#Osimane: Lucia Eusepi

Continua la  raccolta di  storie di Osimani ed Osimane. Non solo di quanti sono emigrati all’estero ma anche di Osimane e Osimani che si sono trasferiti, per lavoro, scelte di vita, studio,  in altre città del nostro Paese.
Quella che segue, in particolare, è la bella storia di una nostra concittadina, Lucia Eusepi, che la passione per la natura e l’ambiente l’ha portata a vivere  a Villetta Barrea, nelle terre del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove lavora accanto agli orsi marsicani, lupi, caprioli e cervi come guida naturalistica ed escursionistica. In tale veste organizza visite guidate sia di carattere naturalistico che storico offrendo spiegazioni ed approfondimenti, riguardanti l’affascinante territorio abruzzese – molisano.

Mi chiamo Lucia Eusepi sono nata ad Osimo il 10 dicembre 1977 e in zona “Molino Mensa” ho vissuto  per ventitré anni. Durante il periodo della scuola elementare il mio caro Maestro, Marco Mosca, ha segnato per sempre le mie scelte di vita:  la sua attenzione verso la natura, le sue lezioni combinate con quelle di esperti ed appassionati che spesso invitava in classe, come Stefano Belli e le sue indimenticabili diapositive sull’avifauna osimana, hanno solcato indelebilmente il sentiero che mi ha condotta nell’incanto naturale dove oggi vivo.

 Un giorno di terza elementare, ci propose di fare un tema dal titolo: cosa farò da grande! Non avevo dubbi: la naturalista zoologa! Nel silenzio della classe concentrata a svolgere il tema, mi sono alzata e sottovoce gli ho domandato quali scuole avrei dovuto frequentare per colmare la fame di Natura che avevo, per nutrire il sogno …

Grazie ai suoi consigli, seguendolo alla lettera ho inseguito i miei sogni tra i banchi prima, dell’Istituto Tecnico Agrario di Macerata “Giuseppe Garibaldi” e poi tra quelli della facoltà di Scienze Naturali a Camerino.

Da Osimo a Camerino passando per Macerata è stato davvero un passo…grazie al maestro Mosca  a cui sarò, per sempre, riconoscente. La scuola, i libri e gli “inSegnanti” sono stati e continuano ad essere vitali e accoglienti punti di riferimento. Come la professoressa Lucia Tancredi, insegnante di lettere delle superiori, donna di Arte e cultura, scrittrice apprezzata da molti…soprattutto donne perché le inneggia, le difende e le incoraggia. Con la sua penna, la sua voce e il suo talento mi ha trasmesso l’amore verso grandi opere e grandi scrittori e mi ha insegnato a scrivere con il cuore.

A diciassette anni, durante le vacanze estive, presi un treno che mi portò a Villavallelonga un piccolo paesino nell’entroterra abruzzese, che mi spinse tra le valli e le montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo sulle “tracce” dell’orso bruno marsicano. Il mio primo viaggio da sola, su un treno. Trascorsi quindici giorni a contatto con i luoghi d’origine e di vita del plantigrado senza mai vederlo ma con l’onore di respirare i suoi passi, le sue tracce e il suo stesso respiro. Così entrare nel bosco diventò per me come entrare in un luogo sacro, intimo, magico e affascinante come quell’animale che “cercavo” e che non riuscivo a vedere ed  incontrare.

Il mistero e la misticità di quell’esperienza segnarono profondamente i miei giorni. Ritornai a Osimo con il profumo dei prati di Amplero, la selvaggitudine delle creste dell’Aceretta, l’attesa non corrisposta dell’orsa Yoga in Camosciara.

Ritornai ricca di tanti incontri, quello con una insegnante di scuola media, proveniente dall’Australia, che con emozione mi disse che per lei la cosa più importante era far percepire ai suoi studenti la presenza dell’orso. La felicità di aver scoperto, in montagna,  la ricchezza umana di persone che poi si sono rilevate importanti per il futuro della mia vita, come:  Annino, la mia guida (futuro testimone di nozze), e Germano  la persona che dopo venticinque anni è diventato  il mio compagno di vita e dei miei sogni.

Ho costruito il mio avvenire al Parco attraverso gli studi all’Università, accorgendomi di vivere ogni giorno in funzione del Parco e dell’orso bruno marsicano. Indimenticabile  il periodo del lavoro di tesi, per il quale riuscii a seguire un esemplare femmina di orso bruno marsicano: “Serena”-A13. Nei primi mesi di tesi non riuscii mai a vederla, aveva un collare, ma il mio professore di campo, un grande studioso di orsi europei, mi instillava attraverso il suo esempio la reverenziale distanza e il prezioso rispetto dello spazio dell’animale. Un lavoro durato due anni trascorsi “con lei” e per lei. Tra i monti ma  anche accanto ai paesi, fin dentro gli abitati. Il  territorio dell’orso, il suo areale proprio nel mezzo, convergevano con i tre paesi centrali del Parco: Civitella Alfedena, Villetta Barrea, e Barrea. Da buon opportunista, così com’è naturalmente l’orso, due mesi all’anno  approfittava per ingrassare, di facili risorse alimentari…legate all’uomo. Studio e orsa ben presto finirono. “Serena”-A13 venne uccisa e occultata…fagocitata nel suo contesto di vita: il 13 ottobre del 2002 ritrovammo solo il suo collare nettamente e evidentemente manomesso, più niente, solo silenzio e vuoto profondi.

Dal 2003, dopo essermi laureata, mi occupo di “Interpretazione dell’Ambiente” un mestiere che raccoglie natura, patrimonio storico, artistico e culturale che coglie le profonde radici degli alberi, degli animali e dell’uomo. L’interprete del Patrimonio o meglio dell’Ambiente nella mia esperienza, nasce dopo l’esperienza con “Serena”, con la consapevolezza che per conservare un fiore, un filo d’erba, un animale, un albero, un insetto, noi umani, noi interpreti, dobbiamo passare attraverso l’esperienza umana, la mente umana, la natura umana. Comprendere l’uomo studiando il momento storico che stiamo vivendo per salvaguardare quello che ci sta più a cuore.

Lavoro nel compartimento civile del Reparto Carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro (ex Corpo Forestale dello Stato) all’interno della Riserva Statale di Feudo Intramonti, nel cuore storico del Parco Nazionale d’Abruzzo, nella quale incontro, accolgo e accompagno centinaia di studenti, insegnanti e famiglie. In questo luogo di natura incantata e di una bellezza disarmante ho trovato le radici di tante famiglie che hanno vissuto tra i boschi del Feudo, ho trovati tanti nonni e i loro ricordi, ho trovato i segni del loro lavoro e del loro passaggio. Posso davvero dire di aver coronato il mio sogno e posso affermare di esserci riuscita attraverso la determinazione, e l’amore che provo nei confronti dell’orso bruno marsicano, ma questa strada non l’ho attraversata da sola. Alle spalle a proteggermi, sostenermi e a tifare per me c’erano e ci sono mia madre, Oriana Bortolussi, nata a Matelica e trasferita a Osimo nei prima anni 70 e mio padre Luigi, Osimano Doc. Mi hanno incoraggiato sempre e ascoltata nei momenti più difficili, mi hanno insegnato a preoccuparmi per la salute dell’ambiente nel quale viviamo e a non voltare mai le spalle nelle difficoltà.

Nello zaino delle esperienze che porto con me, ci sono anche i miei 14 anni trascorsi nel gruppo scout Osimo 1 e Don Flavio che ha sempre creduto in me. In occasione di un campo scout Don Flavio regalò a tutti, delle stelline adesive, sulle quali aveva stampato frasi identificative per ognuno di noi; mi consegnò la mia stellina nella quale aveva scritto “piccola ma luminosa”. Quando ho preso la partenza a Filottrano…ho preso la mia stellina e ho salutato i miei compagni di strada, rinunciando a diventare Capo scout…in un momento in cui nell’Associazione c’era davvero bisogno di Capi scout, ma la mia chiamata era tra le montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Antonella Graciotti di Osimo e Loredana Broda di Monte San Giusto sono le mie insostituibili compagne di banco, rispettivamente delle elementari e delle superiori, con le quali sono in contatto e mi ricordano gli anni di scuola più spensierati e mi tengono a mente che l’amicizia può superare le distanze fisiche.

Nel 2010, dopo aver camminato assieme per 15 anni, mi sono sposata a 1600 metri nella chiesetta della Madonna nera di Monte Tranquillo con Germano, abruzzese Doc che, per 23 anni ha lavorato al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise accudendo, allevando e svezzando gli animali selvatici del centro visite del PNALM a Pescasseroli come orsi marsicani, lupi, caprioli, cervi e che da dodici anni, fa il Guardia Parco.

Nel 2012 è nata Laura, una bambina libera e felice di vivere tra le montagne di Villetta Barrea ma che non perde occasione per tuffarsi tra le onde del mare di Sirolo, Numana e Marcelli con i nonni! Quando vivevo a Osimo il mare e il caldo non si accordavano con la mia vita e oggi che li ho distanti…sento il bisogno dell’acqua, del mare, del suo profumo, della sua calma e del suo impeto. Io credo che chi nasce al mare non può farne più a meno e allora mi divido tra il mare verticale delle montagne d’Abruzzo con quello orizzontale e sconfinato delle Marche anche se il lavoro e i miei impegni mi vedono più in Abruzzo che nelle Marche.

Altra cosa davvero bizzarra è l’aver conosciuto stando a Villetta Barrea, Emily Mignanelli pedagogista di Osimo, scrittrice, donna che sussurra ai bambini, ispiratrice e guida materiale e spirituale del mio lavoro.

Alle nuove generazioni, ai giovani osimani, ai bambini di oggi mi sento di dire di credere nei sogni, di coltivare le passioni, di accendere la speranza anche tra le bruttezze e i muri che spesso ci circondano. Lo studio è uno strumento importante per spiccare il volo, per diventare più consapevoli delle proprie radici. Agli insegnanti osimani e non, mi sento di consigliare, vista la mia personale e diretta esperienza, di lavorare sulle intelligenze multiple degli studenti, lasciando tracce memorabili, facendo vibrare le corde dei sentimenti e delle emozioni…”inSegnare” è una grande responsabilità e un lusso e un inSegnante è come un diamante…è per tutta la vita!(se ci sa fare).

Agli educatori ambientali, ai capi scout, ai comunicatori, agli ecologi e agli studiosi di natura mi sento di dire che la conservazione della Natura, dell’ambiente, non significa combattere acerbamente la “delinquenza ambientale” ma scendere in campo per raggiungere lo spazio comune quello che da secoli condividiamo, noi umani, con il resto degli esseri viventi. Nasco nel campo delle scienze naturali ma, per fare conservazione della Natura ho necessità di entrare nella mente umana attraverso la pedagogia sistemica, attraverso l’archeologia delle emozioni, la geografia del territorio sul quale vivo e viviamo tutti. Dobbiamo fare ritorno all’albero della Vita, all’albero dal quale i nostri antenati sono scesi per, comprendere le dinamiche che ci hanno allontanato dalla Natura, per ripensare ai processi che ci hanno condotto, oggi nel 2021, fin qui!

Quando un orso “sparisce” come è sparita Serena e prima di lei altri orsi, quando una bambina nata e immersa in un contesto territoriale verde e ricco di preziosa e unica biodiversità, nel vedere un orso marsicano tra i vicoli del suo paese esordisce dicendo “Mammaaa!!! L’orso è uscito dallo zoo!!!” dobbiamo organizzare “una bella passeggiata” a quell’albero che tanto tempo fa lasciammo, dal quale scendemmo per diventare bipedi e quindi capaci di vedere meglio tra l’erba alta delle praterie Africane. Quel passaggio, la nostra evoluzione ci ha reso miopi, poco consapevoli e lontani dal contesto geografico e dalla nostra natura. Con la corsa allo Smart phon di ultima generazione ci siamo persi il contatto con il mondo reale e ora non guardiamo più oltre la vegetazione rigogliosa come abbiamo fatto in passato, ma ci specchiamo su schermi che ci allontano dal vedere la nostra immagine autentica, il nostro mondo reale.

A Paola un grazie di cuore, a tutte le osimane e osimani  tanti auguri di buona strada …venitemi a trovare, vi aspettiamo al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise!
Lucia Eusepi 


Bravissima Lucia,  un grande “standing ovation” a te,  da parte mia  e di tutta la nostra comunità cittadina.
Paola Andreoni Vice Sindaco di Osimo

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#Osimane: Pesaresi Tiziana alle Olimpiadi di Tokyo

Continua la  raccolta di  storie di Osimani. Non solo di osimani che sono emigrati all’estero ma anche di Osimane e Osimani che si sono trasferiti, per lavoro, scelte di vita, studio,  in altre città del nostro Paese.
Quella che segue, in particolare, è la bella storia di una nostra concittadina, Pesaresi Tiziana, che la passione per la regia e l’audiovisivo l’ha portata a vivere a Milano dove lavora per la Rai e quest’anno ha avuto, per l’azienda del cavallo alato, il prestigioso incarico di seguire e trasmettere tutti gli eventi olimpici di Tokyo 2021. Un impegno importante e una  sfida professionale  vinta alla grande.

‘Vado a fare le Olimpiadi’. “Wow in che disciplina”, rispondono le mie amiche prendendomi in giro. È questa la premessa della mia spedizione a Tokyo, un viaggio affascinante che si preannunciava non facile data la complessa situazione legata al Covid.
Mi chiamo Tiziana e sono di Osimo da generazioni. Mio padre, Graziano, scomparso recentemente era il custode del Palazzetto dello sport e mia mamma, Cantori Silvana, ex operaia Lenco è casalinga in pensione. Sono ‘emigrata’ a Milano nel 1999, perché volevo partecipare ad un corso sulla produzione cinetelevisiva e buttare un occhio a ciò che accadeva dietro le quinte del mondo dello spettacolo. Da allora lavoro in TV e dopo anni di libera professione trascorsi tra Mediaset, Sky, La7, Mtv,  oggi sono alle dipendenze  della  Rai.Milano è la mia città. Bella funzionale, pulita, veloce e piena di tante cose da fare, troppe.
Ora che ho qualche anno in più, mi sento un po’ estranea o forse ho solo maturato esigenze diverse che mi fanno prediligere la natura, la lentezza, la bellezza di un paesaggio collinare ai grattacieli.
Resta il fatto che Milano ha un fascino molto particolare che da giovane subisci totalmente, è generosa e ti regala tante opportunità, e se hai voglia di realizzare un sogno c’è posto per tutti.
Ad Osimo ho ancora tanti amici e torno a casa spesso. Mi mancano le nostre colline, la natura, il paesaggio dolce che porto sempre nel cuore quando riparto.
Mi manca la mia cagnolina Neve perchè sta ad Osimo, lei è una creatura unica, un dono dal cielo, compagnia dolcissima di mia madre.
I miei amici osimani sono sempre presenti, nelle telefonate, nei messaggi, nei compleanni. Alcuni dalle superiori. Altri ancora sono presenti da prima e nonostante ci si veda raramente, l’amicizia resta salda senza per forza sentirsi tutti i giorni.
Vanessa, Sara, Eralba, Paola, Manuela, Luca, Anna, Nazareno, Marco sono alcuni di loro che rivedo spesso al rientro. Andiamo a passeggiare o facciamo colazione da “Ridolfi”, un rituale che mi fa sentire un po’ turista ogni volta che scendo. Poi ci sono i nipoti Filippo e Caterina, Francesca mia cognata e Mitlin mio fratello, il barbiere Massimo Pesaresi, detto Mitlin perchè mi ricorda affettuosamente un cartone animato dell’infanzia. Delle elementari alla “Fornace Fagioli” ho un bel ricordo, grazie anche alla maestra Clara Ercolani la maestra più bella e dolce che un bambino possa desiderare. Le medie alla Caio non le ricordo molto, a parte un amica carissima con cui facevo le vasche in piazza, che è mancata da poco. Nel frattempo frequentavo il palazzetto dello sport, grazie a mio padre, dove non solo andavo a vedere la partita della Robur, passione che univa tutta la famiglia…( anche se dopo dovevamo tutti aiutare nostro padre a pulire, per andarcene a casa prima) … Ma anche a giocare a basket. Ero molto scarsa, ma faceva bene fare uno sport per cui per qualche anno c’ho provato.

Le superiori le ho fatte nella mitica scuola magistrale guidata dalle suore Eleonora e Amedea. La prima era il mio terrore di matematica, mentre la seconda mi ha fatto amare la letteratura e Dante. Anni tosti dove ho studiato l’impossibile e dove i ricordi più belli sono legati ai momenti di relax durante l’intervallo dove mangiavamo le pizzette bianche e rosse e i rider o Mars e ci facevamo sane risate per sdrammatizzare il clima affatto leggero all’interno della scuola.
Mi sento ancora con alcune compagne, abbiamo una chat per organizzare cene alle quali puntualmente manco… perchè poi quando torno è così poco il tempo per  fare tutto che non riesco mai ad organizzarmi. Mi scuso con loro pubblicamente.
Io oggi amo Osimo molto più di molti osimani, perchè si sa quando si è giovani spesso si vuole scappare per sentirsi liberi di esprimersi e di fare qualcosa che gli altri spesso non comprendono e in tutto questo il Paese sta stretto, persino d’ostacolo. Poi dopo anni di esperienze, di viaggi, l’anima si quieta e quella fame di novità si placa. Non che la curiosità mi sia venuta meno, è il motore di ogni mia esperienza, solo Ti accorgi che ti mancano certi paesaggi, che hai perso molti dettagli di luoghi, di volti, che per molti anni hai dato per scontato. Ora fanno la differenza e ogni volta che scendo, la consapevolezza aumenta, come l’importanza di non perdere quei dettagli, di vedere come per la prima volta certi luoghi, tutto ha un fascino nuovo.

Mi sento privilegiata nel poter tornare quando voglio e guardare le cose con occhi nuovi. Ogni volta la turista curiosa che è in me, mi spinge a scoprire nuovi scorci, mai viste prima e il desiderio di visitare le Marche con un attenzione nuova. Questo a dimostrazione che, occorre seguire il cuore e realizzare i propri sogni, senza rinnegare le proprie origini, ma anzi celebrandole e non scappare da esse perchè dentro ogni nostra scelta c’è un loro frammento che ci rende unici.
Tornando agli studi, a Urbino ho frequentato e mi sono laureata presso la facoltà di “Sociologia delle comunicazioni”. Avrei voluto fare l’autrice, o lo sceneggiatrice, creare contenuti, perciò per un periodo ho frequentato un corso di sceneggiatura a Roma mentre scrivevo poesie aspettando l’ispirazione per il futuro. Purtroppo erano pochi i canali per perseguire questa strada. Il corso di produzione cinetelevisiva mi aprì la strada della regia in TV e li ho messo le radici.
Da lì sono passati 22 anni, un infinità di produzioni e ben tre olimpiadi: Torino, Paralimpiadi di Rio e ora Tokyo, ciascuna stupenda a modo suo. Le olimpiadi sono un opportunità professionale immensa. Si lavora con colleghi che arrivano da molte sedi Rai d’ Italia e si condividono esperienze lavorative e umane importanti. Dalle nostre regie escono i contenuti che vanno in onda sui canali italiani filtrando tra tutti gli sport che sono in competizione. Un modello di lavoro complesso nelle mani di coordinatori giornalistici che gestiscono il lavoro di tanti altri colleghi sui campi di gioco a fare la telecronache e commenti tecnici.
Io come aiuto regista anticipo le scelte dei coordinatori ai reparti in cuffia… Dando numeri, codici e tempi che servono per dosare le dirette. Un lavoro non semplice da spiegare, specie in una Olimpiade. Ci sono molte variabili che cambiano e dunque occorre molta concentrazione. Accanto a questo però c’è un clima di lavoro molto disteso e piacevole, a cui si aggiunge l’emozione di ogni gara e la storia che la precede. Tokyo ha una storia tutta sua non paragonabile alle para di Rio, lì eravamo senza Covid e poi le emozioni che si provano nel vedere gli atleti paralimpici, sapere le loro storie, sono indescrivibili. Ti lasciano un segno indelebile e ti ricordano quanto sei fortunata e perciò grata per ciò che hai.
A Tokyo ho vissuto un esperienza immensa, professionalmente per ciò che ho imparato, umanamente per ciò che ho vissuto. Lavorare tante ore in turni molto lunghi di notte, di giorno o sera senza ricordare che giorno è, se è buio o c’è luce, in un Paese con sette ore avanti di fuso… Insomma ti disorienta. Sei in panne per qualche giorno, ma poi ciò che vivi in prima persona ti ripaga di tutto. Sono grata all’opportunità che ho avuto. Mai scontata. Ero restia come tanti nel non voler partire date le mille restrizioni per il Covid.
Quattordici giorni di quarantana, l’incognita di dove andavamo a lavoro e cosa avrei trovato, navette o taxi senza poter uscire se non per 15 minuti per comprare il cibo e mangiare in albergo o a lavoro, estenuanti controlli,  non sono stati semplici.
Fortunatamente finita la quarantena sono riuscita a vedere qualcosa di Tokyo. Una città a mio avviso magica. Si respira una profonda armonia tra ultratecnologia e antiche tradizioni. I templi immersi nel verde molto curato, sono circondati da grattacieli e tutto sembra a misura d’uomo.

Ringrazio Dio e chi mi rinnova la fiducia di poter vivere certe esperienze, il bagaglio emotivo e i ricordi unici vanno al di là di ogni restrizione, di ogni virus, non c’è fatica che non venga ripagata.
Grazie e un saluto a tutte le osimane e osimani che ho conosciuto.
Tiziana Pesaresi 

Bravissima Tiziana,  un grande “standing ovation” a te,  da parte mia  e di tutta la nostra comunità cittadina.
Paola Andreoni Vice Sindaco di Osimo

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#Osimani: Lorenzo Angeloni

In casa Angeloni è stato appena festeggiato un compleanno importante: il 10 gennaio ha compiuto 70 anni Lorenzo Angeloni. Un compleanno che a causa delle restrizioni Covid  si è potuto degnamente onorare solo la scorsa settimana in un noto agriturismo cittadino. A festeggiare  Lorenzo c’erano il fratello Gabriele, le sorelle Gabriella e Fabiola  e le loro rispettive famiglie. Tra questi non si sono persi l’evento i quattro nipoti e i due pronipoti.
Classe 1951, Lorenzo  è una persona molto conosciuta in città per aver gestito per tanti anni lo storico  alimentari ereditato dai genitori, Armando e Anita,  in fondo a  via Olimpia ( locali dove Lorenzo, oggi,  ha trasferito la propria dimora ).
Attività commerciale che Lorenzo ha poi negli anni trasformato, modernizzato, dato la propria impronta cambiando la merceologia dei prodotti: non più generi alimentari ma  una più redditizia attività nel settore dell’intimo e della vendita di capi d’abbigliamento. Dietro al bancone del negozio di Via Olimpia, dove si è fatto conoscere e apprezzare per la sua simpatia e cordialità, Lorenzo ha servito le sue clienti per 45 anni, fino alla data del suo pensionamento che è coincisa con quella della chiusura definitiva dell’attività, avvenuta il 1 maggio 2011.
Lorenzo è persona conosciuta in città  anche per il suo impegno nell’ associazionismo sportivo, in particolare nelle società sportive calcistiche osimane: all’ Osimana, al San Biagio ed alla Passatempese.
Società nelle quali Lorenzo, per più di quarant’anni, è stato collaboratore e dirigente portando la sua carica personale, la sua passione di tifoso e l’acquisita competenza nel disbrigo delle incombenze dirigenziali.
Suo è stato  il compito, svolto sempre in modo molto professionale,  della predisposizione delle distinte domenicali su indicazione dei mister, della accoglienza e tenuta dei cordiali  rapporti con gli arbitri, di supportare gli allenatori nelle loro necessità e richieste e di intermediario nei rapporti tra la dirigenza, allenatori e giocatori cercando di risolvere i piccoli malumori, appianare problematiche e polemiche che inevitabilmente ci sono presentate all’interno degli spogliatoi. 
Anche per questo suo particolare ruolo e presenza sempre educata e rispettosa,  Lorenzo si è conquistato l’amicizia  dei tanti giocatori, mister e Presidenti che hanno fatto la storia del calcio  giallo-rosso e cittadino in generale. Dai Presidenti Silvano Principi, Antonio Bruni, Piero Sabbatini, Ferdinando Novelli, Stefano Carletti, Andrea Falcetelli, Maurizio Fagotti, ai mister Danilo Tacchi, Cristiano Luchetta, Damiano Morra, Beniamino Di Giacomo, Beni, Pirazzini, Piccinini, Donato Andreucci, Fantini, Brazzoni-Stronati, ai giocatori Andrea Celletti, Gianfranco Matteoli, Provenziani, Ulisse, Polinori, ecc.Oggi Lorenzo ( che è stato anche Presidente del club Fedelissimi Giallo Rossi del Circolo “Senza Testa”) segue il calcio solo  in tv  ma se lo incontrate per il corso cittadino saprà intrattenervi, deliziandovi dei ricordi dei mille aneddoti che ha vissuto come tifoso e dirigente del calcio osimano,  ai tempi quando i “Senza Testa Giallo-Rossi” si confrontavano con squadre come il Venezia, Sassuolo, Padova e lui a quelle trasferte, a tifare “Osimana”  è stato sempre presente.
Tanti auguri Lorenzo  di grande serenità per i prossimi anni che ti auguro sempre all’insegna della vita buona e generosa, anche a nome di tutta la nostra comunità cittadina.

Paola Andreoni vice Sindaco di Osimo

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Giuseppe e Anna da 50 anni insieme: un amore nato da un fortuito incontro alla “Coin” di Mestre

Oggi come oggi, il concetto di “amore per sempre” sembra essere qualcosa che appartenga solo ai romanzi ed alle favole. Purtroppo molte coppie si sfaldano presto e sembra non esistere più quella forza che le spinge ad andare avanti e a superare le difficoltà.
Tuttavia, nonostante il fatto che molte delle relazioni moderne rispondono a questa descrizione, esistono ancora alcuni esempi di coppie che hanno promesso di amarsi per sempre e che hanno continuato ad avanzare insieme nonostante gli ostacoli.

Questa storia parla proprio di questo, di due persone speciali, che dopo 50 anni sono ancora unite da un vincolo indissolubile di amore: Giuseppe Limoni e la gentile consorte Anna.

Si sono conosciuti alla “Coin” di Mestre. Giuseppe Limoni appena diplomato alla Scuola Agraria di Santa Marinella a Roma (una delle scuole più rinomate  per chi ha  la passione per la botanica, l’entomologia, l’agronomia) aveva ricevuto un’offerta di lavoro di quelle che non si potevano di certo  lasciare: giardiniere alla villa Fürstemberg alle dipendenze della famiglia di Clara AGNELLI ( la sorella maggiore dell’avvocato ) vicino Venezia,  con la responsabilità di gestire il parco e i giardini di una delle più belle e rinomate ville venete, dove la signora Agnelli aveva trasferito da Torino la propria residenza.
Un lavoro  importante professionalmente, per il giovane Giuseppe Limoni aspirante “Giardiniere” ( con la “G” maiuscola)  per la vastità delle piante presenti nell’ampio parco e delle varie tipologie di giardini che doveva curare ( all’inglese, all’italiana e alla francese).  Un lavoro importante per il quale Giuseppe appena 20enne aveva lasciato, a malincuore,  gli anziani genitori e Tolentino (sua città natale), per trasferirsi in Veneto, dove il tempo era scandito ed occupato totalmente dal lavoro. Di quel tempo Peppe ricorda le uniche divagazioni domenicali che erano Venezia con i suoi canali e le “luci” dei negozi di Mestre. In una di queste “lunghe e solitarie  giornate” post lavoro Giuseppe aveva scelto come meta Mestre e in particolare il  negozio della “Coin” situato al centro della città di terra ferma dei veneziani. Era rimasto colpito da una bella giacca che era però, –  per quegli accadimenti incomprensibili e misteriosi che la vita a volte ci presenta –  troppo lunga di manica. Rassicurato dalla commessa che il servizio sartoria dello stesso negozio avrebbe provveduto ad apportare le opportune  sistemazioni, Giuseppe fece convintamente quel bell’acquisto. Come negli accordi pattuiti al momento dell’acquisto, la sera seguente, Giuseppe ritorna alla Coin al reparto sartoria per le misurazioni.

La sarta, “veneziana doc”, che con cura prese le misure e poi confezionò quella giacca di velluto era, per quei disegni del destino a noi tutti ignoti,  Angiolina  Ruffato: la futura Sig.ra Limoni.

E’, infatti li, nella bottega della sartoria della Coin,  tra un tracciare un segno di gesso, colpita dalle affabili maniere di Giuseppe, abituato a “parlare e trattare con i fiori”, tra un ordine impartito in stretto dialetto veneto e una esclamazione tolentinese-maceratese,  tra lo stendere il metro di sarta sulle robuste braccia allungate del giardiniere di casa Agnelli e qualche timido e gentile apprezzamento sulle abili capacità di tagliare  il  risvolto di quella  giacca (che alla fine calzerà “a pennello”), che è nato l’amore tra Peppe Limoni e Angiolina Ruffato per tutti gli osimani Anna.

La sig.ra Anna, nata e cresciuta a  Venezia, città alla quale è tutt’ora  profondamente legata,  in una famiglia  di commercianti di  legno e carbone ( una famiglia numerosa la sua, con la bellezza e la vivacità di 6 fratelli e 6 sorelle)  mai poteva immaginare che il suo futuro sarebbe stato “la città dei Senza Testa” e le Marche.

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Si sono sposati  il 28 dicembre 1969, lui ventiduenne e lei appena venticinquenne,  a Mestre, nella Chiesetta della Madonna del Carmelo.
Dal 1970 ( dopo che Giuseppe ha vinto  il concorso da Giardiniere) la famiglia Limoni si è trasferita e vive ad Osimo. Una famiglia stimata, entrambi si sono adoperati nell’interesse della nostra città, partecipando attivamente nel mondo dell’Associazionismo, del  volontariato. Ricordo, per averci partecipato come volontaria scout,   l’iniziativa ideata da Peppe Limoni di ”una pianta per il Friuli”. Un progetto  che ha riguardato la popolazione del comune di Trasaghis  ( in prov. di Udine) dove, sotto la guida del nostro giardiniere/volontario Peppe Limoni, abbiamo piantato degli alberi nel grande campo delle baracche dei sopravvissuti al terremoto.

Una vita di coppia, quella dei coniugi Limoni costellata, come per tanti, da difficoltà, sacrifici e messe alla prova  che non li ha mai divisi, ma, al contrario li ha uniti e resi ancora più forti.

Se  a Peppe Limoni viene, unanimemente,  attribuito il riconoscimento di “artista della natura” per aver saputo rendere,   nei 40 anni di servizio da Capo giardiniere,   il “belvedere” dei giardini di Piazza Nuova un vero vanto della nostra città,  alla gentile sig.ra Anna, va il merito di essere “l’anima” di questa famiglia – giunta al suo mezzo secolo di vita – grazie alla sua presenza silenziosa ed  incoraggiante che infonde serenità.

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In questi giorni l’amabile coppia – con qualche capello in meno lui, un paio di occhiali sul volto lei – ha festeggiato il  cinquantesimo anniversario di matrimonio. Lo ha fatto pronunciando ancora una volta il “si”, rinnovandosi la promessa  nella Chiesa di Sant’Ignazio, nella piccola omonima frazione  di Filottrano. Assieme a loro hanno festeggiato in armonia ed allegria le figlie, i nipoti, il genero, parenti ed amici.
Un bellissimo evento per Giuseppe, Anna e la loro famiglia, che dimostra ancora una volta  al mondo quanto la compagnia dell’altro, il rispetto, la dolcezza nei  rapporti, nonostante le difficoltà, sono ciò che rafforza l’amore.
Una bella e meritata festa per i 50 anni di matrimonio di Anna e Giuseppe, entrambi nati fuori dalle mura della nostra città ma, a tutti gli effetti,   “Osimani doc”.

A nome mio personale, e a nome  dell’intera comunità  cittadina, porgo a Giuseppe  e ad  Anna gli auguri più affettuosi di un ancor lungo futuro insieme ed un ringraziamento per l’esempio di disponibilità e di condivisione, riconosciuto ed apprezzato dall’intera città.

Paola

Osimo a Campanile Sera, 60 anni fa.

Ci sono date che non si possono dimenticare! Il 3 dicembre 1959 Osimo per la prima volta è in televisione. Ovviamente si tratta della televisione di Stato, perché, a quei tempi, di canali privati non si parlava. Chi ha sui settant’anni e più, ricorderà, ma spero che il racconto di questo avvenimento possa, comunque, interessare anche coloro che non sono giunti a tale soglia di età. Sessanta anni fa di questi tempi, non si parlava altro che di Osimo in TV: Osimo partecipa alla trasmissione “Campanile Sera“.

Per inquadrare la situazione erano, quelli, anni diversi dagli attuali. Sta arrivando il così detto “miracolo economico” che porta in quasi tutte le case d’Italia la televisione (le prime trasmissioni andarono in onda nel 1953), il frigorifero, la vespa  e la “600” Fiat, la benzina costa 96 lire al litro e si cominciano a costruire le autostrade. Sindaco di Osimo è il prof. Alessandro Niccoli, chi ha il maggior numero di voti è la DC come decisamente in tutta la Val Musone domina lo “scudo crociato”.
L’Osimana del Presidente Armando Carletti militava in 1^ categoria con i suoi giovani atleti: Carlo Nicoletti, Valerio Menghini, Antonio Tantucci, Alberto Parini, Vittorio Giambartolomei, Manlio Andreucci, Franco Cartuccia, Ercole Marchetti, Paolo Breccia, Giuliano Recinti e Paolo Leggeri.
In campo nazionale ed internazionale,  Vescovo di Roma è Papa Giovanni  XXIII, il “Papa buono”,  degli umili, dei sofferenti e dei carcerati. Presidente degli Stati Uniti è J.F.Kennedy mentre al Cremlino comanda Kruscev e nel mondo si respira aria nuova di speranza, di pace e benessere: la competizione tra le due superpotenze era una corsa a chi arrivava per primo a metter piede sulla Luna. In Italia Presidente della Repubblica era Giovanni Gronchi, mentre al Governo sedeva Antonio Segni.

Torniamo a “Campanile Sera”, il gioco televisivo si svolge tutti i giovedì sera, dalle 20,30 al termine del telegiornale. Sono sempre in lotta squadre di due cittadine, una del Sud contro una del Nord. In studio, a Milano, la trasmissione è condotta da un giovane  presentatore dallo spiccato accento “yankee” Mike Bongiorno che rivolge domande e quiz a due “esperti” per ciascun paese concor­rente. Nei vari centri invece i presentatori sono Enzo Tortora, conduttore televisivo noto per una successiva trasmissione “Portobello” e per essere stato vittima negli anni ’80 di un caso di malagiustizia, Renato Tagliani, che presto scompare dalla videocircolazione ed una giovanissima ed affascinante Enza Sampò.

Ogni città mette a disposizione una piazza o un teatro, ognuna di essa ha un suo portavoce, oltre ad un congruo numero di “pensatori” esperti culturali che si presentano con tonnellate di enciclope­die, almanacchi, statistiche, libri, giornali, riviste e ogni altra cosa che possa essere utile. Ogni città veniva, inoltre rappresentata da una famiglia alla quale competeva la gara dei prezzi: otteneva il punto la famiglia che riusciva ad avvicinarsi di più al prezzo reale di alcuni beni-oggetti in commercio. Non mancavano le sfide  fisiche-sportive di tipo popolare come: la corsa dei sacchi, la corsa con i trampoli e l’albero della cuccagna.

Sicuramente la trasmissione con la sua formula di gioco era stata ideata per far divertire, divertirsi e difendere il proprio gonfalone cittadino dall’assalto degli avversari, si svolgeva in diretta  e le regole del gioco prevedevano che il Comune vincente continuava la competizione a discapito dello sfidante che veniva eliminato. Da ultimo, e cosa di non poco conto in quei “tempi magri”, il Comune che vinceva la puntata aveva diritto ad  un premio equivalente ad un milione in gettoni d’oro.
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Ai primi di ottobre del 1959 la pubblica amministrazione osimana riceve un messaggio dalla Rai: “Tenetevi pronti – dice il messag­gio – a Dicembre la città di Osimo sarà chiamata a partecipare a “Campanile Sera”.

Scatta subito la molla organizzativa. Si cercano gli esperti in ogni campo dello scibile umano, si forma un comitato con a capo il prof. Alfio Giuliodori (professore di Francese all’Istituto Corridoni di cui successivamente diverrà anche Preside)  e il ragioniere del comune di Osimo Rigoberto Lamonica, si indica Piazza Boccolino qua­le sede della trasmissione, si parte per selezionare  i due “esperti in letteratura, storia, arte e cinema” che conoscano tutto quello che è possibile sapere e che dovranno andare a Milano per rispondere, all’interno di un’angusta cabi­na, alle domande di Mike Bongiorno.
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Per il portavoce deputato a rispondere ai quiz in piazza, viene scelto il dott. Vincenzo Carloni, avvocato, impiegato direttivo nella ditta Antonelli  ma anche attore dilettante, personaggio abituato a stare sulla scena.

Per quanto riguarda i rappresentanti osimani da inviare al Teatro della Fiera di Milano  a rispondere alle domande di Mike Bongiorno, a seguito della selezione avvenuta in Comune, la scelta ricade su quattro giovani universitari osimani: due di loro saranno i titolari ed alle loro risposte sarà affidato il destino di Osimo, mentre gli altri due saranno i supplenti.

 Agli studi Rai di  Milano andranno come titolari a rispondere in cabina:

 – Maurizio Morichi, 20 anni, residente ad Osimo, studente universitario ad Economia e Commercio, esperto di musica e di cinema. Con gli amici Giovanni Pirani, Gilberto Severini e con don Aldo Compagnucci aveva dato vita ad Osimo all’Associazione “Amici del Cinema” organizzando cineforum e rassegne cinematografiche al “Cinema Concerto“. Profondo conoscitore di cinema italiano ed internazionale,  aiutato da una fervida memoria che gli permetteva con meticolosità di ricordare trame, titoli di film, ma anche i nomi degli attori, dei registi, Maurizio  rappresentava , insomma, per Osimo una sicurezza nella materia.

Guido Fagioli nato a Gubbio il 13 febbraio 1932. Figlio del pilota automobilistico Luigi, aveva superato la selezione grazie alla sua cultura e conoscenze letterarie. All’epoca aveva 27 anni e si era laureato in Economia Politica all’Università di Firenze. Per rappresentare Osimo negli studi Rai di Milano a rispondere a Mike Buongiorno,  non ci poteva essere intellettuale migliore. Irrimediabilmente appassionato di Storia ha coltivato sempre, nel proseguo della sua vita,   il suo vizio più grande: la lettura e la scrittura. Giornalista e ricercatore, ha pubblicato, articoli vari di letteratura, di storia, ed ha lavorato per la Treccani nella redazione della bella opera “Il Dizionario Biografico degli italiani” ( firmando gli articoli con il nome di Guido Gregorio Fagioli Vercellone. E’ prematuramente deceduto nell’ottobre del 2004.

Il de­stino di Osimo è affidato alle loro risposte.
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Li accompagneranno come “riserve” altri due giovani studenti universitari: Renato Rozzi di anni 25 laureando  in Architettura alla Statale di Milano e poi all’Università di Venezia (sarà negli anni successivi uno dei progettisti del Piano Regolatore della nostra città, prematuramente deceduto nel 2009) e Lamberto Cenerelli di anni 28 studente in Medicina, che poi il proseguo della  vita lo  vedrà impegnato come noto primario anestesista all’Ospedale di Senigallia, città dove è deceduto nel 1997.
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La partecipazione alla trasmissione televisiva ha suscitato in Osimo grande entusiasmo  e curiosità collettiva, alimentata anche dalla presenza in città del “via vai” dei mezzi della troupe televisiva della Rai, dei numerosi  tecnici della “Timo” che dovevano assicurare i collegamenti, dei volti noti dei conduttori con i loro accompagnatori e dalla stuoia di giornalisti al seguito della trasmissione,  mandati dai giornali nazionali più letti, a raccontare  quelle serate del giovedì che riscuotevano un grande successo mediatico, ma anche per descrivere  una periferia allora sconosciuta alla gran parte degli italiani.

Osimo partecipò alla trasmissione tre volte:

– il 03/12/1959  Mondovì – Osimo, vittoria per Mondovì per 10 a 0;
– il 24/11/1960 Osimo – Sestri Levante, vittoria osimana il che ci permise di partecipare ad un’altra sfida;
– 01/12/1960 Cento – Osimo, vittoria per Cento per 10 a 0.
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Tre serate indimenticabili per gli osimani che hanno avuto la possibilità di assistere all’evento direttamente in Piazza Boccolino, ma anche per i tanti osimani sparsi per l’Italia, che hanno potuto assistere all’evento comodamente seduti sulla poltrona di casa, sintonizzati sulla RAI, pronti a sostenere ed esultare per i propri concittadini.

Nella trasmissione del 3 dicembre 1959 il paese campione in  carica era Mondovì, che dopo aver battuto nell’ordine Montefiascone e San Miniato, con identico punteggio 10 a 0, si apprestava ad affrontare la nostra  cittadina.  Raccontano le cronache che Osimo si era preparato al meglio per la sfida creando diverse commissioni  di esperti culturali, i così detti “professori” pronti ad apportare il loro aiuto per le risposte.

Era stata costituita ( con i prescelti individuati dal prof. Alfio Giuliodori e dal ragioniere del comune di Osimo Rigoberto Lamonica), una legione di sapienti, i così detti “pensatori”,  più di 120 persone: professori, medici, artisti, professionisti; insomma  la “migliore intellighenzia” di Osimo,  gente che doveva sapere di tutto oltre ad avere una memoria prodigiosa, a disposizione del campanile osimano.
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Questi gli esperti delle varie Commissioni, pronti a dare risposte al  portavoce in piazza, designato nel  dott. Vincenzo CARLONI.
Esperti materie scientifiche: DAVALLI Augusto (amministratore delle tenute Fava-Simonetti), BARTOLI Renato (titolare dell’omonima Farmacia, padre dell’attuale titolare in piazza del Comune), BINCI dott.Carlo (responsabile della farmacia ospedaliera) e la di lui signora Vera , BLASI prof.ssa Maria (figlia dell’allora segretario comunale), CIAVATTINI prof.ssa Gabriella, ZAMBONI prof.ssa Galliana, COLONNELLI dott.ssa Anna ( allora dipendente presso la farmacia Bartoli), TREBBI Ermes ( proprietario della farmacia lungo il corso, oggi farmacia Cardinali), TEODORI FERRETTI dott.ssa Mirella ( anche lei farmacista, proprietaria della farmacia a lato della Costa del Duomo oggi farmacia Romaldini), ZOPPI Francesco, BERRE’ Lucia, ZOPPI Sinibaldo ( persona affabile e simpaticissima laureato dottore agronomo, padre del pediatra dott. Antonio Zoppi) , CASTELLANI Luigi ( svolgeva all’epoca l’attività di perito agrario per diversi proprietari terrieri), BOTTEGONI Igino ( perito agrario è stato presidente degli IIRRBB), RICCIONI dott.Mario (medico e poi in seguito Direttore Sanitario dell’Ospedale di Osimo), PASQUALINI Roberto ( medico chirurgo, poi divenuto primario ostetricia e ginecologia del nosocomio cittadino), SILVESTRI Giovanni ( professore chirurgo e poi primario all’ospedale di Osimo), ROZZI Tullio, NARCISI Renato ( professore di matematica e scienze al Liceo Classico di Osimo, che i suoi allievi  chiamavano amorevolmente “pozzo di scienza”), IPPOLITI Francesco ( Preside delle scuole medie al tempo e poi anche Preside all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni”), FELIZIANI Pierluigi ( nipote di mons. Feliziani che per anni è stato parroco del Duomo), ALESSANDRINI Angelo (dottore agronomo direttore zonale del Ministero dell’Agricoltura, padre dell’avv. Giancarlo recentemente scomparso), BERTI Ennio.

Esperti materie umanistiche: prof. VICARELLI Ennio ( professore di filosofia al Liceo Classico di Osimo)  e prof.ssa LONGARELLI Elisa ( persona eccelsa, professoressa di italiano all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni”), BLASI Mario ( rettore al Collegio Campana, insigne scrittore e poeta), ROMITI Cesare ( professore  di italiano alle scuole medie), MARCHEGIANI Mario ( professore di italiano e poi anche Preside, padre della attrice Fiorenza), ZUCCONI Elena, RICCI prof.ssa Anna ( professoressa di italiano alle scuole medie), GIRI prof.ssa Flora ( professoressa di italiano ed una delle prime donne impegnate in politica in città, eletta consigliera comunale nel mandato 1965-1972 nelle file del PSDI), MERCANTI Antonio ( professore di italiano all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni”), BADIALETTI prof.ssa Gioconda, BARIGELLETTI Aldo ( professore di italiano poi trasferitosi al Nord), IPPOLITI Giovanni, IPPOLITI Antonio, IPPOLITI Ippolito, INNOCENZI Nerina, BERRE’ prof.ssa Alba, MERLI prof.ssa Vera ( professoressa di inglese  all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni” e assistente universitaria), PIERANDREI Mirella, GALLO Maria Teresa, HONORATI Rosanna ( all’epoca studentessa), PALLOTTA, CASTELLANI Franca ( figlia di Castellani Luigi), PETTINATI prof.ssa Alda, MARINI Marino ( professore di italiano al Liceo Classico di Osimo, persona eccelsa e di una cultura infinita), SERRINI prof.Giuseppe ( poi politico osimano , Presidente della provincia e primo Presidente della Regione Marche), PADOVAN Luigi, CARLONI prof.ssa Gioconda, prof. LAGUARDIA, CARDINALI prof.ssa Maria Teresa, ASTERITI RUNDO prof.ssa Emma, DEL CURTO prof. Dina ( moglie del veterinario Pericoli), FIORENZI  dott.ssa Ada ( esperta di teatro e letteratura, moglie del medico Gianfranco Fiorenzi).
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Esperti di Sport e Attualità
: rag. LAMONICA Rigoberto ( grande sportivo osimano, appassionato di ciclismo, all’epoca svolgeva la professione di capo ragioniere in Comune)  e GIULIODORI prof. Alfio ( grande sportivo osimano, appassionato di calcio, professore di francese e poi Preside all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni”), RICCI Antonio ( farmacista padre del farmacista Lanfranco), FATTORINI Giovanni ( fondatore del negozio Fattorini di Corso Mazzini, grande appassionato di sport e della pallacanestro in particolare, ha guidato per anni – come Presidente – la Robur), ANDREONI Amleto ( dirigente sportivo dell’Osimana, era mio zio), MILONE Donato ( maestro elementare ed appassionato di teatro e cinema) , MATTIONI Enrico ( noto geometra originario di Santa Maria Nuova ma che ha esercitato prevalentemente in Osimo anche lui appassionato ed esperto di cinema), CARBONARI Benedetto ( soprannominato “Franco”, ottimo centravanti dell’Osimana ma anche appassionato di Atletica leggera), LOMBARDI Raimondo ( all’epoca studente universitario di Medicina a Firenze, grande esperto ed appassionato di calcio, poi affermato urologo) , COSTANTINI prof.ssa Franca ( professoressa di Educazione Fisica) , SCHIPSI Lucio, CARBONARI Giuseppe ( maestro elementare, ciclista soprannominato “Peppino”), SISTI Carlo, CARLONI Carlo, CREMONESI Antonio ( responsabile e gestore del Cinema Concerto), RUBINO Ivo, COMPAGNUCCI don ALDO ( cappellano della Parrocchia di San Marco, grande appassionato delle arti figurative poi professore, filosofo e cineasta), GIORGETTI Italo.

Esperti di musica e Teatroprof. PAURI, CAMPANELLI Giuseppe ( capostipite di una delle famiglie più in vista di Osimo, per diversi anni è stato Presidente dei “Senza Testa” e Presidente della corale “G.Verdi”, organizzatore della “Festa dei Fiori” e di tanti altri eventi cittadini. Gli è stato conferito il titolo di Cavaliere poi Commendatore del Lavoro. Maestro concertatore, suonava il violoncello nei concerti e nei teatri, ha organizzato Concerti Lirici con l’amico Beniamino Gigli al nostro Teatro “La Nuova Fenice” di Osimo. Negli ultimi anni, suonava sul Duomo durante la settimana Santa. E’ stato, inoltre,  fondatore e consigliere della “Banchetta”, la Banca Popolare di Osimo, poi di Ancona), ADORNI Giacomo ( conosciuto in Osimo come “Lo scolaro” in quanto era titolare di un piccolo negozio di materiale scolastico per il Corso Mazzini, è stato partigiano e membro del CNL osimano) , CARLETTI, SINIBALDI Corrado (grande intenditore di Lirica e Teatro, soprannominato “baffi di legno” ), FANESI don Vincenzo ( noto personaggio osimano, fondatore de “l’Antenna” ), BONCI Livio ( noto avvocato osimano, da giovane grande intenditore di musica), VALERI prof.ssa Maria ( insegnante di pianoforte ), SERRINI prof.ssa Alberta ( insegnante di pianoforte e di musica alle scuole medie ), PIAZZINI prof.ssa Iva ( insegnante di pianoforte ),  IPPOLITI dott.ssa Lucia, VERDOLINI Guelfo ( grande personaggio osimano intenditore di musica, ha  suonato come batterista per diversi complessi musicali,  impiegato alle Poste), DIONISI Ennio ( appassionato di musica anche lui  come batterista ha suonato per diversi complessi musicali e se ne ricorda la partecipazione alla trasmissione “il Musichiere” per gli osimani era “zazzera” ), BLASI dott. Aldo ( avvocato e segretario comunale appassionato di Teatro ), THEODORI avv. Filippo.

Esperti  varie e Filatelia: GRILLANTINI don Carlo ( storico e scrittore osimano ),  CANAPA avv. Giannetto ( avvocato ed uno dei primi Sindaci della città ) , BERNARDONI rag.Carlo ( dirigente della locale ditta appaltante il servizio dei  rifiuti urbani ), BOCCANERA Ermanno ( noto medico di famiglia ), MAGNONI Alberto ( insegnante di scuola media ),  NICCOLI Alberto ( figlio del Sindaco di allora, al tempo studente universitario, poi professore universitario ed anche lui rivestirà il ruolo di  Sindaco di Osimo ); FAGIOLI Massimo ( titolare della Fornace “Fagioli” in via Olimpia ), DAVALLI Laura (insegnante figlia della professoressa Longanelli), LEPORI Luigi ( professore di diritto all’ist.Tec.Comm.”Filippo Corridoni” ), SUARDI Araldo ( titolare della ditta di autobus omonima ), BELLASPIGA Giampaolo ( all’epoca studente universitario a Macerata, grande appassionato di pittura e letteratura, è stato fidato notaio di molti osimani ), ZOPPI Riccardo ( la famiglia gestiva un sale e tabacchi in piazza del Comune), RIDERELLI Mario, BURGHIANI Gabriele ( commerciante di macchine agricole), PERILLO Simmaco ( cancelliere presso la Pretura cittadina ), BUROCCHI avv. Werther ( avvocato figlio del maestro Burocchi), CANAPA avv. Lamberto ( studente in legge poi avvocato figlio di Canapa Giannetto), DI FRANCESCO avv. Gino ( avvocato, marito di Fagioli Maria Grazia figlia del pilota Luigi Fagioli ) ALESSANDRINI Giulio ( proprietario terriero è stato presidente degli II.RR.BB,  nonno dell’avv. Giancarlo), NARCISI Paolo (  figlio del professor Narcisi Renato), CERSOSIMO Giovanni ( studente universitario il padre all’epoca era maresciallo della Stazione  Carabinieri di Osimo), PADOAN, MORICHI  Sergio (studente poi affermato avvocato osimano), FAGIOLI Armando ( ingegnere termotecnico, terzo figlio del pilota Luigi Fagioli), TADDIOLI rag. Domenico ( da sempre appassionato di foto, ragioniere ai Coltivatori Diretti), BELLI dott.Mauro ( dirigente alla Camera Commercio di Macerata), BELLI Carlo ( impiegato presso l’Amministrazione “Barberini”), RUZZINI Guido ( maestro elementare), BUSILACCHIO Ildo ( titolare della fabbrica di fisarmoniche in via Soglia), MORETTI Ines.

Si può dire che ogni mente eccelsa era stata reclutata per il buon nome della città.
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Lo scontro con il piccolo ma agguerrito comune piemontese fu una debacle, su tutti i fronti: la “prova culturale” in piazza con i nostri esperti che non seppero tenere il confronto con quelli del piccolo paese della provincia di Cuneo, la sfida “sportiva-ginnica” alla pertica dove i nostri atleti – Franco DE LUCIA, Sandro BUSCARINI (emigrato per lavoro in Germania, deceduto da qualche anno)  e Alberto CINTI (bravo atleta della Virtus Ginnastica e figlio del Direttore del Credito Italiano in Osimo) – persero la competizione con gli atleti avversari, e anche dalle cabine di  Milano le cose non andarono meglio.
***Osimo ne uscì sconfitta 10 a 0.  In città la sconfitta  non fu presa  sportivamente. Sicuramente Mondovì era forte ma Osimo non volle ammainare bandiera a “Campanile sera”. In città cominciò a montare la protesta per il verdetto di Mike Bongiorno, reo di aver favorito, con alcune evidenti papere, Mondovì. Anche i giornali, locali e nazionali, cominciarono a parlarne. Dopo qualche giorno, dopo aver rivisto e analizzato quanto era accaduto in  trasmissione , tutti gli osimani, la stampa, unanimi, riconoscevano gli errori e le ingiustizie commesse in danno della nostra città da parte del conduttore televisivo. Il sindaco Alessandro Niccoli si fece portavoce di tale malumore, mandò un telegramma alla Rai facendosi interprete delle lamentele di tutta la cittadinanza. Questo il testo del telegramma inviato ai responsabili  – Rai  – della  trasmissione:

” Circostanziate e documentate irregolarità verificatesi giovedì 3 dicembre,  corrente gioco televisivo “Campanile sera” forniscono motivo at ricorso che questa Amministrazione Comunale interprete desiderio unanime cittadinanza osimana presenterà a termini articolo 10 regolamento. Tanto comunico per eventuali misure cautelative a codesta direzione.”
Firmato il Sindaco di Osimo prof. Alessandro Niccoli

Il 24 novembre 1960 in seguito al ricorso, Osimo fu riammesso a partecipare alla trasmissione “Campanile Sera”, questa volta contro la città di Sestri Levante.

Osimo ritorna dunque a Campanile Sera! Vi torniamo con tutti gli onori e l’entusiasmo possibile, ma soprattutto con l’orgoglio e la voglia di rivincita per cancellare l’umiliante ed ingiusta  sconfitta patita contro Mondovì.

 Questa volta scrollata di dosso timidezza ed inesperienza,  con una forte motivazione e con tanta voglia di riscatto,  Osimo rimette in moto la macchina organizzativa per dare il meglio.  Vengono riconvocati e confermati gli esperti. Il Comitato organizzatore designa nella famiglia del cav. CAMPANELLI Giuseppe la famiglia che dovrà opporsi alla famiglia di Sestri Levante. La famiglia del cav. Campanelli, noto commerciante osimano, al completo,  composta da Giuseppe, dalla signora Quartina, dai sei figli e dai cinque nipoti assume l’incombenza preparandosi a dovere.
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Nella gara dei prezzi la famiglia Campanelli vinse alla grande, azzeccando quasi al centesimo il prezzo che si doveva indovinare relativo ad una bicicletta da donna completa degli accessori e il prezzo di un impermeabile da uomo.
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Nella prova in trasferta a Milano vengono riconfermati i giovani FAGIOLI e MORICHI che anche grazie all’esperienza acquisita nella precedente gara, saranno determinanti, rispondendo bene a tutte le domande, per la vittoria della nostra città. Nello scontro tra le piazze vengono presentati 7 dipinti,  rappresentanti mestieri vari. Si trattava di scrivere sul retro di una lavagna il nome dell’autore del dipinto e il mestiere in esso raffigurato. Gli esperti osimani di piazza si trovarono impreparati e persero tanti punti di fronte ai coriacei liguri che prima dell’ultima prova, quella sportiva, si ritrovarono in vantaggio di tre punti.
Una nuova sconfitta, e senza attenuanti e scusanti, era oramai nell’aria. Le prove decisive determinanti per  l’esito finale del confronto sono state le gare sportive:

 – nella corsa nei sacchi gli atleti osimani: POLINORI Umberto (fratello di “Peppe Longo” e figlio di Carlo “Carluccio” bidello della Scuola Bruno da Osimo negli anni 50/60), ANDREUCCI Manlio (attaccante dell’osimana)  entrambi nella categoria inferiore ai 75 kg  e MARCHEGIANI Rolando, soprannominato dagli osimani con il nome di “Faolenza” nella categoria dei massimi ( oltre i 100 kg) vinsero distanziando gli avversari;

 – nella corsa con i trampoli gli osimani CESI Nardino, MOSCOLONI, MARAINI e Carlo CARLETTI ebbero facile gioco sugli avversari conquistando i primi  posti.

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Grazie alle vittorie nelle  gare  ginniche, OSIMO vinse, battè Sestri Levante e acquisì il  diritto a ritornare in televisione come campanile campione, per il giovedì successivo.

Grande entusiasmo naturalmente fra gli osimani, tuttavia, raccontano le cronache che in quei giorni “girava fra il chiacchiericcio della piazza” una barzelletta: ” …Due amici s’incontrano dopo la vittoria con Sestri Levante. <Hai visto compare ‘ finalmente l’abbiamo spuntata, magari con i sacchi e con i trampoli! >. L’altro replica: <Per forza caro mio: non c’era altra via d’uscita. Non potevamo vincere con la testa, abbiamo vinto con i piedi !!>.
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Il giovedì 1 dicembre 1960 Osimo vittoriosa e campione in carica  si presenta per la sfida con la cittadina ferrarese di Cento.  La compagine osimana si ripresenta con una unica novità rappresentata dalla famiglia che giocava al quiz sui prezzi. La nuova famiglia chiamata a rappresentare Osimo è quella dell’artigiano Celeste MARACCI. Non fu una serata felice per i nostri portacolori.
Una Osimo priva di mordente, forse già appagata di una vittoria, cedette lo scettro di “Campanile Sera”, alla città di Cento.
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Andò male alla  squadra degli esperti in piazza. Migliore sorte non capitò ai  due, pur bravi, giovani Guido Fagioli  e Maurizio Morichi (quest’ultimo non riuscì a rispondere alla domanda sul nome di una attrice francese, personaggio principale in un film sconosciuto proiettato solo una volta  in Francia) dagli studi di Milano.

La famiglia Maracci non riuscì ad indovinare il prezzo di una libreria di 54 volumi di vari autori, nè il prezzo di una forma di fondina della Val d’Aosta dal peso di oltre 10 kg ( domande alle quali non era  facile rispondere !!) e da ultimo, anche la sfida sportiva non andò bene,  gli atleti osimani non riuscirono  a ripetere il miracolo del precedente confronto.  Sta di fatto che Osimo perse in terra di Ferrara il “Gonfalone” di campione in carica e a Cento terminò la  nostra avventura televisiva  a “Campanile Sera”.

Una bella storia comunque da raccontare e da ricordare.

 La trasmissione è riuscita ad accendere i riflettori della stampa nazionale sulla nostra città. Cronisti  di vari giornali di intrattenimento sbarcarono ad Osimo  per scoprirne  lo stile di vita.  Giornalisti intervistarono giovani e osimani nel loro vivere quotidiano, raccogliendo sicuramente un ritratto della parte più autentica del nostro territorio e della nostra gente.
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Campanile Sera” ha rappresentato, anche, un’occasione per dare modo a tutti gli osimani, idealmente, di riunirsi nel nome della città,  e di far rivivere l’appartenenza al campanile da parte dei “senza testa”.  Sicuramente questa manifestazione, al di là delle vittorie e delle sconfitte,  ha rappresentato un momento di aggregazione, un bello spettacolo di piazze in festa che ha acceso il senso di appartenenza e di unità  di una comunità, oltre  a costituire occasione per mostrare  le bellezze paesaggistiche, storiche  ed architettoniche della nostra città.

Questo racconto è stato ricostruito grazie agli articoli tratti dalla cronaca di “Voce Adriatica” e di altri servizi pubblicati su “Eva Express” nel dicembre del 1960.  Determinanti sono state, soprattutto,  le reminiscenze impresse nella memoria di alcuni testimoni-protagonisti di questa manifestazione che ho contattato e i cui ricordi  ho raccolto  direttamente dalla loro voce, in una amabile chiacchierata fatta di  piacevoli sensazioni vissute nelle tre settimane di partecipazione alla trasmissione televisiva “Campanile Sera”.

 Ringrazio in particolare:

 Maurizio Morichi: 80 anni, all’epoca, appena ventenne,  era una matricola universitaria della facoltà  di Economia e Commercio di Ancona. Appassionato di cinema e di musica, è stato il primo ad essere scelto ( mi ha raccontato  Maurizio che le selezioni si svolsero in una gremita sala maggiore del Comune, davanti alcuni incaricati della Rai) per rappresentare Osimo negli studi televisivi di Milano. Insieme a Guido Fagioli, ed agli altri prescelti: Renato Rozzi e Lamberto Cenerelli presero con impegno il compito loro affidato, preparandosi accuratamente sfogliando libri ed enciclopedie. Il  dott. Morichi, ricorda,  che il mercoledì partivano in treno con il “Lecce-Milano” per raggiungere poi il centro di produzione Rai  in corso Sempione.
Ricorda, inoltre,  Mike Buongiorno come un tipo preciso che non dava mai grandi confidenze. “In occasione della  vittoria sulla cittadina di Sestri Levante, a noi concorrenti è andato  in premio un gettone d’oro del valore di centomila lire, dov’era impresso un campanile con una bandiera che sventolava. Purtroppo – mi ha raccontato  con vivo dispiacere il dott. Morichi – questo bel cimelio mi è stato poi rubato”. Ricorda la buona accoglienza ricevuta ad Osimo dopo la vittoria anche se l’osimano non è un tipo molto espansivo e le congratulazioni ricevute dal sindaco Alessandro Niccoli.
Sicuramente la  notorietà ricevuta dal “piccolo schermo” l’aiutò a strappare il “si” di fidanzamento   dalla giovane Silvana Parini poi futura sig.ra Morichi. Dopo le tre apparizioni televisive, per Maurizio Morichi è arrivata la laurea nel 1963 e l’impegno nel lavoro che lo ha visto come dirigente d’azienda prima nella Cassa di Risparmio di Ancona, poi alla Garofoli Vini e da ultimo a dirigere i servizi  contabili-gestionali della società Ragaini di Loreto.
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Carlo Carletti
: 82 anni, osimano doc del rione Cappuccini – San Marco, artigiano elettricista.  Una tradizione familiare, quella di elettricista,  iniziata  dal padre Guido e da lui proseguita fin da giovanissimo, prima come dipendente-apprendista  e poi come artigiano “in proprio”. Un elettricista Carlo Carletti,  con la passione per lo sport ( il judo in particolare)  e le arti. Carlo Carletti è, infatti,  persona conosciuta in Osimo perchè per vivere ha armeggiato tutti i giorni con i fili elettrici, ma anche per la sua passione sportiva per il Judo, passione condivisa con il fratello Alberto. Al tempo della partecipazione osimana a Campanile Sera, Carlo appena 22enne, già sposato con la sig.ra AnnaMaria Moresi,  era un valente atleta della palestra “Fiamma Judo Sukara”. Per queste  sue qualità atletiche  è stato ingaggiato a comporre le fila della squadra osimana per la gara sportiva di corsa con i trampoli. Una squadra vincente che grazie anche alla prestazione di Carlo ha permesso ad  Osimo di avere la meglio nei confronti degli atleti rivali del comune di Sestri Levante. Carlo con orgoglio, ancora oggi, conserva quei “trampoli” che 60anni fa hanno fatto gridare di gioia gli osimani in piazza e davanti il piccolo schermo. Carlo Carletti dopo l’impresa sportiva determinante per la vittoria del nostro “Campanile” è ritornato al suo lavoro ed alle sue passioni. Da ricordare tra le tante “sfide” che ha affrontato, anche quella di Presidente dell’Ema che lo ha visto sempre in prima fila nell’organizzare eventi culturali e ricreativi per la nostra città.

Giuliano Campanelli: classe 1943, all’epoca degli avvenimenti raccontati,  aveva appena 16 anni ed era stato “ingaggiato” come atleta per la sua particolare abilità nella corsa sui trampoli sopra i quali aveva una particolare destrezza riuscendo a fare perfette performance. Una giuria poco imparziale lo scartò all’ultim’ora dalla competizione  adducendo a motivazione la sua minore età. Giuliano ricorda ancora l’amarezza dell’esclusione: “ci tenevo molto ad aiutare il mio campanile“, ricorda, tanto che appena  dopo la vittoria osimana, per l’entusiasmo si inerpicò sul campanile del Comune e si sfogò suonando il “Campanò de Piazza” a festa fino allo stremo.
Oggi in pensione, il sig. Giuliano, ha da sempre collaborato nell’attività commerciale della  “Famiglia Campanelli” seguendo e gestendo in particolar modo il  settore mobili.
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Benedetto Carbonari
: 88 anni, ha partecipato a Campanile Sera  dando il proprio contributo tra il gruppo dei “pensatori” esperti di Sport ed Attualità. Era stato chiamato dal prof. Alfio Giuliodori che lo conosceva bene per le sue passioni sportive ( calcio ed atletica leggera) e per le sue doti balistiche di ex cannoniere-centravanti dell’Osimana Calcio. Quando la trasmissione presentata da Mike Buongiorno arrivò ad Osimo, Benedetto ( per gli osimani “Carlo”), aveva 28 anni ed era  già coniugato con la sig.ra Rosa Telarucci. Diplomato Ragioniere e Perito Commerciale è stato 32 anni impiegato come ragioniere capo e responsabile amministrativo presso gli uffici dell’Usl n° 13 e successivamente segretario dell’Opera Pia “Don Giovanni e Gaetano Recanatesi” di Osimo. Oggi in pensione, ricorda con commozione e nostalgia questo bell’avvenimento che per tre settimane ha dato notorietà nazionale alla nostra piccola cittadina. 

A conclusione di questo “viaggio” intorno a Campanile Sera – rievocato a più mani – invio un ringraziamento per la breve testimonianza anche al dott. Raimondo Lombardi, alla sig.ra Maria Grazia Fagioli, al dott. Massimo Morroni, alla prof.ssa Rozzi Luciana in Migliari ed a Giuliano Campanelli, in particolare,  per  il prezioso materiale fotografico messo a disposizione.

La  Vice Sindaco di Osimo
prof.ssa  Paola  Andreoni


articoli, usciti sul settimanale Eva Express del 3 dicembre 1960:
Le Ragazze osimane sono molto Attive. Le ragazze di Osimo si danno tutte un gran da fare: o studiano o lavorano. Dicono: ” Pochissime di noi si limitano ad essere delle casalinghe !…”. E fanno questa affermazione con orgoglio, perchè sono fiere dei loro giorni intensi sui libri, negli uffici, nelle fabbriche. Lo studio o il lavoro fanno si, poi, che le ragazze di Osimo abbiano tutte una loro personalità ben formata e che guardino tutte in faccia alla vita senza complessi riverenziali, senza timori per il futuro, senza ansie e preoccupazioni.Di distinguono anche nei confronti dei loro coetanei in pantaloni: li giudicano “un po’ provinciali”, mentre li desidererebbero più vivaci, più decisi a contribuire allo sviluppo morale e materiale della loro città. ( articolo tratto da Eva Express del 10/12/1960)

1 RAGAZZE L LAVORO 2

Giuseppina ANTONELLI, Giuseppina MORETTI, Maria VICARELLI, Anna LUNARI, Maria Vittoria BIANCONI


4 cAMPA 1

1 Ragazze al lavoro

Ersilia BERRE’, Paolina MARRA, Luciana VOLPINI e Elena Gerboni

5 CAMPA 458

Il Ciclismo appassiona. La “ciclistica osimana” è un’associazione che conta oramai più di un quinquennio di vita attivissima. Ha di già organizzato trentaquattro gare per “allievi” e per “dilettanti” e tutte le competizioni hanno suscitato molto entusiasmo. La più recente gara è stata, nel settembre scorso, il Campionato italiano Allievi, al termine del quale è stata scattata la fotografia che pubblichiamo, con il presidente Rigoberto Lamonica attorniato da concorrenti e sportivi esultanti.
Di moda anche lo Judo. le squadre sono due: lo “Judo Club” e la “Fiamma Judo Sukara”, che contano insieme un centinaio di validissimi elementi. Tutte e due le squadre partecipano di sovente a gare nazionali e figurano assai bene in ogni confronto.
Calciatori Giovanissimi. I calciatori dell’”Unione Sportiva osimana” sono tutti ragazzi che non superano i diciotto anni di età. La squadra partecipa al Campionato Dilettanti 1^ categoria. “Faremo molta strada!”, afferma il presidente Gerli qui fotografato con i suoi atleti: Menghini I. Tantucci, Parini, Menghini II, Giambartolomei, Marcosignori, Cartuccia, Marzioli, Marchetti, Breccia, Recinti, Leggieri Paolo( articolo tratto da Eva Express del 10/12/1960)

 

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Nove vigili storici in pensione: più di 300 anni di servizio, un pezzo di storia della Polizia Municipale Osimana

La Polizia Municipale di Osimo “cambia pelle”, in pensione nove vigili storici. Si tratta  di alcune delle colonne portanti del comando osimano quelle che nel corso dell’anno o recentemente  hanno  dismesso la divisa per tornare agli abiti civili.
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Sommati tutti insieme fanno oltre 300 anni di servizio prestati per accompagnare le trasformazioni urbanistiche, sociali e culturali della città. Una vera e propria memoria storica che ha lasciato  un delicato vuoto da colmare nei prossimi mesi. «Sono dispiaciuto, un sentimento condiviso con gli “anziani” rimasti  – spiega il  comandante Graziano Galassi –  perché hanno lasciato il lavoro tanti uomini e “colleghi di viaggio” in questo lungo periodo di vita passato nella Polizia Locale di Osimo, con un accavallarsi nei nostri pensieri di tanti episodi vissuti insieme belli e brutti, allegri e tristi, ma comunque ormai solo ricordi, che  forse saranno ogni tanto allegramente  rievocati intorno ad un tavola imbandita».

A lasciare il servizio sono stati:

– l’Ispettore Stefano Zoppi. Era il primo giugno 1977, ed aveva 23 anni, quando il giovane maestro elementare Stefano Zoppi, entrò nel Corpo della Polizia Municipale dopo aver vinto il concorso comunale. Lo stesso concorso che aprì le porte della carriera alle prime due vigilesse osimane: Clara Grassetti ed  Anna Maria Mandaliti.
Mercoledì 31 luglio scorso con il suo ultimo turno, l’ispettore Zoppi, ha lasciato  la divisa dopo 42 anni di servizio svolti  a seguire il settore procedure sanzionatorie e le pratiche relative ai ricorsi.  Un record, gli anni di servizio prestati in favore della Amministrazione cittadina, che neanche gli storici dipendenti  della Polizia cittadina come Carlo Nicoletti, Renato  Bellezza, Sandro Magnaterra, Sandro Franchini  detto “Boba”, Aldo Copparini, Gianni Marchegiani, Sergio Pieretti, Franco Gatto, hanno sfiorato.
Autentico pilastro dell’ufficio, dalle buone maniere, sempre cordiale e disponibile con i cittadini soprattutto con il mondo giovanile osimano con il quale ha sempre condiviso umori e spazi di socializzazione.
Stefano Zoppi  ha saputo unire al rispetto della  ferrea regola che impone la  divisa,   la sua proverbiale simpatia e leggerezza. Grazie al  suo spirito goliardico,  ha contribuito a far cementare lo spirito di squadra  all’interno della Caserma di via Molino Mensa.
Nel 2009 ha ricevuto un encomio pubblico da parte dell’Amministrazione Comunale con questa motivazione:
Zoppi Stefano in una attività lavorativa dura, spigolosa e spesso oscura è riuscito a mantenere viva la sua vena culturale ed artistica, ironica ed autoironica, unita ad una arguta satira, che non l’hanno comunque distolto da una costante crescita professionale nell’ambito delle competenze che gli sono state affidate“.
Ora che è in pensione potrà, sicuramente, dedicarsi a tempo pieno alle sue  passioni di eccellente vignettista e bravo musicista, come suonatore di sassofono.
Le sue  caricature ed illustrazioni hanno trovato spazio anche nella pagina di fondo del  notiziario comunale “5 Torri” negli anni ’70-’80 ( apprezzate dagli osimani quanto i disegni di Umberto Graciotti). I suoi disegni sono stati pubblicati, inoltre, anche nel libro che racconta la storia dell’Osimana calcio ( “Una storia giallorossa” di D.Andreucci) e in svariate riviste come: “L’Osservatore Nuovo”, “440 Hertz”, “Il Caffè”, “Le 7”, “La Gazzetta di Ancona”.
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– il sovraintendente  Stefano Paoltroni,  nel Corpo dei vigili urbani dal 2002, in precedenza ha lavorato in Comune come giardiniere e poi come addetto alla segnaletica stradale apprendendo il mestiere dal “veterano” Otello Marconi. Entrato in Comune ad appena 22 anni, il 1 giugno 1982, detiene ad oggi il primato del più giovane dipendente assunto dal Comune di Osimo. Nella sua carriera da poliziotto locale si è fatto ben apprezzare da tutti i colleghi per la sua generosa disponibilità e modestia. Con i cittadini, nell’espletamento del suo servizio che prevedeva prevalentemente il controllo residenziale, ha usato sia il bastone che la carota: intransigente quando non c’era da transigere, ha invece usato il buonsenso quando le situazioni potevano essere risolte pacificamente.
Nel 2010 ha ricevuto un encomio pubblico da parte dell’Amministrazione Comunale con questa motivazione:
Paoltroni Stefano, in pattuglia con il collega Buscarini Luciano, venivano chiamati urgentemente all’interno del Palazzo Comunale dove notavano una persona con accanto un contenitore pieno di liquido infiammabile e in mano un accendino acceso, pronta a darsi fuoco con grave pregiudizio suo e di tutto il Palazzo Comunale molto frequentato a quell’ora del mattino. Data la situazione di estremo pericolo prontamente intervenivano con grande coraggio e spregiudicatezza portando via il contenitore e l’accendino. Riuscendo contemporaneamente a calmare l’individuo in attesa del personale medico e degli assistenti sociali. Dimostrazione esemplare di professionalità e umanità“.
Soprannominato dai colleghi “il fratello Righeira” per il fatto che in caserma ci lavorava anche il fratello Andrea,  ha lasciato la divisa nel 2018 per dedicarsi totalmente alla famiglia, agli innumerevoli hobby e alla passione sportiva per il tennis.
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– il maresciallo maggiore Franco Cola ha lasciato il servizio il 30 giugno 2016 dopo 40 anni alla Polizia Municipale. Quando era entrato, con il suo fisico atletico da ciclista con paletta e fischietto aveva iniziato a girare in lungo e in largo per Passatempo, ma anche a farsi apprezzare dagli osimani, qualche multa a parte ovviamente.
Negli annali della storia del Comando, verrà ricordato, anche,  come il “vigile che va sempre in fuga” per i suoi trascorsi ciclistici che lo hanno visto spesso vittorioso sempre all’insegna delle fughe in solitaria. In particolare vanno menzionati i prestigiosi piazzamenti in occasione del Campionato Italiano ASPMI di ciclismo, kermesse tricolore per polizie municipali, nelle due edizioni svoltesi a Faenza e a Cerignola, dove Franco ha conquistato il quarto e sesto posto assoluto.  In questa ultima edizione dei Campionati italiani,  la squadra osimana era rappresentata da ben quattro portacolori: Franco Cola, Sergio Pieretti, Franco Gatto e Fausto Cedraro.
Un periodo lungo quello di Franco presso i Vigili osimani, durante il quale, questo mestiere via via è diventato parte della sua vita, dedicandosi in particolare, oltre ai servizi generali, alle problematiche relative all’ambiente, al randagismo ed alla buona tenuta  degli animali da affezione.  Lasciata la divisa si è “ritirato” a Passatempo a dedicarsi, a tempo pieno, alle sue passioni: i suoi cani e naturalmente il ciclismo. Attualmente Franco svolge  il compito di  direttore sportivo responsabile della squadra di ciclismo femminile “Gruppo Ciclistico Osimo Stazione”.
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– l’ispettore Claudio Pesaresi per 35 anni consecutivi è sempre stato fedele alla divisa. Maresciallo storico del comando di via Molino Mensa è entrato in servizio nel lontano 1984 quando ancora le rotonde di via Marco Polo, in zona  Crocefisso,  ai “Tre Archi” ed allo “Smindolo” non c’erano. Lì c’erano loro, i vigili, in mezzo alla strada a dirigere il traffico. All’interno del Comando si è occupato di tutte le materie di competenza della polizia locale, maturando notevoli competenze professionali. In particolare, per circa 21 anni ha svolto il servizio di accertamento anagrafico in coppia con Claudio Gatto. Sono stati gli “Starsky & Hutch” della nostra polizia municipale, sempre vincenti, amici inseparabili ancora oggi fuori dal servizio. Persona onesta  e corretta, sempre disponibile anche nei servizi di emergenza o quando si trattava di sostituire qualche collega. Farà strano non incontrarlo più per strada in divisa dopo così tanti anni di servizio. Grande appassionato di caccia e di moto, si racconta che l’ultimo turno  di lavoro, dopo aver riconsegnato la pistola d’ordinanza e la  divisa,   ha salutato i colleghi con le valigie già pronte per partire: meta il mondo.
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– l’ispettore Maurizio Cingolani in pensione dal 1 novembre 2016. Una  carriera, la sua,   iniziata in Ancona nel gennaio del 1984 e poi continuata per gli ultimi 30 anni di servizio in Osimo, suo comune di nascita e di  residenza. Un lasso di tempo durante il quale ha visto passare ed ha avuto modo di collaborare con sei diverse amministrazioni comunali da Cartuccia a Orsetti, da Niccoli a  Latini, da Simoncini a Pugnaloni.
Sportivo ed ottimo calciatore è stato capitano e “faro” della squadra calcio della Polizia Locale. I colleghi in occasione dei tornei calcistici tra corpi delle Forze dell’Ordine hanno imparato ad apprezzarne le doti atletiche nel ruolo di centrocampista per  i suoi  “piedi buoni” e il grande fiuto per il gol. Non a caso nel 2012 ha ricevuto un encomio pubblico da parte dell’Amministrazione Comunale con questa motivazione:
Cingolani Maurizio capitano della squadra calcetto della PM Osimo. Con l’esempio e la tenacia ha portato alla vittoria la squadra di calcetto della P.M. Osimo nel 1° torneo interforze organizzato dalla CRI comitato locale di Osimo, tenendo ancora alto il prestigio sportivo del Corpo Polizia Municipale di Osimo dopo diversi anni dall’ultimo similare successo“. Si sentirà la sua mancanza.
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– il maresciallo maggiore Claudio Gatto. Era il 1980 quando Claudio Gatto, entrò a far parte dell’Amministrazione di Osimo. Diversi, ben 32, sono stati gli anni vissuti in divisa.  La sua carriera come dipendente comunale,  è iniziata, come autista di Scuolabus a servizio dei bambini osimani e si è conclusa il 31/12/2016 ad un gradino dal ruolo di ispettore. In coppia con il suo amico ed inseparabile compagno di lavoro, Claudio Pesaresi, da cui il soprannome loro affibbiato ” il gatto e la volpe“, hanno girato ogni angolo di Osimo per gli accertamenti anagrafici, per il rilascio certificazioni pratiche di immigrazione e nel controllo delle attività delle ditte artigiane osimane.
Nel 2009 ha ricevuto un encomio pubblico da parte dell’Amministrazione Comunale con questa motivazione:
Gatto Claudio per l’impegno e la professionalità con cui svolge le proprie competenze che spesso lo hanno portato ad affrontare situazioni difficili nell’ambito dello sfruttamento della immigrazione e delle problematiche dell’infanzia“.
Da sempre appassionato di caccia in occasione delle ultime votazioni amministrative si è messo in gioco nella politica, candidandosi ad un posto da Consigliere comunale ottenendo un discreto numero di consensi.
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– l’agente  Armando Zagaglia. Il suo ingresso nei vigili risale al 2000, grazie ad un passaggio interno. Prima ha svolto il ruolo di cantoniere comunale assunto, con concorso pubblico, il primo ottobre 1988. Quindici anni – con cappello, fregi, stemma della polizia municipale, alamari sul collo della giacca ed i guanti bianchi –  a garantire la sicurezza degli osimani  oltre che presidiare il traffico delle ore di punta.
Ma Armando, soprannominato dai colleghi “Armaduk“,  ha lasciato il segno in caserma anche per le sue “mani d’oro”, un’autentica figura di riferimento per ogni piccola riparazione ed inconveniente tecnico da risolvere all’interno degli spazi della “gendarmeria cittadina ” di via Molino Mensa 66. Con  la pensione raggiunta, questo umile e bravo agente, è tornato a dedicarsi alle sue passioni: la pesca subacquea in apnea e i viaggi.
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– il sovrintendente  Luciano Buscarini  anche per lui la “prima vita” ( diciasette anni) è stata quella come operaio addetto agli uffici tecnici del Comune. Una vita professionale iniziata  il 3 dicembre 1984.  Nel 2001 è passato al settore della PM con la qualifica di agente motociclista. All’interno del Comando, per altri 17 anni, si è occupato di tante materie di competenza della polizia locale dai controlli edilizi, alle autorizzazioni, agli abusi, alla pubblicità. Nome di battaglia all’interno del Comando: “Pavarotti”.
Nel 2009 ha ricevuto un encomio pubblico da parte dell’Amministrazione Comunale con questa motivazione:
Buscarini Luciano, terminato il servizio a cui era stato comandato, si apprestava a rientrare in sede quando, in prossimità del Maxiparcheggio di via C.Colombo, notava un autobus in fiamme. Visto l’autista in difficoltà e con l’estintore ormai scarico, prontamente si fermava e con l’estintore in dotazione all’auto di servizio in uso, provvedeva a circostanziare l’incendio e a limitarne i pericoli in attesa che arrivassero i VV.FF. Dimostrando esempio di professionalità ed altruismo “.
Fino all’ultimo giorno di servizio, il 30 ottobre 2017, ha indossato con orgoglio l’uniforme e reso il solito puntuale servizio alla città. Uscendo per sempre dall’ufficio ha dato spazio alle passioni: quella di volontario al settore giovanile  dell’Osimana calcio e l’impegno civile  nel proprio quartiere dove con altri cittadini del rione “Roncisvalle” salvaguarda  i tesori monumentali della  chiesa dei SS.Martiri Osimani e collabora a tenere viva la tradizione e la memoria della festa dei Martiri Osimani  dell’ 11 maggio.
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– l’agente  Giorgio Mengoni fratello del vigile Giuseppe ha trascorso diversi anni nella caserma “Bruno Giacconi”. Anche lui entrato in servizio quando i vigili urbani ancora si chiamavano così, oggi sono “agenti di Polizia Locale”.  Un servizio che Giorgio ha svolto con  buon senso, con grande rispetto verso i colleghi ed i cittadini senza mai sottovalutare il dovere di essere giusti. Oggi si dedica totalmente alle sue passioni: la lettura, i viaggi e l’amore per la natura e gli animali.
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Nove  figure,  uomini chiave con esperienza oltre che di  buonsenso ed equilibrio che non vedremo più girare per la città in divisa.
Tanti gli aneddoti, le storie curiose ed anche toccanti di umanità, ma anche numerosi gli avvenimenti difficili professionalmente da gestire che in questi 300 anni di servizio, questi agenti della Polizia comunale hanno vissuto in prima persona: dai contatti con gli osimani, le emergenze ( dal terremoto, alla “bomba d’acqua” ad Osimo Stazione), gli eventi ( Giri d’Italia, feste dei Fiori, balletti, feste del patrono, avvenimenti culturali), gli incidenti stradali di cui molti mortali in cui hanno dovuto prestare i primi soccorsi e fare rilievi, fatti di cronaca e gli interventi richiesti dai cittadini più o meno importanti ( dal sedare una lite condominiale agli interventi in codice rosso per violenze o fatti altrettanti gravi nei quali i nostri Agenti sono dovuti intervenire anche con funzioni di ausiliari delle Forze dell’Ordine), l’introduzione delle armi, l’arrivo delle moto, l’introduzione dei photored, l’introduzione dei controlli notturni, ecc.
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Con i nove vigili se ne parte quindi anche una bella porzione di memoria storica osimana, una parte di vita dietro le quinte, passata quasi di soppiatto a vegliare con costanza e decisione sulla tranquillità e sicurezza di tutti noi cittadini.
A tutti, naturalmente, un in bocca al lupo  e l’augurio di godersi questo secondo tempo della vita, anche se non più da marescialli !!

     Paola Andreoni
Vice Sindaco di Osimo

 

Attualmente sono 21 gli Agenti di Polizia Locale in forza al Comune di Osimo ( oltre il Comandante dott. Graziano Galassi,  il Vice Comandante Danilo Vescovo, e la dott.ssa Graziella Feliziani responsabile amministrativa e “anima” del Corpo), un numero sottodimensionato rispetto alle esigenze dei servizi da compiere. L’estensione territoriale e demografica, della nostra città imporrebbe la presenza di maggiori unità per il monitoraggio del territorio, una emergenza che è all’attenzione sia del Sindaco che dell’Assessore preposto, dott.ssa Federica Gatto, ed alla quale si sta trovando una soluzione con l’arrivo di nuove unità tramite nuove assunzioni o mobilità tra enti.

Hanno composto, negli anni passati,  la “squadra” dei Vigili Urbani ( una volta si chiamavano così) osimani :

Sandro Franchini  detto “Boba”, se lo cercate lo troverete a lucidare la sua barchetta ormeggiata al porto di Numana, ma sempre disponibile anche per le attività di  volontariato;
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Sandro Magnaterra, lasciata la divisa, ha rispolverato lo spirito rock ed ha ripreso a suonare e a fare concerti con le “Anime Nere”;

Renato Bellezza, ora volontario accompagnatore dei giovani calciatori dell’Osimana e responsabile della bocciofila della Sacra Famiglia;

Luigi Squadroni, valido agente della nostra Polizia municipale che ha sempre lavorato al servizio della viabilità cittadina con professionalità e abnegazione, prematuramente scomparso nel maggio del 2011;

Giuseppe Mengoni soprannominato  dai colleghi “lo sceriffo”. Oggi è responsabile della sezione Tiro a Segno osimana ed istruttore federale per chi vuole cimentarsi nell’utilizzo delle  armi.

Giovanni Marchegiani,   per tanti anni ha  controllato il regolare svolgimento delle attività commerciali in città, oggi dedica le sue attenzioni e capacità  al volontariato.

Clara Grassetti Anna Maria Mandaliti (quest’ultima prematuramente scomparsa) che sono state le prime due vigilesse del nostro Comune, entrambe  esempio di onestà e professionalità nei loro specifici compiti di responsabilità;
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Carlo Nicoletti un grande “capitano” che ha guidato per 30 anni  il comando della Polizia Municipale osimana,   scomparso nel 2013 ;

Franco Gatto, ha lasciato la divisa da tempo, ma continua, ancora oggi, ad essere legato alle vicissitudini del Corpo, la figlia, infatti,  in qualità di Assessore è responsabile del settore;

Aldo Copparini  scomparso nell’aprile 2011, il volto buono dei vigili osimani, dai modi sempre garbati e  gentili rimasti indelebili nella gente che lo ha stimato e benvoluto;
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Sergio Pieretti, che rimane nel ricordo degli osimani il sosia del vigile “Celletti” l’indimenticato ghisa in moto, magistralmente portato al cinema  da Alberto Sordi. Oggi affermato libero professionista;

Carlo Biondini, se ne ricorda la cordialità nei modi di interloquire con la gente. Dismessa la divisa non frequenta più Osimo ma solo la sua Castelfidardo.
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I Vigili come li ha disegnati Umberto Graciotti nel 1976 sul notiziario comunale “5Torri”

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#OSIMANI con l’hashtag: Armando ANGELETTI detto “Alvaro” il “maestro falegname” di Via Pompeiana

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Chi si incunea tra le viuzze del centro storico della nostra città scoprirà che in via Pompeiana, di fronte  alla chiesa di San Niccolò e al Monastero delle Clarisse, l’età del “Giuseppe falegname” vive anche nel terzo millennio.

Ha grinta da vendere, poca scuola ma tanta esperienza sul campo e tanta passione per il suo lavoro.  Osimano doc, e 87 anni da compiere; parliamo di Armando Angeletti, per tutti gli osimani “Alvaro“,  il falegname di via Pompeiana, uno dei personaggi più noti in città.

Se, infatti, in Osimo l’età e il fascino delle antiche botteghe artigianali vive ancora,  lo si deve  a Alvaro Angeletti. La sua,  è la  storia degli artigiani e dei vecchi mestieri che resistono al passare del tempo grazie alla passione e al vigore di famiglie che si passano il testimone di generazione in generazione. E’ questo il ritratto di Armando Angeletti, uno degli ultimi falegnami del nostro centro storico che l’arte di lavorare il legno l’ha appresa da piccolino, ottanta anni fa, e ancora oggi – pur avendo abbondantemente tagliato  l’asticella del  pensionamento – quando può, per diletto e passione, aiuta il  figlio Luigi.

Memoria, e non solo, di una Osimo che era, e che per nostra fortuna è ancora.

Bel tipo Alvaro, capace con le sue mani d’oro di intagliare un pezzo di legno, realizzare lavori di pregio, così come in tanti anni di lavoro – partendo col suo carico di attrezzi – ha sistemato  serrature, finestre, seggiole, tavoli e così via,  nelle  case di tanti  osimani.

Quartogenito, di una numerosa famiglia con sei figli ( come ce n’erano tante una volta) Armando nasce ad Osimo, in via delle Scalette, nel 1932. Cinque fratelli : Augusto, scomparso da pochi anni, conosciuto in città per aver lavorato come  geometra in Comune; Arnaldo, oggi 94enne, muratore per una vita; Marino anche lui conosciuto in Osimo per aver prestato servizio per diversi anni come infermiere presso l’Ospedale cittadino; Benito anch’egli uomo d’ingegno e votato per la meccanica, lavorava presso l’Officina Fagioli di Osimo; Vittoria (in Osimo conosciuta con il nome di Elvira) l’unica donna anche lei brava infermiera sempre con il sorriso in volto.

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Papà Adrio muratore, mamma Agnese Borsini filandaia, la loro è stata una famiglia numerosa e felice, ai tempi in cui tutti i componenti  erano chiamati fin da giovanissimi a contribuire a guadagnare il pane.

Armando ad appena 8 anni, dopo aver assolto agli obblighi scolastici, diventa ragazzo di bottega, apprendista falegname.

Lavorare il legno era ciò che desideravo fare. Mi piaceva il profumo del legno, un profumo che mi è rimasto sempre dentro“. Questo è quanto mi ha detto Armando, persona dal carattere umile, di poche parole, meravigliato per questo interessamento alla sua storia.

Storia che prende il via in  “altri tempi”, quando il centro di Osimo era allora un quartiere vivo e popolare, che pullulava di artigiani e osterie.

Il giovanissimo apprendista falegname Armando inizia a scoprire ” l’abc ” di questo mestiere  tra i più vecchi del mondo,  prima nella bottega del falegname Achille Salomoni  che si trovava vicino la filanda Alessandrini, poi passa alle dipendenze del “maestro” Alfredo Riderelli soprannominato “il Paccò” titolare di una falegnameria in Via 5 Torri.

 In ogni bottega c’era un esperto  “maestro falegname”. Lavorare vicino a questi storici artigiani significava acquisire  importanti conoscenze ed abilità. Le mani di Armando diventarono sempre più esperte lavorando e imparando il mestiere  a fianco di questi artigiani osimani. Oltre quelli già citati i “maestri falegnami” che  Armando ha avuto la fortuna di conoscere per esserne stato apprendista e poi  dipendente, sono stati:

Marino Caprari che aveva una piccola  falegnameria sotto Piazza Nuova in via Giulia, Arnaldo Canapa detto “Caccioni” artigiano-falegname che aveva il suo laboratorio per il  vicolo del Buon Villano,   Pasquale Pierelli falegname che aveva il laboratorio in via Zara, e da ultimo Giovanni Marzioli che aveva una falegnameria per la Costa del Borgo.

Una volta acquisita la giusta esperienza e consapevolezza della qualità dei propri mezzi affinati negli anni,   Armando – nel 1974 –  decide di mettersi in proprio ed aprire una  bottega di falegnameria tutta sua.

All’età di quarant’anni aveva deciso che era giunto il momento di lavorare in proprio. Una scelta non facile anche per gli impegni economici che comportava,  per l’acquisto dell’ attrezzatura per  la nuova bottega che aveva realizzato  in un vecchio garage per il vicolo di Santa Lucia, ma anche  per tutti i conseguenti adempimenti  burocratici, amministrativi e fiscali.

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La fiducia nelle proprie capacità, la completa dedizione al suo lavoro, l’entusiasmo di avere una propria bottega e il determinante sostegno della famiglia e di sua moglie  Anna Tortora – in particolare -,  sono stati i fattori  decisivi nella scelta di “mettersi in proprio”.

Una scelta azzeccata perchè  la falegnameria Angeletti, pur partendo dai lavori di semplice riparazione, pian piano ha visto aumentare la propria clientela divenendo in Osimo e non solo, un punto di riferimento anche per importanti commesse  e progetti di lavoro in legno.
Nel 1998 Armando decide di trasferire la propria attività in via Pompeiana 28 in locali più spaziosi  dove poter allocare nuovi macchinari  e dove ancora oggi continua l’attività della falegnameria ora condotta  dal figlio Luigi.

Il lavoro è stato, e continua ad esserlo per passione, la  vita di Armando; raccontano i familiari che per tanti anni entrava in bottega alle 7 del mattino per rivederlo tornare in casa a notte, e questo succedeva spesso anche la domenica, sempre  per accontentare e rispondere puntualmente alle esigenze dei clienti.

Ha riparato e costruito qualsiasi cosa in legno: seggiole, mobili, tavoli.  Forse non possiamo definirlo artista, ma di certo ha sviluppato in modo personale le richieste dei clienti con particolare creatività. Racconta Alvaro che ogni richiesta del cliente è stata e continua ad essere, per lui, meritoria di attenzione e rispetto, sia se si tratta di piccoli lavoretti di riparazione richiesti dalla  pensionata,  sia nei confronti di lavori più impegnativi. Tra le tante cose fatte ricorda i bei lavori realizzati per l’artista, progettista e regista osimano Guglielmo Cappannari per il quale ha realizzato diverse scenografie per il Teatro “La Fenice”, per gli spettacoli estivi al Duomo organizzati dall’Ema ed anche per la Scuola d’Arte di Urbino.

Per il Comune di Osimo ha realizzato diversi lavori: la manutenzione e riparazione di tanti banchi scolastici,  la realizzazione della “buca degli orchestrali” al Teatro La Nuova Fenice, interventi di manutenzione e sistemazione di tante strutture lignee di pregio  presenti nelle numerose chiese cittadine.
Ricorda Alvaro,  con soddisfazione, i tanti  mobili di prestigio realizzati, o ristrutturati nelle principali residenze nobiliari cittadine, e la soddisfazione per essere stato prescelto da diverse ditte prestigiose, anche fuori Osimo,  per la realizzazione di particolari commesse in legno e,  in specie ricorda   la realizzazione e l’addobbo dello stand della ditta Girombelli alla famosa  kermesse fiorentina di  Pitti Uomo. Un lavoro, quest’ultimo, che avrebbe fatto tremare i polsi a qualsiasi ditta  e che, invece,  il nostro falegname osimano, con pazienza e determinazione, ha realizzato con piena soddisfazione dei proprietari della nota ditta di moda anconetana.

Armando, che nel settembre del 2013 ha ricevuto il riconoscimento cittadino “una vita per il lavoro” per il talento e la dedizione alla sua attività artigianale, da diversi anni coniuga la dedizione al lavoro e l’attenzione alla sua famiglia con una nuova passione: quella per lo sport,  in particolare  per la montagna (alpinismo e sci) e il nuoto.

Autodidatta sciatore,  si è cimentato su tutte le piste senza mai aver preso una lezione da qualcuno. Famose le sfide all’interno dello Sci Club Osimano negli anni ’90.  Nella  categoria a loro riservata se la battevano  il “falegname sciatore autodidatta” con il suo stile molto ortodosso ma funzionale, e Vittorio Campanelli dotato di una tecnica raffinata, una sciata pulita bella da vedere.
Epiche alcune gesta, come quando affrontò incurante del pericolo,  le discese “nere” ( le più pericolose) del Monte Sella. Qualcuno ancora lo ricorda sul rifugio Belvedere a Canazei  soddisfatto per aver concluso indenne  il percorso dei tre passi, con una gioia incontenibile,  a pagare da bere per tutti.  Da ricordare anche le belle scalate sulle montagne dolomitiche, anche queste scoperte da Armando a tarda età, riuscendo, tuttavia, a mettere una bandierina sui più prestigiosi ed impervi rifugi alpini come “Capanna Margherita” a quota 4.000 mt. sul Monte Rosa, insomma delle vere e proprie imprese.

 A proposito di  imprese, non si possono non menzionare, quelle fatte da Armando con i suoi amici, i così detti,  “Aquilotti di Ancona” gente ( e tra questi il nostro falegname) che il 26 di dicembre di ogni anno , in pieno inverno,  si dà appuntamento alle 6 del mattino al Passetto di Ancona per inerpicarsi a piedi sul Monte Conero ( nell’impervio sentiero che parte dal cimitero di Sirolo), per poi  tuffarsi in mare e raggiungere a nuoto la   spiaggia Urbani.

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Ritornando alla professione artigianale Armando ancora oggi, senza sentire minimamente il peso dei suoi 87 anni, non riesce a staccarsi dal laboratorio al civico 28  di Via Pompeiana.  E’ lì che troneggia  tra scalpelli, misture, schegge di legno, colle, trucioli, assi, scatole di chiodi consumati, l’inseparabile lapis, antiche pialle e più moderni strumenti di lavoro,  scenario dove l’infaticabile ed estroso artigiano osimano ha trascorso gran parte della sua vita, lavorando sodo e non contando mai le ore. Entrando in questo laboratorio si capisce che tra l’artigiano e la sua materia non solo c’è massima sintonia, ma l’uno completa l’altro e viceversa.

Armando, a conclusione del nostro incontro, nella sua saggezza ermetica si raccomanda: ” la prego – dice – parli di me con moderazione, non usi paroloni, non ho fatto altro che ciò che amavo fare“.
Il lavoro paga sempre è uno degli insegnamenti che l’esperienza di questo artigiano da subito suggerisce, ovviamente quello fatto a regola d’arte, con scrupolo e attenzione. Oggi il laboratorio falegnameria è diretto dal figlio Luigi che segue la tradizione di famiglia.

Grazie Armando di aver condiviso la sua storia, quella di un artigiano, semplice e umile, ma dal carattere determinato, esempio di laboriosità e di concretezza per tutta la nostra comunità.
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La Vice Sindaco  di  Osimo
  prof.ssa Paola Andreoni

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