La carica dei centenari osimani: undici donne e un solo uomo.

Sono dodici gli ultra longevi di Osimo che alla fine di questo 2018 hanno oltrepassato il secolo di vita. La carica delle centenarie e centenari comprende cinque nati nel corso del 1918, e che quindi hanno compiuto quest’anno 100 anni, due i nostri concittadini nati nel 1917, una è della classe 1916, due signore sono nate nel  1915 e ancora altre due signore sono nate nel 1913. Sono loro i  più longevi di  Osimo: undici donne e un solo uomo.

Sono persone che hanno alle spalle storie, ricordi e passioni. Quando sono nate Elena ed Adele nel 1913  l’Italia era una Monarchia, re era Vittorio Emanuele III e Presidente del Consiglio era Giovanni Giolitti, Sigmund Freud aveva appena pubblicato Totem e Tabù scandalizzando il mondo con  le teorie dell’incesto e Pio X era vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica. Testimoni di un secolo che ha visto l’orrore delle guerre mondiali e la fatica della ricostruzione, i cavalli e le automobili, la radio e i cellulari.

La sig.ra Elena Giorgetti nata il 3/04/1913 coniugata con il prof.Donnini – candidata nella lista della sinistra (Partito Comunista Italiano, Partito d’Azione e partito Socialista), alle prime elezioni comunali dopo la liberazione che si svolsero la domenica del 24 marzo 1946 – è stata una delle prime donne ad essere eletta e ad occupare gli scranni del Consiglio Comunale della nostra città.

La signora Elena Giorgetti prima consigliera comunale nel 1946

La signora Adele Coppetta nata a Montefano il 24/11/1913 vedova Egidi, invece, è la madre del compianto direttore della Biblioteca, nonché dell’Archivio storico e del Museo Ccivico della nostra città, Luciano Egidi, scomparso prematuramente nel gennaio del 2014. La sig,ra Adele, rimasta vedova a 46 anni, si è trasferita con i figli ad Osimo nel 1960 in via Olimpia. Finché ha potuto si è data sempre da fare, andando a servizio da privati e soprattutto come cuoca, prima presso il Convento dei Servi di Maria di Montefano, poi presso il Collegio Campana di Osimo. Come volontaria ha cucinato per moltissimi campi scuola della Parrocchia di San Marco e per l’Associazione Roller House. In età avanzata ha visitato la Terra Santa e Parigi, mostrando già la sua forte tempra. Una donna semplice ed operosa, da tutti ben voluta.

La signora Coppetta Adele con il piccolo “Ciano”,  a Montefano.

In via Olimpia la casa di Adele era un riferimento e aperta a tutti i bambini  della zona: il figlio “Ciano” era sempre disponibile ad  aiutare a districarsi tra i riassunti e la grammatica e poi la gentile madre offriva sempre la merenda a base di pane bagnato in acqua con lo zucchero sopra.

Ida Antonella è nata il 30 gennaio 1918 ci sente poco, ma in compenso ci vede benissimo. Ida che risiede nella propria casa a San Biagio è una splendida signora e nelle sue cose è ancora perfettamente autosufficiente.  Di una tempra antica, ha passato una vita a lavorare in campagna, cucinare e tirar su cinque figli di cui due, gemelle. Ida ha oggi 12 nipoti, 24 pronipoti, ed è  trisavola di tre bambini. Come una diva è stata festeggiata lo scorso 30 gennaio dalla numerosa famiglia per il raggiungimento del 100° compleanno. Originaria di Campocavallo dove ha frequentato le prime tappe dell’istruzione, la sig.ra Ida  ricorda ancora di quando andava a scuola con gli zoccoli di legno e la borsa di pezza. Si sposa nel 1938, dopo un breve fidanzamento, con Dante Benedettelli muratore e contadino anche lui di San Biagio e insieme hanno realizzato tanti sogni: una bella famiglia, una casa costruita con le loro mani. La signora Ida ricorda quando, ai suoi tempi con Dante, la vita era dura, pochi soldi, tanti sacrifici, privazioni e tanto lavoro, ma ricorda anche di un mondo fatto di semplicità, di calore famigliare, le belle feste di musica e di balli che il  3 febbraio si svolgevano a San Biagio o quando al giovedì partiva per andare a piedi al mercato in Osimo.

La signora Ida con le figlie (anno 1950)

Dante muore nel 2003 e Ida da sola con la sua fibra forte e fiera “made in Osimo” e tanto altro –  qualità che le donne conoscono e portano nel cuore – ha saputo affrontare la vita, anche con i suoi carichi di difficoltà e dolori,  per raggiungere, lucida e con spirito gioioso, questo straordinario traguardo.

Maria Freddo è nata a Assuncion D.Saladill ( in Argentina ) il 3/12/1917  ha, quindi, già raggiunto e superato l’ambito traguardo del secolo di vita e oggi vive, assistita amorevolmente,  nella casa di riposo “Bambozzi” di via Matteotti.
Non si è mai sposata  e non ha figli. Nella sua vita ha fatto  la “perpetua”  prima di don Alfonso Fanesi, storico sacerdote di San Marco e poi di Mons. Primo Principi ( che era anche suo parente ),  a Roma in Vaticano. Ma il termine “perpetua” (che rimanda al personaggio manzoniano) è riduttivo, è stata in pratica la tuttofare  per più di sessantanni dei sacerdoti che ha seguito.
Un lavoro scelto per vocazione, impegnativo e pesante: erano affidati a  “Maria la perpetua” non solo i normali lavori di casa, riassettare, cucinare (pasti semplici con quello che c’era), lavare, ma anche –  in particolare a San Marco – la cura della Chiesa,  la cura dei paramenti sacri, le preghiere ed i canti in latino.

La signora Maria Freddo, una vita da “perpetua”

Fin qui nulla di eccezionale, il fatto diventa singolare se si prende atto che la signora Maria, in famiglia, non è la sola ad avere il segreto della longevità. Ad Osimo vive ancora, e gode di ottima salute, la sorella maggiore Maria Annunziata Freddo  che, il 7 luglio scorso, ha raggiunto il traguardo delle 103 primavere.
Come la sorella Maria, Maria Annunziata  è nata in Argentina (dove il padre Paolo – soprannominato Riccio – era emigrato agli inizi del secolo). Fa  ritorno in Osimo con tutta la numerosa famiglia, poco dopo il  termine della 1^ grande guerra, nel 1920.  Una famiglia numerosa ho detto. Il  padre Paolo di professione agricoltore ma anche eccellente  falegname ed artigiano  – persona a cui la fatica non ha messo mai paura – ( al ritorno dall’Argentina aveva aperto a Casenuove una piccola attività artigianale, la fabbricazione di seggiole pieghevoli in legno); la madre Geltrude Zagaglia anche lei contadina e impegnata nella gestione della casa e quattro fratelli:  Giuseppe classe 1912, Pierina  del 1914, Tullia nata il 28 novembre del 1916  e Maria – la più piccola  – classe 1917.

La signora Freddo Maria Annunziata “la sarta” ( con il figlio Lamberto)

Come la sorte toccata alla maggior parte delle sue coetanee di quel tempo ( 1930 ), Maria Annunziata,  dopo una breve frequentazione della scuola dell’obbligo ( con l’acquisizione della 5^ elementare) giovanissima, prende la via del lavoro: quello di sarta.  Si conteranno,  alla fine, in più di sessanta gli anni che  la signora Maria Annunziata ha trascorso tra stoffe, aghi e filo. Si, perchè Annunziata è stata la sarta del centro di Osimo che tutti conoscevano, a cui tantissime donne, e le ragazze in particolare, ricorrevano   in tempi in cui il “prêt à porter” non era ancora una consuetudine dominante  e che per “incignare” qualcosa di nuovo dovevano fare appello ai suoi consigli e soprattutto alle sue mani esperte. Non  c’era piega, strappo, orlo o ripresa che la signora Maria Annunziata non sapesse rammendare.
In tempo di guerra, da sola con tre figli piccoli da accudire, mentre il marito era stato richiamato alle armi, con le sue mani d’oro aveva imparato, per necessità, anche a confezionare scarpe da morto.
In  piena  lucidità e nell’eleganza del suo portamento nonostante  le sue 103 primavere e mezzo,  Maria Annunziata  ricorda con un ciglio di vanto di aver confezionato ben 48 vestiti da sposa nella sua casa-laboratorio di piazza Dante.
Maria Annunziata è stata la sarta prediletta di gran parte delle osimane più altolocate, era solo di lei  e delle sue abili mani che si fidavano per  i vestiti più eleganti.
Famiglie nobili e facoltose di Osimo – ma ci tiene a precisare – che  anche tante semplici famiglie di contadini che andava a servire a domicilio,  sono stati i suoi clienti, riuscendo a farsi un nome ed a essere apprezzata da tutti anche per la sua immutata cordialità, generosità e simpatia.
Sentendola parlare con soddisfazione di quanto ha fatto come sarta,  sembra di immaginarla ancora all’opera col ditale, aghi, centimetro  e forbici.
La signora Maria Annunziata, la cui storia meriterebbe un racconto a sè stante, è stata  sposata con Luigi PRINCIPI ( deceduto il 27/5/1986) e oggi – in ottimo stato di salute – è amorevolmente accudita nella propria abitazione di via Michelangelo dai suoi cinque figli: Clemente, Maria, Pietro, Lamberto ed Alessandro.

Giovanni Sampaolo è l’unico uomo tra le 11 donne supercentenarie osimane. Indebolito dagli anni in ragione dell’età, ma volitivo e tenace nel carattere, con lo sguardo fiero e ancora in ottimo stato di salute, abita a Osimo Stazione. Il sig. Giovanni è  nato a Polverigi il 10 giugno 1918 – come gli  piace ricordare – lo stesso giorno ed ora in cui, in piena 1^ Guerra Mondiale,  il coraggioso capitano Luigi Rizzo affondava la corazzata austro-ungarica Santo Stefano e così sventava  i piani austriaci che puntavano al bombardamento dei porti italiani.
La sua era una famiglia di fornaciai, un lavoro duro di trasformazione dell’argilla in mattoni e tegole,  che ha permesso di far crescere con dignità e con valori positivi tutti i nove figli di cui Giovanni è stato il  penultimo.
I primi studi a Polverigi, poi il liceo a Fano, e nel 1941 l’Università, corso di Ingegneria,  a Torino. Ma le tragiche vicende della guerra, l’arruolamento e il servizio militare  obbligatorio hanno impedito  al giovane di belle speranze, di completare gli studi.

Sampaolo Giovanni  – a sinistra -, foto del  1942 in piena guerra, accanto a lui il fratello maggiore

Ritornato ad Osimo al termine della Guerra, Giovanni – che diviene quindi Osimano dopo l’armistizio del 1943 – raggiunge la famiglia che nel frattempo si era trasferita da Polverigi alla frazione di  Santo Stefano. Entra nei Gruppi di Azione Partigiana, e partecipa attivamente nelle azioni che con le forze alleate polacche ed inglesi contribuirono alla Liberazione di Osimo e degli altri paesi della valle del Musone. Dopo la guerra ha ricoperto nel 1945, anche , l’incarico di “Censore” (con il m° Claudio Buccetti ) del Collegio Campana. Nel 1946  partecipa e vince il concorso provinciale  per responsabile dei Consorzi Agrari.
Dal 1947 per quarantasei anni  il Consorzio Agrario di via Adriatica  è stato il  lavoro, la casa, il riferimento del sig. Giovanni Sampaolo che ad Osimo Stazione è conosciuto ed apprezzato da tutti  ( anche per via del figlio medico, il dott. Guido Sampaolo).
E quando mi racconta del Consorzio, dei tanti facchini che lavoravano sotto le sue direttive, del sostegno e del servizio generoso reso agli agricoltori osimani e non solo, ( non esisteva il “marcatempo”, e anche durante le feste, se necessario, le porte dei magazzini del civico 180 di via Adriatica erano aperte),  dei tanti aneddoti legati al lavoro, gli occhi di Giovanni si illuminano.  Non occorre sollecitare i suoi ricordi, come un fiume in piena, descrive quanto il Consorzio Agrario ha rappresentato per lui e la sua famiglia,  una esperienza straordinaria: la gestione degli ammassi del grano, le trasformazioni epocali dell’agricoltura, le innovazioni degli anni ’70, i tanti contatti e relazioni umane intessute con i clienti ed i soci del Consorzio, …. ecc.
Se,  come si dice,  la storia è fatta dalle persone, Giovanni Sampaolo è stato un personaggio fondamentale  per la storia del Consorzio,   che si è snodata per quasi mezzo secolo ( 46 anni ), fino alla meritata pensione arrivata nel 1994.
La vicenda secolare  di Giovanni Sampaolo si intreccia  anche con la storia di Osimo Stazione, frazione  che ama e che ha visto crescere in modo  esponenziale  e con le vicende personali, anche particolarmente dolorose,  come la morte della amatissima moglie, Cristina Balducci, sposata nel 1955 e con la quale ha trascorso 62 anni della sua vita.
La passione per i lavori della campagna,  le brevi passeggiate, una dieta sana, l’aria buona, un bicchiere di vino rosso a pasto, tanti piccoli interessi, alcune piccole rinunce ( come la riconsegna della patente di guida  al compimento del 98° compleanno) sono questi   i segreti  che  hanno permesso  al signor Giovanni  di poter raggiungere, lucido, forte e con spirito positivo, questo straordinario traguardo.

Gli altri o per meglio dire le altre superlongeve osimane, sono: Adalgisa Giampieri classe 1918, che  vive nella propria casa nella frazione dell’Abbadia, Ausili Idelma classe 1917 che vive a San Sabino,  mentre quattro sono, invece, le signore ricoverate in Case di Riposo:
Maria Martarelli originaria di Agugliano classe 1915, Teresa Elisei vedova Mattioli classe 1915, Anna Maria Fanesi classe 1918 che abitava nel rione Santa Palazia-San Marco anche conosciuta come la moglie del  dott. Alberto Zoppi e Alda Cacciamani vedova Cantarini anche lei classe 1918 che fino a pochi anni fa si poteva trovare dietro il bancone nella sua minuscola ma rifornitissima bottega di corso Mazzini, così detta “dello Scolaro”, a vendere quaderni, penne e fogli di protocollo.

Infine sono sei gli osimani iscritti all’ A.I.R.E., l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, che hanno  superato il centesimo anno d’età.  Sono persone che hanno scelto di vivere al di fuori dei confini del nostro paese o nati da genitori che a fine del secolo scorso hanno  – con le valigie di cartone – cercato fortune migliori lontano dalla nostra città. Questi i loro nomi:
Setimio MAGGI nato a Firmat (Argentina) il 21 marzo 1916 e residente a Tigre ( Argentina); Alexandre CANALINI  nato il 4 giugno 1917 a Rio de Janeiro (Brasile) e lì ancora oggi residente; Juan Bautista SCHIAVONI  nato il 5 maggio 1918 a Villa Monte ( Argentina) e residente a Monte Cristo (Argentina);  Emilio MARZIONI  nato in Osimo il 12 giugno 1918 e residente in Spagna a Madrid; la sig.ra Luigia PAGLIARECCI nata in Osimo il 13 luglio 1918 e residente a Alcira ( Argentina) e la sig.ra Leonilda MENGARELLI  nata ad Alvarez ( Argentina) il 22 ottobre 1918 e lì, ancora, risultante residente.
Anche a questi ultracentenari “osimani” mando i miei auguri sperando che la rete, con le sue “magiche possibilità”, possa raggiungerli.


A nome di tutta la nostra comunità, invio ai diciotto concittadini che hanno superato – a fine 2018 – lo straordinario traguardo delle 100 primavere, gli auguri più cordiali.
Donne e Uomini che hanno vissuto i momenti in cui si faceva la storia, e che  anche loro hanno contribuito a farla.
Grazie,  la Vostra vita rappresenta un  “patrimonio umano”  per la nostra città, un valore cui attingere per la costruzione di un futuro migliore.

La Presidente del Consiglio Comunale
………..prof.ssa Paola Andreoni

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