Una passeggiata “virtuale” tra i luoghi più caratteristici della nostra città. Vicolo Croccano, raccontato da Sandro Mosca

Tra i diversi studiosi e ricercatori storici di cui è ricca la nostra Osimo, – solo per fare alcuni nomi tra i più recenti: Luciano Egidi, Massimo Morroni, Ferdinando Riderelli, Carlo Gobbi, Franco Focante –  che ci hanno stupito e divertito con i loro racconti di aneddoti, di personaggi storici, di istituzioni, di eventi storici, di quartieri della nostra città,  vi è anche Sandro Mosca.
Osimano doc, fratello del più affermato pittore e incisore Mario Mosca,  il curriculum artistico di Sandro è davvero molto vario: pittore, musicista, vignettista, poeta e scrittore.
Sandro a cui ho avuto il piacere di dedicare un articolo su questo blog per la serie “#OSIMANI con l’hashtag” poi pubblicato anche dalla rivista “La Meridiana”,  è una persona squisita, un signore di altri tempi e ciò che principia il suo atto creativo è sicuramente la sua ironia, la profondità dei suoi sentimenti e la leggerezza nell’approccio ai suoi progetti.

Con grande piacere pubblico questo bel ricordo di Sandro Mosca che ci fa scoprire  uno degli angoli più caratteristici di Osimo e sicuramente sconosciuto dalla maggior parte degli osimani: Vicolo Croccano.

Si tratta del vicolo  che collega Piazza Marconi ( il Tetro “La Nuova Fenice” ) a via 5 Torri in pieno centro storico. Vicolo che come racconta Sandro pullulava un tempo di persone di ogni estrazione sociale con le loro aspirazioni e con il loro modo di arrangiarsi per sbarcare il lunario.

Un angolo suggestivo cittadino  fino alla fine dell’800 denominato “vicolo del Teatro” poi intitolato Croccano (presumibilmente in onore di una famiglia longobarda, un rappresentante della quale ricoprì nel 1386 la carica di “Consigliere di Credenza”)  che andrebbe rimesso a nuovo, come contributo volto a far rivivere il centro storico e le sue radici storiche e culturali.

Vicolo Croccano  di Mario Mosca, 1958

Vicolo CROCCANO in OSIMO di Sandro Mosca

Il luogo di Osimo a me più caro è il vicolo Croccano: quella strettissima stradina che da via Cinque Torri sbuca in Piazza Guglielmo Marconi (o Piazzetta del Teatro); qui, nella seconda metà degli anni ’40 e per tutti gli anni ’50 del secolo scorso, in compagnia di tanti cari amici d’infanzia, ho vissuto i momenti più felici e spensierati della mia vita! Allora il vicolo Croccano era sempre affollato di ragazzini vivacissimi che giocavano serenamente dalla mattina alla sera. Oggi purtroppo, questo vicoletto, si presenta scuro, abbandonato all’incuria e completamente deserto. Per questo voglio rendere ancora omaggio a questo posto ed, in particolare, alle laboriose persone che allora vi abitarono e che qui svolgevano la loro tranquilla attività…

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Ho avuto la fortuna di avere un padre (Sisinio) esemplare, fortemente attaccato alla famiglia ed al lavoro; dotato di grande bontà. Faceva l’imbianchino; lavorava con competenza, precisione ed onestà tanto da essere stimato da tutti. Non diceva mai male parole ed era molto garbato. Era in grado di arrangiarsi in qualsiasi mestiere.
Amava tantissimo – come tutti i suoi fratelli – la bella musica, in particolare le Opere Liriche che fin da piccolo andava ad ascoltare molto spesso al Teatro “La Nuova Fenice”, sfruttando l’occasione che gli veniva offerta dal fatto che suo padre (mio nonno Pietro) aveva il libero accesso in qualità di venditore di stuzzichini da lui stesso preparati nella sala di ristoro durante gli intervalli; per questo, conosceva a memoria centinaia di arie tratte dalle Opere e dalle Operette più belle, tanto che anch’io e mio fratello Mario imparammo ad apprezzare questo genere di musica fin dalla più tenera età.
Mio padre fu un ottimo suonatore di mandolino e, soprattutto, un bravissimo suonatore di corno nella nostra Banda Musicale…
Quella che io e mio fratello chiamammo sempre mamma (Zenobia, che si sposò con mio padre – previa autorizzazione della Sacra Rota – dopo la prematura scomparsa della mia dolcissima mamma che io non ebbi possibilità di conoscere perché avevo appena un anno d’età) era una delle sorelle della mia vera madre Giannina.

Sandro Mosca con il padre Sisinio, la madre Zenobia e Gnigna

Era di carattere fortemente autoritario, ma molto comprensiva, profondamente religiosa e volitiva. Era un’ottima cuoca, abilissima soprattutto a cucinare i piatti tipici marchigiani ed era quasi sempre allegra; amava molto cantare ed era intonatissima.
Spesso, a tavola, davanti ad un piatto più gustoso del solito, con atteggiamento severo, ci ammoniva: «Questa è vita da Re! Però, mi raccomando, non vi ci abituate!»…
Mia zia Giannina Mosca, sorella di mio padre, abitava nel palazzo dei miei nonni che si trovava proprio di fronte alla nostra abitazione ubicata al n. 11 del vicolo Croccano; potrei scrivere un romanzo su di lei. Poiché tra i tanti nipoti che aveva io ero il minore d’età, essa mi coccolava più di ogni altro.
Essendo nubile, aveva molto tempo libero che dedicava per aiutare le suore dell’Orfanatrofio Femminile e chi, tra i parenti e conoscenti, avesse avuto bisogno di un aiuto. In particolare quando in casa nostra c’era qualcuno a letto con l’influenza o con una malattia esantematica, lei correva subito a chiamare il dottore, poi si recava in farmacia per acquistare le medicine e si trasformava in una solerte infermiera per assisterci e per mettere in pratica pazientemente tutte le cure che il medico prescriveva. Spesso mi portava al cinema (ricordo ancora il film che mi piacque più di ogni altro: “Una voce nella tempesta” (tratto dal romanzo Cime tempestose di Emily Brontë) o ad assistere agli spettacoli domenicali che venivano rappresentati nel Teatrino di Santa Palazia.
Ma la cosa più piacevole era quando invitava a pranzo me e mio fratello e poiché, fin da piccola, aveva aiutato a cucinare suo padre (che, oltretutto, fu un ottimo cuoco) dovete credermi: le tagliatelle, i vincisgrassi, i polli arrosto ed i conigli in porchetta che cucinava mia zia Giannina erano di una squisitezza ineguagliabile!
Quand’era sola in casa, con i rimasugli dei filati di lana, amava sferruzzare in continuazione per creare un’infinità di quadratini di tessuto con i quali, una volta ricuciti a dovere, ricavava bellissime coperte di lana multicolori che regalava in abbondanza a tutti i parenti. Oggi, ogni volta che il mio sguardo si posa su una di queste coltri, non posso fare a meno di pensare con gratitudine e tanta nostalgia alla mia cara zia Giannina…
Ma zia Maria Mosca, l’altra sorella di mio padre, era molto buona e dolcissima. Nubile anche lei, prestò servizio presso la facoltosa famiglia Baccarini; spesso ci portava ad assaggiare qualche manicaretto da lei stessa cucinato con tanta abilità. D’estate, poiché gli ultimi superstiti della famiglia Baccarini si trasferivano nella bella villetta di loro proprietà a Numana Alta, in prossimità della bellissima “Spiaggiola”, lei otteneva la loro autorizzazione ad ospitare me e mio fratello per qualche giorno.
Io – che allora ero ancora un bambino – avevo paura di dormire al buio completo, pertanto una volta lasciai acceso l’apparecchio radiofonico per tutta la notte per sfruttare la lucina dell’occhio magico. Il mattino seguente, però, trovammo la radio fulminata! Alla morte dell’ultima superstite dell’abbiente famiglia Baccarini, nel testamento venne lasciato, in riconoscenza per la sua disinteressata dedizione, un piccolo terreno alla zia Maria, il quale fu presto venduto per costruire, con il ricavato dell’alienazione, una decorosa tomba per la nostra famiglia.
Qualche anno dopo, io e mia zia Giannina, piantammo un piccolo ramoscello di rose a ridosso della nostra tomba. Oggi, questa piantina è stupenda e, con il passare degli anni, è diventata un vero albero. Ho ancora vivo il ricordo di quando la zia Maria, a notte inoltrata, ritornando a casa dopo la collaborazione prestata presso la famiglia Baccarini, trovandoci ancora alzati, ci rivolgeva allegramente, in dialetto, la solita frase: «Uhé! Nun ‘ndamo a durmi’?»…
Nella seconda metà degli anni cinquanta, in un caldo pomeriggio d’estate, mi trovavo a passeggiare per i viottoli dei Giardini di Piazza Nuova in compagnia di mio fratello Mario Mosca e del nostro amico Franco Turicchi. Io ero allora un ragazzino e gli altri, di poco più grandi di me, avevano la stessa età. Franco era un ragazzetto bruno dalle folte sopracciglia con una potente voce di basso che, conversando, esprimeva il suo ardente desiderio di farsi strada nei tortuosi sentieri della lirica. Mio fratello, invece, con le pupille che gli brillavano per l’entusiasmo, sembrava volgere lo sguardo lontano, verso un punto indefinito dell’orizzonte. «Andrò a Parigi… – andava ripetendo con quella determinazione che gli era e che gli è tutt’ora caratteristica – dipingerò i vicoli di Montmartre… diventerò famoso!».
In effetti Franco Turicchi e mio fratello, in seguito, avranno e continuano ad avere grandi soddisfazioni in campo artistico… La decisione di affermarsi come pittore era maturata in mio fratello fin da bambino: poiché i nostri genitori – ritenendo che fossero soldi sprecati – non avevano l’intenzione di acquistare le tele per fargli dipingere i quadri, Mario, a loro insaputa, adoperò le lenzuola del corredo di nostra madre che erano custodite nei cassetti di un comò. Figuriamoci quando, dopo diversi mesi, questo fatto venne scoperto! Quando, aperti i cassetti del mobile, vennero trovate gran parte di quelle belle lenzuola tutte tagliuzzate!…
Mio fratello, fin da piccolo, era dotato di un trascinante spirito di iniziativa: una volta gli saltò in mente di approntare (nel locale – situato nel vicolo Croccano – in cui mio padre aveva il deposito delle vernici e delle altre attrezzature utili al suo lavoro) una sala cinematografica, denominata “Cinema Ideal”.
Una volta affissi per mezza Osimo i manifesti, da lui stesso magistralmente decorati con i titoli e la riproduzione di alcune scene dei film (poiché era al corrente che bisognava apporvi le marche da bollo, servendosi di un paio di forbici, ritagliava le marche da altri manifesti per incollarle nei suoi!), procedeva alla proiezione di brevissimi spezzoni (senza capo né coda) servendosi di uno scassatissimo proiettore muto, che nostro padre aveva adattato per la visione di pellicole da 16 millimetri.
Il costo del biglietto per assistere allo Spettacolo era di cinque lire e la Sala era sempre gremita di ragazzini entusiasti. Un bel giorno, purtroppo, vennero i Carabinieri che, avendo saputo della cosa, ordinarono la chiusura del “Locale”. I miei genitori dovettero lottare non so quanto per far capire ai tutori della legge che si trattava solo di una ragazzata, riuscendo così ad evitare che ci venisse appioppata una multa certamente molto salata…
Giuditta Biondini era un’arzilla e gaia vecchietta che abitava anche lei nel Vicolo Croccano; allora era già ultraottantenne e, a quell’età, riusciva a portare una ventata di buon umore a tutto il vicinato con i suoi divertenti balletti e con le sue canzoncine che cantava sempre allegramente. Non era sposata, ma possedeva un carattere che oggi definiremo solare. Mia zia Giannina, che spesso l’aiutava a farsi il bagno, asseriva che la sua pelle era ancora fresca e tosta come quella di una ragazza! Si spense alla bella età di 96 anni!…
Enrica Biondini (detta Riga) era la sorella di Giuditta; era la titolare di una bottega di camiceria; tra le altre ebbe come garzone Rosina Canapa (poi moglie di Giulio Cenci, che fu uno dei Presidenti del Circolo dei Senza Testa);
Anna Moresi (poi moglie di Carlo Carletti che fu Presidente dell’E.M.A.);
Antonietta Tonti (poi moglie di Franco Vigiani detto Magnafighi, fino a qualche anno fa titolare del famoso negozio di frutta, in particolare esotica, ubicato in Corso Mazzini);
Marisa Matassoli (poi moglie di Luigi Pesarini, titolare dell’omonima Scuola Guida e sorella di Walter, campionissimo di Palla a Volo.
Purtroppo Riga aveva un caratteraccio (tutto l’opposto di quello della sorella), non faceva altro che sgridare in continuazione me e tutti i ragazzini miei compagni mentre, innocentemente, giocavamo nel vicolo Croccano. Un giorno, mio fratello (dispettoso com’era), la fece arrabbiare a tal punto che lei, nel rincorrerlo con una paletta da fornello in mano, inciampò in un tombino e, di conseguenza, rovinò malamente a terra riportando la sbucciatura di entrambe le ginocchia…

 

Guido Carletti con la sognora Antonina, Carletto e Albertì

Antonia Moschini, detta Antonina, era la moglie di Guido Carletti, famosissimo in tutta Osimo per le sue attitudini acrobatiche e spericolate (oltre a tante cose era capace di saltare da un tetto all’altro di più palazzi!). Era la mamma dei miei carissimi amici Carlo, Alberto, Valfrido e Maria Laura.

I fratelli Carletti, foto anni ’50,  in alto il terzo da sinistra “Carletto”, accovacciati da sinistra Walfrido e Alberto

Rimasta vedova giovanissima, dovette lottare allo stremo per allevare i suoi quattro figli, – peraltro vivacissimi – tuttavia, questi, cresceranno onesti e dediti al lavoro tanto che riusciranno a piazzarsi tutti molto bene, sia nella vita che in campo sociale…
Regina Carletti, detta Peppa, vedova Mondaini, era la sorella di Guido, di cui abbiamo parlato sopra. Era la custode del Cinema-Teatro “La Nuova Fenice”. All’apparenza sembrava severa, ma in realtà spesso chiudeva un occhio e ci lasciava passare attraverso porticine secondarie per far sì che noi ragazzini potessimo assistere alla proiezione dei film più belli, gratis. Aveva alcuni parenti residenti a Roma e quando, d’estate, questi venivano a trovarla con i loro figli, il vicolo Croccano sembrava trasformarsi in una stradina di Trastevere…
Umberto Cecconi, detto “Canario Spazzola”, era un figlio di quel notissimo Agostino Cecconi, soprannominato “Il Canario”, uno degli osimani (insieme a Paride Figoli, detto “Pallidì”) più mattacchioni e burloni di tutti i tempi!
Barbiere di professione – come il padre – aveva la bottega al centro, vicino allo Spaccio-Tabaccheria Moschini; inoltre, avendo una grandissima passione per la caccia, nel vicolo Croccano, all’ultimo piano del Cinema-Teatro, aveva trasformato una stanzetta in voliera, installando una rete bombata all’esterno di una finestrella, proprio sotto al tetto. Dietro questa rete, noi ragazzini, vedevamo svolazzare in continuazione uccelli di tutte le specie, mentre un cinguettio ininterrotto ci dava l’impressione di essere in aperta campagna. Unico inconveniente: “scagacciature” permanenti sulla pavimentazione del vicoletto!…
Umberto Vico, detto “Carubì”, marito di Maria Cecconi (sorella di Umberto), risiedeva anche lui con la famiglia nel vicolo Croccano ed era il padre di Rosanna, una ragazzina molto graziosa. Non aveva un lavoro stabile, credo si arrangiasse a fare il maniscalco; tuttavia una volta diede prova di grande coraggio e prontezza di spirito. Attigua alle stanze abitate dalla nostra famiglia, c’era la grande caldaia che alimentava il riscaldamento del Teatro. Una sera, improvvisamente, si sviluppò un incendio proprio in questo stanzone: spaventose lingue di fuoco fuoriuscivano da un’apertura situata sopra il portone d’ingresso del locale, minacciando di espandersi molto velocemente; prontamente, accorse “Carubì” il quale, con il manico di una pala sfondò una grata riuscendo ad aprire la porta di un deposito del cementista Armando Fagioli, quindi entrato nel locale vi trovò, come aveva intuito, un grosso mucchio di rena che gettò rapidamente sulle fiamme, servendosi del
badile, riuscendo così a spegnere l’incendio…
La famiglia Campanelli era numerosissima tanto che molti osimani chiamavano la nostra viuzza “Il vicolo di Campanelli”. Nel palazzo che sovrastava il vicoletto vi abitavano: il vecchio Antonio (fondatore del famoso “Emporio Campanelli”); i figli: Raffaella, detta Lella; Giuseppe con sua moglie e Gaetano pure con sua moglie; più la nutrita schiera dei nipoti, in particolare i miei cari compagni di giochi: Cesarino, Sandro e Giuliano

la numerosissima Famiglia Campanelli

Mario Matassoli era un mio cugino, figlio di una sorella di mia madre. Faceva il sarto ed aveva la bottega nel vicolo Croccano. Naturalmente, per mia fortuna e per quella dei miei compagni, nel suo locale si alternavano garzone una più carina dell’altra. Anch’io, durante le vacanze estive, gli feci da aiutante; avevo imparato a cucire e ad infilare gli aghi con grande maestria ed ero addetto alla consegna degli abiti (confezionati da mio cugino) ai clienti cosicché, quando mi andava bene, guadagnavo mance da 5, da 10 e persino da 15 lire!…
Armando Fagioli, come sopra accennato, faceva il cementista ed esercitava la sua professione anche lui nel vicolo Croccano in due angusti locali: il primo situato vicino alla botteguccia del sarto e, l’altro, – sempre al pianterreno – sotto la nostra camera da letto; costruiva con il cemento abbeveratoi (in dialetto: “trocche“) per maiali, lavandini, cisterne di varia grandezza ed altri oggetti utili soprattutto per la campagna. Aveva un carattere mite, ma era molto curioso e ficcanaso. Poiché l’avevamo sorpreso più volte ad entrare di nascosto nel locale dentro il quale mio padre teneva barattoli di vernice, scale e tutti gli altri attrezzi utili per il suo mestiere di imbianchino, io e mio fratello, gli giocammo un bello scherzetto. Un giorno lo osservammo senza farci scorgere e ci accorgemmo che, dopo essere entrato nella nostra bottega, prese un bottiglione pieno di benzina che noi adoperavamo per riempire il serbatoio del nostro motorino e ne versò un po’ del contenuto nel suo accendisigari. Appena uscito, travasammo la benzina in un altro recipiente e rimpiazzammo il contenuto del bottiglione con dell’acqua che tingemmo con polvere di vernice dello stesso colore
della benzina. Dopo qualche giorno, Armando, non entrò più in quel posto! Naturalmente non facemmo questo per punirlo dell’irrilevante consumo della benzina, ma solamente con lo scopo di
distoglierlo dall’abitudine di entrare ed uscire nel nostro deposito a suo piacimento. Comunque io gli ero molto amico tanto che spesso lo andavo a trovare nella sua bottega e, mentre lui lavorava, gli mostravo le mie invenzioni, i miei disegni e gli leggevo i miei scritti che lui apprezzava moltissimo…
Suo figlio Luigi Fagioli (omonimo del grande corridore automobilistico osimano), detto Gigio, ma dai più chiamato “Ossi” data la sua singolare magrezza e gracilità, lavorava con suo padre. Era un fan sfegatato di Claudio Villa e di Fausto Coppi; poiché tutti noi, al contrario, – facevamo il tifo per Domenico Modugno e per Gino Bartali ce la spassavamo a prenderlo in giro. Purtroppo, essendo molto cagionevole di salute, si spense prematuramente…
Nel vicolo si affacciavano anche alcune finestre dell’abitazione del dottor Francesco Bebi (veterinario e proprietario di una fiammante “Fiat Balilla” e consorte dell’affabilissima maestra Laurina) dalle quali proveniva la dolcissima voce di Giovanna, la loro servetta, che intonava le canzoni più belle di allora…
Sempre nel vicoletto c’era anche una piccola stalla in cui un contadino di nome Sernani vi custodiva un vecchio ronzino ed un carretto con il quale trasportava, dopo averlo riempito di contenitori, il latte (da lui munto in campagna) per venderlo nelle singole case…
A settembre per il vicolo transitava un furgoncino, in retromarcia, carico di casse di uva provenienti dai vigneti della famiglia Campanelli che venivano scaricate in alcuni locali, muniti di torchi e tini, dove due campagnoli (“Gnazio e “Milcare) provvedevano a pigiare i grappoli per ricavarne il mosto…
Questo era il vicolo Croccano di quei bei tempi ormai lontanissimi… che differenza rispetto a oggi!!!
f.to Sandro Mosca

 

Vicolo Croccano  di Mario Mosca, 1956

 

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Osimo a Campanile Sera, 60 anni fa.

Ci sono date che non si possono dimenticare! Il 3 dicembre 1959 Osimo per la prima volta è in televisione. Ovviamente si tratta della televisione di Stato, perché, a quei tempi, di canali privati non si parlava. Chi ha sui settant’anni e più, ricorderà, ma spero che il racconto di questo avvenimento possa, comunque, interessare anche coloro che non sono giunti a tale soglia di età. Sessanta anni fa di questi tempi, non si parlava altro che di Osimo in TV: Osimo partecipa alla trasmissione “Campanile Sera“.

Per inquadrare la situazione erano, quelli, anni diversi dagli attuali. Sta arrivando il così detto “miracolo economico” che porta in quasi tutte le case d’Italia la televisione (le prime trasmissioni andarono in onda nel 1953), il frigorifero, la vespa  e la “600” Fiat, la benzina costa 96 lire al litro e si cominciano a costruire le autostrade. Sindaco di Osimo è il prof. Alessandro Niccoli, chi ha il maggior numero di voti è la DC come decisamente in tutta la Val Musone domina lo “scudo crociato”.
L’Osimana del Presidente Armando Carletti militava in 1^ categoria con i suoi giovani atleti: Carlo Nicoletti, Valerio Menghini, Antonio Tantucci, Alberto Parini, Vittorio Giambartolomei, Manlio Andreucci, Franco Cartuccia, Ercole Marchetti, Paolo Breccia, Giuliano Recinti e Paolo Leggeri.
In campo nazionale ed internazionale,  Vescovo di Roma è Papa Giovanni  XXIII, il “Papa buono”,  degli umili, dei sofferenti e dei carcerati. Presidente degli Stati Uniti è J.F.Kennedy mentre al Cremlino comanda Kruscev e nel mondo si respira aria nuova di speranza, di pace e benessere: la competizione tra le due superpotenze era una corsa a chi arrivava per primo a metter piede sulla Luna. In Italia Presidente della Repubblica era Giovanni Gronchi, mentre al Governo sedeva Antonio Segni.

Torniamo a “Campanile Sera”, il gioco televisivo si svolge tutti i giovedì sera, dalle 20,30 al termine del telegiornale. Sono sempre in lotta squadre di due cittadine, una del Sud contro una del Nord. In studio, a Milano, la trasmissione è condotta da un giovane  presentatore dallo spiccato accento “yankee” Mike Bongiorno che rivolge domande e quiz a due “esperti” per ciascun paese concor­rente. Nei vari centri invece i presentatori sono Enzo Tortora, conduttore televisivo noto per una successiva trasmissione “Portobello” e per essere stato vittima negli anni ’80 di un caso di malagiustizia, Renato Tagliani, che presto scompare dalla videocircolazione ed una giovanissima ed affascinante Enza Sampò.

Ogni città mette a disposizione una piazza o un teatro, ognuna di essa ha un suo portavoce, oltre ad un congruo numero di “pensatori” esperti culturali che si presentano con tonnellate di enciclope­die, almanacchi, statistiche, libri, giornali, riviste e ogni altra cosa che possa essere utile. Ogni città veniva, inoltre rappresentata da una famiglia alla quale competeva la gara dei prezzi: otteneva il punto la famiglia che riusciva ad avvicinarsi di più al prezzo reale di alcuni beni-oggetti in commercio. Non mancavano le sfide  fisiche-sportive di tipo popolare come: la corsa dei sacchi, la corsa con i trampoli e l’albero della cuccagna.

Sicuramente la trasmissione con la sua formula di gioco era stata ideata per far divertire, divertirsi e difendere il proprio gonfalone cittadino dall’assalto degli avversari, si svolgeva in diretta  e le regole del gioco prevedevano che il Comune vincente continuava la competizione a discapito dello sfidante che veniva eliminato. Da ultimo, e cosa di non poco conto in quei “tempi magri”, il Comune che vinceva la puntata aveva diritto ad  un premio equivalente ad un milione in gettoni d’oro.
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Ai primi di ottobre del 1959 la pubblica amministrazione osimana riceve un messaggio dalla Rai: “Tenetevi pronti – dice il messag­gio – a Dicembre la città di Osimo sarà chiamata a partecipare a “Campanile Sera”.

Scatta subito la molla organizzativa. Si cercano gli esperti in ogni campo dello scibile umano, si forma un comitato con a capo il prof. Alfio Giuliodori (professore di Francese all’Istituto Corridoni di cui successivamente diverrà anche Preside)  e il ragioniere del comune di Osimo Rigoberto Lamonica, si indica Piazza Boccolino qua­le sede della trasmissione, si parte per selezionare  i due “esperti in letteratura, storia, arte e cinema” che conoscano tutto quello che è possibile sapere e che dovranno andare a Milano per rispondere, all’interno di un’angusta cabi­na, alle domande di Mike Bongiorno.
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Per il portavoce deputato a rispondere ai quiz in piazza, viene scelto il dott. Vincenzo Carloni, avvocato, impiegato direttivo nella ditta Antonelli  ma anche attore dilettante, personaggio abituato a stare sulla scena.

Per quanto riguarda i rappresentanti osimani da inviare al Teatro della Fiera di Milano  a rispondere alle domande di Mike Bongiorno, a seguito della selezione avvenuta in Comune, la scelta ricade su quattro giovani universitari osimani: due di loro saranno i titolari ed alle loro risposte sarà affidato il destino di Osimo, mentre gli altri due saranno i supplenti.

 Agli studi Rai di  Milano andranno come titolari a rispondere in cabina:

 – Maurizio Morichi, 20 anni, residente ad Osimo, studente universitario ad Economia e Commercio, esperto di musica e di cinema. Con gli amici Giovanni Pirani, Gilberto Severini e con don Aldo Compagnucci aveva dato vita ad Osimo all’Associazione “Amici del Cinema” organizzando cineforum e rassegne cinematografiche al “Cinema Concerto“. Profondo conoscitore di cinema italiano ed internazionale,  aiutato da una fervida memoria che gli permetteva con meticolosità di ricordare trame, titoli di film, ma anche i nomi degli attori, dei registi, Maurizio  rappresentava , insomma, per Osimo una sicurezza nella materia.

Guido Fagioli nato a Gubbio il 13 febbraio 1932. Figlio del pilota automobilistico Luigi, aveva superato la selezione grazie alla sua cultura e conoscenze letterarie. All’epoca aveva 27 anni e si era laureato in Economia Politica all’Università di Firenze. Per rappresentare Osimo negli studi Rai di Milano a rispondere a Mike Buongiorno,  non ci poteva essere intellettuale migliore. Irrimediabilmente appassionato di Storia ha coltivato sempre, nel proseguo della sua vita,   il suo vizio più grande: la lettura e la scrittura. Giornalista e ricercatore, ha pubblicato, articoli vari di letteratura, di storia, ed ha lavorato per la Treccani nella redazione della bella opera “Il Dizionario Biografico degli italiani” ( firmando gli articoli con il nome di Guido Gregorio Fagioli Vercellone. E’ prematuramente deceduto nell’ottobre del 2004.

Il de­stino di Osimo è affidato alle loro risposte.
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Li accompagneranno come “riserve” altri due giovani studenti universitari: Renato Rozzi di anni 25 laureando  in Architettura alla Statale di Milano e poi all’Università di Venezia (sarà negli anni successivi uno dei progettisti del Piano Regolatore della nostra città, prematuramente deceduto nel 2009) e Lamberto Cenerelli di anni 28 studente in Medicina, che poi il proseguo della  vita lo  vedrà impegnato come noto primario anestesista all’Ospedale di Senigallia, città dove è deceduto nel 1997.
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La partecipazione alla trasmissione televisiva ha suscitato in Osimo grande entusiasmo  e curiosità collettiva, alimentata anche dalla presenza in città del “via vai” dei mezzi della troupe televisiva della Rai, dei numerosi  tecnici della “Timo” che dovevano assicurare i collegamenti, dei volti noti dei conduttori con i loro accompagnatori e dalla stuoia di giornalisti al seguito della trasmissione,  mandati dai giornali nazionali più letti, a raccontare  quelle serate del giovedì che riscuotevano un grande successo mediatico, ma anche per descrivere  una periferia allora sconosciuta alla gran parte degli italiani.

Osimo partecipò alla trasmissione tre volte:

– il 03/12/1959  Mondovì – Osimo, vittoria per Mondovì per 10 a 0;
– il 24/11/1960 Osimo – Sestri Levante, vittoria osimana il che ci permise di partecipare ad un’altra sfida;
– 01/12/1960 Cento – Osimo, vittoria per Cento per 10 a 0.
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Tre serate indimenticabili per gli osimani che hanno avuto la possibilità di assistere all’evento direttamente in Piazza Boccolino, ma anche per i tanti osimani sparsi per l’Italia, che hanno potuto assistere all’evento comodamente seduti sulla poltrona di casa, sintonizzati sulla RAI, pronti a sostenere ed esultare per i propri concittadini.

Nella trasmissione del 3 dicembre 1959 il paese campione in  carica era Mondovì, che dopo aver battuto nell’ordine Montefiascone e San Miniato, con identico punteggio 10 a 0, si apprestava ad affrontare la nostra  cittadina.  Raccontano le cronache che Osimo si era preparato al meglio per la sfida creando diverse commissioni  di esperti culturali, i così detti “professori” pronti ad apportare il loro aiuto per le risposte.

Era stata costituita ( con i prescelti individuati dal prof. Alfio Giuliodori e dal ragioniere del comune di Osimo Rigoberto Lamonica), una legione di sapienti, i così detti “pensatori”,  più di 120 persone: professori, medici, artisti, professionisti; insomma  la “migliore intellighenzia” di Osimo,  gente che doveva sapere di tutto oltre ad avere una memoria prodigiosa, a disposizione del campanile osimano.
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Questi gli esperti delle varie Commissioni, pronti a dare risposte al  portavoce in piazza, designato nel  dott. Vincenzo CARLONI.
Esperti materie scientifiche: DAVALLI Augusto (amministratore delle tenute Fava-Simonetti), BARTOLI Renato (titolare dell’omonima Farmacia, padre dell’attuale titolare in piazza del Comune), BINCI dott.Carlo (responsabile della farmacia ospedaliera) e la di lui signora Vera , BLASI prof.ssa Maria (figlia dell’allora segretario comunale), CIAVATTINI prof.ssa Gabriella, ZAMBONI prof.ssa Galliana, COLONNELLI dott.ssa Anna ( allora dipendente presso la farmacia Bartoli), TREBBI Ermes ( proprietario della farmacia lungo il corso, oggi farmacia Cardinali), TEODORI FERRETTI dott.ssa Mirella ( anche lei farmacista, proprietaria della farmacia a lato della Costa del Duomo oggi farmacia Romaldini), ZOPPI Francesco, BERRE’ Lucia, ZOPPI Sinibaldo ( persona affabile e simpaticissima laureato dottore agronomo, padre del pediatra dott. Antonio Zoppi) , CASTELLANI Luigi ( svolgeva all’epoca l’attività di perito agrario per diversi proprietari terrieri), BOTTEGONI Igino ( perito agrario è stato presidente degli IIRRBB), RICCIONI dott.Mario (medico e poi in seguito Direttore Sanitario dell’Ospedale di Osimo), PASQUALINI Roberto ( medico chirurgo, poi divenuto primario ostetricia e ginecologia del nosocomio cittadino), SILVESTRI Giovanni ( professore chirurgo e poi primario all’ospedale di Osimo), ROZZI Tullio, NARCISI Renato ( professore di matematica e scienze al Liceo Classico di Osimo, che i suoi allievi  chiamavano amorevolmente “pozzo di scienza”), IPPOLITI Francesco ( Preside delle scuole medie al tempo e poi anche Preside all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni”), FELIZIANI Pierluigi ( nipote di mons. Feliziani che per anni è stato parroco del Duomo), ALESSANDRINI Angelo (dottore agronomo direttore zonale del Ministero dell’Agricoltura, padre dell’avv. Giancarlo recentemente scomparso), BERTI Ennio.

Esperti materie umanistiche: prof. VICARELLI Ennio ( professore di filosofia al Liceo Classico di Osimo)  e prof.ssa LONGARELLI Elisa ( persona eccelsa, professoressa di italiano all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni”), BLASI Mario ( rettore al Collegio Campana, insigne scrittore e poeta), ROMITI Cesare ( professore  di italiano alle scuole medie), MARCHEGIANI Mario ( professore di italiano e poi anche Preside, padre della attrice Fiorenza), ZUCCONI Elena, RICCI prof.ssa Anna ( professoressa di italiano alle scuole medie), GIRI prof.ssa Flora ( professoressa di italiano ed una delle prime donne impegnate in politica in città, eletta consigliera comunale nel mandato 1965-1972 nelle file del PSDI), MERCANTI Antonio ( professore di italiano all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni”), BADIALETTI prof.ssa Gioconda, BARIGELLETTI Aldo ( professore di italiano poi trasferitosi al Nord), IPPOLITI Giovanni, IPPOLITI Antonio, IPPOLITI Ippolito, INNOCENZI Nerina, BERRE’ prof.ssa Alba, MERLI prof.ssa Vera ( professoressa di inglese  all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni” e assistente universitaria), PIERANDREI Mirella, GALLO Maria Teresa, HONORATI Rosanna ( all’epoca studentessa), PALLOTTA, CASTELLANI Franca ( figlia di Castellani Luigi), PETTINATI prof.ssa Alda, MARINI Marino ( professore di italiano al Liceo Classico di Osimo, persona eccelsa e di una cultura infinita), SERRINI prof.Giuseppe ( poi politico osimano , Presidente della provincia e primo Presidente della Regione Marche), PADOVAN Luigi, CARLONI prof.ssa Gioconda, prof. LAGUARDIA, CARDINALI prof.ssa Maria Teresa, ASTERITI RUNDO prof.ssa Emma, DEL CURTO prof. Dina ( moglie del veterinario Pericoli), FIORENZI  dott.ssa Ada ( esperta di teatro e letteratura, moglie del medico Gianfranco Fiorenzi).
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Esperti di Sport e Attualità
: rag. LAMONICA Rigoberto ( grande sportivo osimano, appassionato di ciclismo, all’epoca svolgeva la professione di capo ragioniere in Comune)  e GIULIODORI prof. Alfio ( grande sportivo osimano, appassionato di calcio, professore di francese e poi Preside all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni”), RICCI Antonio ( farmacista padre del farmacista Lanfranco), FATTORINI Giovanni ( fondatore del negozio Fattorini di Corso Mazzini, grande appassionato di sport e della pallacanestro in particolare, ha guidato per anni – come Presidente – la Robur), ANDREONI Amleto ( dirigente sportivo dell’Osimana, era mio zio), MILONE Donato ( maestro elementare ed appassionato di teatro e cinema) , MATTIONI Enrico ( noto geometra originario di Santa Maria Nuova ma che ha esercitato prevalentemente in Osimo anche lui appassionato ed esperto di cinema), CARBONARI Benedetto ( soprannominato “Franco”, ottimo centravanti dell’Osimana ma anche appassionato di Atletica leggera), LOMBARDI Raimondo ( all’epoca studente universitario di Medicina a Firenze, grande esperto ed appassionato di calcio, poi affermato urologo) , COSTANTINI prof.ssa Franca ( professoressa di Educazione Fisica) , SCHIPSI Lucio, CARBONARI Giuseppe ( maestro elementare, ciclista soprannominato “Peppino”), SISTI Carlo, CARLONI Carlo, CREMONESI Antonio ( responsabile e gestore del Cinema Concerto), RUBINO Ivo, COMPAGNUCCI don ALDO ( cappellano della Parrocchia di San Marco, grande appassionato delle arti figurative poi professore, filosofo e cineasta), GIORGETTI Italo.

Esperti di musica e Teatroprof. PAURI, CAMPANELLI Giuseppe ( capostipite di una delle famiglie più in vista di Osimo, per diversi anni è stato Presidente dei “Senza Testa” e Presidente della corale “G.Verdi”, organizzatore della “Festa dei Fiori” e di tanti altri eventi cittadini. Gli è stato conferito il titolo di Cavaliere poi Commendatore del Lavoro. Maestro concertatore, suonava il violoncello nei concerti e nei teatri, ha organizzato Concerti Lirici con l’amico Beniamino Gigli al nostro Teatro “La Nuova Fenice” di Osimo. Negli ultimi anni, suonava sul Duomo durante la settimana Santa. E’ stato, inoltre,  fondatore e consigliere della “Banchetta”, la Banca Popolare di Osimo, poi di Ancona), ADORNI Giacomo ( conosciuto in Osimo come “Lo scolaro” in quanto era titolare di un piccolo negozio di materiale scolastico per il Corso Mazzini, è stato partigiano e membro del CNL osimano) , CARLETTI, SINIBALDI Corrado (grande intenditore di Lirica e Teatro, soprannominato “baffi di legno” ), FANESI don Vincenzo ( noto personaggio osimano, fondatore de “l’Antenna” ), BONCI Livio ( noto avvocato osimano, da giovane grande intenditore di musica), VALERI prof.ssa Maria ( insegnante di pianoforte ), SERRINI prof.ssa Alberta ( insegnante di pianoforte e di musica alle scuole medie ), PIAZZINI prof.ssa Iva ( insegnante di pianoforte ),  IPPOLITI dott.ssa Lucia, VERDOLINI Guelfo ( grande personaggio osimano intenditore di musica, ha  suonato come batterista per diversi complessi musicali,  impiegato alle Poste), DIONISI Ennio ( appassionato di musica anche lui  come batterista ha suonato per diversi complessi musicali e se ne ricorda la partecipazione alla trasmissione “il Musichiere” per gli osimani era “zazzera” ), BLASI dott. Aldo ( avvocato e segretario comunale appassionato di Teatro ), THEODORI avv. Filippo.

Esperti  varie e Filatelia: GRILLANTINI don Carlo ( storico e scrittore osimano ),  CANAPA avv. Giannetto ( avvocato ed uno dei primi Sindaci della città ) , BERNARDONI rag.Carlo ( dirigente della locale ditta appaltante il servizio dei  rifiuti urbani ), BOCCANERA Ermanno ( noto medico di famiglia ), MAGNONI Alberto ( insegnante di scuola media ),  NICCOLI Alberto ( figlio del Sindaco di allora, al tempo studente universitario, poi professore universitario ed anche lui rivestirà il ruolo di  Sindaco di Osimo ); FAGIOLI Massimo ( titolare della Fornace “Fagioli” in via Olimpia ), DAVALLI Laura (insegnante figlia della professoressa Longanelli), LEPORI Luigi ( professore di diritto all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni” ), SUARDI Araldo ( titolare della ditta di autobus omonima ), BELLASPIGA Giampaolo ( all’epoca studente universitario a Macerata, grande appassionato di pittura e letteratura, è stato fidato notaio di molti osimani ), ZOPPI Riccardo ( la famiglia gestiva un sale e tabacchi in piazza del Comune), RIDERELLI Mario, BURGHIANI Gabriele ( commerciante di macchine agricole), PERILLO Simmaco ( cancelliere presso la Pretura cittadina ), BUROCCHI avv. Werther ( avvocato figlio del maestro Burocchi), CANAPA avv. Lamberto ( studente in legge poi avvocato figlio di Canapa Giannetto), DI FRANCESCO avv. Gino ( avvocato, marito di Fagioli Maria Grazia figlia del pilota Luigi Fagioli ) ALESSANDRINI Giulio ( proprietario terriero è stato presidente degli II.RR.BB,  nonno dell’avv. Giancarlo), NARCISI Paolo (  figlio del professor Narcisi Renato), CERSOSIMO Giovanni ( studente universitario il padre all’epoca era maresciallo della Stazione  Carabinieri di Osimo), PADOAN, MORICHI  Sergio (studente poi affermato avvocato osimano), FAGIOLI Armando ( ingegnere termotecnico, terzo figlio del pilota Luigi Fagioli), TADDIOLI rag. Domenico ( da sempre appassionato di foto, ragioniere ai Coltivatori Diretti), BELLI dott.Mauro ( dirigente alla Camera Commercio di Macerata), BELLI Carlo ( impiegato presso l’Amministrazione “Barberini”), RUZZINI Guido ( maestro elementare), BUSILACCHIO Ildo ( titolare della fabbrica di fisarmoniche in via Soglia), MORETTI Ines.

Si può dire che ogni mente eccelsa era stata reclutata per il buon nome della città.
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Lo scontro con il piccolo ma agguerrito comune piemontese fu una debacle, su tutti i fronti: la “prova culturale” in piazza con i nostri esperti che non seppero tenere il confronto con quelli del piccolo paese della provincia di Cuneo, la sfida “sportiva-ginnica” alla pertica dove i nostri atleti – Franco DE LUCIA, Sandro BUSCARINI (emigrato per lavoro in Germania, deceduto da qualche anno)  e Alberto CINTI (bravo atleta della Virtus Ginnastica e figlio del Direttore del Credito Italiano in Osimo) – persero la competizione con gli atleti avversari, e anche dalle cabine di  Milano le cose non andarono meglio.
***Osimo ne uscì sconfitta 10 a 0.  In città la sconfitta  non fu presa  sportivamente. Sicuramente Mondovì era forte ma Osimo non volle ammainare bandiera a “Campanile sera”. In città cominciò a montare la protesta per il verdetto di Mike Bongiorno, reo di aver favorito, con alcune evidenti papere, Mondovì. Anche i giornali, locali e nazionali, cominciarono a parlarne. Dopo qualche giorno, dopo aver rivisto e analizzato quanto era accaduto in  trasmissione , tutti gli osimani, la stampa, unanimi, riconoscevano gli errori e le ingiustizie commesse in danno della nostra città da parte del conduttore televisivo. Il sindaco Alessandro Niccoli si fece portavoce di tale malumore, mandò un telegramma alla Rai facendosi interprete delle lamentele di tutta la cittadinanza. Questo il testo del telegramma inviato ai responsabili  – Rai  – della  trasmissione:

” Circostanziate e documentate irregolarità verificatesi giovedì 3 dicembre,  corrente gioco televisivo “Campanile sera” forniscono motivo at ricorso che questa Amministrazione Comunale interprete desiderio unanime cittadinanza osimana presenterà a termini articolo 10 regolamento. Tanto comunico per eventuali misure cautelative a codesta direzione.”
Firmato il Sindaco di Osimo prof. Alessandro Niccoli

Il 24 novembre 1960 in seguito al ricorso, Osimo fu riammesso a partecipare alla trasmissione “Campanile Sera”, questa volta contro la città di Sestri Levante.

Osimo ritorna dunque a Campanile Sera! Vi torniamo con tutti gli onori e l’entusiasmo possibile, ma soprattutto con l’orgoglio e la voglia di rivincita per cancellare l’umiliante ed ingiusta  sconfitta patita contro Mondovì.

 Questa volta scrollata di dosso timidezza ed inesperienza,  con una forte motivazione e con tanta voglia di riscatto,  Osimo rimette in moto la macchina organizzativa per dare il meglio.  Vengono riconvocati e confermati gli esperti. Il Comitato organizzatore designa nella famiglia del cav. CAMPANELLI Giuseppe la famiglia che dovrà opporsi alla famiglia di Sestri Levante. La famiglia del cav. Campanelli, noto commerciante osimano, al completo,  composta da Giuseppe, dalla signora Quartina, dai sei figli e dai cinque nipoti assume l’incombenza preparandosi a dovere.
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Nella gara dei prezzi la famiglia Campanelli vinse alla grande, azzeccando quasi al centesimo il prezzo che si doveva indovinare relativo ad una bicicletta da donna completa degli accessori e il prezzo di un impermeabile da uomo.
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Nella prova in trasferta a Milano vengono riconfermati i giovani FAGIOLI e MORICHI che anche grazie all’esperienza acquisita nella precedente gara, saranno determinanti, rispondendo bene a tutte le domande, per la vittoria della nostra città. Nello scontro tra le piazze vengono presentati 7 dipinti,  rappresentanti mestieri vari. Si trattava di scrivere sul retro di una lavagna il nome dell’autore del dipinto e il mestiere in esso raffigurato. Gli esperti osimani di piazza si trovarono impreparati e persero tanti punti di fronte ai coriacei liguri che prima dell’ultima prova, quella sportiva, si ritrovarono in vantaggio di tre punti.
Una nuova sconfitta, e senza attenuanti e scusanti, era oramai nell’aria. Le prove decisive determinanti per  l’esito finale del confronto sono state le gare sportive:

 – nella corsa nei sacchi gli atleti osimani: POLINORI Umberto (fratello di “Peppe Longo” e figlio di Carlo “Carluccio” bidello della Scuola Bruno da Osimo negli anni 50/60), ANDREUCCI Manlio (attaccante dell’osimana)  entrambi nella categoria inferiore ai 75 kg  e MARCHEGIANI Rolando, soprannominato dagli osimani con il nome di “Faolenza” nella categoria dei massimi ( oltre i 100 kg) vinsero distanziando gli avversari;

 – nella corsa con i trampoli gli osimani CESI Nardino, MOSCOLONI, MARAINI e Carlo CARLETTI ebbero facile gioco sugli avversari conquistando i primi  posti.

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Grazie alle vittorie nelle  gare  ginniche, OSIMO vinse, battè Sestri Levante e acquisì il  diritto a ritornare in televisione come campanile campione, per il giovedì successivo.

Grande entusiasmo naturalmente fra gli osimani, tuttavia, raccontano le cronache che in quei giorni “girava fra il chiacchiericcio della piazza” una barzelletta: ” …Due amici s’incontrano dopo la vittoria con Sestri Levante. <Hai visto compare ‘ finalmente l’abbiamo spuntata, magari con i sacchi e con i trampoli! >. L’altro replica: <Per forza caro mio: non c’era altra via d’uscita. Non potevamo vincere con la testa, abbiamo vinto con i piedi !!>.
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Il giovedì 1 dicembre 1960 Osimo vittoriosa e campione in carica  si presenta per la sfida con la cittadina ferrarese di Cento.  La compagine osimana si ripresenta con una unica novità rappresentata dalla famiglia che giocava al quiz sui prezzi. La nuova famiglia chiamata a rappresentare Osimo è quella dell’artigiano Celeste MARACCI. Non fu una serata felice per i nostri portacolori.
Una Osimo priva di mordente, forse già appagata di una vittoria, cedette lo scettro di “Campanile Sera”, alla città di Cento.
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Andò male alla  squadra degli esperti in piazza. Migliore sorte non capitò ai  due, pur bravi, giovani Guido Fagioli  e Maurizio Morichi (quest’ultimo non riuscì a rispondere alla domanda sul nome di una attrice francese, personaggio principale in un film sconosciuto proiettato solo una volta  in Francia) dagli studi di Milano.

La famiglia Maracci non riuscì ad indovinare il prezzo di una libreria di 54 volumi di vari autori, nè il prezzo di una forma di fondina della Val d’Aosta dal peso di oltre 10 kg ( domande alle quali non era  facile rispondere !!) e da ultimo, anche la sfida sportiva non andò bene,  gli atleti osimani non riuscirono  a ripetere il miracolo del precedente confronto.  Sta di fatto che Osimo perse in terra di Ferrara il “Gonfalone” di campione in carica e a Cento terminò la  nostra avventura televisiva  a “Campanile Sera”.

Una bella storia comunque da raccontare e da ricordare.

 La trasmissione è riuscita ad accendere i riflettori della stampa nazionale sulla nostra città. Cronisti  di vari giornali di intrattenimento sbarcarono ad Osimo  per scoprirne  lo stile di vita.  Giornalisti intervistarono giovani e osimani nel loro vivere quotidiano, raccogliendo sicuramente un ritratto della parte più autentica del nostro territorio e della nostra gente.
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Campanile Sera” ha rappresentato, anche, un’occasione per dare modo a tutti gli osimani, idealmente, di riunirsi nel nome della città,  e di far rivivere l’appartenenza al campanile da parte dei “senza testa”.  Sicuramente questa manifestazione, al di là delle vittorie e delle sconfitte,  ha rappresentato un momento di aggregazione, un bello spettacolo di piazze in festa che ha acceso il senso di appartenenza e di unità  di una comunità, oltre  a costituire occasione per mostrare  le bellezze paesaggistiche, storiche  ed architettoniche della nostra città.

Questo racconto è stato ricostruito grazie agli articoli tratti dalla cronaca di “Voce Adriatica” e di altri servizi pubblicati su “Eva Express” nel dicembre del 1960.  Determinanti sono state, soprattutto,  le reminiscenze impresse nella memoria di alcuni testimoni-protagonisti di questa manifestazione che ho contattato e i cui ricordi  ho raccolto  direttamente dalla loro voce, in una amabile chiacchierata fatta di  piacevoli sensazioni vissute nelle tre settimane di partecipazione alla trasmissione televisiva “Campanile Sera”.

 Ringrazio in particolare:

 Maurizio Morichi: 80 anni, all’epoca, appena ventenne,  era una matricola universitaria della facoltà  di Economia e Commercio di Ancona. Appassionato di cinema e di musica, è stato il primo ad essere scelto ( mi ha raccontato  Maurizio che le selezioni si svolsero in una gremita sala maggiore del Comune, davanti alcuni incaricati della Rai) per rappresentare Osimo negli studi televisivi di Milano. Insieme a Guido Fagioli, ed agli altri prescelti: Renato Rozzi e Lamberto Cenerelli presero con impegno il compito loro affidato, preparandosi accuratamente sfogliando libri ed enciclopedie. Il  dott. Morichi, ricorda,  che il mercoledì partivano in treno con il “Lecce-Milano” per raggiungere poi il centro di produzione Rai  in corso Sempione.
Ricorda, inoltre,  Mike Buongiorno come un tipo preciso che non dava mai grandi confidenze. “In occasione della  vittoria sulla cittadina di Sestri Levante, a noi concorrenti è andato  in premio un gettone d’oro del valore di centomila lire, dov’era impresso un campanile con una bandiera che sventolava. Purtroppo – mi ha raccontato  con vivo dispiacere il dott. Morichi – questo bel cimelio mi è stato poi rubato”. Ricorda la buona accoglienza ricevuta ad Osimo dopo la vittoria anche se l’osimano non è un tipo molto espansivo e le congratulazioni ricevute dal sindaco Alessandro Niccoli.
Sicuramente la  notorietà ricevuta dal “piccolo schermo” l’aiutò a strappare il “si” di fidanzamento   dalla giovane Silvana Parini poi futura sig.ra Morichi. Dopo le tre apparizioni televisive, per Maurizio Morichi è arrivata la laurea nel 1963 e l’impegno nel lavoro che lo ha visto come dirigente d’azienda prima nella Cassa di Risparmio di Ancona, poi alla Garofoli Vini e da ultimo a dirigere i servizi  contabili-gestionali della società Ragaini di Loreto.
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Carlo Carletti
: 82 anni, osimano doc del rione Cappuccini – San Marco, artigiano elettricista.  Una tradizione familiare, quella di elettricista,  iniziata  dal padre Guido e da lui proseguita fin da giovanissimo, prima come dipendente-apprendista  e poi come artigiano “in proprio”. Un elettricista Carlo Carletti,  con la passione per lo sport ( il judo in particolare)  e le arti. Carlo Carletti è, infatti,  persona conosciuta in Osimo perchè per vivere ha armeggiato tutti i giorni con i fili elettrici, ma anche per la sua passione sportiva per il Judo, passione condivisa con il fratello Alberto. Al tempo della partecipazione osimana a Campanile Sera, Carlo appena 22enne, già sposato con la sig.ra AnnaMaria Moresi,  era un valente atleta della palestra “Fiamma Judo Sukara”. Per queste  sue qualità atletiche  è stato ingaggiato a comporre le fila della squadra osimana per la gara sportiva di corsa con i trampoli. Una squadra vincente che grazie anche alla prestazione di Carlo ha permesso ad  Osimo di avere la meglio nei confronti degli atleti rivali del comune di Sestri Levante. Carlo con orgoglio, ancora oggi, conserva quei “trampoli” che 60anni fa hanno fatto gridare di gioia gli osimani in piazza e davanti il piccolo schermo. Carlo Carletti dopo l’impresa sportiva determinante per la vittoria del nostro “Campanile” è ritornato al suo lavoro ed alle sue passioni. Da ricordare tra le tante “sfide” che ha affrontato, anche quella di Presidente dell’Ema che lo ha visto sempre in prima fila nell’organizzare eventi culturali e ricreativi per la nostra città.

Giuliano Campanelli: classe 1943, all’epoca degli avvenimenti raccontati,  aveva appena 16 anni ed era stato “ingaggiato” come atleta per la sua particolare abilità nella corsa sui trampoli sopra i quali aveva una particolare destrezza riuscendo a fare perfette performance. Una giuria poco imparziale lo scartò all’ultim’ora dalla competizione  adducendo a motivazione la sua minore età. Giuliano ricorda ancora l’amarezza dell’esclusione: “ci tenevo molto ad aiutare il mio campanile“, ricorda, tanto che appena  dopo la vittoria osimana, per l’entusiasmo si inerpicò sul campanile del Comune e si sfogò suonando il “Campanò de Piazza” a festa fino allo stremo.
Oggi in pensione, il sig. Giuliano, ha da sempre collaborato nell’attività commerciale della  “Famiglia Campanelli” seguendo e gestendo in particolar modo il  settore mobili.
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Benedetto Carbonari
: 88 anni, ha partecipato a Campanile Sera  dando il proprio contributo tra il gruppo dei “pensatori” esperti di Sport ed Attualità. Era stato chiamato dal prof. Alfio Giuliodori che lo conosceva bene per le sue passioni sportive ( calcio ed atletica leggera) e per le sue doti balistiche di ex cannoniere-centravanti dell’Osimana Calcio. Quando la trasmissione presentata da Mike Buongiorno arrivò ad Osimo, Benedetto ( per gli osimani “Carlo”), aveva 28 anni ed era  già coniugato con la sig.ra Rosa Telarucci. Diplomato Ragioniere e Perito Commerciale è stato 32 anni impiegato come ragioniere capo e responsabile amministrativo presso gli uffici dell’Usl n° 13 e successivamente segretario dell’Opera Pia “Don Giovanni e Gaetano Recanatesi” di Osimo. Oggi in pensione, ricorda con commozione e nostalgia questo bell’avvenimento che per tre settimane ha dato notorietà nazionale alla nostra piccola cittadina. 

A conclusione di questo “viaggio” intorno a Campanile Sera – rievocato a più mani – invio un ringraziamento per la breve testimonianza anche al dott. Raimondo Lombardi, alla sig.ra Maria Grazia Fagioli, al dott. Massimo Morroni, alla prof.ssa Rozzi Luciana in Migliari ed a Giuliano Campanelli, in particolare,  per  il prezioso materiale fotografico messo a disposizione.

La  Vice Sindaco di Osimo
prof.ssa  Paola  Andreoni


articoli, usciti sul settimanale Eva Express del 3 dicembre 1960:
Le Ragazze osimane sono molto Attive. Le ragazze di Osimo si danno tutte un gran da fare: o studiano o lavorano. Dicono: ” Pochissime di noi si limitano ad essere delle casalinghe !…”. E fanno questa affermazione con orgoglio, perchè sono fiere dei loro giorni intensi sui libri, negli uffici, nelle fabbriche. Lo studio o il lavoro fanno si, poi, che le ragazze di Osimo abbiano tutte una loro personalità ben formata e che guardino tutte in faccia alla vita senza complessi riverenziali, senza timori per il futuro, senza ansie e preoccupazioni.Di distinguono anche nei confronti dei loro coetanei in pantaloni: li giudicano “un po’ provinciali”, mentre li desidererebbero più vivaci, più decisi a contribuire allo sviluppo morale e materiale della loro città. ( articolo tratto da Eva Express del 10/12/1960)

1 RAGAZZE L LAVORO 2

Giuseppina ANTONELLI, Giuseppina MORETTI, Maria VICARELLI, Anna LUNARI, Maria Vittoria BIANCONI


4 cAMPA 1

1 Ragazze al lavoro

Ersilia BERRE’, Paolina MARRA, Luciana VOLPINI e Elena Gerboni

5 CAMPA 458

Il Ciclismo appassiona. La “ciclistica osimana” è un’associazione che conta oramai più di un quinquennio di vita attivissima. Ha di già organizzato trentaquattro gare per “allievi” e per “dilettanti” e tutte le competizioni hanno suscitato molto entusiasmo. La più recente gara è stata, nel settembre scorso, il Campionato italiano Allievi, al termine del quale è stata scattata la fotografia che pubblichiamo, con il presidente Rigoberto Lamonica attorniato da concorrenti e sportivi esultanti.
Di moda anche lo Judo. le squadre sono due: lo “Judo Club” e la “Fiamma Judo Sukara”, che contano insieme un centinaio di validissimi elementi. Tutte e due le squadre partecipano di sovente a gare nazionali e figurano assai bene in ogni confronto.
Calciatori Giovanissimi. I calciatori dell’”Unione Sportiva osimana” sono tutti ragazzi che non superano i diciotto anni di età. La squadra partecipa al Campionato Dilettanti 1^ categoria. “Faremo molta strada!”, afferma il presidente Gerli qui fotografato con i suoi atleti: Menghini I. Tantucci, Parini, Menghini II, Giambartolomei, Marcosignori, Cartuccia, Marzioli, Marchetti, Breccia, Recinti, Leggieri Paolo( articolo tratto da Eva Express del 10/12/1960)

 

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