Chiamiamo le cose con il loro nome:guerra e morte, non pace.

bandieraCredo sia  diffusa nel Paese la perplessità sulla presenza delle truppe italiane nell’Afghanistan e me lo chiedo con ancor più determinazione oggi che l’Italia piange sei vite spezzate dalla follia della guerra.

In seguito all’attentato di Kaboul il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha affermato: “Agli infami e vigliacchi aggressori che hanno colpito in maniera subdola va la nostra ferma convinzione che non ci fermeremo, la missione continuerà”. Leggendo dichiarazioni di questo tipo ho rafforzato la convinzione che siamo guidati da persone irresponsabili che non aspirano alla pace e alla concordia tra i popoli. Molto probabilmente credono di giocare ai soldatini, od essere protagonisti di un film di “Rambo”. Non possiamo più tollerare la morte di nostri giovani mandati allo sbaraglio in un teatro di guerra camuffato da missione di pace.

Mi unisco al dolore dei familiari dei soldati italiani e di tutti i civili innocenti uccisi oggi a Kabul.  L’ennesima bomba per l’ennesima strage. Sento che le espressioni di cordoglio, di solidarietà e di vicinanza non bastano più e mi domando: Come possiamo tollerare che queste cose accadano? Come possiamo fingere di non sapere che queste stragi in Afghanistan sono cosa di tutti i giorni? Da diversi anni senza aver risolto uno solo dei problemi che pretendeva di risolvere? Il dolore che oggi unisce tanti italiani ci deve spingere a fare qualcosa per fermare e non per continuare a combattere questa guerra.

 Forse è tempo che anche in Italia, come accade negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, si discuta in modo chiaro e aperto su quello che l’Italia e gli altri paesi della coalizione stanno facendo in Afghanistan.

E’ tempo che si discuta cosa l’Italia deve fare per aiutare gli afgani ad uscire da questa trappola mortale. Lo deve fare immediatamente il Parlamento. Lo deve fare la politica.

OPINION COLPO: non condivido, chi ha premiato Andreotti non merita di commemorare Peppino Impastato.

home disperaPer una volta,  dissento da questa iniziativa, e spiego il perché: non è a questa Amministrazione che si deve chiedere d’intitolare una via o una piazza ad un eroe dell’antimafia. Chi ha consegnato “brevi manu”, vantàndosene, il premio ad un condannato e prescritto per mafia come Giulio Andreotti, non può permettersi pure il vanto, ed il lusso, di onorare un eroe dell’antimafia. Questa commistione non è accettabile. Propongo di ritirare la richiesta, si aspetti che a questa Amministrazione ne succeda un’altra più degna.

Colpoditacco 

Una via da dedicare a Peppino Impastato.

impastato2I gruppi consiliari del Partito Democratico di Osimo e di Sinistra e Libertà propongono di intitolare una via pubblica di particolare rilevanza e significato in memoria di Peppino Impastato, giovane siciliano ucciso dalla mafia nel 1978. La proposta congiunta dei Gruppi PD-SeL viene dopo la recente decisione del sindaco  leghista di Ponteranica, ( comune bergamasco ) di eliminare la targa a Peppino Impastato dalla Biblioteca comunale.
Togliendo l’intestazione della biblioteca comunale a Peppino Impastato,  si è voluto cancellare con un colpo di spugna insanguinata l’impegno di Peppino e di chi ne ha raccolto il testimone in Sicilia e in tutto il Paese. Il sindaco leghista dimentica che ormai il crimine organizzato ha infilato i suoi tentacoli ovunque, anche nel nord italia. Invece di togliere quella targa farebbe bene a organizzare incontri nelle strade, nelle scuole e nella stessa biblioteca comunale in ricordo di Peppino Impastato e di tutte le vittime innocenti di mafia.
Coniugando le parole di Paolo Borsellino “la lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale”,  i consiglieri del Partito Democratico osimano e di Sinistra e Libertà   intendono sensibilizzare i più giovani nel ricordo di chi ha perso la vita per le proprie idee e per lottare contro la mafia. Se da un lato la lotta alla mafia deve essere condotta attraverso le funzioni legislative e giurisdizionali, dall’altro è importante coinvolgere i giovani affinché in futuro siano loro stessi a combattere e debellare la mafia in Italia.

 ” In un momento in cui si vuole rimuove l’esperienza del passato ed i simboli che ne fanno monito per le future generazioni, i consiglieri comunali del partito democratico e di sinistra e libertà propongono un gesto significativo per mantenere alta l’attenzione sulla mafia, che è costata la vita di moltissime donne e di moltissimi uomini. L’intitolazione di una via cittadina  al giovane Peppino Impastato, è un monito e uno stimolo verso tutti i cittadini osimani ed i giovani in particolare  che sappiano trovare dall’esempio del giovane giornalista di “Radio Aut”, una testimonianza di impegno politico non violento ispirato agli ideali di verità, legalità e giustizia sociale. La testimonianza e il sacrificio di Peppino Impastato non si rimuovono “.

Paola Andreoni capogruppo consiliare PD Osimo

Con la mozione presentata si è inteso esprimere anche un segno di solidarietà e rispetto nei confronti dei familiari di Peppino e di tutte le vittime del crimine organizzato, offese dall’inqualifcabile gesto dell’amministrazione leghista di Ponteranica.

– segue il testo della mozione consiliare:

Alla  c.a.    Sig. Presidente del Consiglio Comunale
Comune di Osimo

MOZIONE

oggetto:  “ Intitolazione a Giuseppe Impastato, detto Peppino, – giornalista e martire antimafia ( 1948 – 1978) – di una via pubblica di particolare rilevanza come segnale della città di Osimo contro la mafia “.

I sottoscritti Consiglieri Comunali del Partito Democratico e di Sinistra e Libertà, propongono la seguente mozione da inserire, all’Ordine del Giorno della prossima riunione del Consiglio Comunale.

premesso

che Giuseppe Impastato, detto Peppino, fondatore dell’emittente radiofonica Libera Radio Aut,  venne assassinato per la sua costante azione di denuncia politica e giornalistica contro la mafia e i suoi traffici criminosi;

che il valore civile dell’azione di denuncia dei delitti di mafia operata da Giuseppe Impastato è reso ancora più alto poiché era figlio e parente di mafiosi;

che solo dopo 25 anni di tormentate vicende, la giustizia è riuscita a condannare gli assassini e ad individuare il mandante nel boss mafioso Tano Badalamenti;

l’eco della risonanza internazionale del film “I cento passi”, candidato all’Oscar nel 2001, che riproduce, al di là di ogni schematismo fazioso, la toccante complessità umana della vicenda del giovane Impastato, la sua sofferta rottura con il padre di cultura mafiosa, la denuncia senza compromessi delle speculazioni edilizie e del traffico della droga gestiti dalla criminalità organizzata, il suo coraggioso tentativo di cambiare, mediante “Radio Aut” un ambiente sociale e culturale arretrato;

quanto accaduto a Ponteranica in prov. di Bergamo, con la decisone presa dalla giunta comunale  leghista  di rimuovere la targa e l’intitolazione della biblioteca comunale alla memoria di Peppino Impastato, portando allo scoperto un’insofferenza verso i modelli positivi nella lotta alla mafia che il giovane siciliano ha coraggiosamente interpretato

considerando

l’importanza etica e civile del messaggio rappresentato per tutti gli italiani onesti, ed in particolare per i giovani, dall’esempio di Peppino Impastato, il giornalista trentenne assassinato dalla mafia a Cinisi il 9 maggio 1978: una testimonianza di  impegno politico non violento nella comunicazione ispirato agli ideali di verità, legalità, bellezza e giustizia sociale;

la lotta contro la mafia e gli atti di alto significato politico che a quella lotta si riconducono, valori che non possono e non devono essere affermati e agiti solo nel sud del Paese;

che quanto accade a Ponteranica, con la decisione di rimuovere la targa in memoria di Peppino Impastato è qualcosa di sconcertante  e che occorra contrapporre a questa indegna iniziativa che offende la dignità umana un segno di solidarietà e rispetto nei confronti dei familiari di Peppino e di tutte le vittime del crimine organizzato a segnale  che la sua testimonianza e  il suo sacrificio non si rimuovono.

Tutto ciò premesso e considerato
propongono
che il Consiglio Comunale di Osimo

impegni Sindaco e Giunta

1) a deliberare l’intitolazione a “Peppino Impastato” di una via  pubblica di particolare rilevanza e significato ( come ad esempio la via che da Piazza Padre Rossini conduce all’Ist. Tecnico Commerciale “F.Corridoni” o il piazzale antistante l’entrate della nuova sede della sezione di Osimo del  Tribunale distaccato di Ancona ) che non abbia ancora ricevuto una denominazione ufficiale;

2) ad inaugurare la via a “Peppino Impastato” con una degna e importante cerimonia per tributare il giusto ed indelebile ricordo al coraggio e all’impegno civile del giovane di Cinisi. Una cerimonia che presenti ai giovani osimani il fratello Giovanni e le organizzazioni civili nazionali di lotta al racket e all’usura (Comitato Addiopizzo Onlus, Ass. Libera Onslus, Ass.Ammazzatecitutti Onlus, l’ass. daSud Onlus, ..ecc.), la proiezione del film “I Cento Passi” di T.Giordana, e che commemori anche gli altri martiri della resistenza antimafiosa in Sicilia, degni di onore da parte degli italiani di tutte le regioni del Paese.
Osimo il 13 settembre 2009

Snobbato alla grande dagli italiani

Berlusconi 75La puntata straordinaria della trasmissione di Bruno Vespa, che ha fatto slittare l’esordio di Ballarò di Giovanni Floris su Raitre e di Matrix su Mediaset, è stata un flop. A sancirlo i dati auditel. La fiction “L’onore e il rispetto”, trasmessa da Canale5, ha battuto sonoramente “Porta a porta” con il 22.61% di spettatori contro il 13.47% della puntata speciale di Vespa incentrata sul presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e sulla consegna delle prime 46 casette agli abitanti di Onna.
Ascolti ampliamente sotto la media di “Porta a porta”. Consultando i dati dell’Ufficio stampa Rai risulta che solitamente il programma di Vespa ha un ascolto del 18,30% per le prime serate e del 17,50% per le seconde.
Insomma l’opera di santificazione non è riuscita.

Berlusconi ha spacciato per sue le casette costruite grazie al contributo determinante della “Croce Rossa” e della Provincia di Trento (retta da un’amministrazione di centrosinistra), e come al solito ha insultato la libera informazione e le opposizioni. L’unica cosa positiva è che gli italiani, snobbandolo, si stanno accorgendo che con Berlusconi non c’è nessun futuro.

OPINION COLPO: tutta avanti a destra, questo è il cammino..

homer8885I momenti di crisi, come quello che stiamo attraversando, possono costituire un’occasione ghiotta per chi è al potere. La fila di chi è in difficoltà si allunga sempre più, e la tentazione di usarla per le proprie mire, tipo quella elettorale, è forte. E’ in questi momenti che la cosiddetta società civile, anziché unirsi, rischia di spaccarsi in due: da una parte chi cede alle lusinghe e dall’altra chi resiste. Divide et impera. Mai come oggi. Che fare dunque? Intanto occorre mettere in campo due contromisure: la critica e la solidarietà. La prima serve a non prendere mai nulla per oro colato, una mano tesa da chi è al potere potrebbe nascondere una cambiale da firmare in bianco, un sotterfugio utile solo a chi lo pratica. La seconda serve ad evitare l’arruolamento, in pratica se le persone si aiutano a vicenda e trasversalmente, sarà più difficile per chi è al potere trasformare gli “aiutati” in un esercito elettorale.

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Sale la protesta contro Daino Platini, lo accusano di tirare troppo la corda e questa prima o poi si spezza.
Un gruppo di cittadini gli urla da sotto le finestre del suo studio: “Sei uno strongo!”

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Sabato prossimo, nella Sala del Pregiutto, Daino Platini presenterà il suo secondo libro. Ricordate il primo? “DA PIPPE A PAPERINE, LA MIA VITA A FUMETTI”, con disegni di Simone Nencini, era il racconto della sua adolescenza, il passaggio dalla lettura dei giornaletti ai primi approcci con le ragazze. Ora che è diventato maturo, ora che, come si dice per un frutto, è fatto, nel nuovo libro egli descrive il secondo passaggio della sua vita sottosopra. Dopo gli appuntamenti con la passione, è venuto il tempo dell’impegno civile. Il titolo del nuovo libro è “DALL’APE REGINA ALL’APE OPERAIA”.

Colpoditacco 

Il virus della ricerca ansiosa del consenso elettorale delle liste al governo della città, travolge tutto.

soc operaiaCome la Gelmini con i professori, come Berlusconi qualche giorno fa alla televisione pubblica per le trasmissioni di informazioni,  Latini dal blog istituzionale del Comune ha lanciato lo stesso dictat alla Società Operaia ” qui non si fa politica” o per meglio dire “qui è diventato un ambiente ostile alle liste elettorali osimane di destra” e allora io  vi penalizzo ed ecco le conseguenze:  ( post pubblicato sul sito del Comune)

(15-09) LISTE CIVICHE: Verso una nuova Società Operaia
VERSO UNA NUOVA SOCIETA’ OPERAIA
A seguito della sua estrema politicizzazione, molto soci e molti simpatizzanti della Società Operaia, nonché numerosi aderenti ad altre associazioni volontaristiche e solidaristiche della nostra città, hanno ripetutamente sollecitato gli esponenti delle Liste Civiche, al fine di lavorare alla promozione di un nuovo sodalizio di mutuo soccorso.
L’intenzione è quella di creare un organismo adeguato a confrontarsi costruttivamente con l’emergenza di nuove povertà nella città di Osimo.
Il gruppo consiliare Liste Civiche 
responsabile del procedimento ai fini della pubblicazione sul blog Dino Latini

Credo siamo alla vergogna più assoluta, siamo agli stessi inquietanti moniti che troviamo descritti sui libri di storia,  durante il ventennio. “O con noi o contro di noi”, cosa significa  “… a seguio della sua estrema politicizzazione…” ?

Voglio esprimere tutta la mia solidarietà ai responsabili della società Operaia Osimana che con generosità ed impegno ho visto spendersi e adoperarsi per tenere sempre vivi i valori e gli ideali di libertà e di civile progresso morale e materiale delle famiglie delle classi lavoratrici più bisognose osimane.

Questo attacco  da parte delle liste ( mi rifiuto di chiamarle “civiche”) latiniane di destra sono ancora una volta la testimonianza della loro più assoluta mancanza di rispetto verso l’autonomia delle libere forme associative presenti in città.
Credo che sia giunto il momento che tutta la società civile  e il variegato mondo dell’associazionismo osimano si faccia carico di questo disagio e come segno d solidarietà verso la storica Società Operaia di via Giulia risponda in modo forte e con iniziative pubbliche a questo grave attacco verso una delle Associazioni più antiche  e tra le più attive sul territorio,  promotrice di innumerevoli attività ricreative, sociali e culturali, sempre fedele ai principi ispiratori dei suoi atti costitutivi. 

Un’amministrazione comunale attenta alla sua comunità dovrebbe essere orgogliosa di avere una Associazione così attiva e presente (anche se potrebbe avere,  idee divergente su come organizzare un evento o una festa) e non attaccarla pubblicamente, discreditandone i suoi responsabili democraticamente eletti e gettando  alle ortiche tanti anni di promozione di iniziative culturali e ricreative o spiattellando in prima pagina i “tanti o pochi ” contributi concessi evidenziando l’irriconoscenza.

Ma non è il caso di questa nostra povera Amministrazione comunale e della sua circoscritta classe dirigente osimana

Qui niente POLITICA

La classe non è il luogo deputato per fare politica e i professori che vogliano farla devono uscire dalla scuola e candidarsi.

Questo, in sintesi, il contenuto di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. “Qui non si fa politica”, lo stesso dictat lanciato da Berlusconi qualche giorno fa alla televisione pubblica, per le trasmissioni di informazione e quelle satiriche, e lo stesso inquietante monito esposto, in cartelli, negli uffici pubblici durante il ventennio fascista.
scuola 77Comunque, nonostante le intimidazioni governative e gli intenti di censura, non si placa la protesta dei precari: sono infatti previsti nei prossimi giorni manifestazioni, presidi e sit-in nelle principali città italiane organizzate dai comitati dei precari, dai Cobas e dalla Cgil-Flc contro i tagli decisi dalla Gelmini e i cosiddetti contratti di disponibilità (una sorta di indennità di disoccupazione e una via preferenziale per l’accesso alle supplenze brevi). L’intento del governo, con la cosiddetta “norma salva precari”, è quello di dividere gli insegnanti in precari di serie A e B tutelando un numero esiguo di docenti e introducendo di fatto, anche nella scuola, quel lavoro interinale che già gravi danni ha provocato nel privato
Come ha detto il segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini, quello della scuola: “é stato il più grande licenziamento di massa della nostra storia. Ciò che é accaduto per i precari della scuola è una vergogna con gente finita a zero euro dalla mattina alla sera”.
Il governo Berlusconi si dimostra per l’ennesima volta inadeguato, soprattutto considerando che quello della scuola è un settore strategico per il futuro delle nuove generazioni e conseguentemente del Paese tutto.

Stand by me

Quando la notte è arrivata             e la terra è (ricoperta) dall’oscurità
e la luna è l’unica luce che possiamo vedere
No, io non avrò paura         Oh, io non avrò paura
Fino a quando tu sei, sei accanto a me  Quindi cara, stai accanto a me

Oh stai accanto a me
Oh stand, stand by me, stand by me

Se il cielo che guardiamo sopra (di noi)   dovesse precipitare e cadere
Oppure le montagne dovessero rotolare nel mare
Io non piangerò, non piangerò   No io non verserò una lacrima
Fino a quando tu rimani, rimani accanto a me E cara, cara, stai accanto a me

Oh stand by me
Whoa stand now, stand by me, stand by me
Darlin’ darlin’ stand by me
Oh stand by me
Oh stand now, stand by me, stand by me
 
Ogni volta che hai un problema, semplicemente restami accanto
Oh stand by me
Whoa stand now, oh stand, stand by me

Indietro di cento passi.

Sembra impossibile eppure è vero, l’hanno promesso ( a giugno in campagna elettorale ) e lo hanno fatto.
L’ amministrazione leghista di Ponteranica appena eletta ha rimosso l’intitolazione ( e la targa ) alla biblioteca comunale a Peppino Impastato,  il giovane siciliano ucciso nel 1978 dalla mafia per intitolarla ad un prete,  padre Giancarlo Baggi.

La Giunta Comunale

Richiamata la propria deliberazione nr. 86 del 24.06.2009 con la quale questa Amministrazione ha deciso di modificare l’intitolazione della Biblioteca Comunale non più alla memoria di “Peppino Impastato” ma a “Padre sacramentino Giancarlo Baggi“;
(…)
Delibera
(…)
Di revocare con decorrenza immediata la deliberazione di Giunta Comunale nr. 80 del 08.05.2008 con la quale la biblioteca fu intestata alla memoria di “Peppino Impastato” individuando gli spazi semplicemente come “Biblioteca comunale di Ponteranica”;
(…).

Nel frattempo la congregazione dei Padri Sacramentini – la congregazione di cui faceva parte anche Padre Baggi – ha emesso un cmunicato stampa:

Congregazione del SS. Sacramento  Curia Provinciale Italiana
COMUNICATO STAMPA
la biblioteca comunale torni ad essere dedicata a Peppino Impastato

In relazione agli articoli pubblicati oggi dalla stampa sulla decisione di dedicare la bibliotecadel Comune di Ponteranica (BG) a un religioso sacramentino rimuovendo la targa di Peppino Impastato, P. Santi Rizieri, Superiore Provinciale della Provincia Italiana dei Padri Sacramentini, precisa che:
– questa decisione è stata presa in assoluta autonomia dall’Amministrazione di Ponteranica e i religiosi sacramentini ne sono venuti a conoscenza solamente dopo che la delibera in questione era già stata approvata;
– la Comunità dei Padri Sacramentini riconosce e stima l’operato che contraddistinse il lavoro di padre Giancarlo Baggi, ma non può approvare che la memoria di un confratello sia usata in una logica di contrapposizione e di divisione, tanto più se questa contrapposizione riguarda un testimone di giustizia come Peppino Impastato, ucciso per il suo impegno civile.
I religiosi sacramentini auspicano dunque che la biblioteca comunale torni ad essere dedicata a Peppino Impastato, fiduciosi che l’Amministrazione comunale riuscirà a trovare soluzioni alternative per ricordare l’opera di padre Baggi.
p. Giuseppe Bettoni, vicario provinciale

Non servono ulteriori commenti.
Il Sindaco di Ponteranica farebbe bene a tornare sui suoi passi ( dimettersi e tornare a casa ).

Cosa rafforza l’autorità più del SILENZIO ?…

La trasmissione televisiva di Michele Santoro  “Annozero ” riprende Giovedì 24 settembre alle 21.00 su Rai Due, e la Rai che fa ? Nulla, il silenzio più assoluto, nessuna pubblicità. Ecco l’invito del conduttore  costretto ad appellarsi alla rete internet per diffondere gli spot che ” la sua azienda” (aggiungo io come abbonata “anche nostra”) non vuole mandare in onda.

Cari amici, sono Michele Santoro e ho bisogno del vostro aiuto. Mancano pochi giorni alla partenza e la televisione continua a non informare il pubblico sulla data d’inizio di Annozero. Perciò vi chiedo di inviare a tutti i vostri amici e contatti su Internet gli spot che abbiamo preparato a questo scopo e che non vengono trasmessi.

 

 

Mi permetto solo di aggiungere che la difesa del diritto di cronaca e critica deve unire tutti, al di là delle diverse convinzioni politiche. Altrimenti la democrazia sarebbe più povera.

 

Scusate il ritardo, sono stato a Roma a controllare di persona…

savonarola5“Nessun giro di prostitute.

…… Entravano in fila indiana”.

                       

 Savonarola

speranza

OPINION COLPO: regolarizzata.

homer 74587Nondirmi Di no! ”. Così il sindaco ha annunciato il nome del nuovo responsabile del C.E.S.S.O., il prestigioso Centro Euclideo Studi Sociali Osimo. “Questo sarà”, ha proseguito il sindaco, “il luogo di lettura dei fenomeni della nostra città”.

Colpoditacco

11 SETTEMBRE 2001

11sette

sempre un 11 settembre

salvadorallende

“Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento.”

(Estratto dall’ultimo discorso radiofonico di Salvador Allende, poche ore prima della sua morte, l’11 settembre 1973)

OPINION COLPO: gli uomini, le donne del Caimano

 

homer a scuol1La Gelmini è una delle tante teste di legno, messe da Berlusconi a mo’ di pedine di scacchi, la cui funzione è quella di essere un primo ostacolo all’avanzare del fronte opposto che punta a dare scacco matto al Presidente del Consiglio. Occorre una protesta che io definirei di aggiramento, che punti cioè direttamente al Re, delegittimando in questo modo il ruolo dei diversivi con i quali Berlusconi si è circondato, una specie di reticolato umano messo su affinché i suoi oppositori ne restino invischiati e quindi fiaccati.

 Colpoditacco

Anno scolastico 2009/2010: parte la scuola dimezzata.

RICEVO  e PUBBLICO
Dalla CGIL Scuola.
La scuola pubblica del nostro Paese vive uno dei momenti più difficili della sua storia a causa dei tagli pesantissimi decisi dal Governo, che ridurranno la qualità dell’offerta pubblica d’istruzione e stanno determinando conseguenze pesantissime sull’occupazione.
Circa 25.000 precari, tra docenti e ATA, non avranno più le supplenze annuali, tantissimi docenti sono stati dichiarati in esubero, le scuole sono in sofferenza finanziaria e non potranno garantire nemmeno le spese ordinarie e il pagamento delle supplenze brevi.
Sono state cancellate le esperienze pedagogiche e didattiche più positive, apprezzate in tutta Europa: i regolamenti approvati disegnano una scuola puramente nozionistica, con classi più affollate, con meno ore frontali e meno ore laboratoriali, annullando progressivamente il valore e la funzione dell’autonomia scolastica.
Laicità e partecipazione democratica sono ritenuti degli intralci per affermare pensieri unici e logiche burocratiche, mortificando la libertà d’insegnamento che è il presupposto di qualsiasi processo autenticamente riformatore.
Il disegno del Ministro Gelmini, esplicitato più volte negli scorsi mesi, è quello di trasformare l’istruzione da bene pubblico che garantisce a tutti opportunità di apprendimento di qualità, a servizio a domanda individuale, attraverso uguali finanziamenti alle scuole pubbliche ed a quelle paritarie, calpestando i valori della nostra Costituzione.
Questo Governo scommette  sull’ignoranza delle persone e dimostra un forte livore ideologico contro il personale della scuola.
Noi non ci rassegniamo a questa deriva. Saremo al fianco dei lavoratori della scuola in tutte le iniziative che sono in campo in questi giorni e promuoveremo una campagna nazionale e territoriale che si dispiegherà nei prossimi giorni con manifestazioni, presidi, incatenamenti, volantinaggi per culminare nei primi giorni di ottobre in una manifestazione nazionale diffusa: “100 piazze per la conoscenza”.

OPINION COLPO: ciao “Allegria”.

barra neraCi sono persone che, attraverso la televisione, riescono a tenere unite famiglie intere, anche nei ricordi.
Può sembrare, questa, una frase altisonante e banale al tempo stesso. Non si tratta di una citazione, bensì del mio personale ricordo sull’effetto che producevano le trasmissioni di Mike Bongiorno, come altre del resto in voga in quegli anni. Erano i primi anni ’70, avevo poco più di 10 anni, e Rischiatutto me lo ricordo benissimo. A quei tempi la televisione non era straripante di programmi come oggi, quelli più seguiti, che erano veri e propri eventi, avevano cadenza settimanale e forse questo contribuiva, oltre al fatto di essere comunque piacevoli, a farli diventare irresistibili. A quei tempi la televisione produceva l’attesa, quella stessa attesa mirabilmente decantata da Leopardi ne “Il sabato del villaggio”: il piacere dello scorrere del tempo aspettando un evento desiderato. Se non ricordo male, Rischiatutto andava in onda il giovedì, in bianco e nero. Breve parentesi: le emozioni che sa trasmettere il bianco e nero sono inarrivabili, ancora oggi in tempi di HD. Chiusa parentesi. Ebbene, a casa mia il giovedì sera si cenava prima degli altri giorni perché c’era Rischiatutto. Si, dicevano tutti cosi: “Stasera ceniamo presto perché c’è Rischiatutto!”. A casa mia, io e mio padre facevamo la nostra gara personale a chi riusciva ad indovinare più risposte, mia sorella più piccola assisteva divertita, mia mamma ogni tanto cercava d’infilarsi nella gara tra me e mio padre, ed infine mia nonna se ne stava in un cantuccio a guardare con quella diffidenza verso gli svaghi che è tipica di quelle persone che nella loro vita hanno sempre dovuto lavorare duramente e consideravano lo stare davanti alla televisione come una perdita di tempo.
Certo, Mike Bongiorno ed il suo Rischiatutto non erano tutto nella vita di una famiglia, però facevano degnamente parte di quel poco che una famiglia aveva, e lo custodiva gelosamente.
Come i ricordi.
Grazie di cuore Mike.

Colpoditacco

mike