uomini; essi mi guardano, il loro occhio è interrogante. Paura ? NO; essi pensano alle famiglie. Si, qui in questo momento diventiamo sacerdoti e si parla loro con il cuore. Passa il momento si ritorna a posto, si da il cambio ai fratelli di vedetta, si affronta il pericolo imminente, si tira, cadono mort feriti, si odono grida, lamenti, si corre, si precipita nel buio, tra l’acqua, il fango, si cade.
E’ guerra!! il nemico non è neanche inoperoso; si sente scavare caverne; dalla mia odo avvicinarsi ….
Sono a Vertoibizza, di fronte al Dosso Faiti … ad onta di ciò sto bene in salute, sono calmo perchè fidente in Dio, nei momenti di sosta conforta il mio spirito colla lettura del Vangelo che sempre ritrovo più bello.
Dove sono ? che faccio ? come mi trovo sono in guerra, faccio la guerra tra il fango che arriva ai ginocchi – quello che provo in quest’ora è indescrivibile. Vivo dei momenti che racchiudono impressioni che non si raccontano perchè attraversano l’animo portandolo alla irrealtà della vita che è reale – la vera – quella che viviamo e che mia madre, sorella e sposa possono solo immaginare.
Sono in uno dei fronti più attivi e più disagevoli per le sofferenze che la perversità del terreno offre. Qui tutti i ritrovati mezzi per uccidere hanno la loro macabra espressione: bombe , bombarde, tutto tutto qui si
lancia, si spara e gli uomini cadono – triste realtà della vita ! Sogni infranti della nostra gioventù! voi ci spezzate il cuore! Come sto? non lo so – non penso alla salute-, la mia testa è un vulcano bisogna averne due per fare qualcosa; una per il cuore perchè lo distrugga, un’altra perchè agisca, lavori, io mi sento divers, ma come sia non saprei dirlo, più che a me penso ai miei soldati a quei che partono feriti a quei che restano in attesa d’incerti destini.
Quanto a guerra finita, l’Italia nuova deve a voi o umili fanti! chi potrà mai ricompensare le vostre sofferenze di una sola ora? nessuna ricompensa – nessun elogio sarà adeguato ad uno dei più lievi sacrifici, solo iddio sarà premio alle vostre ansie e fatiche. Uno dei miei fratelli è … temo scriverlo.
Dio mio aiutami tu – io ti credo, in te solo spero. Ma e il babbo ? Povero padre mio ! L’epoca attuale è quella del dolore è una gara tra chi può soffrire di più, è una ridda di lacrime, un mare nelle acque del quale si tuffano le vipere che si attaccano all’uomo.
Saluti a tutti.
Sono chiamato; un bacio “
il vostro Rodolfo

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