Macerata e il Paese contro il fascismo e il razzismo

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Una folla incontenibile, la stampa oggi parla di almeno 30mila persone,  ha manifestato a Macerata e in moltissime città italiane per testimoniare la rabbia per la   morte della povera Pamela Mastropietro, lo sdegno per il raid di rappresaglia razzista  e contro al rigurgito fascista in corso in Italia.

A Macerata, come prevedibile, non c’è stato il minimo incidente, a dimostrazione dell’intelligenza di tutti i manifestanti e smentendo l’allarmismo imperante in certi settori politici, dove il pragmatismo sembra venire prima dei valori.

A Macerata hanno manifestato  tantissimi giovani,  desiderosi di manifestare la propria indignazione, capaci di organizzare pullman, di disobbedire a segreterie nazionali, di restare calmi nonostante gli insulti e le provocazioni.
Un popolo e un Paese  che forse più della “politica”crede nell’antifascismo nonviolento, nell’accoglienza, nel fatto che le persone, sono esseri umani che hanno gli stessi diritti e le stesse opportunità.

Come prevedibile il corteo si è svolto in maniera pacifica per le vie del centro di Macerata. Grande, come al solito, la testimonianza di Gino Strada, Cécile Kyenge, Lidia Menapace e la presenza di tanta Macerata.
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Raccontare questo evento mettendo in evidenza un coro isolato di dieci scemi  inneggiante alle Foibe, è un torto verso tutti i partecipanti, un’offesa alla intelligenza umana da parte di chi, forse, è rimasto deluso di non poter raccontare di scontri, violenze e danni.
Ancora una volta una lezione da parte di tante persone e tanti giovani ad una classe politica per niente illuminata,  incapace di vedere “semi di speranza” e futuro per il nostro Paese.
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